Il dolce incontro dei sensi (eLit): eLit
Di Nicola Marsh
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Nicola Marsh
Giornalista, ha viaggiato per il mondo in cerca di grandi scoop. Scrivere romanzi, però, è sempre stato il suo sogno.
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Anteprima del libro
Il dolce incontro dei sensi (eLit) - Nicola Marsh
Immagine di copertina:
South_agency / E+ / Getty Images
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese:
Marriage: For Business or Pleasure?
Harlequin Mills & Boon Modern Heat
© 2009 Nicola Marsh
Traduzione di Susanna Molinari
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
© 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3051-132-3
1
Il SUV sbandò sulla ghiaia del viale d’accesso alla residenza dei Mancini, e Brittany Lloyd trattenne un’imprecazione.
La sbandata non era la conseguenza della sua guida spericolata, ma era stata provocata dall’apparizione lungo la strada di un uomo seminudo, chino su una trebbiatrice.
Al suo passaggio, l’uomo si alzò con un movimento che gli fece guizzare i muscoli della schiena possente e abbronzata dal sole cocente del Queensland.
Indossava un paio di jeans sdruciti e strappati in più punti e, quando lo sguardo della donna si soffermò sui suoi glutei, lei rimpianse di essere rimasta lontano da casa così a lungo.
Aveva trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita a Londra, dopo la fuga dal suo paese, ma vedere quel tipo, il primo giorno del suo rientro, le confermò la convinzione che in nessun altro luogo al mondo fosse possibile imbattersi in uomini di tale fascino.
E lei lo sapeva fin troppo bene, dato che anni prima si era innamorata di quell’uomo, gli aveva affidato il proprio cuore e gli aveva offerto la sua verginità.
Quanto era stata stupida!
Mentre cercava di raddrizzare il volante, l’uomo si voltò e questa volta il SUV puntò dritto verso il limitare del vialetto, evitando il fosso per un pelo.
Il motore singhiozzò e si spense con un sussulto. Lei strinse il volante fra le mani mentre, inebetita e con il cuore in gola, guardava l’uomo venire verso l’auto.
Nick Mancini si avvicinò, posò il braccio muscoloso e abbronzato sul finestrino abbassato e le rivolse un cenno del capo con espressione impassibile.
«Ciao, Britt. È da un po’ che non ci si vede.»
Un saluto disinvolto, del tutto privo di rancore o amarezza; del resto era stato lui a rompere la loro relazione, lasciandola da sola a raccoglierne i cocci.
Quel saluto freddo, vuoto della benché minima emozione non rendeva giustizia al loro passato, ai sentimenti che avevano condiviso. E l’indifferenza di lui contrastava con l’emozione di Brittany, che aveva il cuore in gola e le mani sudate.
«Più o meno dieci anni.»
Britt avrebbe voluto che Nick Mancini le chiedesse come aveva trascorso quegli anni e che le spiegasse, finalmente, perché l’aveva lasciata.
Invece lui si strinse nelle spalle vigorose, lasciandola lì a immaginare che cosa avesse fatto lui in quegli anni.
Dieci anni prima Nick era un giovane dal fisico asciutto, mentre l’uomo che ora aveva davanti a sé era tutto muscoli. Britt riuscì a distogliere lo sguardo dai suoi pettorali scolpiti per guardarlo negli occhi.
Da ragazzo Nick era stupendo, sfacciato e ribelle. Adesso che era diventato un uomo era ancora bellissimo, di una bellezza un po’ selvaggia, e aveva ancora l’aria ribelle di chi è dominato dal desiderio di dimostrare al mondo che lui se ne infischiava di tutti.
«Che ci fai da queste parti?»
«Sono qui per lavoro.»
Aveva sperato di non imbattersi in lui, aveva sperato di riuscire ad avere contatti di lavoro soltanto con suo padre, ma, aveva mal riposto le proprie speranze. Quel luogo era il regno di Nick, ogni giorno su quelle terre lavorava sodo più di chiunque altro.
«Per lavoro?»
I suoi occhi scuri la fissavano con insistenza, mettendola a disagio. Nick aveva sempre avuto la capacità di leggere nella sua anima, mentre sarebbe stato meglio che quanto lei vi custodiva in quel preciso momento rimanesse celato.
Doveva in tutti i modi cercare di rimanere padrona della situazione, perché da questo dipendeva la sua futura carriera.
«Sono venuta a farti una proposta.»
Nick le rivolse il suo sorriso da cattivo ragazzo, quel sorriso che l’aveva ossessionata per molto tempo anche dopo il suo arrivo a Londra, all’epoca in cui si struggeva per la fine del suo grande amore con colui che aveva rifiutato la sua proposta di partire insieme, per costruirsi una vita altrove.
«Me lo aspettavo, Rossa.»
Le aprì la portiera dell’auto e lei scese. Avrebbe voluto nascondere il suo rossore e si maledì per non essere capace di dominare le proprie emozioni.
«Sono anni che nessuno mi chiama più così» sussurrò Britt, la cui rossa criniera naturale era ora smorzata da alcune ciocche di un colore meno acceso.
«È un vero peccato.»
Nick allungò la mano e si attorcigliò una ciocca dei capelli di Britt attorno al dito.
«Evidentemente loro non ti conoscono bene quanto me.»
Britt ignorò il malizioso luccichio negli occhi di Nick e guardò l’orologio per fargli capire che aveva fretta.
«Tuo padre c’è?»
