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Dolce scoperta: Harmony Collezione
Dolce scoperta: Harmony Collezione
Dolce scoperta: Harmony Collezione
E-book164 pagine2 ore

Dolce scoperta: Harmony Collezione

Valutazione: 3 su 5 stelle

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Info su questo ebook

Soddisfazione, ecco cosa dovrebbe provare Dante Di Sione, visto che ha appena portato a termine con successo il proprio incarico, recuperando un prezioso paio di orecchini ed esaudendo così il desiderio di suo nonno. Invece è furente. L'avvocato incaricato della vendita dei gioielli si è infatti rivelato essere la stessa donna che, sei anni prima, l'ha tradito irrimediabilmente. Anais Kiyoko: sua moglie. Ma, cosa ancora più sconvolgente, ha appena saputo di essere padre. Questa improvvisa scoperta lo spinge a voler essere un genitore migliore di quello che ha avuto lui, e a riconsiderare sotto una luce diversa gli eventi del passato. Tradimento di Anais compreso. E se anche quella sua ultima certezza si rivelasse alla fine sbagliata?
LinguaItaliano
Data di uscita19 lug 2017
ISBN9788858967751
Dolce scoperta: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Dolce scoperta - Caitlin Crews

    successivo.

    1

    Maui, la perla delle isole Hawaii, era talmente bella da essere all'altezza della sua fama, notò Dario Di Sione nello stesso istante in cui sbarcò dal suo jet privato, una constatazione che però servì a irritarlo ancora di più. Mentre si avviava verso la Range Rover che l'attendeva a bordo pista, l'aria calda e umida s'insinuò sotto i suoi vestiti, rendendo i jeans e la giacca di sartoria che aveva indossato per il lungo viaggio da New York all'improvviso troppo pesanti. La brezza portava con sé il dolce profumo della canna da zucchero e gli sfiorava il viso in una delicata carezza, una percezione che in qualche modo enfatizzò il suo cattivo umore.

    Era lì per condurre un incontro di affari, non per indulgere a un sovraccarico sensoriale, decise.

    «L'auto sta aspettando come previsto? Sono stata molto precisa al riguardo, ho chiesto un SUV. Sembra che la strada che conduce alla proprietà Fuginawa sia abbastanza dissestata.»

    La voce di Marnie, la sua segretaria, si diffuse dal cellulare ultra sofisticato, l'ultimo prodotto della sua azienda, che teneva premuto contro l'orecchio.

    «Sono in grado di affrontare qualche buca...» borbottò Dario, cercando di tenere a freno la sua impazienza.

    Non avrebbe voluto trovarsi lì dopo solo una settimana dal lancio sul mercato mondiale del nuovo telefono, ma non era colpa della sua assistente. Era colpa sua.

    Aveva permesso al sentimentalismo di un vecchio di avere la meglio sulla sua faticosamente guadagnata razionalità, e quello era il risultato. Era dall'altra parte del pianeta, circondato da palme lussureggianti e da effluvi esotici, quando invece avrebbe dovuto essere al lavoro, e tutto per soddisfare l'assurda richiesta di suo nonno.

    «Il SUV è perfetto, ed è qui, tranquilla» aggiunse.

    Marnie cominciò a leggergli la lunga lista di messaggi che aveva collezionato durante le ore che erano trascorse dalla sua partenza dall'ufficio in cui aveva letteralmente vissuto negli ultimi cinque mesi, solo la punta dell'iceberg dell'impegno pressante cui era sottoposto da sei anni, cioè da quando era diventato proprietario dell'ICE.

    Un altro soffio di vento caldo gli accarezzò il viso.

    Scosse la testa. Non gli piaceva pensare al passato così come non gli piaceva quella brezza, fragrante e sensuale, che gli spettinava i capelli e che si infiltrava fra i bottoni della camicia che indossava, la sensazione quella di dita sottili ed eleganti di una donna che gli sfioravano il petto.

    Sorpreso per quell'insolito volo di fantasia, si passò una mano sulla mascella non rasata, consapevole che non era quello l'aspetto che avrebbe dovuto avere l'amministratore delegato di una delle aziende tecnologiche più all'avanguardia del mondo. Onestamente non gli interessava, come non gli interessavano le Hawaii.

    Quel viaggio era solo uno spreco di tempo, decise mentre Marnie seguitava a recitare quelle comunicazioni che esigevano la sua immediata attenzione. Comunicazioni che avrebbe dovuto ricevere personalmente, invece ora era a Maui e solo per accontentare una nostalgica e sentimentale richiesta di suo nonno. Il nonno Giovanni era stato costretto a vendere la sua collezione di oggetti preziosi tanti anni prima, oggetti che poi erano diventati i protagonisti di una favola che aveva raccontato ai suoi nipoti centinaia di volte nel passato. Ora, a più di novant'anni e gravemente malato, aveva espresso come suo ultimo desiderio di rientrare in possesso di quei monili.

