Jodie e la tessera della biblioteca: Le avventure di Jodie Broom, #1
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Info su questo ebook
Un’appassionante avventura in giro per il tempo e per la storia. Vincitore del Readers’ Favorite Award.
Jodie Broom è una ragazza di 12 anni (quasi 13!). Come la maggior parte delle ragazze della sua età, ama la musica, i suoi amici, ed è sempre pronta per una nuova avventura. Ma ciò che adora più di ogni altra cosa sono i libri. Legge e colleziona qualunque testo possa soddisfare la sua fame di storie, personaggi e informazioni. Purtroppo, Jodie vive nel 2075. Sono passati ormai cinquant’anni da quando i libri sono stati dichiarati illegali, insieme a ogni altro oggetto cartaceo. In questo mondo digitale, le esperienze sono in larga parte simulate, dal cibo sintetico allo zoo che mostra solo filmati di specie estinte. Grazie alla sua tessera della biblioteca, che le permette di viaggiare nel tempo, Jodie scopre di poter assistere a eventi storici memorabili e incontrare personaggi leggendari, riportando di volta in volta a casa libri preziosi da aggiungere alla sua collezione segreta. Ma i viaggi nel tempo hanno anche i loro rischi… Accompagnata dai suoi amici, Jodie si imbarcherà nell’avventura più incredibile della sua vita, fra momenti emozionanti e continui colpi di scena.
Julie Hodgson
I started writing poetry and short stories at the age of 9, a nice way to switch off I guess. Then it just escalated from there. My English teacher at my secondary school Mrs Love was an inspiration to me. In 1985 I moved to Tripoli in Libya, and as the schools did not have any books I started writing for the children of the local British schools. It's amazing that when there are no books you crave anything to read. So we all got together and made something out of nothing. I have continued writing for newspapers, The Times in Kuwait in 89 just before the first Gulf conflict, then, Libya, Sweden, Uk and lots of other countries. And the story could go on and on... I now live in Portugal and I have had many books published in the past and have joined publishers Opera Omnia and they published the first bilingual book back in November 2012. Many of my books are now in several languages.
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Anteprima del libro
Jodie e la tessera della biblioteca - Julie Hodgson
Sommario
Capitolo 1: Il giorno più bello
Capitolo 2: Il giorno più brutto
Capitolo 3: Di male in peggio!
Capitolo 4: Il pianeta delle scimmie
Capitolo 5: Otto per Otto
Capitolo 6: Attila, flagello di Dio
Capitolo 7: La fine del mondo
Capitolo 8: Libertà assoluta
Capitolo 9: Arriva la bomba
Capitolo 10: Mettete dei fiori nei vostri cannoni
Capitolo 11: Prima donne e bambini
Capitolo 12: Casa, dolce casa?
Capitolo 13: Nicholas
Capitolo 14: Tempi bui
Capitolo 15: Terra!
Capitolo 16: La luce alla fine del tunnel
Capitolo 17: Oh, cielo!
Capitolo 18: La domanda
Capitolo 19: La risposta
Capitolo 20: Conto alla rovescia
Capitolo 21: Cioccolata calda
Capitolo 22: Lieto fine?
Capitolo 23: Il pieno di abbracci
Capitolo 1: Il giorno più bello
Jodie avvertiva quella piacevole sensazione di brivido allo stomaco, come se delle farfalle ci stessero svolazzando dentro. Se nella sua vita c’erano stati momenti altrettanto emozionanti, non gliene veniva in mente neanche uno. Era qui! Era veramente qui: nel 25 novembre del 1984! Era la data più fantastica di tutti i tempi, e lei era presente. I musicisti sarebbero arrivati da un momento all’altro.
Fino a pochi minuti prima si trovava nell’insulso 2075. Nessuno scrive più nuova musica nel 2075. La cosa che più ci si avvicina è il Ritmotronic, una specie di cappello piatto da mettere sulla testa che produce delle strane vibrazioni e stimola i nervi facendoti muovere come se stessi ballando. Robaccia. Ma adesso Jodie non doveva preoccuparsene. Era al Sarm West Studio di Notting Hill ed era il 1984. Pressoché tutte le band più iconiche degli anni Ottanta stavano per fare il loro ingresso. Era il giorno in cui fu registrato il Band Aid.
Aveva visto il video centinaia di volte sul suo iPad 50 e conosceva bene la storia. Un uomo di nome Bob Geldof, il cantante di una band chiamata The Boomtown Rats, voleva cambiare il mondo e porre fine alla povertà in Etiopia. Geldof aveva visto i filmati dei bambini che morivano di fame e sapeva che nel mondo c’erano soldi a sufficienza per salvarli, se solo fosse riuscito a convincere le persone a donarne un po’ dei loro. E così decise di registrare una canzone per raccogliere denaro. Da allora, simili iniziative erano state organizzate centinaia di volte, ma questa era la prima, e nessuno all’epoca si rendeva ancora conto di quanto ciò fosse importante. Per questo Jodie era così entusiasta di poter assistere all’evento con i suoi occhi.
