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Nazionalismi ed esodi Istriani
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E-book344 pagine3 ore

Nazionalismi ed esodi Istriani

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Info su questo ebook

Il nazionalismo fascista fu la causa principale a partire dagli anni venti degli esodi istriani nelle loro componenti: istro-veneta e istro-croata.
LinguaItaliano
Data di uscita27 nov 2019
ISBN9788831649551
Nazionalismi ed esodi Istriani

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    Nazionalismi ed esodi Istriani - Remo Calcich

    633/1941.

    PREFAZIONE

    Sono al tramonto della vita e non voglio andarmene senza prima aver elevato un inno a Epicuro per la felicità che mi ha dato con il suo insegnamento.

    Desidero trasmettere alla posterità questo concetto: le varie divisioni della terra danno a ciascun popolo una diversa patria. Ma il mondo abitato offre a tutti gli uomini, capaci di amicizia, una sola casa comune.

    Diogene di Enoanda – II secolo  d.C.

    EUROPEISMO E NAZIONALISMI

    Agli inizi del 1300 la possibilità che l'Europa diventi un entità unita svanisce.

    La cristianità fino allora elemento coagulante dell'Europa viene meno, sopratutto, per demerito di una Chiesa, incapace di essere un baluardo perché priva di autorità morale nei confronti del sorgere dei nazionalismi, come sostiene lo storico francese George Livet  Viene soppiantato dalle nazioni e, in assenza di un autorità preminente sufficientemente forte da tenere a bada le forze disgreganti,  impedisce la nascita di un Europa della nazioni.

    Continua Livet Alcuni storici hanno fatto di Bouvines l'avvenimento che segnerà il fallimento dell'Europa unita.

    La battaglia si svolse il 26 luglio 1214 nei pressi di Lille tra Filippo II re di Francia e l'imperatore di Germania La vittoria di re Filippo gettò praticamente le basi della nazione francese (Paul K. Davis).

    Per Leopold Ranke Sarà lo scontro tra la Francia e la Germania l'ostacolo per una possibile unificazione.

    Jacques Le Goff considera Giorgio di Podiebrad l'autore, nel XV° sec. del primo progetto che prevede la creazione di un assemblea per un Europa unita.

    Il Re di Boemia dichiara esplicitamente che il fine e il mezzo di questa unione è la rinuncia alla guerra tra gli stati europei.

    Nel suo trattato Della pace da realizzare in tutta la cristianità redige il suo appello a un Europa della pace e l'indicazione della pace come bene principale dell'unione europea.

    Prevede, in caso di conflitto tra i membri dell'assemblea l'intervento di una forza comune di arbitrato.

    Invoca un luogo specifico come sede dell'assemblea.

    Propone la creazione di imposte e di mezzi finanziari specifici per sovvenire alle spese dell'assemblea.

    Propone che assemblee della durata di cinque anni si tengano successivamente in diverse città europee, cominciando da Basilea, seguita da una città francese, poi da una italiana.

    Chiede l'istituzione di un blasone comune, di un sigillo, di un tesoro, di archivi, di un rappresentante, di un procuratore fiscale e di funzionari.

    Propone di attribuire un voto ad ogni nazione (Francia, Germania, Italia, eventualmente Spagna ecc.).

    Le decisioni saranno prese a maggioranza e in caso di parità Prevaranno i voti dei delegati che rappresentano i signori di maggior titolo e merito, le altre nazioni firmatarie del patto sceglieranno tra i due partiti.

    Questo è il contenuto sorprendente di un testo che non ebbe purtroppo nemmeno un vago inizio di realizzazione".

    E' sorprendente che quest'idea venga espressa nel momento della nascita degli stati nazionali e prima che abbiano sviluppato nei secoli la loro carica distruttiva, in particolare quelli di Francia, Inghilterra, Spagna, Germania e Italia.

    FRANCIA

    La Francia diventò stato nazionale attraverso l'eliminazione e l'assimilazione da parte del Ile di France della Normandia, Bretagna, Borgogna e del sud francese.

    La crociata condotta da baroni e feudatari del nord contro i catari nella contea di Tolosa, Languedoc e Provenza in una guerra di conquista, non fece alcuna distinzione tra eretici e cattolici.

