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Throy: Le cronache di Cadwal 3
Throy: Le cronache di Cadwal 3
Throy: Le cronache di Cadwal 3
E-book406 pagine5 ore

Throy: Le cronache di Cadwal 3

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Info su questo ebook

Fantascienza - romanzo (334 pagine) - Dopo "Stazione Araminta" e "Ecce e la Vecchia Terra" ecco il romanzo conclusivo della trilogia di Cadwal.


Cadwal: un pianeta tanto unico e splendido da essere stato affidato alla Società Naturalistica e protetto dalla colonizzazione. Mille anni dopo Glawen Clattuc, nuovo comandante di Stazione Araminta, ha ottenuto una nuova Carta per la conservazione del pianeta. Ma le sue avventure non sono ancora terminate, anzi il pianeta continua a essere scosso da tensioni senza precedenti. Come gli oceani che separano i tre continenti Ecce, Deucas e Throy, tra le fazioni in lotta ci sono differenze invalicabili: c’è chi spinge per tenere schiavi gli strani Yips e chi vuole riportare il pianeta alla sua condizione originaria. Tra questi c’è Glawen Clattuc, che deve anche scovare l'ultimo nascondiglio dei cospiratori fra i mondi dello Sciame di Mircea. Ma soprattutto ha una missione molto personale da compiere, un obiettivo che persegue da vent’anni e che ora forse è alla sua portata: scoprire chi ha ucciso sua madre.


Jack Vance (1916-2013) è stato uno dei più grandi autori di fantascienza e fantasy, e certamente tra i più amati dal pubblico. Dopo una serie di lavori di ogni genere, durante la Seconda guerra mondiale si arruola nella marina mercantile e gira il mondo. In questo periodo comincia a scrivere il ciclo della Terra Morente. Tra gli Anni cinquanta e settanta viaggia, in Europa e nel resto del mondo, traendo da queste esperienze esotiche gli spunti per i suoi romanzi: Il pianeta giganteI linguaggi di Pao, il ciclo di Durdane. Nella sua carriera ha scritto decine di romanzi di fantascienza, fantasy e gialli, per un totale di oltre sessanta libri; tra i titoli più famosi ricordiamo i cicli di Lyonesse, dei Principi demoni, di Alastor. Storie ricche di fascino, di personaggi indimenticabili, narrate con uno stile elegante e immaginifico.

Delos Digital insieme in collaborazione Spatterlight si è data l'impegno di riportare sul mercato le opere di questo grande autore.

LinguaItaliano
Data di uscita28 mag 2019
ISBN9788825408300
Throy: Le cronache di Cadwal 3
Autore

Jack Vance

Jack Vance (richtiger Name: John Holbrook Vance) wurde am 28. August 1916 in San Francisco geboren. Er war eines der fünf Kinder von Charles Albert und Edith (Hoefler) Vance. Vance wuchs in Kalifornien auf und besuchte dort die University of California in Berkeley, wo er Bergbau, Physik und Journalismus studierte. Während des 2. Weltkriegs befuhr er die See als Matrose der US-Handelsmarine. 1946 heiratete er Norma Ingold; 1961 wurde ihr Sohn John geboren. Er arbeitete in vielen Berufen und Aushilfsjobs, bevor er Ende der 1960er Jahre hauptberuflich Schriftsteller wurde. Seine erste Kurzgeschichte, »The World-Thinker« (»Der Welten-Denker«) erschien 1945. Sein erstes Buch, »The Dying Earth« (»Die sterbende Erde«), wurde 1950 veröffentlicht. Zu Vances Hobbys gehörten Reisen, Musik und Töpferei – Themen, die sich mehr oder weniger ausgeprägt in seinen Geschichten finden. Seine Autobiografie, »This Is Me, Jack Vance! (»Gestatten, Jack Vance!«), von 2009 war das letzte von ihm geschriebene Buch. Jack Vance starb am 26. Mai 2013 in Oakland.

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    Anteprima del libro

    Throy - Jack Vance

    lettura!

    A Cornelis Pam Pameijer

    genio universale, visionario e percussionista.

    Tutti i miei omaggi anche a quell’allegra

    banda, le Black Eagles, con cui

    egli è felicemente associato.

    Introduzione

    1 – Il sistema della Rosa Purpurea

    (Estratto da: I Mondi dell’Uomo, 48ª edizione)

    A metà lunghezza del Braccio di Perseo, sul bordo della Distesa Gaeana, un capriccioso refolo di gravitazione galattica ha catturato diecimila stelle spingendole via per la tangente, in un ricciolo con un vortice all’estremità. Questo è lo Sciame di Mircea.