Sapeva che i musicisti si sarebbero presentati in abbigliamento casual, come se andassero a fare la spesa, e che ciascuno avrebbe cantato la propria parte di canzone per poi andarsene. Ci sarebbero stati anche dei bambini, ragion per cui non doveva preoccuparsi di dare troppo nell’occhio. Poteva mescolarsi tra la folla e gironzolare liberamente. Avrebbero tutti pensato che fosse lì con qualcun altro. Forse poteva fingersi la figlia di un membro degli Spandau Ballet, o degli U2, o dei Duran Duran, oppure la sorellina di Sting, Phil Collins o George Michael. Forse era la quarta, giovanissima componente delle Bananarama con i capelli rossi. Ci avrebbe pensato poi. Per il momento si trovava in uno studio di registrazione vuoto in attesa che si riempisse di gente fra cui compiere la sua opera di mimetizzazione.
Erano le 10:30. Le registrazioni cominciavano alle 11. Si infilò sotto il mixer e rimase nascosta lì in attesa del grande momento. La stanza era tetra, lambita a malapena da qualche timido raggio di sole autunnale, ma sarebbe stata presto illuminata dalla presenza di talmente tante stelle della musica che ci sarebbe stato bisogno di un paio di occhiali da sole. L’attesa era insopportabile, ma non le restava che aspettare pazientemente.
Nel frattempo, non avendo niente di meglio da fare, tirò fuori dalla tasca la tessera della biblioteca. Guardare la sua tessera la metteva quasi sempre di buon umore – era una chiave verso mondi sconosciuti e nuove avventure – ma questa volta non poté fare a meno di storcere il naso. C’erano tre problemi. Primo, non le restava molto credito temporale. Gli studenti della sua scuola avevano a disposizione cinque ore di viaggi nel tempo a testa, e lei aveva quasi raggiunto quel limite. A dire il vero era permesso loro di servirsene esclusivamente a fini di ricerca scolastica, ad esempio per tracciare un albero genealogico o per vedere come viveva la gente nelle epoche passate. Ma Jodie aveva ben altri propositi per la testa. Le interessavano gli anni Ottanta e amava i libri, entrambe cose viste di cattivo occhio dai suoi contemporanei. I libri, infatti, erano stati resi illegali nel 2030. Il secondo problema era che le tessere avevano un timer di un’ora per ogni singolo viaggio. Aveva programmato la sua visita in modo da arrivare allo studio prima di chiunque altro, ma sarebbe stata rispedita nel 2075 prima della fine delle registrazioni. Comunque, era contenta di poterne vedere almeno uno spezzone. Terzo problema – e di questo se n’era accorta soltanto adesso – la sua tessera era piuttosto malridotta. L’aveva usata così tanto che i bordi si erano consumati e la parte centrale aveva cominciato a piegarsi. Sperava solo che ciò non ne influenzasse il funzionamento. Mentre se ne stava accovacciata sotto il mixer a rigirarsi nervosamente la tessera fra le dita, Jodie si rese conto di avere anche un quarto problema: Miss Noble, la bibliotecaria. Se avesse voluto chiedere più credito, estendere il limite di un’ora o farsi dare una tessera nuova, si sarebbe dovuta rivolgere a Miss Noble. Ed era evidente come il nasone sulla faccia di quell’arpia scorbutica che avrebbe preferito mangiarsi un panino ripieno di api piuttosto che dare una mano a Jodie. Jodie non aveva mai capito perché Miss Noble la disprezzasse tanto apertamente. Era come se non aspettasse altro che la povera dodicenne aprisse bocca quando non doveva per mettersi a urlarle contro e lanciarle maledizioni oscure.
Il solo pensiero di quella donna fece venire i brividi a Jodie. Fortunatamente, si trovava a diversi chilometri e 91 anni di distanza da lei. Si sentì sollevata, accennò un sorriso e si riempì nuovamente di entusiasmo. Nel giro di qualche minuto, Bob Geldof avrebbe aperto le porte, seguito da un’intera generazione di leggende della musica. Giusto il tempo di dare un’occhiata al libro che si era portata dietro. Avrebbe voluto portare un libro sul Band Aid da far firmare a tutti i musicisti, ma all’ultimo si era resa conto che un tale libro non poteva ancora esistere nel 1984 e che sarebbe stata immediatamente smascherata come viaggiatrice nel tempo. Aveva quindi optato per un libro sulla musica dei primi anni Ottanta con un sacco di immagini delle band che avrebbe incontrato. Lo aveva preso in un vecchio negozio di libri nel 1994 insieme a una copia de Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne, che aveva poi letto un milione di volte (si fa per dire).
Era bello poter tenere un libro fra le mani senza preoccupazioni. La sua collezione nel 2075 era e doveva restare un segreto. Non sapeva bene quale fosse la pena prevista per il possesso di libri, ma di certo le conveniva non farsi scoprire. I motivi erano noti: i libri erano stati impiegati come armi durante la Guerra biologica degli anni 2020, contaminandone la carta con delle sostanze letali per assassinare i capi di stato, e da allora erano stati messi al bando in via definitiva. Naturalmente, si potevano ancora leggere i libri in formato digitale, ma non era la stessa cosa. Il profumo della carta, sfogliare le pagine, la sensazione di avere fra le mani una storia da leggere nel modo in cui l’autore avrebbe voluto che fosse letta... Non era giusto, e dunque Jodie aveva deciso di ignorare completamente quella regola.
Sentì un rumore improvviso provenire dalla porta e ripose velocemente il libro nello zaino. Era il suono di una chiave nella serratura. Erano arrivati! Tutti i suoi eroi degli anni Ottanta erano finalmente arrivati. Il giorno più bello della sua vita stava per realizzarsi. Ma bastò un attimo perché il giorno più