Le stelle dell'Orsa: Testo teatrale sui fratelli Cervi
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Vengono messe in scena le parti più importanti della vita e della vicenda dei fratelli Cervi, mettendo in evidenza il loro altruismo, la coscienza civile, l’essere sempre dalla parte dei deboli. Ma anche il coraggio di sperimentare nuove soluzioni per progredire e di condividerle con gli altri. E l’essere una famiglia unita, con sani principi, legati alla terra e ai sentimenti trasmessi dalla madre e dal padre.
Vengono rappresentati i loro dubbi, le loro certezze, i loro amori, la loro ribellione.
Tutto questo per fare capire, non solo ai ragazzi che recitano, ma anche ai ragazzi e agli adulti che assisteranno alla rappresentazione, che la nostra libertà e la nostra democrazia ci sono state donate da chi, come i fratelli Cervi, hanno sacrificato la propria vita e che la conoscenza e la riflessione su vicende come quelle dei fratelli Cervi sono fondamentali per la memoria e la difesa della nostra libertà.
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Anteprima del libro
Le stelle dell'Orsa - Corrado Plastino
Borghi.
PRIMA SCENA
Una classe con i banchi, le sedie, una cattedra, la lavagna. Suona la campanella, i ragazzi entrano in disordine e rumorosamente. Mentre parlano si siedono. Qualcuno si tira addosso palle di carta. Poi entra la professoressa. Gli studenti hanno i numeri 1, 2, 3…
1 – La finisci di spingere? Che il banco non te lo rubano. Mamma mia che fretta. Non vedi l’ora di fare lezione. (Si guarda in giro. Poi guarda il regista) Il banco! Che poi, dove sono i banchi? Regista, anche quest’anno recitiamo senza soldi, vero? Neanche due banchi per fare un po’ di scena!
2 – Non sono io che spingo. È lui. Io non spingo mai. Solo ogni tanto spingo, ma ora non sono stato io.
3 – No. No. Non è stato lui. Non è mai lui. Lui non spinge mai, non grida mai, non parla mai. È sempre innocente lui.
4 – Si, si. Povero innocente! Un angioletto, con l’aureola pure! E le ali? Gliele avete viste le ali? Se lo guardate bene, ogni tanto vola… l’angioletto!
5 – Si, è vero. Io l’ho visto volare più di una volta. Ma era senza ali. Volava perché il prof. d’italiano l’aveva sgridato e l’aveva preso per il bavero.
6 – Chi? Il prof. d’italiano? Quello che sta lì? (Si fa silenzio. Tutti si girano e guardano verso la regia). Lì alla regia? Quello che si crede regista e che ogni anno ci fa recitare queste sottospecie di commedie… tragedie… tragicommedie… insomma queste cose che scrive lui?
7 – Si, si. Proprio lui. Ma l’avete visto? Da quando è diventato scrittore e regista se n’è andato di testa. Ormai si sente importante. Guardatelo, che arie che si dà.
8 – Regista. Ehi regista. Ma… ma… questa battuta io l’ho già sentita. L’aveva scritta per un’opera di qualche anno fa. Settanta
. Si, si. S’intitolava Settanta
e iniziava proprio così: regista, ehi regista.
9 – Scrittore. Ehi scrittore. Ma… riesci a scrivere qualche battuta nuova? Hai la crisi dello scrittore? Non trovi più niente da scrivere? E… non fare quella faccia. Non ti arrabbiare. Non puoi. Non devi. Qui non devi. Siamo a teatro e non devi. Accetta tutto quello che ti diciamo e stai zitto. Capito? Zitto!
10 – Ma la finiamo di parlare con lui. Dobbiamo continuare la rappresentazione, abbiamo un copione da rispettare e dobbiamo fare la nostra parte, quella che ha scritto lui… lo scrittore. Ora basta con questo spettacolo indegno. Continuiamo l’altro. Quello degli studenti che stanno in una classe.
11 – Ma io non ci capisco più niente. Ma che spettacolo stiamo facendo? Nel copione lui, lo scrittore
, ha scritto che dobbiamo fare gli studenti. E stiamo facendo gli studenti. Non è così?
12 – Si, stiamo facendo gli studenti, ma non quelli che devono recitare una parte scritta dallo scrittore, ma quella che facciamo tutti i giorni a scuola.
13 – Ma scusate. Che cosa state dicendo? Quello che avete detto fino ad ora non l’ha scritto lo scrittore
? Il grande scrittore
?
14 – E qui mi sa che il grande scrittore
se n’è andato veramente di testa. Ma vi rendete conto che cosa sta cercando di fare? Sta facendo recitare noi che recitiamo la nostra parte.
15 – Che cosa? Non ci sto capendo più niente. Noi recitiamo la nostra parte? Che vuol dire?
1 – Vuol dire che questo (si rivolge alla regia) ormai si crede veramente il Pirandello del duemila. Ci sta facendo dire che recitiamo tutti, anche noi che siamo sul palco ma è come se non ci fossimo.
2 – (Si rivolge alla regia) Anche lui. Anzi lui è quello che recita più di tutti.
3 – (Si rivolge al pubblico) Ma anche loro recitano. E come recitano! Insomma stasera recitiamo tutti. E non solo stasera.
4 – Va bene, ma ora torniamo alla nostra recita, a quella per la quale siamo qui stasera. Dai, che poi me ne voglio andare a casa che c’è una bella soppressata che mi aspetta.
5 – Va bene. Va bene. Allora torniamo nei ranghi e recitiamo. Cioè…
6 – Cioè… facciamo l’altra recita, quella scritta nel copione per stasera.
7 – Ma anche quella che abbiamo recitato fino ad ora è scritta nel copione. Ma mi volete far capire qualcosa? Regista… Scrittore… Professore… Insomma qualunque cosa tu sia… mi vuoi far capire qualcosa?
8 – (Urlando) E bastaaa! Mo con lo scrittore, il regista, Pirandello, mi sta prendendo un esaurimento e (si rivolge al pubblico) lo state facendo venire anche a loro. Mi avete scassato. Me ne vado. (Si rivolge al pubblico) Mamma ci sei? Papà sei venuto? Ci siete? Portatemi a casa. Andiamocene che non ne posso più.
9 – Si, si. Andiamocene tutti. Lasciamolo solo il regista che si crede Pirandello. Plastinello, ehi Plastinello. Ciao. Ce ne andiamo.
10 – Via, via. Che con la scusa di Plastinello che si crede Pirandello ci saltiamo un giorno di scuola. Dai, tutti a casa.
Tutti fanno per andarsene, stanno uscendo di scena. Dall’altro lato entra la professoressa.
Professoressa – Ma… ma… che cos’è questo chiasso? E… e… dove state andando? La giornata è appena iniziata. Dove andate?
Tutti gli studenti tornano confusi, alcuni si siedono, altri rimangono in piedi.
11 – Prof. qui non si capisce più niente. Abbiamo il suo collega… quello… che sta lì… che è anche quello che ha