I seguaci di Icaro. Apprendisti stregoni di ieri e di oggi in ogni campo della nostra vita
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Anteprima del libro
I seguaci di Icaro. Apprendisti stregoni di ieri e di oggi in ogni campo della nostra vita - Luigi Balestriere
Indice
PREFAZIONE
INTRODUZIONE
AERONAUTICA-ASTRONAUTICA
AGRICOLTURA
AMBIENTE
ARMI
ASTRONOMIA
BIOLOGIA
BUROCRAZIA
CHIMICA
CIBERNETICA
CRIMINALITÁ
CULTURA - SOCIETÀ
ECONOMIA – FINANZA
EROTISMO
ESPLORAZIONE
FISICA
INFORMATICA
INGEGNERIA
ISTRUZIONE
MEDICINA
POLITICA
RELIGIONE
SCIENZA DEI MATERIALI
SCRITTURA
SPETTACOLO
SPORT
TELECOMUNICAZIONI
TRASPORTI
ZOOTECNIA
CONCLUSIONI
Decalogo per evitare di diventare stregoni
Decalogo per proteggersi dagli apprendisti stregoni
Note
Luigi Balestriere
I SEGUACI DI ICARO
Apprendisti stregoni di ieri e di oggi in ogni campo della nostra vita
TITOLO | I seguaci di Icaro
AUTORE | Luigi Balestriere
IMMAGINE DI COPERTINA | Dedalo e Icaro (C. P. Landon 1799)
ISBN | 978-88-31637-73-2
Prima edizione digitale: 2019
© Tutti i diritti riservati all'Autore.
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A Riccardo,
perché riconosca l’apprendista che può essere in lui.
PREFAZIONE
Devo confessare che - fino a poco tempo fa - tendevo quasi sempre ad aggirare la lettura della prefazione di un libro ritenendola - a torto - noiosa o inutile. Ho invece cominciato ad apprezzarla quando l’autore si rivolgeva al lettore in modo diverso rispetto al resto della sua opera, un modo più intimo, più diretto, più confidenziale.
Da allora è mia abitudine iniziare un libro che ne sia dotato, dalla sua prefazione; già da lì si potrebbe avere una prima piacevole impressione. Mi propongo in questo breve preludio di seguire il solco segnato da molti autorevoli predecessori, spero solo non venga saltato a piè pari.
L’intenzione di questo saggio è di soffermarmi, con più attenzione di quella solitamente riservatagli, su uno dei personaggi di successo della letteratura ottocentesca, ma che in realtà è sempre esistito e anche ora è più vivo e vegeto che mai.
L’apprendista stregone, più che un personaggio è un prototipo pressoché universale, ma tuttavia così misconosciuto e così cruciale per le nostre sorti, che mi è sembrato strano che qualcuno non lo avesse studiato un po’ più di quanto è stato fatto finora; ho trovato allora quanto mai opportuno e intrigante cercare persone più o meno note che ne avessero incarnato il profilo, seguito le orme, anche se quasi sempre in maniera inconsapevole.
In verità quest’ idea ha avuto una gestazione piuttosto lunga: da diversi anni notavo che - negli ambiti più disparati – si verificavano eventi più o meno disastrosi attribuibili a sedicenti esperti nelle loro rispettive discipline o campi di interesse, che avevano finito per perdere il controllo di quelle circostanze, subendo o facendo subire ad altri le conseguenze, spesso fatali, del loro armeggiare su una macchina, che sia un’ invenzione tangibile o una teoria.
Molto spesso mi è infatti capitato di leggere articoli o di assistere a programmi televisivi o discussioni di vario genere in cui l’oggetto in questione veniva definito un apprendista stregone; questo personaggio misterioso, aumentando la mia curiosità nei suoi confronti o il suo potere di attrazione, finiva per spuntare sempre più spesso nelle circostanze più disparate, lasciandomi con un senso di sospeso che dovevo prima o poi risolvere.
Forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ultima crisi economico-finanziaria mondiale del 2007, di cui si attribuiva da più parti molte responsabilità al comportamento dissennato da apprendisti stregoni di alcuni operatori finanziari spregiudicati, dall’etica professionale dubbia ma dall’imprudenza certa: una crisi ben più globale e lunga di quella storica del 1929, che ha causato il dissesto di intere nazioni e perfino suicidi ovunque.