    Sull’esterno del vortice, ad apparente rischio di volar via nel vuoto, c’è il Sistema della Rosa Purpurea, composto da tre stelle: Lorca, Sing e Syrene. Lorca, una nana bianca, e Sing, una gigante rossa, ruotano assai vicine una intorno all’altra, come una delicata damigella biancovestita che danzi con un corpulento gentiluomo dal faccione rosso. Syrene, una stella bianco-gialla di normale grandezza e luminosità, orbita a discreta distanza dalla coppietta galante.

    Syrene tiene intorno a sé tre pianeti fra i quali Cadwal, un mondo di tipo terrestre del diametro di 11.262 km e con una gravità quasi identica a quella della Terra.

    (Qui omettiamo la lista dei parametri fisici e la loro analisi. )

    2 – La Società Naturalistica

    Cadwal fu scoperto dall’esploratore R. J. Neirmann, membro della Società Naturalistica della Terra. Il suo rapporto indusse la Società a inviare sul pianeta una spedizione che confermò le liriche descrizioni di Neirmann: Cadwal era davvero un mondo incantevole, con splendidi panorami, clima adatto all’uomo e – non ultime delle sue meraviglie – una flora e una fauna dalle affascinanti diversità. La Società registrò Cadwal a suo nome, ottenne una Garanzia Perpetua e subito fece del nuovo bellissimo pianeta una Conservazione, per sempre protetta contro l’inquinamento ambientale, la dilapidazione delle risorse e lo sfruttamento a scopo turistico e commerciale.

    Uno statuto, la Carta, definì il sistema amministrativo della Conservazione e specificò i limiti entro cui era tollerata l’interferenza negli equilibri ecologici.

    I tre continenti, Ecce, Deucas e Throy, sono assai diversi uno dall’altro. Stazione Araminta, il centro amministrativo del pianeta, occupa una zona di 160 km² sulla costa orientale di Deucas, il più ospitale dei tre continenti. La Carta ha inoltre autorizzato la costruzione di una catena di Logge, sparse nei luoghi più spettacolari e interessanti, atte a ospitare il personale della Conservazione, i membri della Società Naturalistica, gli scienziati e i turisti desiderosi di studiare l’ambiente.

    3 – Il pianeta Cadwal

    I tre continenti, Ecce, Deucas e Throy, sono separati da vaste distese di oceano dove non affiora neppure un’isola, con tre quasi insignificanti eccezioni: l’Atollo Lutwen, l’Isola Thurben e l’Isola Oceano, tutte di origine vulcanica e situate nell’Oceano Orientale, assai al largo rispetto alla costa di Deucas.

    Ecce, lungo e stretto, giace a cavalcioni dell’equatore: una piatta distesa di paludi e giungle, intersecata da pigri corsi d’acqua. Ecce palpita di colori, odori selvatici e rapace vitalità. Feroci creature si aggirano ovunque in cerca di preda, si divorano a vicenda, e aggrediscono ogni essere umano abbastanza incauto da avventurarsi alla loro portata.

    Tre vulcani emergono dal suo panorama di foreste e acquitrini. Due di essi, il Rikke e l’Imfer, sono attivi; lo Shattorak è spento.

    I primi esploratori dedicarono a Ecce poca attenzione, appena un interesse accademico, e dopo un preliminare studio biologico e topografico esso rimase per la maggior parte una terra sconosciuta, abbandonata a se stessa.

    Deucas, quattro volte più largo di Ecce, è situato nella fascia temperata sul lato opposto del pianeta; la sua zona più meridionale, una lunga penisola triangolare che termina con Capo Journal, si spinge per 1700 km al di sotto dell’equatore.

    La fauna di Deucas, pur non grottesca e mostruosa come quella di Ecce, comprende tuttavia specie selvagge e formidabili, e anche alcune semi-intelligenti. La flora somiglia in molti casi a quella della Vecchia Terra, al punto che i primi agronomi poterono introdurre piante terrestri utili come il bambù, le palme da cocco, la vite e altri alberi da frutta, senza timore di causare altri disastri ecologici.¹ Throy, a sud di Deucas e con una superficie circa uguale a quella di Ecce, giace fra la fascia temperata meridionale e la calotta antartica. È il territorio più spettacolare e drammatico di Cadwal. Picchi scoscesi incombono sui crepacci, e le foreste ruggiscono nella violenza dei venti. Quando l’immenso oceano è percorso dalle tempeste, onde alte trenta e talvolta anche sessanta metri si abbattono sulle scogliere nella collinosa Terra di Peter Bullis, devastando le rocce con impatti dal rumore tonante ed esplosivo.

