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L'estate di Arturo
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E-book104 pagine1 ora

L'estate di Arturo

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Info su questo ebook

Il libro racconta di un adolescente, Arturo, che per un banale incidente stradale si ritrova ingessato e costretto sul letto di casa. L'unico svago, oltre allo studio per non perdere l'anno scolastico e a un amore appena sbocciato, è la finestra della sua stanza. Giorno dopo giorno, da quella finestra, diventa spettatore passivo di un via vai di persone a lui sconosciute che a giorni pressoché stabiliti, fanno visita ai residenti. Si incuriosisce nello scoprire amori e tradimenti e, suo malgrado, diventa testimone di un efferato delitto.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2020
ISBN9788831660297
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    Anteprima del libro

    L'estate di Arturo - Francesco Manna

    Self-Publishing

    Prefazione

    Quando ho iniziato a scrivere questo racconto, ho provato a immaginare cosa un adolescente possa provare di fronte a una realtà più grande della sua. Un susseguirsi di vicende, e situazioni inizialmente scambiate per mere coincidenze che, man mano, prendono forma sconvolgendo il giovane protagonista Arturo.

    L’idea nasce da reminiscenze di storie in parte vere, in parte raccontate da amici e infine di pura fantasia che prendono forma attraverso gli occhi di un adolescente.

    Dopo la stesura e le conseguenti correzioni da parte di chi da anni collabora con me, non sono mancate le allusioni a un noto film in bianco e nero degli anni '50, ritenuto uno dei capolavori della storia del cinema americano, "La finestra sul cortile’’.

    Chissà, forse i ricordi non erano legati solo a racconti di amici ma alla visione del film che, evidentemente, è rimasto impresso nella mia memoria.

    Amori e tradimenti visti con gli occhi di un ragazzo che, per uno strano caso del destino, è costretto a vedere dal letto di casa.

    L’evolversi poi di una situazione non certo prevista, proietta il giovane Arturo in una dimensione che lo pone al centro dell’attenzione, relegandolo a testimone di un efferato omicidio. Arturo si ritrova, suo malgrado, spettatore di vari contesti che cambieranno le sue abitudini di adolescente.

    Prologo

    I ragazzi si guardano sgomenti e si chiedono cosa sia successo. Si coprono e, in fretta e furia, sono davanti all’uscio di casa.

    I curiosi vengono tenuti a distanza dai militari. La zona è delimitata da un nastro bianco/rosso.

    Arturo e Giulia sono vicini per sentire chiaramente il giornalista parlare alla telecamera che, concitato, annuncia:

    "Siamo davanti all’abitazione del sergente Marconi, in servizio alla caserma Ungaro dell’esercito italiano. Da una settimana era in congedo, doveva rientrare alla base ieri mattina ma non si è presentato. Il militare non era sposato e viveva da solo. I colleghi hanno provato più volte a chiamarlo al cellulare senza alcuna risposta. Stamani due di loro si sono presentati davanti casa sua e hanno avvertito dall’esterno un forte odore.

    Come di qualcosa in decomposizione. Da qui la comunicazione al comando e alla polizia. I vigili del fuoco hanno forzato la porta d’ingresso e si sono travati davanti una scena straziante. Il sergente è riverso a terra, con numerosi colpi di arma da taglio al petto.

    Da canale 34 di TNF per il momento è tutto".

    1

    Puntuale come ogni mattina, la sveglia suonò la sua musichetta. Un altro giorno di scuola aspettava Arturo, un ragazzo di diciassette anni che frequentava l’ultimo anno di un liceo scientifico.

    Fisico atletico, alto, magro, capelli neri e lisci, in parte corti e in parte lunghi. Quel taglio di capelli del quale, ormai, non si capisce dove finisca l’arte creativa dei parrucchieri e inizi il caos.

    Gli occhi vispi di un verde intenso, costellati da piccoli puntini marrone, gli donavano un aspetto accattivante e sensuale. Da un po’ di tempo se n’era reso conto notando le sue coetanee che, sempre più sovente, gli gironzolavano attorno. A lui non dispiaceva affatto, anzi si pavoneggiava e non solo con loro, ma anche con i compagni. Si atteggiava a figo della classe. Buona parte dei suoi amici ne apprezzava non solo l’aspetto fisico, ma anche i modi gentili e delicati. Insomma, Arturo non passava di certo inosservato.

    La scuola si trovava a Varda, un ridente paesino a pochi chilometri dal lago di Garda, non distante da casa sua. Raramente, Arturo, percorreva la strada a piedi per via dello zaino pieno zeppo di libri, quadernoni e astuccio. Quindi, si recava a scuola con il pullman scolastico.

    Papà Ferdinando era operaio in una ditta di componenti elettronici da quando aveva vent’anni. Ogni giorno andava in fabbrica di buon’ora e rientrava nel tardo pomeriggio alle 19:00 e, puntuale come un orologio svizzero, varcava la soglia di casa.

    La mattina aveva appena il tempo di fare colazione, salutare Arturo, la moglie Giselle e poi via in macchina alla zona industriale poco distante dal paese.

    Giselle, invece, impiegata come ragioniera nel comune, aveva a disposizione più tempo da dedicare al figlio. Appena si svegliava iniziava a preparare la colazione per tutta la famiglia. Caffè e biscottini per il marito, latte di riso con fiocchi di avena per lei con l’aggiunta di mandorle o semi di girasole. Giselle teneva molto alla linea e al suo aspetto fisico. Il ventre piatto e le cosce toniche erano il frutto di un’alimentazione bilanciata e del saltuario utilizzo del tappetino con cui si concedeva qualche ora di ginnastica casalinga. Al resto, altezza ben oltre il metro e settanta, occhi verdi e capelli biondi, aveva pensato madre natura.

    Arturo, a differenza della mamma, alternava la colazione con delle fette biscottate spalmate con la classica Nutella o burro e marmellata, poi zaino in spalla, le schioccava un bacio sulla guancia e via, la giornata scolastica aveva inizio.

    Giselle, dopo aver rassettato la cucina, usciva in macchina per recarsi in Municipio. In ufficio, l’attendevano i colleghi per il classico appuntamento mattutino del caffè al vicino bar. Ogni tanto dribblava l’invito e, quando accettava, prendeva una tazza d’orzo.

    Prassi simile per Ferdinando, che a differenza della moglie si concedeva volentieri al caffè di gruppo. Era comunque un modo per socializzare e parlare o sparlare un po’ di tutto e tutti.

    Quella mattina di marzo, per Arturo sarebbe stata indimenticabile, avrebbe segnato la sua vita. Non avrebbe mai potuto immaginare cosa gli sarebbe successo e a cosa sarebbe andato incontro.

    Recandosi alla fermata del bus si ferma a guardare due cuccioli di Dalmata giocherellare nel vicino prato. Uno di essi si rotola a terra, mentre l’altro gli gira intorno abbaiando e manifestando allegria. Il padrone, seduto su una panchina, li osserva con attenzione. Due cani ben tenuti, e chissà, forse il manto bianco e nero richiama in mente ad Arturo la sua squadra del cuore, la Juventus, distraendolo a tal punto da non rendersi conto del tempo che scorre. All’improvviso vede il pullman passare. Un guizzo, un’inutile corsa ma ormai è andato. Cerca di inseguirlo e, senza guardare le auto in movimento, attraversa la strada.

    Quando si ritrova la moto di fronte, l’impatto è inevitabile. Un volo di alcuni metri lo scaraventa sul marciapiedi opposto. Un tonfo e un grido di dolore echeggiano nella tranquilla mattina di primavera. Rimane a terra,

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