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Disunità d'Italia
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E-book67 pagine40 minuti

Disunità d'Italia

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Info su questo ebook

La trasformazione della dittatura sabaudo-garibaldina in non-democrazia catto-comunista attraverso gli accordi clerico-mussoliniani.
LinguaItaliano
Data di uscita8 feb 2016
ISBN9788893323604
Disunità d'Italia

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    Disunità d'Italia - Nicola Stolfi

    DISUNITA' D'ITALIA

    La disunità d'Italia si forma, sostanzialmente, in tre momenti :

    1) l'insorgenza pre e post unitaria

    2) i Patti Lateranensi cui seguirono, inevitabilmente, le leggi razziali

    3) il colpo di stato comunista del 1946.

    Dopo il taglio netto fra la rivoluzione del 1789 e il colpo di stato giacobino del 1793 iniziò il

    periodo del a Verità Assoluta che individuava messianicamente nel popolo una comunità

    contenente i precetti del a volontà generale, del 'ordine naturale del e cose, di una

    legislazione virtuosa, soffocati in lui dai governanti dell'antico regime ( M.Taddei, "Il crampo

    mentale e la società totalitaria", Cesati ed., Firenze, 1985 ).

    Le leggi repubblicane, e poi imperiali, francesi crearono quindi nuove categorie di

    fuorilegge, ovvero coloro che opponendosi al nuovo ordine rivoluzionario furono definiti

    briganti, come furono denominati i vandeani realisti nel 1793, nome esteso a chi si

    opponeva all'invasore francese ai loro collaborazionisti giacobini F.Pappalardo, "Dal

    banditismo al brigantaggio, ed.D'Ettoris,Crotone, 2014): con tale nome erano

    comunemente chiamati nel 'anno 1809 coloro che nelle varie nostre provincie si

    sol evarono (G.Boerio, Dizionario del dialetto veneziano", Venezia, 1829,in Cortellazzo-

    Zolli,Dizionario etimologico della lingua italiana, Zanichelli, Bologna, 1979, vol.1,

    pag.166), e "all'ansia del nuovo...si opporrà la difesa del proprio modo di vivere ed

    esistere, i propri costumi, la necessità di preservare...antiche certezze" (A.Spagnoletti, in

    Italia napoleonica , dizionario critico, Utet, Torino, 2011, pag.12 ) ovvero l'impatto sui

    popolani delle idee sovversive divenne"...antipatia che si poteva se nza esagerazione

    denominare odio per le nuove massime ed i suoi partigiani (L.Blanch Il regno di Napoli

    dal 1801 al 1806 in Scritti storici", Laterza, Bari, 1945, vol.1, pag.46).

    Oltretutto l'occupazione straniera, soprattutto fra il 1796 e il 1799, oltre che per la brutalità

    contro gli insorgenti e contro la popolazione si caratterizza per il saccheggio sistematico

    del patrimonio artistico ( pratica poi ripresa dai nazisti, ottimi discepoli e successori dei

    giacobini ) : "un museo, quello moderno, che è rivoluzionario proprio per la caratteristica di

    mostrare l'arte separata dal suo contesto...per diventare esclusiva esibizione...solo arte

    per l'arte, un'arte il cui fine diventa sempre meno intelligibile (M.Albera, I furti d'arte.

    Napoleone e la nascita del Louvre", in Cristianità, Piacenza, 1997, pag.14 ).

    Ma la storia degli insorgenti è storia dei vinti, tanto materialmente quanto, e ancor di più,

    culturalmente , perchè è stata rimossa la memoria storica degli italiani O.Sanguinetti,

    I moti popolari contro i francesi alla fine del secolo 18esimo, Minchel a , Milano, 1997 ).

    Infatti la rivoluzione francese cancel a la famiglia e le differenze inter-umane come

    elementi politicamente irrilevanti (G.Cantoni, in Saggi per un bicentenario, Istituto per la

    storia delle insorgenze, Milano, 2001 ).

    "Non dimentichiamo che la modernità giuridica è la rappresentazione fedele di una società

    rigidamente elitaria, monoclasse, tutelatrice degli interessi del ceto borghese arrivato

    finalmente a gestire il potere grazie al rivolgimento rivoluzionario di fine settecento...il

    paesaggio giuridico è semplicizzato...il macro-soggetto stato e il micro-soggetto individuo,

    ovviamente abbiente( P.Grossi, Ritorno al diritto", Laterza, Roma-Bari, 2015, pag.62 )

    Inoltre potè affermare la codificazione, intesa come fondamento di un ordine giuridico

    nuovo ( G.Astuti,lezioni di storia del diritto italiano, Giappichel i, Torino, 1967).

    Ciò che usualmente chiamiamo certezza del diritto è, in realtà, la realizzazione di un

    rigido statalismo ed un altrettanto rigido formalismo.(P.Grossi, "Introduzione al novecento

    giuridico", Laterza, Roma-Bari ,2012 ).

    La codificazione giacobino-napoleonica è stata per i sacerdoti otto-novecenteschi

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