Lui si adombrò. «Papà è morto. A quanto pare la notizia non è giunta fino a Londra.»
«Oh, mi dispiace» disse Britt, vergognandosi di quella gaffe.
«Davvero?»
A Britt non sfuggì il tono beffardo di lui.
Nick non l’aveva mai guardata come in quel momento. Un tempo la guardava con aria adorante, desiderandola, e per un istante Britt desiderò che le lancette del tempo si fossero fermate a dieci anni prima.
«Certo che mi dispiace. Tutti qui volevano bene a papà.»
«Già, è vero. Mi sorprende comunque che il tuo vecchio non ti abbia detto niente. Be’, nonostante i bei vestiti firmati, spero tu non abbia dimenticato il tuo passato.»
Era evidente che Nick cercava di provocarla, come era sua abitudine fare, ma lei non gli avrebbe dato modo di scoprire quali erano i ricordi che aveva custodito, dato che molti di quelli riguardavano propri lui.
«Sono stata molto impegnata negli ultimi dieci anni, ho preferito non abbandonarmi ai ricordi.»
«Impegnata, eh?»
Britt si aspettava che lui le rivolgesse qualche domanda sulla sua carriera, avrebbe voluto fargli sapere quanta strada aveva fatto, anche se con fatica, quanto avrebbero potuto realizzare insieme, se lui l’avesse seguita.
Invece Nick rimase lì a fissarla, bello come un dio, perfettamente a suo agio nonostante fosse seminudo. Britt si sforzò di tenere a bada il desiderio di accarezzargli il torace muscoloso e, dopo essersi schiarita la gola, disse: «Lavoro dodici ore al giorno, in una delle aziende pubblicitarie più note di Londra, sono una manager e il lavoro occupa gran parte delle mie giornate».
«Intendi dire che non hai tempo per divertirti?»
L’aria familiare del suo sorriso ironico la spiazzò.
Avrebbe voluto rispondergli che da tempo non si divertiva più. Aveva smesso di divertirsi il giorno in cui aveva lasciato Jacaranda senza guardarsi indietro.
Il lavoro l’aveva aiutata a dimenticare tutto, l’aveva portata lontano e le aveva permesso di conquistare l’indipendenza necessaria a garantirle di non dover tornare sui propri passi.
«Quello che faccio nel mio tempo libero non è affar tuo, sono qui per lavoro» gli rispose piccata, mentre saliva a bordo e prendeva una cartelletta dal sedile del passeggero.
«Di qualsiasi proposta si tratti, dovrai trattare con me.»
Nick fissò il suo sguardo su di lei, uno sguardo indagatore e ostinato che mise a disagio Britt.
«E, bada, io non assomiglio a mio padre. Sono un osso duro.»
Britt si sentì turbata al pensiero di condurre una trattativa con Nick e di quello che lui avrebbe potuto chiederle come contropartita. E pensare che lei non si lasciava spaventare facilmente, tanto che i suoi colleghi la chiamavano Principessa di Ghiaccio, appellativo di cui lei andava fiera.
Britt aveva imparato a controllare il suo temperamento focoso e le emozioni durante gli anni in cui aveva cercato di farsi strada nella giungla cittadina.
Mentre consegnava a Nick la cartelletta con la proposta, le loro dita si sfiorarono e sentì il cuore farle una sussulto nel petto.
Trasse un sospiro per darsi un contegno, ignorando le sensazioni che lui era ancora capace di suscitarle, nonostante non si vedessero da così lungo tempo.
«Dobbiamo discutere di molte cose. Perché non entriamo, così tu potrai vestirti e potremo parlare seriamente?»
Britt si rese conto, subito dopo avere pronunciato quella frase, di essersi tradita facendo capire a Nick di essere rimasta colpita dal suo corpo seminudo.
Nick era bello come un dio, muscoloso e abbronzato, tanto che le era impossibile togliergli gli occhi di dosso, soggiogata com’era dal suo fascino.
«Sei sicura di volere che vada a vestirmi?»
Dannazione, pensò Britt, ecco che subito lui ne approfittava. Un gentiluomo non si sarebbe comportato così, ma, del resto, Nick non era mai stato un gentiluomo.
Nick era considerato il James Dean di Jacaranda, e fin da quando era poco più che un bambino le ragazze gli facevano la corte suscitando la diffidenza dei padri nei suoi confronti.
Che cosa avrebbe potuto aspettarsi Britt da un tipo del genere?
«Nick, non cominciare» disse lei alzando una mano in un vano gesto di autodifesa.
«Non cominciare a fare che cosa?» domandò lui, guardando la sua mano come se avesse intenzione di afferrarla e inducendo così Britt a ritirarla subito. «Vuoi forse dire che non dovrei cominciare a ricordare il passato? O non dovrei ammirare la donna meravigliosa che sei diventata? O forse intendevi dire che non dovrei fare quello che sono sul punto di fare...»
E, prima che Britt potesse rendersene conto, Nick la prese fra le sue braccia e cominciò a baciarla appassionatamente.
Da ragazzi si erano scambiati molti teneri baci, ma ora non c’era tenerezza nell’atto di Nick che premeva la propria bocca sulla sua.
Le loro labbra si unirono in uno slancio vorace, carico di desiderio, che lasciò Britt letteralmente frastornata.
Pensava di essere diventata immune al suo fascino dopo tutti quegli anni. Avrebbe dovuto respingerlo, ma non lo fece e si ritrovò in punta