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L erede segreto: Harmony Destiny
L erede segreto: Harmony Destiny
L erede segreto: Harmony Destiny
E-book171 pagine3 ore

L erede segreto: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Il dovere impone a Christian Alessandro di sposarsi e produrre un erede in modo da perpetuare il casato degli Alessandro. Fortuna vuole che nella sua vita ricompaia Noelle Dubone, insieme al piccolo Tonio, frutto segreto della loro relazione. La perfetta soluzione al problema dinastico di Sherdana, pensa Christian, che si affretta a proporre il matrimonio alla ragazza e a riconoscere come suo legittimo erede il figlio appena ritrovato. Poco contano le proteste di Noelle, determinata a non cedere alla corte del principe e soprattutto alla passione che ritorna prepotente a dominare il suo cuore. Perché ciò che un principe vuole, un principe ottiene...
LinguaItaliano
Data di uscita20 set 2016
ISBN9788858954744
L erede segreto: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    L erede segreto - Cat Schield

    successivo.

    1

    Il Principe Christian Alessandro, terzo in linea di successione al trono di Sherdana, si trovava al matrimonio del fratello Nic insieme agli altri membri della famiglia reale. Lanciò uno sguardo torvo verso la macchina fotografica. Avrebbe di sicuro rovinato l'album di nozze, ma non gli importava. La sua ultima speranza di rimanere scapolo era svanita non appena Nic aveva dichiarato amore eterno alla sposa.

    Christian imprecò sottovoce.

    «Sorridete!» esclamò il fotografo, guardando nella direzione di Christian. «Questa è l'ultima foto dove ci saranno tutti gli invitati. Deve essere perfetta!»

    Sebbene fosse di umore nero, Christian cercò di mostrarsi civile. Non aveva alcuna intenzione di sorridere, però poteva concedere una foto decente al fratello. Per quanto quel matrimonio gli avesse sconvolto la vita, desiderava davvero che fosse felice per lui e Brooke. Doveva solo nascondersi dietro una maschera per l'intera giornata.

    «Spostiamoci di qua» disse il fotografo, indicando un ponticello di pietra sotto cui scorreva un fiume limpido.

    Da lì, un sentiero conduceva alle stalle. Christian preferiva le auto veloci ai cavalli, tuttavia pur di sfuggire a tutte quelle persone avrebbe accompagnato volentieri le nipotine di due anni, Bethany e Karina, a vedere i pony. Era il secondo matrimonio reale a cui le gemelline partecipavano. Si distraevano facilmente e non ne potevano più di stare in posa per le foto. Christian le capiva.

    Dopo l'incidente avvenuto cinque anni prima, aveva evitato di farsi fotografare. Le cicatrici lasciate dalle ustioni gli coprivano la parte destra del corpo, dalla spalla alla guancia. Era diventato il meno attraente dei fratelli Alessandro, ma non ne era rimasto turbato. Grazie al suo patrimonio e alla sua condizione sociale, tutte le donne gli cascavano ai piedi.

    Be', quasi tutte.

    Si guardò attorno. Vicino alla sposa c'era una donna minuta e snella, con lunghi capelli castani e grandi occhi marroni. Era Noelle Dubone, famosa stilista di abiti da sposa. Aveva ideato il vestito di Brooke e anche quello della cognata di Christian, la Principessa Olivia Alessandro.

    Noelle era nata in Sherdana e si era trasferita a Parigi all'età di ventidue anni per diventare una stilista rinomata in tutto il mondo. Quello era sempre stato il suo sogno e si era avverato tre anni prima, quando aveva creato un vestito per la moglie di un principe italiano, Paolo Gizzi. Il matrimonio era stato seguito da tutti i media e Noelle era diventata lei stessa una celebrità. Tutti volevano un abito originale Noelle Dubone.

    «Stai immaginando il tuo matrimonio?»

    Christian si girò e scrutò la sorella con aria infastidita. Ariana gli sembrava troppo compiaciuta.