    La popolazione di città come Bezier e Carcaçonne fu completamente massacrata anche se i catari, si presume, non rappresentassero più del 2,50% degli abitanti.

    Come sostiene Maurice Keen in Storia dell'Europa medioevale La grande vittoria dei crociati a Muret, nel 1213, non fu una vittoria dei cattolici sui catari, ma del nord (regno di Francia) sul sud".

    Concetto ribadito da Andrea del Col in Inquisizione in Italia.

    Sempre nel 2012 iniziò la conquista e l'assimilazione della Bretagna.

    Nel quinto secolo d.c., a seguito dell'invasione anglo-sassone i celti provenienti dalla Gran Bretagna, per questo chiamati bretoni, popolarono la penisola armorica che diventò Britannia, entità separata dalla Gallia.

    Nel 1213 i Capetingi iniziarono l'assimilazione del territorio.

    l pretesto fu fornito dalla Guerra dei cento anni durante la quale il territorio bretone diventò un campo di battaglia tra inglesi e francesi.

    La sua autonomia cessò il 4 agosto 1532.

    In realtà, Francesco I di Francia aveva emesso un editto con il quale, come sostiene Jean Markele, alla Bretagna erano riconosciuti diritti e privilegi e un’unione formale alla Francia.

    Alla fine del 1700, con la rivoluzione francese, il simulacro dell'autonomia bretone fu spazzato via.

    Iniziò un processo irreversibile di emarginazione dei bretoni.

    La discriminazione si è spinta fino ad utilizzare i bretoni, durante la prima guerra mondiale in prima linea, nelle trincee, alla stregua di carne da macello.

    Le loro perdite ammontarono a 300 mila caduti su un totale di un milione e 400 mila francesi, pari al 25% su una popolazione bretone che costituiva il 5% dell'intera comunità.

    LA GUERRA DEI CENTO ANNI

    La Francia e l'Inghilterra con la Guerra dei cento anni (1337-1453) uscirono dal feudalesimo.

    In questa sorta di guerra di liberazione nei confronti degli inglesi, la Francia acquisì definitivamente la sua identità.

    Il delirio della rivoluzione e del bonapartismo portò la nazione francese a considerarsi la guida dei popoli dell'intero globo.

    Nella sua velleitaria funzione emancipatrice giustificherà il suo dominio sull'intera Europa.

    La Francia devasterà, occuperà e requisirà.

    Il saccheggio delle opere d'arte italiane, come nota Giordano Bruno Guerra, sarà considerato uno scambio: diritti civili provenienti da Parigi, per pochi italiani, contro i frutti espressi dalla migliore cultura italiana.

    IL COLONIALISMO FRANCESE

    Dopo Waterloo (1815) "La Francia, ferita nel suo orgoglio di grande potenza cerca una forma di compensazione che può trovare soltanto al di fuori dell'Europa mediante le occupazioni coloniali.

    In molti casi tali operazioni hanno richiesto, come nel 1850, in Algeria l'impiego di centinaia di migliaia di uomini" (Livet).

    Come afferma Livet "Le terre necessarie alla colonizzazione sono state strappate agli indigeni sedentari o nomadi.

    Così si sono potute distribuire concessioni ai coloni ed a alcune società europee".

    Non è raro vedere gli europei accaparrarsi le terre migliori e sospingere gli indigeni verso zone più secche o più montuose.

    Tutto ciò costituì un vulnus irreparabile tra i colonizzatori e i colonizzati.

    Le colonie diventano luoghi di confino nei confronti degli oppositori al sistema e strumenti di pulizia etnica degli elementi di lingua tedesca: alsaziani e lorenesi.

    Le compagnie francesi hanno ottenuto notevoli possedimenti in Indocina; sempre Livet In Algeria la Compagnie Algerienne" possiede 100 mila ha.,  in Tunisia dispone di altre tanta proprietà.

    La colonizzazione, dunque, provocò il crollo delle società autoctone e l'introduzione della civiltà del conquistatore... la massa indigena, schiacciata dall'apparato amministrativo ed economico, finì per essere sempre più subordinata (Livet).

