Berlino difficoltà dieci

Di Giorgio Stanzione

Per contrastare l’escalation di attacchi terroristici da parte dell’ISIS, un progetto pilota del ministero del lavoro, concertato con i più alti vertici dello stato, prevede il reclutamento e l’addestramento di cinquemila giovani disoccupati da destinare alla sorveglianza di possibili obiettivi sensibili, inclusi i centri commerciali. E proprio a uno di essi, il Maxwell Center, situato nella zona che si estende a sud di Roma, viene assegnato Giammi il Coyote. Trentenne un po’ schivo, appassionato di musica e di cinema, si innamora di una ragazza ucraina, Rijna, conosciuta sul lavoro.
Dopo essere riuscito, quasi fortuitamente, a sventare un vero attacco terroristico Giammi diviene un eroe e tutti coloro che prima lo ignoravano, ora lo cercano e lo bersagliano di messaggi e telefonate anche nel cuore della notte. Tra i suoi ammiratori, si distingue una ragazza e il suo racconto, apparentemente inverosimile, di una clessidra che da Berlino è giunta fino alla stazione di Bologna.
Il giovane, via via, perde contatto con la realtà effettuale i cui confini paiono sempre più labili fino a confondersi con quella virtuale.
Romanzo breve, a tratti visionario, a tratti profetico, che esplora senza sentimentalismi il disagio di una generazione e lo stallo esistenziale in cui è precipitata.

• Lingua: Italiano
• Editore: Giovane Holden Edizioni
• Data di uscita: 1 lug 2019
• ISBN: 9788832924848

Anteprima del libro

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Ciao. Sei tu Giammi, quello che si è salvato dall’esplosione avvenuta al Maxwell? Non è che mi racconteresti velocemente come sono andate le cose...

Ubriaco di sonno cercai di trovare le parole per rispondere. Avevo appena chiuso gli occhi. Quaranta gocce di vecchia Novalgina erano quasi riuscite a sedare quell’infernale mal di testa che mi perseguitava. Ma il mondo a quanto pare era completamente impazzito. Il mondo e Rijna dovevano essersi messi d’accordo.

Giammi il Coyote! È così che ti chiamano i giornali, non è vero?

Amico, sono le quattro del mattino. Non è meglio se riattacchi e ci risentiamo domani? Verso mezzogiorno, magari.

Il cellulare che mi aveva svegliato era un regalo di Rijna. Apparteneva agli apparecchi di ultima generazione, quei telefoni in grado di saper fare quasi tutto denominati smartphone. Smart sta per brillante, brioso. Nelle mie mani il suo uso era limitato praticamente a tre sole funzioni: accensione, mandare al diavolo gli altri, spegnimento. Eppure nelle intenzioni di Rijna doveva essere un modo per tenermi agganciato alla realtà.

"Ci sarà tanta bella gente che ti vorrà conoscere, vedrai Giammi! Saranno tutti lì a sbracciarsi per parlare con te. Ti contatteranno tante di quelle persone, che sarai tu stesso a fine giornata a dire per oggi basta, ne sono certa. Se poi sei interessato a sapere semplicemente che tempo ci sarà domani, con questo smartphone ti passano anche le previsioni meteo..."

Non mi interessa intrattenermi con altra gente, e non mi importa delle previsioni meteo, mi interessi solo tu, Rijna.

"Non hai capito bene, allora. C’è gente che vive stando attaccata al cellulare ventiquattro ore su ventiquattro. E anche per te, Giammi, ci possono essere tante occasioni. Guarda quante richieste intriganti arrivano alla tua messaggeria. E sono tutte espressamente dirette al Coyote. Ecco, posso prenderne una a caso e provare a leggertela Unisciti a noi. Tanti altri come te e possiamo sicuramente farcela. Le SRT, Squadre della Resistenza Totale."

Molto eccitante, risposi.

Rijna non dovrebbe essere all’inizio di questa storia. Intendo dire con ciò che anche se questa storia per potere andare avanti ha bisogno di Rijna, Rijna e questa storia non sono la stessa cosa. Una sola cosa si può affermare di lei con certezza: che le curve dei suoi fianchi vanno e vengono come quelle di un autodromo la cui pista presenta difficoltà dieci.

E se ora continuo parlando di Rijna lo si deve al fatto che appunto a lei stavo pensando quando quei piccoli rimasugli di un mondo ormai devastato sono stati sparati via come pallottoline accartocciate ognuna che assecondava la sua neonata orbita. Pensavo quindi alla notte trascorsa insieme, proprio a quell’attimo in cui nel nostro indivisibile abbraccio infinite possibilità di una vita nuova davanti a noi sembravano spalancarsi. Il momento dopo non c’era stato più nient’altro, né Rijna né il mondo stesso, ma solo la mia mente che vagava dentro un offuscamento senza fine. Diciamo che sono entrato in uno stato di permanente dimenticanza, una patologica forma di rifiuto di prendere atto di ciò che avviene intorno a me.

Giammi il Coyote... Questo soprannome mi è stato dato per via delle orecchie allungate e appuntite, e per il modo in cui guardano i miei occhi, con le pupille che sembrano roteare in maniera vacua e solitaria dentro di essi. Perché non lupo invece di coyote, visto che i due animali si somigliano? Essere identificato con il soprannome lupo mi avrebbe fatto sentire molto più a mio agio.

Ormai sono diventato l’idolo del momento. È spiazzante. Per tutta la vita non sei nessuno, e poi tutti improvvisamente si ricordano che esisti!

C’era quel messaggio però, che in mezzo a tanta follia mi ha quasi commosso: Ciao! So che sei riuscito a salvare la