    «No» rispose. Lo sguardo gli cadde di nuovo su Noelle.

    Era l'unica donna al mondo che fosse quasi riuscita a fargli mettere la testa a posto. Non la meritava. L'aveva trattata male e si tranquillizzava ripetendo a se stesso che l'aveva fatto per il suo bene.

    «Invece dovresti» replicò Ariana. Indossava un vestito alla moda che le arrivava al ginocchio. Le maniche erano a sbuffo e la stoffa era cosparsa di lustrini dorati. L'abito lasciava le spalle scoperte e mostrava più di quanto l'occasione formale richiedesse. «Il futuro del regno è nelle tue mani.»

    Christian fece una smorfia. «Nostro padre è in ottima salute e non credo che Gabriel morirà presto. Avrò tutto il tempo di prendere moglie e avere dei figli.»

    Il solo pensiero gli fece venire voglia di bere. Da quando Nic aveva ignorato i propri obblighi sposando una ragazza americana, la madre di Christian gli aveva proibito di eccedere con l'alcol e le donne. Comportarsi da bravo ragazzo dopo tanti anni trascorsi a spassarsela era una prospettiva scoraggiante. Era il più giovane dei tre fratelli e aveva commesso tanti errori.

    Gabriel, il più grande, era quello responsabile. Un giorno sarebbe diventato re.

    Nic non riceveva molte attenzioni e se n'era andato in America per diventare un ingegnere missilistico.

    Christian invece era stato viziato. Si era cacciato in un sacco di guai ed era finito sui giornali all'età di quattordici anni, quando era stato beccato insieme a una domestica.

    A vent'anni si era trasferito a Londra, dove organizzava feste, spendeva soldi e beveva troppo. A quel punto i genitori gli avevano tagliato i fondi e Christian aveva iniziato ad acquistare e risanare imprese in difficoltà per poi rivenderle. Il successo non gli interessava, voleva solo divertirsi.

    All'età di venticinque anni molte delle sue scelte gli si erano ritorte contro, lasciandolo con il cuore spezzato e il viso pieno di cicatrici.

    Ormai aveva raggiunto i fatidici trenta e tutti si aspettavano che rinunciasse alla propria libertà in favore della corona.

    «Non ti rimane molto tempo» disse Ariana. «Mamma mi ha mostrato la lista delle candidate. Ci sarà almeno un centinaio di nomi.»

    «Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno per trovare una moglie.»

    «Anche Gabriel e Nic dicevano così e guarda com'è andata a finire.»

    Cinque mesi prima Gabriel era fuggito per sposarsi con Olivia, una donna che lo rendeva molto felice, ma che purtroppo non poteva avere bambini.

    Subito dopo il matrimonio Christian aveva detto a Nic che era compito suo provvedere a un erede. Quello era l'unico modo affinché gli Alessandro potessero conservare il proprio potere. Tuttavia, l'americana Brooke Davis gli aveva rubato l'anima e ora la responsabilità di sposarsi e concepire un figlio maschio ricadeva sulle spalle di Christian.

    «La troverò senza l'aiuto di nostra madre, stai tranquilla.»

    Ariana sbuffò. «Sei già stato con metà delle donne europee e non ne hai ricavato nulla.»

    «Esageri.»

    «Sono certa che hai una preferenza.»

    «Sì, una preferenza ce l'ho» rispose Christian, evitando di posare gli occhi su Noelle. «Ma non ho trovato la donna con cui voglio passare il resto della mia vita.»

    «Ti conviene sbrigarti.»

    Christian serrò i denti e non disse nulla. Ariana aveva ragione. Essere un membro della famiglia reale garantiva i suoi vantaggi, eppure non sempre poteva fare ciò che voleva. Gabriel era stato fortunato. Aveva scelto di sposare Olivia prima di capire che era innamorato di lei. Il fratello maggiore era stato combattuto fino all'ultimo tra il desiderio di adempiere ai propri doveri e quello di seguire l'istinto.

