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Solo con i tuoi occhi
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E-book67 pagine49 minuti

Solo con i tuoi occhi

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Info su questo ebook

Divenuto cieco a seguito di un terribile incidente in barca nel quale ha perso moglie e figlia, un pescatore sa che niente potrà essere come prima. Incontrerà una immobiliarista e nessuno dei due sa che sta per cambiare l'altro per sempre. Solo con i tuoi occhi è la storia di un incontro fra una donna che ha perso la speranza dell'amore e un uomo che vive per necessità di ricordi. Due persone con un passato differente che impareranno a conoscere nuovamente la vita e l'amore, insegnando l'uno all'altra a rimettersi in gioco.

Premiato al Premio Internazionale di poesia e narrativa Cinque Terre Golfo dei Poeti (SP) - 2016

Premiato al Premio Letterario San Domenichino (MS) - 2017
LinguaItaliano
Data di uscita18 lug 2019
ISBN9788831631532
Solo con i tuoi occhi

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    Anteprima del libro

    Solo con i tuoi occhi - Aldo Parisi

    dall’autore

    Casa

    Una porta si apre. Entro in un silenzio cotonato.

    La voce dell’accompagnatrice mi distrae con inutili descrizioni. Dentro, abbasso il volume di inefficaci parole, mentre le dita scivolano sulle pareti lisce come un gabbiano che plana sull'acqua. Tutto, intorno a me, diventa mare e spiaggia. Nel sangue si diffonde un dolce tepore, mentre le gote si infiammano per la freschezza dell’aria.

    Come lo spruzzo di un’onda, una delicata frescura si scaglia inattesa nel mio mondo. Da lontano, un aroma di pane cotto si intrufola indiscreto nelle narici. Libero i piedi dalle costrizioni della vita. Non mi importa cosa lei possa pensare dei miei piedi nudi. Assaporo il freddo ingombrante del pavimento. Inspiro aria, profumi. Libertà.

    Avanzo sicuro, carpendo ogni vibrazione, ogni sensazione.

    Frugo dentro me stesso, cercando un’intimità spesso impedita dal frastuono della quotidianità. In molte occasioni ho gustato suoni, fragranze, impressioni tattili. Questa volta, invece, qualcosa mi punzecchia l’anima.

    Avanzo titubante, appoggiandomi ad ogni parete, bastone delle mie percezioni. Centimetro dopo centimetro la immagino ora rugosa, come la corteccia di un albero, ora liscia, come la pelle di donna, ora robusta e forte come una corazza.

    Mi intrufolo nell’angusto cuore di quelle mura, celato tra resistenti difese. Sopra di me il cielo marino svanisce, gli alberi si dissolvono e una vellutata protezione mi pervade in un tenero abbraccio. Immagino colori caldi per il rifugio dei sentimenti, colori chiari per i lunghi silenzi della vita. Sotto i piedi, freschi aghi pungenti si tramutano in tenera sabbia di mare. Accartoccio le dita e sorseggio questa leggerezza inaspettata.

    Le mani spalancano me stesso e il sole fertilizza la mia anima.

    La voce dell’accompagnatrice ha un impeto di tono e mi scrolla dai pensieri, dalle mie visioni.

    Spero di essere stata chiara mi dice con commiserevole dolcezza.

    Il silenzio torna cotonato.

    Sorrido.

    Sei stata molto gentile.

    E’ interessato allora?

    Assaporo l’aria e chiudo gli occhi. Davanti a me nulla è cambiato, dentro, un oceano di emozioni mi inonda di fresca brezza marina.

    Sì, fa per me dico.

    Vedrà che in questa casa si troverà a suo agio.

    E’ un buon inizio, anche se…, nella mente un turbinio di ricordi mi sconquassa.

    Anche se?

    Mi volto verso la voce interrogativa. Un muro senza sostanza mi nasconde il suo volto.

    Il compito difficile sarà riempirla.

    Il silenzio è tornato cotonato.

    Le prendo il bastone.

    Non importa.

    Cucina

    Eccomi qui. Finalmente. A fare i conti con me stesso, a mettere a nudo il mio io. Era necessario. Dopo tanto, dopo tutto.

    Assaporo il sogno re tra i sogni della vita. Quello che avrei voluto donare a…

    Via.

    Via i pensieri.

    Fuggire non serve a nulla. Ora è il presente la sola cosa che importa. Devo.

    Guardare avanti.

    Sorrido.

    Guardare avanti. Così si dice. Buffa espressione. Frase costruita, a volte artefatta, per i casi della vita. Poi, rivolta a me.

    Sorrido. Ancora. Punta di ironia che non ferisce.

    Sbuccio con cautela una mela, facendo attenzione a non ferirmi. Con un dito passo sopra la buccia, cercando l’etichetta.

    Eccola. Piccola e ostinata. Come il cuore.

    Due, tre, quattro colpetti con l’unghia. Finalmente via. La pelle del pomo è levigata e forte come il marmo. Senza lei, la mela è fragile. Come il cuore.

    Il ricordo di lei torna ancora. Lei che mi era stata sempre così vicina.

    Poi tutto è finito, terminato, lavato via.

    Appoggio il coltello sul tavolo. Frugo nella tasca posteriore dei pantaloni e con cautela estraggo il portafoglio. Lo sfoglio cercando il mio feticcio. Ho bisogno del suo contatto. Anelo di ascoltare ancora, ancora e, poi, ancora, senza fine, senza stancarmi, la sua storia. Mi tuffo a capofitto nei ricordi, nei desideri della vita, e sfrego quel feticcio ancora una volta. Profumo di mare nelle narici, fresco vento sulle gote e, lontano, un delfino che precede un motoscafo. Vira verso di noi, inarcando il dorso e aumentando il ritmo inimitabile dei suoi tuffi. Lo vedo, sparisce, lo vedo nuovamente, sparisce ancora, mentre in mare aperto un lungo fischio di una nave da crociera avvisa il mondo del suo arrivo.

    Il delfino si accosta alla mia barca.

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