    Ritenendosi di razza superiore, gli europei vivono in città o quartieri riservati.

    Nei territori sottomessi la Francia disporrà di uno strumento formidabile: la Legione Straniera (1831) composta da criminali e disertori stranieri predisposti alle atrocità più inverosimili.

    Dopo aver annesso l'Algeria nel 1854, occuperà il Senegal.

    Nel 1858 si impadronirà dell'intera Indocina: Vietnam, Cambogia e Laos.

    La disfatta subita nella guerra franco-prussiana del 1870 la spingerà ad  occupare l'Africa centrale.

    Luigi Bonanate definisce L'Imperialismo coloniale il prodotto del nazionalismo derivante dalla rivalità tra gli stati europei".

    Non solo Per ogni nazione, la politica coloniale, è ormai un elemento, alcune volte il più caratterizzante della sua politica estera (Hardy).

    La pressione popolare con radici irrazionali, frutto dell'ignoranza, di certi miti di potenza giudicati da Schumpeter come un residuo, nelle società capitalistiche, della sostanza feudale (Langer).

    Diventerà un ingrediente fondamentale per l'imperialismo coloniale.

    Um misto di nazionalismo, sciovinismo e razzismo avrebbe ispirato le masse dell'ottocento, servite del resto da teorie ufficiali al livello più o meno scientifico. Gobineau e Kipling avrebbero trasmesso alle masse europee un vero entusiasmo per l'espansione e la conquista di terre lontane" (Bonanate) 

    Nel 1940 l'invasione nazista costringerà i francesi alla perdita dell'impero coloniale.

    Nel 1945, nel dopoguerra, la Francia recupererà integralmente i suoi domini.

    Non riuscirà a rendersi conto che ormai la sua Grandeur era soltanto di cartapesta.

    In Vietnam dal 1945 al 1954, nel tentativo di conservare l'impero, la Legione Straniera e i parà elimineranno centinaia di migliaia di indocinesi.

    In Algeria, in una guerra che si protrarrà dal 1954 al 1962 impiegherà tra Legione Straniera e esercito 550 mila uomini (1960).

    Dopo aver torturato, deportato ed eliminato un milione di algerini, la Francia sarà costretta ad abbandonare l'Algeria.

    La guerra perduta scosse profondamente la società francese e mise a rischio il suo sistema costituzionale.

    Il tentativo di provocare una guerra civile in Francia e in Algeria da parte dell'O.A.S. Organisation de l'Armée Segrète, fallì.

    Il fascismo militare francese non fu rimosso, ma si mimetizzò.

    Il sovranismo del Front National è l'erede dei golpisti degli anni sessanta.

    REGNO UNITO

    La guerra dei cento anni (1339-1453) fu per Keen Una prolungata impresa nazionale. La solidarietà e il senso di un comune interesse della gentry, classe determinante della piccola nobiltà di campagna dalla quale proveniva la maggior parte dei comuni in parlamento e, che inviava i suoi figli a combattere in Francia costituì la base su cui venne costruita la forte monarchia degli York e dei primi Tudor".

    Separato infine dai possedimenti continentali (francesi), il loro regno fu inglese per lingua, aspetto e costumi con l'orgoglio della propria peculiare genuinità storica."

    Nel 1707 dopo secoli di guerre interminabili la Scozia fu incorporata nell'Inghilterra e perse la sua indipendenza.

    Gli scozzesi divennero la massa di manovra dell'espansionismo inglese, struttura portante dell'imperialismo.

    Un trattamento infame subì per secoli l'Irlanda da parte dell'Inghilterra, come descritto in Good morning Londra dell'autore.

    George Travelyan (1876-1962) considerato il più autorevole esponente della storiografia liberale inglese, nel descrivere il Primo genocidio irlandese da parte di Enrico XIII re inglese narra come nel 1537 per annullare la sovranità del Isola Verde avesse impiccato il re d'Irlanda Fitzgerald e i suoi cinque zii dopo la soppressione dei loro conventi e la distruzione dei loro centri di cultura".