    4 – Stazione Araminta

    A Stazione Araminta uno staff residente di (nominalmente) duecentoquaranta persone sorveglia la Conservazione e fa rispettare gli articoli della Carta. La struttura amministrativa è in teoria piuttosto semplice. Un Conservatore coordina il lavoro di sei Uffici.²

    I primi sei sovrintendenti furono: Deamus Wook, Shirray Clattuc, Saul Diffin, Claude Offaw, Marvell Veder e Condit Laverty. A ciascuno fu assegnato uno staff che non doveva superare le quaranta persone, e poiché avevano la facoltà di reclutare i dipendenti all’interno della famiglia e della parentela ciò permise di ottenere fin dall’inizio una coesione amministrativa che altrimenti avrebbe potuto mancare.

    Nei secoli successivi molte cose sono cambiate. L’accampamento originale è divenuto una cittadina dominata da sei grandi palazzi dove abitano i discendenti dei Wook degli Offaw, dei Clattuc, dei Diffin, dei Veder e dei Laverty. Ogni Casa ha sviluppato una sua esclusiva e distinta personalità, in genere condivisa dai suoi occupanti, cosicché i riflessivi Wook differiscono dai fatui e leggeri Diffin, come i prudenti Offaw dagli avventati Clattuc.

    Stazione Araminta ha un piccolo ma decente albergo per alloggiare i visitatori, e dispone di un aeroporto, un ospedale, scuole e un teatro, l’Orpheum.

    Quando i finanziamenti dalla sede della Società sulla Vecchia Terra diminuirono fino a cessare del tutto, la necessità di scambi commerciali con l’estero assunse molta importanza. Nell’entroterra furono piantati vigneti per produrre vini pregiati da esportare, e i turisti vennero incoraggiati a visitare le Logge costruite nei territori vergini e selvaggi.

    Col trascorrere dei secoli certi problemi, tuttavia, si acutizzarono. Come potevano tante imprese esser fatte funzionare da uno staff di sole duecentoquaranta persone? L’inevitabile risposta fu l’elasticità. Ai collaterali³ fu perciò concesso di assumere un rango intermedio alla Stazione. Interpretando più liberamente il senso della Carta, i bambini, i pensionati, i domestici e i lavoratori provvisori in residenza non permanente furono esclusi dal numero chiuso delle quaranta persone, limite stabilito per ogni Casa. Il termine lavoratore provvisorio fu esteso a comprendere i contadini, il personale dell’albergo, i meccanici dell’aeroporto – agli effetti pratici i dipendenti di ogni specie – e mentre questi continuavano ad essere lavoratori senza residenza permanente il Conservatore fingeva di guardare da un’altra parte.

    C’era bisogno di personale a buon mercato, di poche pretese, a cui attingere in abbondanza senza bisogno di andarlo a cercare troppo lontano. Cosa poteva esserci di meglio degli abitanti dell’Atollo Lutwen, situato appena 480 km a nord-ovest di Stazione Araminta? Costoro erano gli Yips, discendenti di servi fuggiti, di piccoli criminali, di immigrati illegali e altra gente, che dapprima furtivamente e poi con aperta noncuranza avevano preso possesso dell’Atollo Lutwen.

    Gli Yips sopperivano a questa necessità, e di conseguenza fu loro concesso di lavorare a Stazione Araminta con permessi di soggiorno semestrali.

    In seguito questo accordo fu sottoposto a forti limitazioni, ma gli Yips erano ormai così numerosi da sovrappopolare l’Atollo Lutwen. Infine cominciarono a minacciare di espandersi sulla costa di Deucas e mettere in grave pericolo l’ambiente della Conservazione.

    Nonostante le loro molteplici e differenziate origini, gli Yips si sono sviluppati secondo un genotipo razziale singolare e uniforme. Il tipico Yip non è sgradevole d’aspetto né di modi. Anzi, con i suoi grandi occhi cerulei, i capelli e l’epidermide della stessa tonalità dorata, i lineamenti regolari e il fisico eccellente, sa suscitare sentimenti positivi. Le ragazze Yip sono famose nello Sciame di Mircea per la loro avvenenza, il carattere mite e disponibile, e anche per l’assoluta castità di cui danno prova finché non vengono adeguatamente pagate.

    Gli Yips e i comuni geani non possono avere unioni fertili. Dopo anni di speculazioni, l’eminente biologo Daniel Temianka, studiando la dieta Yip, ha identificato l’agente contraccettivo in un mollusco che vive nella fanghiglia sotto le palafitte di Yipton. Questa scoperta ha spiegato per quale motivo gli Yip trasportati a lavorare su altri mondi riacquistano la normale capacità procreativa.

    Per l’amministrazione di Stazione Araminta, la priorità più urgente è ormai quella di trasferire la popolazione Yip su altri pianeti.

