Per amore dei capelli
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Info su questo ebook
A Milano sta nascendo la moda italiana e in tutta la città si respira un'atmosfera elettrica e vitale. Dina è contesa da giovani stilisti come i Missoni e Versace. Le sue creazioni sono richieste dai fotografi di moda più famosi come Helmut Newton e Gian Paolo Barbieri, con cui stabilisce una straordinaria intesa professionale. Poi, all'apice della carriera, Dina volta ancora pagina. Al passo coi tempi, nel 1978, rinnega tinture, permanenti e messe in piega, si dà alle cure naturali e riscuote l'ennesimo successo inventando l'ecologia della bellezza, la New Age del capello. Vanificando l'illusione che una tinta possa cambiare la vita o regalare una nuova identità, invita a trattamenti che si armonizzano con la propria persona incoraggiando ad accettarsi, anche quando i capelli iniziano a diventare bianchi, perchè sono un organo del corpo e come tale vanno ascoltati e rispettati. In questo libro ci svela i suoi segreti. Un documento prezioso, fatto di passione e di ricordi, ma anche una divertente raccolta di notizie unite dal filo sottile dell'amore... per i capelli.
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Anteprima del libro
Per amore dei capelli - Dina Azzolini
Dina Azzolini
Per amore dei capelli
UUID: d0c95c87-0a4a-47ea-a87b-ce34ae82766e
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
INTRODUZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE (ONLINE)
PER DINA
PARTE PRIMA
I miei primi anni
Arrivo a Milano
Milano che cambia: il logorio della vita moderna
Dal seminterrato alla terrazza con piscina
Una piccola oasi di pace: l’atelier
Mi faccio crescere la treccia
…in una luna crescente di maggio: il lavoro al naturale
Dal 2010 al 2020: piccolo promemoria
PARTE SECONDA
Amare i capelli
Dare un taglio
Nutrire e lavare
Spazzolare
La tintura
Le rasate e i rasati
I capelli degli uomini
I capelli dei bambini
I capelli bianchi
Capelli & ...
Modi di dire e non solo
Foto in copertina: Maria Cristina Vimercati
Vorrei che questo libro riuscisse a dare
ai capelli un valore superiore
e non solo quel senso estetico
dettato dalla moda del momento.
a Francesca
INTRODUZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE (ONLINE)
Questa seconda edizione del libro si accompagna a nuove iniziative: la fondazione de l’Associazione Culturale Dina Azzolini, il Corso di potatura di salute dei capelli, l’aggiornamento della pagina FB e il nuovo sito. Attività che nascono per sostenere l’intenzione - sempre più forte in me con il crescere degli anni e della consapevolezza – di contribuire a ridare forza, libertà, autonomia, umanità e competenze al migliore artigianato. Vorrei riuscire a creare una rete di professionisti che si affranchino dai prodotti guidati dal marketing delle multinazionali per ritrovare il piacere della propria autonomia e creatività; che sappiano e possano ridare alle proprie mani quel valore inestimabile e sovrano rispetto a qualunque prodotto o tecnologia.
Il libro ha rappresentato per me un’esperienza bella e utile: mi ha confermata nelle mie convinzioni attirando molte persone che si sono affidate alle mie mani per ritrovare il piacere della propria bellezza, libera dalla schiavitù delle mode e dei trattamenti invasivi. Il libro mi ha anche permesso di incontrare colleghi interessati a conoscere più da vicino il mio metodo, il metodo Dina. Proprio per coltivare e approfondire il rapporto con questa rete di colleghi ho creato l’ associazione Dina Azzolini utile a promuovere attività culturali, formative e informative e a creare una rete di artigiani del capello che facciano propri principi tecniche e filosofia del metodo Dina. Si tratta di un’ associazione senza scopo di lucro che ho fondato nel 2019 con l’appoggio di amici e soci che mi vogliono bene e hanno stima per quello che faccio; l’abbiamo battezzata nel settembre scorso con il sostegno del FAI nel magnifico scenario di Villa Necchi a Milano. La volontà e la forza di continuare, e se possibile amplificare, la mia battaglia per la difesa dell’artigianato di qualità viene dalla constatazione che questo Paese trascurando l’artigianato, non lo sostiene, anzi lo ostacola con continue complicazioni burocratiche e tasse da pagare. Basta camminare per le nostre strade e accorgersi di quante botteghe (in ogni categoria di prodotti e servizi) hanno chiuso. I grandi marchi, per lo più multinazionali, occupano gli edifici storici degradando la qualità dei quartieri, delle strade, delle atmosfere, della convivenza fra le persone. Per me è un dovere civile conservare l’artigianato, amplificarlo, farlo conoscere alle nuove generazioni; per questo mi sento chiamata a educare e formare nuovi artigiani a questo mestiere meraviglioso che attraverso i capelli permette di entrare in contatto profondo con le persone mettendo al primo posto rispetto, salute e bellezza. La prima delle attività associative in programma è un corso di aggiornamento per insegnare la potatura di salute dei capelli. Si tratta di un trattamento unico e originale che ho ideato e strutturato in 70 anni di esperienza. Rafforza la struttura del capello, elimina le doppie punte, incrementa la morbidezza della chioma senza fare uso di prodotti e senza controindicazioni. E’ una specie di magia, quando la si fa si prova la gioia di sentire che i capelli, dopo che hai usato le forbici e le mani, stanno meglio e sono contenti.
