Interventi sui Working Papers della Società di Cultura Metodologico-Operativa (1989-1996)
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dell'Università di Milano. Pertanto, viene spesso ricordato come "cibernetico" per i suoi originali progetti di macchine "pensanti". Tuttavia il suo contributo più rilevante – e rivoluzionario – resta quello di una critica radicale della filosofia che gli ha consentito di configurare un modello dell'attività mentale e del suo rapporto con il linguaggio. A partire dal 1949, con Vittorio Somenzi e Giuseppe Vaccarino, avvia la "Scuola Operativa Italiana" e la pubblicazione della rivista internazionale "Methodos". Nel 1989, la Società di Cultura Metodologico-Operativa, riunendo la maggior parte degli studiosi che hanno sviluppato le tesi della Scuola Operativa Italiana, ha iniziato la pubblicazione di Working Papers mensili cui – con puntualizzazioni, osservazioni critiche, note polemiche e spunti illuminanti sui più disparati argomenti scientifici – Ceccato ha contribuito fino ai suoi ultimi giorni. Per la cura di Felice Accame e di Rosa De Simone, il volume, contestualizzandoli, raccoglie tutti i suoi interventi.
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Anteprima del libro
Interventi sui Working Papers della Società di Cultura Metodologico-Operativa (1989-1996) - Silvio Ceccato
LA SERRATURA E LA CHIAVE
Se la storia della cultura è spesso una storia di soprusi e di selezioni furbastre in omaggio al Potere, di persone da risarcire, opere da restituire e tesi da rimettere in circolazione ne rimangono tante. La serratura e la chiave - prima c’è l’una, il problema; poi, forse, l’altra, la soluzione - è una metafora usata e abusata, ma rammenta comunque che un libro non è mai l’esito di un approccio ovvio e superficiale e che va aperto con un atteggiamento onesto, senza attribuirgli crediti morali di principio e ritenendosi liberi di farsi entusiasmare del pensiero critico. Non accettando l’ordine costituito, va da sé che si rinunci alla distinzione dei generi letterari.
ISBN 978-88-98490-73-8
Prima edizione digitale nella collana La serratura e la chiave
2017
© Biblion Edizioni
via Mascheroni, 3 - 20123 Milano
Telefono: 02.396.60.070
www.biblionedizioni.it
Gli e-book della collana La serratura e la chiave
diretta da Felice Accame sono realizzati a cura di Rosa De Simone
Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore.
È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata
L’editore ha fatto tutto il possibile per rintracciare eventuali aventi diritto a parti dell’opera e rimane a disposizione per quanto sia eventualmente dovuto
Silvio Ceccato
Interventi sui Working Papers
della
Società di Cultura Metodologico-Operativa (1989-1996)
a cura di Felice Accame
BIBLION
edizioni
INDICE
Premessa
In risposta a Felice Accame
Nota
Funzione e Organo
Il cuore e l'attenzione
Bozza di convenzione disciplinare Metodologico-Operativa
L'operare consecutivo
Cose da rivedere (per i nostri lettori)
Un fuori e dentro malriposti
Confusione? Mal intendimento?
Mente: Funzione ed Organo
Non sei chiaro!
Come scrivi oscuro! (bis)
Putnam: un conoscitivista moderno
L'invenzione del cavallo
La Scienza
La macchina: una tentazione galeotta
Attenzione e neuroni
Non aver paura! Prova
Laganà, Vaccarino, Ceccato: di chi è la colpa?
Attenzione! Le sabbie mobili
Il lupo perde il pelo...
Recensione: Coscienza
di Daniel C. Dennett
Giorgio Marchetti - La meccanica della Mente
Ilya Prigogine - La nascita del Tempo
Eguaglianza e Differenza
Sulla Reversibilità
Perchè disturbiamo
Aggiornamenti sull'idea di Caso
a cura di Émile Noël
Linguistica
Vediamo Mario Ageno, sulla Specie
Vediamo Giuseppe Vaccarino, sugli Osservati
Vediamo Renzo Beltrame
Vediamo ora Maurizio Panetta
Vediamo Carola Catenacci
Pensiero, Si Parla e si Scrive
Una curiosità
Commento a Zitterbarth
La Prostituzione
Fisicalisti! Per Favore
Chiacchiere fra amici
Gli Studi di Silvio Ceccato
Appendice
Working Papers di riferimento
PREMESSA
Nel 1989, con il supporto dei soci della Società di Cultura Metodologico-Operativa, organizzai il secondo Intrattenimento Metodologico-Operativo a Marina di Patti, dove, due anni prima, ci eravamo riuniti per la prima volta. In questa circostanza, emerse fra i partecipanti l’idea di dotarsi di un agile strumento di comunicazione che, nel rendere più assidui i contatti reciproci, favorisse la discussione e il confronto in ordine alle problematiche che, ormai da tempo, accomunandoci, occupavano gran parte delle nostre riflessioni: come pervenire ad un modello complessivo dell’attività mentale, come definire e come individuare questa attività, come rapportarla alla produzione linguistica e via complicando.