    Già migliaia di Yip sono stati ingaggiati e portati via da Namour, un collaterale Clattuc che per qualche anno ha avuto l’incarico di coordinare i lavoratori provvisori di Stazione Araminta. I suoi metodi erano furtivi e illegali, anche se non per questo dannosi per gli interessati. Costui affittava in permanenza Yips dei due sessi a imprenditori di altri mondi che abbisognavano di lavoranti. Gli imprenditori pagavano il trasporto, più una percentuale a Namour, che ha così accumulato sostanziosi profitti. L’individuo è stato però scoperto e costretto a fuggire dalla giustizia, e non può proseguire più i suoi traffici. In seguito a questi avvenimenti la richiesta di manodopera Yip si è drasticamente ridotta, poiché gli Yips sembrano non capire la logica del sistema di trasporti spaziali e rimborso spese: perché, si chiedono, giunti in un posto dovrebbero lavorare per rifondere il prezzo del biglietto, quando si trovano già a destinazione?

    Pagare, senza avere in cambio niente che possano vedere, sembra loro pura follia.

    5 – Il Conservatore e gli abitanti di Stroma

    Nei primi anni della Conservazione, quando i membri della Società Naturalistica visitavano Cadwal, si presentavano a Casa Riverview aspettandosi di ricevere lì una doverosa ospitalità. Talvolta il Conservatore si vedeva costretto ad alloggiare una dozzina di ospiti contemporaneamente, e alcuni di costoro venivano col programma di restare per un periodo indefinito, per effettuare studi ecologici non meno che per godersi le novità dell’ambiente di Cadwal.

    Inevitabilmente, uno dei Conservatori si ribellò a quell’usanza e i naturalisti in visita furono invitati ad alloggiare in tende sulla spiaggia, dove avrebbero apprezzato meglio l’ambiente cucinandosi i pasti da soli su fuochi di legna.

    Al successivo congresso annuale della Società furono presentate numerose proposte per ovviare al problema. Quasi tutte incontrarono però l’opposizione dei più rigidi Conservazionisti, secondo i quali si trattava di espedienti truffaldini per calpestare questo o quell’articolo della Carta. Altri replicarono: – Ben detto, certo, ma quando ci rechiamo a Cadwal per le nostre ricerche o una legittima vacanza dobbiamo forse tremare in una squallida tenda? Dopotutto siamo membri della Società!

    Alla fine il congresso adottò una soluzione di ripiego buttata lì da uno dei Conservazionisti più accesi. Il piano autorizzava un nuovo insediamento in una località dove esso non avrebbe alterato l’ambiente. La località risultò essere il pendio di una collina sovrastante il gelido e tempestoso Stroma Fjord, su Throy. La zona era disagiata e irraggiungibile in modo quasi comico, e fu evidente che la si era scelta col preciso scopo di scoraggiare i fautori di quel progetto dal metterlo in atto.

    La sfida, comunque, fu accettata. Così nacque Stroma: una cittadina dalle case alte e strette, talora stranamente contorte, nere o grigio scuro, le cui porte e finestre sono dipinte con cura in bianco, rosso e azzurro. Viste dall’altro lato del fiordo, le case di Stroma sembrano attaccate alla roccia come mitili.

    Molti membri della Società, tuttavia, dopo aver soggiornato a Stroma, trovarono che la vita in quell’ambiente duro aveva un suo fascino, e col pretesto d’intraprendere lunghe ricerche divennero il nucleo di una popolazione stabile che attualmente supera le milleduecento anime.

    Nel corso dei secoli la particolare situazione di Stroma – la tradizione di studi scientifici, e un’etichetta che definisce la proprietà di ogni comportamento – ha creato una società nella quale l’intellettualismo più dottrinale coesiste con una semplicità vecchio stile talora ravvivata da qualche eccentricità.

    La maggior parte degli introiti di Stroma derivano da investimenti economici su altri pianeti; gli abitanti di Stroma viaggiano il più possibile, ed amano pensare a se stessi come persone cosmopolite.

    Sulla Terra, la Società Naturalistica era però caduta preda di una gestione incompetente, di una generale mancanza di iniziative e infine del peculato di un segretario disonesto. Anno dopo anno i suoi membri erano diminuiti di numero. Al congresso in cui fu sciolta, le registrazioni e i documenti vennero trasferiti alla Biblioteca degli Archivi e il presidente in carica aggiornò la riunione per l’ultima volta.

    Su Cadwal, i Naturalisti di Stroma non presero atto di quel crack organizzativo. La Carta restò la legge fondamentale del pianeta, e Stazione Araminta continuò a tirare avanti come al solito.

    Il Conservatore, sovrintendente esecutivo di Cadwal, risiede a Casa Riverview, un miglio a sud di Stazione Araminta. Come prescritto dalla Carta è un membro attivo della Società Naturalistica, nativo di Stroma. Tuttavia, con la Società ormai ridotta a poco più che un ricordo, le sue direttive sono di necessità interpretate piuttosto liberamente – non essendoci alcuna alternativa realistica – e i residenti di Stroma sono ufficialmente noti come Naturalisti e considerati come membri della Società, anche se non hanno pagato alcuna tassa d’iscrizione né mai hanno partecipato ai procedimenti interni della Società.