Concludo ringraziando il FAI (Fondo Ambiente Italiano) che mi sostiene in questa battaglia per la conservazione e lo sviluppo dell’ artigianato di qualità e con cui spero di realizzare il mio grande sogno……
Per saperne di più seguitemi sulla pagina Facebook @laDinaMilano o su quella Instagram @ladinaazzolini
Grazie di esserci, buoni giorni
Dina , febbraio 2020 / Milano
PER DINA
di Gian Paolo Barbieri
Dina è legata a uno dei periodi più belli della mia vita, quando il fermento della creatività invadeva le giornate e le riempiva di stimoli, scoperte, realizzazioni. A Milano stava nascendo la moda italiana e in tutta la città si respirava l’atmosfera elettrica e vitale della ricerca del nuovo. La sera ci si ritrovava al Nepentha, per parlare di progetti, non per ballare o bere champagne. C’erano Ferré, un timidissimo Versace. E c’era sempre anche lei, la Dina dai capelli rosso fuoco, con la parlata emiliana e le idee che facevano le bollicine. Già allora un’artista, non solo perché scriveva poesie, ma perché lavorava sui capelli come un pittore sulla tela. Il suo spazio in via della Spiga era come un laboratorio rinascimentale dove si sperimentava la creatività e dove si camminava su un pavimento straordinario che riproduceva la sensazione e i colori dell’acqua.
Per me, quello spazio è collegato a un ricordo olfattivo, il profumo di spezie che si sentiva ancor prima di salire in ascensore, non quell’odore di bruciaticcio misto all’alcol delle lozioni tipico dei saloni di parrucchiere. Lei era un’igienista, usava solo prodotti naturali, consegnava a ogni cliente una spazzola sterilizzata e, quando uscivi, ti sentivi i capelli leggeri e freschi come quando eri bambino. Ritornavo davvero a una sensazione d’infanzia, come quella di quando mio padre, per insegnarmi a nuotare, mi buttava nel Naviglio all’altezza di Corsico e poi mi seguiva in bicicletta lungo le rive, fino alla Darsena. Una cosa impensabile oggi, ma allora le acque erano limpide, piene di pesci e di alghe trasparenti.
Per la Dina litigavo con Aldo Coppola, l’altro «artista dei capelli» degli anni Settanta, che non si spiegava perché non andassi da lui. Ma con la Dina c’era un’intesa professionale molto intensa, lavoravamo anche di domenica alle foto dei servizi per le riviste di moda, non avevamo orari. Lei, poi, era l’unica che riusciva a pettinare le fotomodelle sotto il getto d’aria dei ventilatori che usavo per dare movimento alle chiome. Non so come facesse, girava il pollice sulla spazzola rotonda e, come per magia, la pettinatura resisteva al vento. Era fantasiosa e determinata, la Dina. Capace di passare ore in biblioteca per studiare le acconciature storiche ed essere pronta a darmi gli elementi che mi servivano per le immagini che volevo realizzare. Amava soprattutto decorare i capelli con i fiori, come si può vedere in una delle foto esposte nella mostra del 2007 che Palazzo Reale ha dedicato al mio lavoro.
Dina ha sempre puntato sulla bellezza e questo tratto comune del nostro carattere ha mantenuto nel tempo la nostra amicizia, anche quando le nostre strade professionali ci hanno portato lontano.
Ma ancora, appena torno a Milano dai miei viaggi, vado da lei per farmi sistemare i capelli. E la trovo entusiasta e agguerrita come sempre, innamorata del suo lavoro, proiettata sul futuro alla ricerca di tecniche sempre più all’avanguardia. Una specie di Statua della Libertà che porta avanti la sua fiaccola senza preoccuparsi se dietro di lei c’è qualcuno che la segue. Il suo libro la farà conoscere a tanti che non hanno avuto prima questo privilegio e, spero, li invoglierà a prendersi cura in modo nuovo di quella incomparabile cornice del volto che sono i capelli.
PARTE PRIMA
La mia storia
I miei primi anni
Sono nata nel ‘39, in casa. Mia madre non era ancora diciottenne quando mi diede alla luce. Non so per quale motivo, ma le piaceva molto raccontare che ero quasi nata sotto un albero. Mentre l’ostetrica aspettava in casa, lei aveva già le doglie ma voleva finire quello che stava facendo, ossia raccogliere foglie. Era il mese di settembre.
Le scarpe, sino all’età di quattro anni, me le faceva mia madre Alfa, con pezzi di stoffa, d’inverno e d’estate. Era lei che mi vestiva, che ha diretto il mio modo di vestire sino a diciassette anni, quando sono andata a Milano. Il suo genere era tipo «bambola»: gonne e ampie sottogonne. Mi ha costretto a partecipare anche a un concorso d’eleganza, che si svolgeva in una sala da ballo. Avevo un vestito arancione… io, che volevo vestirmi da «ragazzaccio». Vinsi il concorso. Ero una bambina molto sola, figlia di contadini poveri della bassa emiliana; una casa,