    Mi ricordano l'amore della mia vita, gli aveva confidato quando lo aveva convocato circa un mese prima per chiedergli di acquistare per lui gli orecchini... Acquistarli di persona da un multimilionario giapponese che viveva recluso nella sua proprietà alle Hawaii. Ancora non sapeva perché lui non gli aveva detto chiaramente di incaricare qualcun altro per quell'insensata missione; d'altra parte chi avrebbe avuto il coraggio di rifiutare qualcosa a un uomo morente?

    Di nuovo scosse la testa, poi lanciò il suo borsone nel cofano del SUV. «Mandami una mail con le specifiche» ordinò a Marnie mentre si sfilava la giacca. Quella donna era una vera benedizione, la più affidabile fra le persone che conosceva, inclusi i componenti della sua, esigente e tendente al dramma, famiglia. Prese mentalmente nota di elargirle un generoso bonus al suo rientro, magari anche solo perché non era una spina nel fianco, caratteristica invece comune a tutti i Di Sione. «Dammi solo un istante per inserire l'auricolare, poi comincia a inviare i messaggi vocali» aggiunse. Attivò il dispositivo, arrotolò le maniche della camicia e prese posto dietro il volante del SUV nuovo di zecca. Digitò l'indirizzo sul display del navigatore, accese il motore infine uscì dal parcheggio del piccolo aeroporto.

    Ma anche mentre ascoltava il primo dei messaggi, quello di uno dei suoi vicepresidenti che gli parlava di una situazione potenzialmente spinosa collegata al cellulare appena messo in commercio, continuò a pensare al nonno e ai suoi Perduti Amori.

    Se un amore si perdeva, avveniva per una ragione ben precisa, o almeno così l'esperienza gli aveva insegnato. Generalmente, in primo luogo non aveva nemmeno meritato di essere definito amore.

    Oppure, e questa era la sua teoria di riserva, l'amore non esisteva affatto, era solo la più grande delle bugie che le persone si raccontavano per giustificare inutili sofferenze e comportamenti esageratamente teatrali.

    Di sicuro non valeva la pena di darsi tanto da fare per ritrovare un amore perduto. Il passato doveva restare passato, ben richiuso nei suoi limiti temporali in modo da impedirgli di infettare anche il presente. O, almeno, questo era ciò in cui lui credeva fermamente.

    Era stato difficile non condividere quell'opinione con suo nonno quando quest'ultimo aveva iniziato a blaterare di lacrimevoli, romantiche storie, di sentimenti, segreti e così via, per poi affidargli la missione, un compito talmente idiota che chiunque, persino lo zelante stagista fresco di laurea che aveva appena assunto, sarebbe stato in grado di portare a termine con successo. Ma, d'altra parte, era abituato a non commentare quando le persone si convincevano che le loro folli emozioni fossero invece perfettamente ragionevoli. Ragionevoli, razionali e soprattutto necessarie.

    Di conseguenza, sapeva che sarebbe stato inutile contraddire il nonno; inoltre non aveva alcuna intenzione di discutere con l'uomo che si era occupato di lui e dei suoi fratelli sin da quando i loro genitori erano tragicamente morti. Non solo, ma ormai aveva imparato che più dava voce alle sue certezze, più la gente sottolineava il suo cinismo, quasi quelle convinzioni fossero indicative del suo carattere, o come se dovesse permettere che fossero giudicate sbagliate.

    In ogni caso, aveva smesso di preoccuparsi per quello da anni... Sei anni, per la precisione.

    In verità, era così poco interessato alla vicenda in atto che per lui era stato più facile obbedire alla richiesta del nonno, cioè attraversare mezzo pianeta con l'unico scopo di acquistare un paio di orecchini, un'incombenza di cui avrebbe potuto occuparsi un qualsiasi corriere, non fosse stato perché apparentemente c'era tanto sentimento attaccato a quei gioielli, piuttosto che spiegare perché reputava ridicola quell'impresa.

    Sapeva che il nonno aveva già spedito altri nipoti in giro per il mondo alla ricerca dei suoi Perduti Amori, ma lui era stato troppo impegnato con il lancio del nuovo cellulare per dare attenzione a uno dei tanti melodrammi di cui spesso la famiglia Di Sione si rendeva protagonista.

    E i veri drammi non erano mancati, purtroppo. Aveva solo pochi anni quando i suoi inaffidabili, folli genitori avevano perso la vita in un terribile quanto evitabile incidente d'auto, e i giornalisti erano piombati su di lui e i suoi sei fratelli come avvoltoi. Già allora era stufo marcio di tutte quelle tragedie, e i suoi sentimenti al riguardo non erano cambiati.