    Una fazione di Stroma che propugnava un’ideologia progressista, il Partito Vita Pace e Libertà, si attribuì il ruolo di difensore della causa degli Yips, affermando che le loro condizioni di vita erano una macchia intollerabile sulla coscienza della collettività: la situazione poteva essere raddrizzata solo permettendo agli Yips di stanziarsi nell’entroterra di Deucas. Un’altra fazione, i Cartisti, riconobbe l’esistenza del problema ma propose una soluzione che non violasse la Carta, ovvero il trasferimento dell’intera popolazione Yip su un altro pianeta. Irrazionale, dichiarò il VPL, e la sua critica alla Carta divenne ancor più categorica. I vielpini ritenevano la Conservazione un’idea sorpassata, inumana e in disaccordo con la filosofia del pensiero progressista. La Carta, insistevano, aveva disperato bisogno di una revisione, se non altro per alleviare i gravi disagi sociali degli Yips.

    I Cartisti, per contro, ribattevano che la Carta e la Conservazione erano e dovevano restare immutabili. Avanzavano il sarcastico sospetto che il fervore del VPL fosse ipocritamente strumentale, e che i vielpini volessero un insediamento Yips sulla costa di Marmion solo per stabilire un precedente grazie a cui i Naturalisti di più vaste capacità – senza dubbio da scegliersi fra gli attivisti del VPL – si sarebbero fatti ricche tenute nell’accogliente interno di Deucas, dove avrebbero potuto assumere gli Yips come servi e mezzadri per vivere da gran signori. Alla reazione oltraggiata e veemente dei vielpini a questa accusa, i Cartisti rincaravano la dose insinuando che a nessuno piaceva veder scoperte le sue mire occulte.

    A Stazione Araminta l’ideologia progressista non era presa sul serio. Al problema Yip si riconoscevano aspetti reali e immediati, ma la soluzione del VPL veniva rifiutata, poiché ogni concessione avrebbe formalizzato la presenza Yip su Cadwal, mentre era preferibile estendere gli sforzi nella direzione opposta: trasferire il sovrappiù della popolazione Yip su pianeti dove essi sarebbero stati utili e desiderabili.

    6 – Spanchetta e Simonetta

    A Casa Clattuc, le sorelle Spanchetta e Simonetta Clattuc erano più simili di quel che ci si poteva aspettare da due consanguinee, benché Spanchetta fosse più materialista e Simonetta – Smonny il suo nomignolo – più inquieta e immaginativa. Entrambe erano donne ben pasciute dal volto florido, con una prorompente massa di riccioli neri e palpebre pesanti. Entrambe erano emotive, avide, prepotenti e vanitose. Entrambe erano energiche e prive di freni inibitori. Durante la giovinezza sia Spanchetta che Smonny s’erano incapricciate in modo ossessivo di Scharde Clattuc, e senza alcun ritegno avevano cercato di sposarlo, o di sedurlo, o comunque di legarlo a loro. Ma con gran dispetto delle due sorelle Scharde le trovava ugualmente sgradevoli, se non ripugnanti, ed evitava le loro manovre amorose con tutta la cortesia possibile, o con freddo disdegno quando la cortesia non era più possibile.

    Scharde fu mandato dal CCPI⁴ in missione di addestramento a Sarsenopolis, su Alphecca Nove. Qui conobbe Marya Aténé, una giovane dai capelli neri dolce e affettuosa, intelligente e riservata, e fra loro nacque un amore profondo. I due si sposarono a Sarsenopolis, e al termine della missione di Scharde tornarono insieme a Stazione Araminta.

    Spanchetta e Smonny se ne sentirono offese in modo insopportabile. Il comportamento di Scharde rappresentava un oltraggio alla loro femminilità e – a un livello più psicologico – una sfida e un rifiuto di sottomettersi. A stento riuscirono a controllare la loro rabbia; ma trovarono l’occasione di razionalizzarla quando Smonny fu respinta all’esame di maturità del Lyceum e non potendo avere un I.R. (Indice di Rango ufficiale di Agente) inferiore al 40 passò fra i collaterali e fu costretta a lasciare Casa Clattuc. Ciò accadde proprio in coincidenza con l’arrivo di Marya, cosicché le due sorelle poterono incolpare lei e Scharde se uno dei quaranta posti riservati ai Clattuc era stato usurpato dalla nuova venuta.