Nacquero così i Working Papers della Società di Cultura Metodologico-Operativa che, in teoria, svolgono la loro funzione ancora oggi. Dico in teoria, perché, in pratica, hanno svolto tutt’altre funzioni. O, meglio, anche tutt’altre funzioni. E’ vero che hanno conosciuto bei momenti - di vivaci confronti d’idee e di nutrite partecipazioni -, ma è anche vero che, al di là delle sparizioni per ragioni di ordine biologico (Ceccato è morto nel 1997, Somenzi nel 2003, Vaccarino nel 2015), il numero dei contributori si è andato assottigliando in modo impressionante fino a farmi sentire, spesso, prossimo alla solitudine e, dunque, privato di ogni possibilità di confronto. Fatto è che le conventicole - di qualsivoglia natura siano - hanno i giorni contati: anche quando le gerarchie non sono esplicite - e non era questo, comunque, il caso nostro -, presto o tardi ci si ritrova in posizione sovra o sub ordinati rispetto ad altri e, com’è comprensibile, si cerca qualche mezzo per conservare o per modificare la propria posizione. Ne può risultare, allora - come di fatto è risultata -, una gara ad eliminazione - anche perché se uno è colto in fallo è difficile che vergogna e rancore non ne informino i comportamenti successivi.
Nel primo numero dei Wp - datato all’ottobre del 1989 - veniva regolamentata la partecipazione la cui logica fondamentale prevedeva l’istituzione di una redazione neutrale avente funzione meramente burocratica - una redazione (cui, nel corso degli anni, si sono avvicendati Margherita Marcheselli e Nello Costanzo) che avrebbe ricevuto i vari contributi e li avrebbe pubblicati nel loro stesso ordine di arrivo, ogni mese, senza interferire in alcun modo se non rinviando al mese successivo i contributi giunti dopo il termine stabilito.
Silvio Ceccato disdegnava le conventicole e, infatti, alla Società di Cultura Metodologico-Operativa che ho l’onore di presiedere fin dalla sua fondazione lui - a differenza di Somenzi e di Vaccarino - non si iscrisse mai. Stava alla larga, perché del rapporto fra Maestro e Allievi a lui interessava soltanto il primo termine. Tuttavia, ai dibattiti in corso stava attento - eccome se stava attento - e, ogni tanto, quando le mani gli prudevano un po’ di più, bacchettava. Che a volte bacchettasse a ragione e che a volte bacchettasse a torto, rientrando nelle umane vicende, va da sé - e, in più di una occasione, non ce le siamo mandate a dire.
Qui sono raccolti tutti i suoi interventi. Dando per note quelle mie opinioni in proposito che ho espresso più volte in opere quali L’individuazione e la designazione dell’attività mentale
(1994), La funzione ideologica delle teorie della conoscenza
(2002), Il linguaggio come capro espiatorio dell’insipienza metodologica
(2015) e Il dispositivo estetico e la funzione politica della gerarchia in cui è evoluto
(2016)."
Doverosamente, in alcuni casi sono correlati ad altri interventi - altrui, anche miei - che hanno dato il là all’intervento stesso, senza i quali rimarrebbe impossibile comprenderne il senso. Il fatto che alcuni di questi appaiano indirizzati al sottoscritto dipende soltanto dal malintendimento in cui sono caduti in tanti - considerando me, visto che mi davo da fare più degli altri, come una sorta di referente censorio, un caporedattore che in realtà non c’è mai stato.
Felice Accame
WORKING PAPERS
della Società di Cultura Metodologico-Operativa
n. 2
(materiali pervenuti al 30 novembre 1989)
IN RISPOSTA A FELICE ACCAME
Rif. Accame, WP 2
1) Credo convenga prendere le mosse da una attività chiamata attenzione
, quella di risposta all'attento!
.
2) Portare a rendersi conto di come essa entri a costituire le categorie mentali
e del nome ricevuto, di mente
, spirito
, pensiero
(nelle loro combinazioni triadiche).
3) Le combinazioni di stati attenzionali, ovviamente, sono analizzabili» sino a raggiungere il loro atomo
. Per un'analisi di questo si deve ricorrere ad un altro criterio.
4) Naturalmente l'attività attenzionale può venire esaminata per la sua durata, intensità, etc.
5) L'attività attenzionale, oltre al suo procedere autonomo, può venire studiata come premessa, accompagnamento e successione con altre attività, ciò che si indica come attenzione applicata
. Per esempio, in quali casi si applica e si stacca? Con quali effetti? Etc.
6) L'attività attenzionale può venire considerata quale funzione di un organo, che si chiamerà organo dell'attenzione
. Questo comporta che a quell'attività ed al suo organo sia assegnata una finalità, uno scopo. (Per esempio si dice che un coltello ha la funzione di tagliare).