    Una parte di lui, e nemmeno troppo nascosta, sarebbe stata felice di interrompere ogni rapporto con la sua famiglia. Quella stessa parte si augurava che, una volta scomparso il nonno, quei legami si sarebbero spezzati naturalmente. Era impaziente che accadesse, così avrebbe potuto dedicare tutto il suo tempo al lavoro, la sola occupazione che lo appagava. E di tempo aveva bisogno la gestione dell'ICE, l'azienda che possedeva e che era fra le prime al mondo per la produzione di computer e affini. Aveva raggiunto il successo professionale grazie all'impegno e alla determinazione, del resto qualità che gli erano servite per oltrepassare qualsiasi altro traguardo.

    Inoltre l'unico fra i suoi familiari cui era stato davvero legato era Dante, il suo gemello, un affetto che Dante aveva calpestato senza ritegno. Non poteva negare che quel tradimento lo aveva ferito, ma gli aveva anche insegnato una lezione importante, cioè che era meglio circondarsi di estranei che pagava per la loro lealtà, piuttosto che di consanguinei che concedevano quella lealtà a seconda delle loro esigenze del momento.

    No, non voleva pensare al suo gemello, decise Dario. Era questo il problema fondamentale che comportava ogni suo coinvolgimento con i suoi parenti. Finiva per soffermarsi su tutto ciò che cercava di eludere.

    Aveva ipotizzato che portando a termine il compito per suo nonno, come gli altri suoi fratelli e sorelle si supponeva stessero facendo, in famiglia avrebbero smesso di comportarsi come se quanto era accaduto sei anni prima, e accadeva da allora, fosse colpa sua. Quasi come se fosse stato lui a voler interrompere il suo matrimonio e il rapporto con Dante... Tutti però sembravano dimenticare che non aveva esattamente chiesto a suo fratello di andare a letto con sua moglie durante quello che era stato uno dei periodi più stressanti della sua vita. E che il fatto che non fosse riuscito a perdonare né suo fratello né sua moglie non significava che fosse lui quello sbagliato.

    Lo avevano raggirato, quei due. Gli avevano lasciato credere che l'ovvia tensione fra loro nascesse dall'avversione, e lui c'era cascato, troppo impegnato nel tentativo di decidere cosa fare dell'azienda che aveva fondato con Dante, e se accettare o meno la fusione con l'ICE, un progetto cui era favorevole mentre invece Dante lo aveva osteggiato.

    E in tutta quell'ansia, quello stress, quelle lunghe notti insonni, aveva scoperto di essere stato tradito da sua moglie e da suo fratello.

    Ma l'unica cosa sbagliata che c'era in lui, decise, era che ancora prestava attenzione a quello che diceva, pensava o faceva un qualsiasi componente della famiglia Di Sione. E questo doveva finire.

    «Finirà» promise a se stesso ad alta voce. «Non appena avrai portato al vecchio i dannati orecchini, non avrai più nulla a che fare con loro.»

    Attraversò il distretto di Kahului, poi le indicazioni recitate dal navigatore lo condussero lontano dal centro commerciale e verso il cuore dell'isola. Percorse una superstrada che tagliava in due le piantagioni di canna da zucchero, risalì una collina dalla cui cima, fu costretto ad ammettere a se stesso, la vista era davvero spettacolare. L'Oceano Pacifico scintillava in lontananza accarezzato dai raggi del sole, un'altra isola, verde e oro, si allungava verso il largo. Le montagne vulcaniche erano coperte da palme dalle folte chiome e da fiori di mille colori.

    Lui non andava in ferie, ma in caso contrario quello sarebbe stato un buon posto in cui trascorrerle, decise. Cercò di immaginare come avrebbe occupato il suo tempo in quell'angolo di paradiso, proprio lui che non aveva mai sognato giorni di pigrizia assoluta accanto a una piscina o su una spiaggia di sabbia bianca. In realtà, l'ultimo svago che si era concesso era stato un weekend in Colorado dedicato agli sport estremi, supponeva dunque che non potesse classificarsi come vacanza.

    Perché lui lavorava sempre, e aveva lavorato senza sosta anche sei anni prima; in caso contrario forse avrebbe potuto prevedere cosa stava per accadere, e proprio sotto il suo naso. Forse sarebbe stato in grado di interpretare correttamente i segnali invece di dare per scontato che suo fratello e sua moglie non gli avrebbero mai fatto una cosa simile...

    E perché ora stai ripensando a questi vecchi, noiosi eventi?, si chiese scuotendo la testa.

    La strada s'inerpicò su una scogliera rocciosa, per poi trasformarsi in un sentiero di terra rossa. Mentre stava ascoltando l'ennesimo messaggio di uno dei suoi ingegneri, la linea cadde. Sospirò, notando che il navigatore segnalava ancora una lunga distanza da percorrere.

    Faticava a immaginare perché qualcuno dovesse scegliere di vivere lì, lontano dal resto del mondo. Sapeva che l'attuale proprietario degli orecchini di suo nonno era uno

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