    Amareggiata e piena d’odio Smonny partì da Cadwal. Per un po’ di tempo girò in lungo e in largo nella Distesa Gaeana, dedicandosi a diverse attività. Infine sposò Titus Zigonie, che possedeva il Ranch Valle Ombrosa e 40.000 km² di terreno sul pianeta Rosalia, nonché uno yacht spaziale modello Clayhacker. Per le necessità del suo ranch Titus Zigonie, dietro suggerimento di Smonny, cominciò ad assumere gruppi di lavoranti Yips presi sotto contratto e portati su Rosalia da un lontano parente di lei, Namour co-Clattuc, che in questa attività era già in affari con Calyactus, l’Oomphaw di Yipton.

    Dietro invito di Namour, Calyactus andò in visita al Ranch Valle Ombrosa su Rosalia, e qui fu assassinato da Smonny e dallo stesso Namour, o da entrambi insieme.

    Fu così che Titus Zigonie, un ometto inoffensivo, divenne Titus Pompo l’Oomphaw, benché tutta l’autorità fosse detenuta da Smonny. La donna non aveva mai dimenticato l’oltraggio fattole da Stazione Araminta in generale e da Scharde Clattuc in particolare, e il suo più grande desiderio restava quello di vendicarsi atrocemente su entrambi. Namour, intanto, con notevole sangue freddo, riprendeva la sua opportunistica relazione sia con Spanchetta che con Smonny.

    Nel frattempo Marya aveva dato a Scharde un figlio, Glawen. Ma quando il bambino aveva due anni Marya annegò, durante una gita in barca, in circostanze mai ben chiarite. Due domestici Yips, Selious e Catterline erano piuttosto vicini al luogo della disgrazia. Entrambi dichiararono che avevano tralasciato di soccorrere Marya per l’ovvio motivo che gettarsi in acqua a stomaco pieno significava rischiare una congestione, e che dopotutto quello non era affar loro. Inoltre, dissero, la donna si trovava lontano dalla riva, non meno di trenta metri: perché non aveva imparato a nuotare, prima di avventurarsi in quelle acque così distanti e pericolose? Poco convinto, Scharde aveva insistito con le domande finché i due s’erano fatti stolidi e silenziosi, e quindi non gli era rimasta altra scelta che desistere e farli rimandare a Yipton.

    L’affogamento di Marya era stato davvero un incidente? Un giorno o l’altro, si ripromise Scharde, avrebbe scoperto la verità.


    ¹. Le tecniche biologiche per introdurre nuove specie in un contesto alieno senza pericolo per l'ambiente ospite erano state perfezionate da tempo.

    ². Ufficio A: Registrazioni e Statistiche.

    ³. Collaterali: soltanto quaranta Wook, Offaw, Clattuc, Diffin, Laverty e Veder (in genere venti maschi e venti femmine) potevano ottenere il rango di Agenti di Cadwal. I consanguinei con un I.R. definitivo superiore al 20 diventavano perciò collaterali (co-Wook, co-Clattuc, co-Laverty, ecc.) e al compimento del ventunesimo anno venivano perciò costretti a lasciare la Casa ed a cercare fortuna altrove. L’occasione era sempre temuta per le scenate che poteva provocare: talvolta reazioni furibonde, talaltra perfino tentativi di suicidio. L’usanza era stigmatizzata come brutale e spietata specialmente dal VPL di Stroma, ma nessun rimedio o alternativa era identificabile negli articoli della Carta, che definiva Stazione Araminta un’agenzia amministrativa e non già una colonia o un luogo residenziale.

    ⁴. CCPI, la Compagnia Coordinazione Polizia Intermondi, spesso definita come l'istituzione più importante della Distesa Gaeana. Il potere del CCPI era immenso, ma accuratamente monitorato e controllato da una branca speciale dello stesso servizio. In rare occasioni, quando un agente del CCPI era ritenuto colpevole di corruzione o abuso di potere, non era rimproverato, né retrocesso, né rimosso dall'incarico: veniva giustiziato. Come risultato, il prestigio del CCPI era ovunque assai elevato. L’Ufficio B di Stazione Araminta era affiliato a esso, e il suo personale era dunque composto da agenti del CCPI.

    Parte prima

    1

    La terrazza della Locanda Utward, a Stroma, sporgeva per una dozzina di metri dalla roccia nuda nell’aria inondata di sole, con le fredde acque verdi-azzurre del fiordo duecentosessanta metri più in basso. A uno dei tavoli presso la ringhiera esterna sedeva un gruppetto di quattro uomini. Torq Tump e Farganger, i due visitatori provenienti da altri pianeti, stavano bevendo birra da boccali di ceramica. Sir Denzel Attabus s’era fatto servire una mistura di spirito d’erbe in una tazzina di peltro, mentre Roby Mavil, l’altro residente di Stroma, sorseggiava vino verde di Araminta da un calice. Sir Denzel e Roby Mavil indossavano abiti in quel periodo di moda a Stroma: lisce bluse di ricca saia nera, svasate sui fianchi, e aderenti pantaloni rosso scuro. Roby Mavil, il più giovane dei due, era alto e grassoccio con un volto rotondo, ondulati capelli neri, occhi grigi dallo sguardo limpido, e corti baffetti a spazzola. Appoggiato indietro allo schienale della sedia degustava il vino con pacata concentrazione, risoluto a non lasciarsi emozionare dagli eventi.