    Sempre secondo Travelyan, i luogotenenti di Elisabetta I, figlia di Enrico XIII, Decimarono in modo crudele la popolazione con le stragi e la carestia e trasformarono in deserti tutte le località che non avevano modo di tenere soggette con la forza.

    Nei trent'anni del regno di Elisabetta una legione di Avventurieri gentiluomini, e di cadetti provenienti da ogni parte dell'Inghilterra piombò sull'isola e sperimentò il genocidio graduale e scientifico che sarà la regola della sua politica coloniale futura.

    Dopo aver subito gli effetti di questa occupazione e la rivolta, alla fine del settecento, sull'Irlanda piombò la grande carestia.

    "A partire dal 1845 al 1848 la popolazione irlandese diminuì del 30% .

    Le autorità inglesi impedirono qualsiasi rifornimento e soltanto a tragedia conclusa permisero l'importazione del grano statunitense.

    La carestia determinò un esodo di milioni di emigrati negli Stati Uniti e nel Canada.

    Centinaia di navi, di piccolo tonnellaggio attesero per giorni ad Ellis Island New York per scaricare decine di migliaia di disgraziati irlandesi".

    Nel 1916 vi fu un’insurrezione del Sein Fein (Fronte patriottico) e gli inglesi misero a morte i capi facendone dei martiri della causa irlandese Trevelyan.

    All' autoproclamazione della Repubblica d'Irlanda, nel 1918, gli inglesi cercarono di schiacciare l'autonomia.

    La guerra imperversò dal gennaio 1919 a luglio 1921, quando il governo britannico riversò il suo esercito dal fronte francese, nell'isola.

    Gli inglesi commisero atrocità tali da suscitare profondo sdegno nella comunità internazionale.

    Trevelyan stigmatizza la violenza britannica Quando l'Irlanda si liberò fu sottoposta ad un periodo sciagurato di rivolte sanguinose represse

    Il trattato di pace fu imposto all'Inghilterra dalla lobby irlandese ormai determinante negli USA .

    L'indipendenza dall'Irlanda comportò la sottrazione di un terzo del suo territorio, dell'Ulster, con l'obiettivo di minare la convivenza futura, nell'isola.

    Infatti a partire dal 1921, nell'Ulster, scoppiò una guerra civile tra la popolazione cattolica e quella protestante privilegiata dal governo inglese.

    Nel 1969 Londra occupò militarmente l'Ulster.

    L'I.R.A. esercito di liberazione nazionale irlandese divenne l'unico strumento di  autodifesa del movimento cattolico e si rivelò capace di scatenare l'inferno sul territorio britannico.

    L'esplosione nella City di Londra provocò danni per quasi due miliardi di sterline.

    Il governo inglese si arrese alla trattativa.

    L'accordo ha resistito fino al Referendum (Brexit) sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea.

    La coabitazione tra la repubblica d'Irlanda e il Regno Unito nell'Unione europea ha congelato un conflitto secolare tra la comunità cattolica, ormai largamente maggioritaria e quella protestante, minoritaria.

    Il ritorno alle frontiere potrà riproporlo.

    IMPERIALISMO INGLESE

    A partire dal '700 il nazionalismo inglese, in piena espansione coloniale, considererà la nazione inglese la detentrice del progresso e della civiltà universale.

    Nell'ottocento la City dominerà l'economia. Controllerà i flussi finanziari mondiali.

    Il 46% del tonnellaggio mercantile mondiale sarà inglese.

    Dopo l'espansione in India, Pakistan, Birmania, Cina l'impero britannico conquisterà l'Africa dall'Egitto al Sud Africa.

    Il suo obiettivo sarà quello di monopolizzare nei territori australi la produzione mondiale dei metalli preziosi: 60% dell'oro, e 47% del platino, 17% dei diamanti ; senza contare le riserve: oro 51%, cromo 81%, platino 75% (fonte: Minerals bureau department of mines).

    La comunità boera: i coloni, in prevalenza, olandese che l'abitavano da oltre due secoli, sarà ridotta ai minimi termini.

    Nel 1900, come riportato da Bernard Lugan in Storia dell'Africa Lord Kitnecher, comandante della spedizione inglese, creò quaranta campi di internamento.