Da allora, mi sono accorto che dovunque volgessi la mia attenzione, sempre più spesso spuntavano apprendisti stregoni smascherati da fonti più o meno autorevoli.
Ammetto che il rischio di questa sorta di indagine è di finire di vedere apprendisti stregoni ovunque, anche dove in realtà non ci sono o quando si tratta di un altro tipo di personaggio, tutt’altro che maldestro e che supera volontariamente il confine della legalità per entrare nell’ambito della criminalità.
È un piccolo rischio che so di avere corso, ma siccome questi stregoni hanno dimostrato di potere fare danni enormi, non solo nello spazio, ma anche nel tempo di generazioni successive alla loro, mi è sembrato comunque il caso di puntare su di loro il riflettore, più che altro per imparare a riconoscerli, evitarli accuratamente e se possibile, farli riconoscere a più persone possibile.
Non so se è un’illusione o una velleità, di certo è una buona intenzione.
Per paradosso, perfino questo saggio potrebbe finire per diventare una macchina di cui potrei perdere il controllo; l'eventualità è remota ma non si può escludere.
L’ Apprendista Stregone
(W. Goethe)
Il vecchio maestro d'incantesimi
finalmente è andato via!
E ora devono i suoi spiriti
fare un poco a modo mio!
Le sue parole e l'opere
io ho guardato e i riti,
e con la forza magica
anch'io so fare prodigi.
Corri! Corri
per un tratto bello e buono,
ché allo scopo
scorra l'acqua,
e con ricchi, pieni fiotti
si riversi nella vasca!
E ora, vecchia scopa, vieni,
prendi gli stracci miseri!
È da tempo, ormai, che servi;
ora esegui i miei ordini!
Sta' ritta su due gambe,
ci sia una testa, sopra,
fa' in fretta e vattene
con questa brocca!
Corri! Corri
per un tratto bello e buono,
ché allo scopo
scorra l'acqua,
e con ricchi, pieni fiotti
si riversi nella vasca!
Guarda, corre giù alla riva;
tocca il fiume ormai, non sembra
vero, e come un lampo arriva
qui di nuovo e versa in fretta.
Ecco, viene un'altra volta.
Come si colma la vasca!
Come ogni coppa
si riempie di acqua!
Férmati! Férmati!
Poiché noi
dei tuoi doni
la misura abbiamo colma! -
Ahimè, ora è chiara la faccenda.
Ahi, ahi, ho scordato la parola!
La parola che la riduce, alla
fine, com'era una volta.
Ah, lei corre e porta veloce.
Oh, se tu fossi la vecchia scopa!
Rapida, sempre nuovi flutti
lei porta dentro con sé.
Ah, e cento fiumi
si gettano su di me.
No, a lungo ancora
non lo posso permettere;
la voglio prendere.
Questa è perfidia!
Ah, cresce sempre più la mia angoscia!
Che sguardi! Che grinta!
Oh tu, mostro dell'inferno,
vuoi affogare tutta la casa?
Oltre ogni soglia già vedo
l'acqua a fiumi che dilaga.
Scopa scellerata,
non mi dai ascolto!
Bastone, che sei stata,
fermati di nuovo!
Ma non verrà il momento
che tu la voglia smettere?
Io ti voglio prendere,
tenerti stretta,
e sùbito spaccare il vecchio legno
con la tagliente accetta.
Ecco, sotto il peso torna di nuovo!
Non appena su di te mi scaglio,
sarai steso a terra, coboldo;
il taglio netto ti coglie di schianto!
Ecco, colpita a dovere!
Guarda, in due è spaccata!
Ora posso sperare
e tirare il fiato!
Oh, che guaio!
I due pezzi
in gran fretta, come servi,
sono pronti a ogni cenno,
all'impiedi ritti stanno!
Oh, aiuto, forze del cielo!
E corrono! L'acqua irrompe
nella sala e su ogni gradino.
Che orrenda massa di onde!
Signore e maestro, ascolta il mio grido! -
Oh, il maestro arriva!
Signore, il pericolo è grande!
Gli spiriti chiamati per magia,
non riesco a liberarmene.
«In quell'angolo, presto
scope, scope!