    Sir Denzel era appena arrivato al tavolo. Sedeva eretto e rigido; un anziano gentiluomo con capelli grigi pettinati a ciuffi, naso imponente e stretti occhi azzurri sormontati da folte sopracciglia. Aveva spinto da parte la sua tazzina di spirito d’erbe.

    I due visitatori erano uomini d’aspetto assai diverso fra loro. Vestivano abiti piuttosto comuni nella Distesa Gaeana: giacche e pantaloni larghi di levantina azzurro scuro, e stivaletti alla caviglia chiusi da fibbie metalliche. Torq Tump era basso, quasi calvo, con un tozzo torace cilindrico e una faccia dura, pesante. Farganger era magro, tutto nervi e ossa, con una testa stretta, naso a becco leggermente storto, e gli angoli della bocca grigiastra piegati in basso sulle guance scarne. Entrambi assistevano con aria impassibile al dialogo fra Sir Denzel e Roby Mavil, concedendosi solo qualche rara smorfia di sprezzante divertimento.

    Dopo un rapido sguardo ai due stranieri, Sir Denzel aveva distolto da loro la sua attenzione e s’era rivolto a Roby Mavil. – Non soltanto tutto questo non mi soddisfa, ma mi lascia completamente stupefatto e scoraggiato!

    Roby Mavil esibì con ottimismo un sorriso fiducioso. – Io sono certo, signore, che il quadro non è affatto così fosco! In realtà, anzi, credo proprio che…

    Un gesto secco di Sir Denzel lo interruppe. – Possibile che lei non riesca ad afferrare un principio così elementare? Fra noi c’era un accordo solenne, testimoniato dall’intera direzione.

    – Ed è così! Nulla è cambiato, salvo che oggi siamo in grado di sostenere la nostra causa con maggior decisione.

    – Allora perché non sono mai stato consultato?

    Roby Mavil scrollò le spalle e volse lo sguardo sul vasto golfo d’aria. – Non saprei immaginarlo.

    – Ma io sì! Questa è una deviazione dal Dogma Sorgente, che non è solo un insieme di parole, bensì lo schema-guida di una condotta valida giorno per giorno, minuto per minuto!

    Roby Mavil si distolse dalla contemplazione del vuoto. – Posso chiederle da chi ha ottenuto le sue informazioni? È stato Rufo Kathcar?

    – Questo è irrilevante.

    – Non del tutto. Kathcar, per quanto sia un’ottima persona, è alquanto volubile e propende per le esagerazioni maliziose.

    – Come può aver esagerato ciò che io ho visto coi miei occhi?

    – Questo non è certo tutto, signore!

    – Vuol dire che c’è anche dell’altro?

    Roby Mavil s’imporporò in viso, nel rispondere. – Voglio dire che, una volta riconosciuto il bisogno, il consiglio esecutivo ha agito con l’appropriata flessibilità.

    – Ah! E lei applica l’attributo volubile a Kathcar, quando è lui quello che è rimasto leale, lui quello che ha strappato il velo da questi stupefacenti sviluppi. – Sir Denzel prese nota dell’esistenza della sua tazzina; se la portò alle labbra e la vuotò d’un sorso. – Le parole fiducia e integrità sono sconosciute ai membri della sua fazione, caro signore.

    Per qualche momento Roby Mavil si trincerò in un cupo silenzio. Poi, dopo un cauto sguardo ai due forestieri, disse: – È imperativo che questo malinteso sia risolto. Organizzerò un colloquio, e senza dubbio ci saranno scuse ufficiali. Quindi, rinnovata la rispettiva fiducia, il nostro gruppo proseguirà il lavoro, ciascuno al meglio delle sue capacità, come prima.

    Sir Denzel latrò un’altra secca risata. – Mi consenta di citarle un paragrafo degli Accadimenti di Navarth: La vergine Alephine fu violentata quattro volte fra i cespugli. Il colpevole venne preso, portato in tribunale, e il suo Clan fu condannato a chiedere perdono nonché a un sostanzioso risarcimento danni. Ma le scuse ufficiali non ripararono la verginità della fanciulla.

    Roby Mavil fece un lungo sospiro, e in tono ragionevole replicò: – Forse dovremmo fare un passo indietro e osservare la cosa da una prospettiva più larga.