    "Quando fu deciso di internarvi sistematicamente donne e ragazzi per isolare  i combattenti la popolazione boera fu vittima di un vero e proprio genocidio tale da provocare mortalità dalle proporzioni spaventose: il 35% negli adulti.

    Nel solo campo di Kroonstad la mortalità infantile toccò l'87,8%:  cifre superiori a quelle dei campi di concentramento nazisti". 

    SPAGNA

    LA RECONQUISTA

    L'invasione musulmana del VII° sec. costituisce l'alba della nazione spagnola.

    "All'inizio era una sorta di caos nelle regioni settentrionali della penisola, popolato da uomini di religione cristiana che nascono, vivono e muoiono senza avere una coscienza della loro identità.

    Gradualmente , da questo intreccio di vite, di lavoro, di traffici e di consuetudine quotidiane incomincia ad emergere una personalità collettiva." (Romano)   

    Emerge una cristianità estrema e intollerante nei confronti degli altri due popoli: gli arabi e gli ebrei artefici di una società e di una cultura propulsiva in termini di sviluppo e concorrenziale a un Europa medioevale sprofondata nelle barbarie.

    Come nota Marina Cereda Fuentes, tra le più accreditate interpreti delle tradizioni popolari spagnole Nelle due popolazioni esistevano tante affinità: la predilezione per la musica e per la poesia, l'amore per la matematica e per la filosofia e lo stile architettonico.

    Dove non c'è il moro non c'è l'oro dice un proverbio spagnolo coniato nel medioevo quando gran parte dell'economia della penisola era in mano agli arabi.

    Effettivamente le città e i paesi dominati da loro erano ricchi di monumenti, di ponti, di bagni pubblici e di mercato dove si poteva acquistare ogni di ben di Dio; l'arte della ceramica aveva avuto un impulso enorme e i migliori artigiani erano arabi: nel quartiere di Triana, Seviglia ceramisti, carpentieri, falegnami e muratori arabi producevano lavori del più fine artigianato.

    Grazie all'abilità degli agricoltori musulmani i secchi campi spagnoli cominciarono a cambiare; i margini dei fiumi si trasformarono in orti fioriti e gli incolti terreni dei vecchi castelli e fortezze divennero giardini dove l'acqua scorreva tra il mirto, le rose e gli aranceti.

    Mentre la nobiltà cristiana (del nord) viveva mediocremente con le stesse risorse dei paesani e dei contadini, i veri re della Spagna erano i monarchi arabi di Cordova, Siviglia o di Granada che abitavano splendidi palazzi, in rigogliose terre.

    A partire dalla prima  Diaspora da Israele nel 70 D.C. gli  ebrei presenti in Spagna primeggiarono nella cultura e nell'economia, sempre dalla Fuentes " Convivevano con la popolazione ispano romana mantenendo la propria religione e le proprie usanze.

    Durante il periodo dei visigoti (V-VII sec)  furono perseguitati ed espulsi per l'intolleranza dei re cristiani verso la religione ebraica ".

    Si installarono nel Marocco, a Fez, Rabat,Marakech e a Tangeri.

    "Nel 711 gli ebrei ispanici (sefarditi)  contribuirono alla vittoria dei musulmani invasori    sia con gli aiuti economici che con veri e propri servizi di spionaggio.

    I condottieri arabi ripagarono il prezioso aiuto con importanti privilegi".

    Si può dire come sostiene lo storico spagnolo Castro che il vero spagnolo è il sefardita.

    Il giudeo spagnolo, ha mantenuto la sua vitalità nei territori, dove cinque secoli fa gli ebrei sono stati accolti..

    In Die gerettete Zunge (la Lingua salvata) Elias Canetti, insignito del premio Nobel della letteratura, descrive come nella sua comunità, presente nell'impero ottomano da cinque secoli niente, compresa la lingua, fosse mutato nei primi decenni del novecento, dall'espulsione dalla penisola iberica.

    Canetti Si trattava di ebrei osservanti.".. di un tipo un pò speciale, e ciò dipendeva dalla loro tradizione spagnola.

    Nel corso dei secoli dopo la loro cacciata lo

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