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Meccanica elementare dei sentimenti
Meccanica elementare dei sentimenti
Meccanica elementare dei sentimenti
E-book100 pagine55 minuti

Meccanica elementare dei sentimenti

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Info su questo ebook

Cinquantasette racconti brevi con i quali l'autore tenta di

riprodurre, condensati in poche parole, stati d'animo che più o meno

tutti sperimentiamo nel corso della nostra esistenza: Amore, Paura,

Affetto, Malinconia, Gioia.

Racconti che traggono

ispirazione dalla quotidianità, teneri, spietati, trancianti, a volte

scomodi, ma sempre e inevitabilmente sinceri.

Un

libro che tenta, nel suo piccolo, di sprigionare scintille in grado di

accendere meccaniche di riconoscimento nell'animo del lettore.

Parole

che urlano il nostro nome e quello delle persone a cui teniamo, parole

che ambiscono alla luce anche se spesso scaturite nel buio della notte,

mentre l'autore svolge il suo mestiere di fornaio.

Parole

necessarie, così come diventa necessario nei momenti difficili

ricordare che niente è in grado di reggere il confronto con quello che

portiamo nascosto nel nostro cuore
LinguaItaliano
Data di uscita25 ott 2021
ISBN9791220363488
Meccanica elementare dei sentimenti

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    Anteprima del libro

    Meccanica elementare dei sentimenti - Enrico Aldobrandi

    Luce


    Mi affaccio alla finestra di camera e vedo il bambino che abita nella villetta di fronte giocare da solo a biliardino. Non so praticamente nulla di quella famiglia, sono persone molto riservate, l'unica cosa che so è che spesso litigano quando è ora di cena. Sono babbo, mamma e figlio che direi sui dieci anni.

    La loro casa è molto bella e spesso mi dico che sarebbe un sogno vivere lì: in piena città ma immersi nel verde, con un grande prato sul retro e un autentico vialetto d'accesso all'americana davanti.

    Il biliardino si trova in una specie di attico posticcio, di certo ricavato usufruendo di un qualche condono edilizio. Forse marito e moglie si odiano per davvero, ma intanto uno dei due ha il pollice verde perché i loro terrazzi sono un tripudio di piante bellissime, mentre i nostri raccontano la vocazione laboriosa di famiglia e fungono un po' da magazzino per materiali inutilizzati.

    Insomma guardo il bambino giocare tutto solo e mi sento triste per lui, lo guardo correre intorno al biliardino vestendo ora i panni della squadra blu, ora quelli della rossa, inventarsi il rumore di una folla oceanica che lo osserva dagli spalti, impartire ordini a un amico immaginario dicendogli di prestare più attenzione alla difesa per poi rispondersi da solo una volta che è balzato dall'altra parte.

    A un certo punto segna un goal e lancia un urlo pazzesco, corre dentro casa e poco dopo eccolo comparire giù in giardino, dove compie un intero giro con le braccia sollevate in aria, come i calciatori professionisti.

    Una scena maestosa, permeata del candore religioso del quale si vestono in maniera autonoma tutti i giochi solitari dei bambini. Io lo osservo in silenzio, tre piani più in alto: immobile come uno scarafaggio finito per sbaglio sotto un cono di luce purissima.

    Fratellanza


    Da qualche giorno a questa parte sono costretto – non per problemi miei – a venire in ospedale. Arrivo, parcheggio lo scooter e sopraffatto dai pensieri che assillano un po’ tutte le persone quando si trovano in prossimità di questi posti, non ho mai dato alla mente il tempo di prestare attenzione alla coppia di pini sotto i quali piazzo sempre il motorino.

    Ma oggi sì; oggi è stata davvero una buona giornata, piena di belle notizie e uscendo rinfrancato si vede che il pensiero si è accordato allo sguardo permettendomi di farci caso.

    A giudicare dalla larghezza dei tronchi alla base direi che sono stati piantati lo stesso giorno di chissà quanti anni fa, ma uno dei due nel corso degli anni ha preso nettamente il sopravvento sull’altro, cingendolo in un abbraccio fraterno, ma anche letale: infatti gli ruba la luce essendo più alto, i suoi rami si allungano intrufolandosi tra quelli del gemello soggiogato - che a un certo punto piega verso di lui come chi cerca con la fronte una spalla solida sulla quale piangere – e, a giudicare dalle possenti radici che hanno già dissestato il manto stradale in cerca di acqua, è probabile che gli rubi anche quella e che prima o poi finirà col farlo morire.

    Ma il gigante maldestro non lo sa e continuerà a strangolare il fratello anche quando inizieranno a tagliargli via i primi rami indeboliti; perché la natura non uccide per piacere, la natura quando uccide lo fa per rigenerarsi più forte di prima, agli uomini al massimo è concessa l’illusione di averla arginata, mai la certezza di averla domata, e quell’asfalto bitorzoluto alla base del gigante ne è la riprova.

    In alto, nascosti tra i rami, sopra le teste e i pensieri della gente, i passerotti cinguettano; un vocio allegro che rasserena l’animo, un frullare d’ali continuo col quale gli uccellini, ignari di tutto, si giurano di esistere.

    Blu


    L'altro giorno mia sorella mi ha chiesto di accompagnarla a comprare un'auto nuova. Voleva il mio supporto psicologico ha detto. Per me è un problema affrontare situazioni normali, che si svolgono alla luce del sole, visto che lavoro di notte e il giorno dormo. Devo cambiare orari, modificare la routine eccetera, però io e Simona (mia sorella) siamo gli unici superstiti, gli unici che possono ancora baloccarsi coi ricordi di famiglia, quindi non potevo dire di no.

    Il venditore era un ragazzo sui trenta, appena diventato padre, ci ha subito raccontato. Mia sorella sorrideva partecipe, condiscendente, forse per assicurarsi la sua simpatia e spuntare un prezzo migliore, io no, non ci trovavo nulla di simpatico nei suoi discorsi improntati all'ottimismo, la luce artificiosa della Concessionaria (Showroom adesso, per l'amor del cielo...) mi incasinava i pensieri, il profumo del

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