    – Cosa? – La voce di Sir Denzel tremava. – Io ho raggiunto il Nono Segno sulla Nobile Via, e lei viene a suggerirmi di allargare i miei punti di vista? Incredibile!

    Roby Mavil proseguì, tenacemente: – Da come la vedo io, siamo impegnati in una lotta con gli Estremi: il Bene contro il Male, fatto questo che genera precise necessità. I nostri oppositori sono disperati; quando colpiranno sarà nostro dovere rintuzzare i loro attacchi. In breve, bisogna nuotare nel fiume della realtà, o bere o affogare, con tutti i nostri sogni di gloria.

    – Ma via! – sbottò Sir Denzel. – Io ho vissuto a lungo in questo mondo, e so che la fiducia e la verità sono il Bene; esse migliorano la vita. L’inganno, la coercizione, il sangue e il dolore sono il Male, e così il tradimento della parola data.

    Roby Mavil replicò orgogliosamente: – Lei non è saggio, se lascia che un meschino rigurgito di sentimenti feriti la distolga dal nostro grande progetto!

    Sir Denzel ridacchiò. – Sì, io sono un uomo vanesio; esigo che gli altri si accostino a me con riverenza e mi bacino i piedi. È questo che lei pensa? Ma i vostri scopi sono ancora più egoisti. Voi volete che io paghi un’altra grossa somma di denaro: centomila sol è il minimo che vi aspettate. È così?

    Roby Mavil ebbe un sorriso sofferente. – Dama Clytie ha detto che lei era disposto a dare centocinquantamila sol.

    – La cifra è stata menzionata – annuì Sir Denzel. – Ma quella fase è ormai sorpassata. Ora è venuto il tempo di recuperare i fondi erroneamente spesi, fino all’ultimo dinket. Io sono deciso a farlo. E lei non mi persuaderà a cedervi altro denaro e a lasciarvelo spendere per scopi disgustosi.

    Roby Mavil sbatté le palpebre e distolse lo sguardo. Tump e Farganger esibivano un’aria imperturbabile. Sir Denzel parve accorgersi della loro presenza soltanto allora. – Non ho afferrato i nomi di questi due gentiluomini.

    – Io sono Torq Tump.

    – E lei, signore?

    – Io sono Farganger.

    – Farganger? È tutto qui?

    – Può bastare.

    Sir Denzel li esaminò pensosamente, poi si rivolse a Tump. – Avrei da farvi alcune domande. Spero che vogliate rispondermi.

    – Chieda pure – disse Tump, indifferente. – Tuttavia suppongo che Mavil, qui, preferisca essere lui a darle le risposte.

    – Sia pure. In un modo o nell’altro, io intendo apprendere certi fatti.

    Roby Mavil si raddrizzò sulla sedia. Poi fece una smorfia seccata nell’accorgersi che fra i tavoli si stava avvicinando Rufo Kathcar, un individuo alto e segaligno, pallido, dalle guance scavate, con ardenti occhi neri circondati da pesanti ombre violacee. Ciocche di capelli scuri gli ricadevano sulla fronte cerea, e una barbetta scompigliata gli incorniciava la mandibola. Aveva gambe lunghe, braccia dalle movenze quasi disarticolate, e mani così larghe e ossute che gli davano un aspetto goffo. L’uomo salutò Mavil con un freddo cenno del capo, guardò di traverso Tump e Farganger, quindi disse a Sir Denzel: – Lei sembra un po’ sconsolato, signore. – Prese una sedia e sedette anch’egli.

    – Sconsolato non è la parola esatta – disse Sir Denzel. – Lei conosce la situazione.

    Roby Mavil fece per parlare, ma Sir Denzel lo azzittì con un gesto. – Ormai è nota a tutti, purtroppo. Non so se ridere o piangere, al pensiero che cose del genere possano succedere a me!

    Roby Mavil guardò nervosamente gli altri avventori della locanda, seduti ai tavoli. – La prego, Sir Denzel! Il modo in cui lei sta drammatizzando le cose attrae l’attenzione di tutti i clienti!

    – Allora lasci pure che ascoltino. Forse trarranno profitto dalla mia esperienza. Questi sono i fatti. La sua fazione mi ha avvicinato con improvvisa cortesia; tutti erano ansiosi di ascoltare la mia opinione… novità questa che non mancò di meravigliarmi molto. E tuttavia io mi espressi in termini chiari e precisi; non lasciai spazio ai malintesi.

    Sir Denzel fece una pausa e scosse ironicamente il capo. – La loro reazione mi sorprese. Mi fu chiesto quale fosse la fonte della mia filosofia. Io risposi di non aver fatto altro che gettare uno sguardo sulla Nobile Via,

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