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Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano
Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano
Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano
E-book144 pagine2 ore

Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano

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L’obiettivo complessivo del saggio è quello, anzitutto, di esporre in linea di massima cosa Nietzsche ci abbia voluto dire col suo prospettivismo (che è già questo un obiettivo tutt’altro che scontato), e in secondo luogo c’è uno sforzo nel cercare di provare a dimostrare la sua non contraddittorietà e la sua sostenibilità su di un piano razionale, sollevando di volta in volta delle possibili criticità e affrontandole alla luce dei tanti frammenti che in questo ambito sono stati scritti da Nietzsche nel corso della sua produzione filosofica. Tuttavia mi riterrei troppo presuntuoso se affermassi che questo lavoro sia chiarificatore in modo definitivo della teoria della conoscenza di Nietzsche, la quale è molto più complessa di quel che potrebbe apparire ad una lettura superficiale. Quindi, alla luce del fatto che all’interno di un breve saggio, per motivi formali, si debbano fare anche delle specifiche scelte, ritengo che questo elaborato non sia del tutto esaustivo dell’argomento, anche se tuttavia spero di riuscire a esporre nel modo più soddisfacente possibile qual era la posizione nietzschiana in ambito gnoseologico.
LinguaItaliano
Data di uscita20 lug 2020
ISBN9788831685931
Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano

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    Anteprima del libro

    Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano - Davide Orlandi

    7.

    1° Capitolo

    La conoscenza è sempre falsificazione

    1.1 Il linguaggio è intrinsecamente interpretazione

    Il prospettivismo in Nietzsche è una posizione gnoseologica, una teoria della conoscenza, che egli elabora compiutamente in un famoso frammento scritto tra la fine del 1886 e l’inizio del 1887,¹⁰ tuttavia questa posizione è il frutto di un percorso che egli inizia già non ancora trentenne, quando espone la sua idea dell’origine erronea e illusoria del concetto di verità, nell’opera inedita, dell’estate del 1873, intitolata Su verità e menzogna in senso extramorale dove sembra, comunque, essere ancora presente la X della cosa in sé dal sapore kantiano, che poi abbandonerà in favore di un prospettivismo radicale. In quest’opera molto importante, egli afferma l’illusorietà della conoscenza, o meglio che il credere che l’uomo possa impossessarsi di una conoscenza incontrovertibile sia una mera illusione perché il linguaggio non può dire come le cose siano effettivamente fuori di noi, come siano in sé.

    «In un angolo remoto dell'universo scintillante e diffuso attraverso infiniti sistemi solari c'era una volta un astro su cui animali intelligenti scoprirono la conoscenza. Fu il minuto più tracotante e più menzognero della «storia del mondo»; ma tutto ciò durò soltanto un minuto. Dopo pochi respiri della natura, la stella si irrigidì e gli animali intelligenti dovettero morire.»¹¹

    In questo bellissimo passaggio di Su verità e menzogna in senso extramorale si può notare come Nietzsche avesse già le idee chiare sul concetto di verità che ad esempio i positivisti e i meccanicisti del suo tempo credevano di poter abbracciare, ma per Nietzsche, niente di più che una mera illusione appunto.

    «L'intelletto, come mezzo per la conservazione dell’individuo, dispiega le sue forze principali nella finzione, giacché questa costituisce il mezzo che permette agli individui più deboli, meno robusti, di conservarsi, essendo loro negata la lotta per l'esistenza da combattersi con le corna e con le zanne aguzze degli animali feroci. Nell'uomo quest'arte della finzione giunge al culmine: qui l'illudere, l'adulare, il mentire, l'ingannare, il parlare dietro le spalle, […] il mascherarsi, il celarsi dietro le convenzioni, il recitare la commedia davanti agli altri e a se stessi, sono la regola e la legge».¹²

    Le nostre verità, infatti, per Nietzsche, sono pure menzogne finalizzate alla sopravvivenza. Siccome siamo un tipo di esseri viventi deboli rispetto agli altri animali sia sul piano fisico e biologico, il nostro intelletto punta alla finzione come arma di difesa finché le nostre menzogne diventino le regole stesse del nostro agire, del nostro pensare, del nostro vedere il mondo. L’uomo senza menzogne non potrebbe nemmeno

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