7) Se quest'organo è fisico si ritrova e conferma la distinzione classica di mente e cervello
, di spirito e corpo
, e simili. Questo corpo
, visto in chiave anatomo-fisiologica può essere individuato nel sistema nervoso, e visto nel funzionamento delle cellule nervose si potrà parlare anche di energia nervosa
. Soltanto, ora non ai avranno più due entità, la mente ed il corpo, la mente ed il cervello, quali due entità contrapposte e dal misterioso legame, bensì due attività che si innestano l'una sull'altra. Mente è solo il nome del soggetto attribuito alle varie attività mentali.
8) Se l'attività mentale è considerata in operazioni
e risultati
, cioè' nella forma dinamica, le operazioni, e statica, i risultati, si ottiene una attività costitutiva
di questi, sicché al cessare dell'attività cessano anche i risultati. Per intenderci, finito di contare 1, 2, 3 finisce anche il 3.
9) Non si confonda l'organo con il pezzo anatomico investito di questa proprietà. Fra l'altro, l'organo acquista la finalità della funzione e questa quella dell'organo. Il non esserne stati consapevoli portò ad un teleologismo naturale
.
10) L'organo viene individuato costruttivamente, fabbricando un meccanismo che, funzionando in un certo modo, permetta che sia svolta quella funzione. Il problema si complica quando ci si debba occupare di quel funzionamento, perché la domanda riguarda allora, non tanto la particolarità del funzionamento, quanto l'isolatezza e l'autonomia, l'autosufficienza di ciò che funziona in quel modo. È ovvio che l'ebollitore svolge la funzione di scaldare dell'acqua. Ma funzionerebbe senza la rete elettrica che lo alimenta? Ecco allora il ricorso ad un procedimento che, di una catena di elementi dipendenti ed interdipendenti, considera come organo di una funzione soltanto l'ultimo. È chiaro che chi parla non solo di organi, ma anche di organismo connette tra di loro vari organo» attribuendo a ciascuno una funzione, ma spesso assolta solo in connessione con altri, ed in ogni caso come partecipazione ad una funzione globalmente attribuita all'intero organismo, quale la sua sopravvivenza, un suo equilibrio omeostatico, etc. Per esempio, il cervello non funzionerebbe senza l'irrorazione sanguigna e, quindi, senza la pompa del cuore.
11) La parola attenzione
può trarre in inganno in quanto nel parlare corrente essa è usata non tanto per l'attenzione che fa parte della vita mentale, quanto per qualche sua particolare prestazione, per esempio la vigilanza, una sua applicazione intensa e prolungata e simili, quando compare come posterius.
12) Un analogo pericolo si trova con la parola soggetto
. Con essa si allude al soggetto sintattico, che nel pensiero, ovviamente, precede l'attività cui viene fatto soggiacere. Mentre il soggetto categoriale sfugge ad ogni imposizione sintattica e può pertanto venire messo in rapporto ad attività, passività, compagnie ed isolamenti, etc. Credo che in espressioni come io mi sento oppresso
, si incontrino due io
, quello che regge e soggiace e quello della psicologia.
13) Quanto all'analizzabilità di qualcosa, stare attenti a non confondere difficoltà tecniche attuali con un arresto di principio, in quanto ho introdotto una unità che, per essere stata voluta tale, è indivisibile. Se per elemento costitutivo di una casa assumo il mattone, non lo posso più dividere come divido una casa nei mattoni. Lo posso, tuttavia, se cambio il criterio. Mi contraddico se assumo qualcosa come elemento e pretendo poi di analizzarlo, facendone un composto.
14) Un altro errore è quello di cercare corrispondenze tra funzioni e organi. Fra l'altro è già un errore perché la stessa funzione può venire assolta non in un modo solo, ma in più. Che cosa non si può fare con un modello elettrico invece che pneumatico, o viceversa? Il funzionamento del sistema nervoso è soltanto uno di questi. Forse un giorno potrà venire sostituito da qualche organo
artificiale di ben altra struttura. Intanto si studi il cervello, non per cercarne una impossibile analogia, od omologia, etc. Dove mai, nel cervello, si troverebbe qualcosa di simile al nulla
, al mai
, al sempre
?
WORKING PAPERS
della Società di Cultura Metodologico-Operativa
n. 3
(materiali pervenuti al 31 dicembre 1989)
NOTA
Un altro inganno si trova nel far ricorso alla memoria nella costituzione delle categorie, e dello stesso pensiero. Chi opera ottiene i risultati da ciò che ha fatto, dagli elementi che ha introdotto. Categoria o pietanza, la situazione è la stessa. Non è che in un dolce affinché risulti quello e non un altro, abbia quel sapore, alla fine debba esserci la memoria del burro od olio che siano stati impiegati. Certo, è quello in quanto essi sono stati impiegati, come una sedia è quella in quanto risulta dall'aver saldate le gambe al sedile. Così per gli stati d'attenzione, che isolati o combinati, sono entrati a costituire la combinazione. Se la memoria comporta un ritorno mentale al già fatto, certo essa compare, per esempio, se mi si chiede quale sia il mio numero di telefono. Ma non è il caso di nessuna costruzione, mentale o fisica nel suo costituirsi. È anzi proprio nell'operare costitutivo che l'operare e i risultati si distinguono solo perché assunti in fieri od