Siate quello che foste!
Come spiriti voi
al suo scopo evoca il vecchio
maestro, e solo lui.»
INTRODUZIONE
L’apprendista stregone è una figura diventata famosa nel XIX secolo, dopo la ballata omonima di Goethe, in cui si racconta di un giovane che, durante l’apprendistato presso un maestro di magia, viene lasciato solo nel laboratorio; tentato dalla circostanza e persuaso di essere ormai in grado di eguagliare il mago, anima una scopa e gli ordina di riempire d’acqua una vasca con una brocca.
Poco dopo, però, l’operazione gli sfugge di mano: quando infatti vede che la scopa continua a versare acqua fino a farla traboccare, prova a fermarla spezzandola, ma la scopa - invece di arrestarsi - si sdoppia in due scope, subito pronte a riprendere il suo comando di versare acqua nella vasca. Solo l’arrivo del maestro riuscirà a interrompere il sortilegio1.
La storia proposta da Goethe è in realtà la rivisitazione di un episodio narrato da Luciano di Samosàta, scrittore ellenista siriano del II sec. d.C, nel suo Philopseudes, in cui Eucrate, un aspirante filosofo, racconta il suo fallimentare tentativo di emulare il mago Pancrate2.
Oltre la letteratura, anche la mitologia greca è ricca di apprendisti stregoni, e tra questi il più noto è di sicuro Icaro che sopravvalutando sia la resistenza delle ali che il padre Dedalo gli aveva costruito che la sua capacità di gestirle, trasformò il suo volo in una fatale caduta.
A fronte degli esempi di cui è costellata la cultura occidentale, potremmo dunque definire l’apprendista stregone colui che, pervaso da presunzione, arroganza, delirio di onnipotenza, eccesso di autostima, invidia, sete di potere, ma anche dotato di ingenuità, approssimazione e superficialità, si fa artefice di un comportamento, una tecnica, un’ invenzione o una teoria di cui non riesce a prevedere né a controllare le conseguenze, che presto o tardi gli si ritorcono contro e che non di rado hanno ripercussioni sia su altre persone che sull’ambiente circostante.
In verità, non sempre l’esito finale è catastrofico, ci sono anche casi in cui un sentimento di invidia ha avuto addirittura effetti fruttosi, come dimostra per esempio la vicenda dell’astronomo Maestlin che, tramite il suo discepolo Keplero, porrà le basi per una svolta epocale nella visione del cosmo.
Tornando alle peculiarità dell’apprendista stregone, quella più caratteristica è sicuramente la sua fatale inclinazione a perdere il controllo della formula magica, del congegno miracoloso, di ciò che ha inventato, scoperto o comunque promosso, inclinazione a cui si associa l’incapacità di mantenere quella prudenza e accortezza che qualunque maestro o esperto raccomanderebbe.
Ecco, il maestro è una figura importante per spiegare il personaggio; un saggio che conosce profondamente la materia e proprio per questo è abbastanza cauto da correre almeno un rischio calcolato, doti che gli consentono di tenere sotto controllo i fenomeni naturali.
In diversi ambiti si incontreranno spesso apprendisti autodidatti, quindi privi di maestro e che si muovono in un campo totalmente inesplorato. Tuttavia, benché la figura del vero esperto manchi fisicamente, si può considerare presente nelle vesti della Conoscenza, quell’ insieme cioè di nozioni acquisite nel tempo e patrimonio di una delle categorie a cui l’apprendista appartiene e della Prudenza, maestra saggia e virtù ispiratrice di ogni studioso, ricercatore, inventore o più genericamente di qualunque essere umano.
Se l'oggetto del saggio è colui che maneggia incautamente qualcosa che si illude di dominare, chi più di coloro che studiano le varie branche del sapere, quelli che chiameremo scienziati, possono rischiare di far parte di questa schiera?
Per alcuni sociologi la Scienza, intesa come grande area del sapere, è paragonata a un Golem, una creatura della mitologia ebraica né buona né cattiva, molto potente ma potenzialmente pericolosa, un gigante mite che può in qualunque momento impazzire e spargere terrore
3.
Il rischio di perdere il controllo è concreto, non tanto per gli studiosi della scienza di base che è squisitamente teorica,