    Nic aveva avuto lo stesso problema con Brooke. Sapeva di doverla dimenticare e sposare una donna i cui figli avrebbero potuto ascendere al trono.

    Entrambi avevano scelto il vero amore.

    E ora Christian doveva agire in base a ciò che era meglio per il paese.

    L'assistente del fotografo li trascinò via, mettendo fine alla conversazione. Christian passò un'altra ora a posare con tutti i membri della famiglia e la sua voglia di bere crebbe a dismisura. Voleva ubriacarsi. Non si lasciava andare dal giorno in cui l'incidente lo aveva deturpato nel fisico e distrutto nell'animo.

    Si diresse verso il bar. Vide Noelle e si fermò.

    Le si avvicinò, posandole una mano sulla vita. Gli sembrò il gesto più naturale del mondo. Le diede un bacio sulla guancia, proprio come era solito fare quando stavano insieme. Per un secondo Noelle sembrò accettare quel gesto di buon grado, come se il tempo non fosse trascorso e lui non l'avesse mai ferita, poi s'irrigidì.

    «Sei bellissima» le sussurrò all'orecchio.

    Lei si scostò. «Grazie, Altezza.»

    «Facciamo una passeggiata» le ordinò lui.

    «Non dovrei allontanarmi dalla festa.» Gettò un'occhiata agli sposi, come se sperasse di intravedere qualcuno che voleva parlare con lei.

    «Abbiamo finito di fare le foto e la sposa non ha più bisogno della stilista. Voglio chiacchierare un po' con te, è da molto che non ci vediamo.»

    «Come desideri, Altezza.» Noelle s'inchinò senza guardarlo e quel gesto irritò Christian.

    Dietro il palazzo c'erano degli ampi giardini a cui la regina teneva molto. La disposizione dei fiori e delle piante cambiava in base alle stagioni. Christian e Noelle camminarono lungo uno dei sentieri più ammirati dai turisti per via degli eleganti vialetti e delle splendide fontane.

    Si fermarono vicino a un boschetto. Christian condusse Noelle all'ombra degli alberi. Lì avrebbero goduto di sufficiente privacy.

    «Sei diventata una stilista piuttosto famosa» esordì lui. Odiava perdersi in chiacchiere futili, soprattutto con Noelle. Non sapeva come intavolare una conversazione cordiale con un'ex. L'aveva ferita, anche se continuava a ripetersi che era stato per il suo bene.

    «Sono stata fortunata, mi sono trovata nel luogo giusto al momento giusto» rispose lei. Il tono impaziente contrastava con la sua compostezza.

    «Hai anche molto talento, non dimenticarlo. Ho sempre saputo che avresti raggiunto il successo.»

    «Sei gentile.»

    «Mi sei mancata.» Quelle parole gli uscirono spontanee e lo colsero di sorpresa. Voleva solo flirtare con lei e farla sorridere, non intendeva confessarle i propri sentimenti.

    Lei incrociò il suo sguardo per la prima volta. Christian avvertì una fitta al petto. Da lontano gli occhi di Noelle potevano sembrare color nocciola. Da vicino ci si accorgeva che erano screziati di verde. Aveva trascorso molte ore a osservare quei colori, a contemplare lo sguardo amorevole che lei gli rivolgeva sempre quando cenavano o si trovavano a letto la mattina presto.

    Noelle scosse la testa. «So che non è vero.»

    «Non ero l'uomo giusto per te, però non vuol dire che non ci tenessi alla nostra relazione» le disse Christian. Ardeva dalla voglia di accarezzarle il viso.

    «Non cercare di adularmi» ribatté lei. «Per te era molto comodo infilarti nel mio letto dopo ogni festa. Venivi da me solo quando ti stufavi dei tuoi amici superficiali e irresponsabili. E alla fine mi hai eliminata dalla tua vita come se due anni trascorsi insieme non significassero nulla.»

    Ti ho lasciata perché ci tenevo a te, pensò Christian.

    « Alla fine è stato meglio così. Ti sei trasferita a Parigi e sei diventata una designer di fama internazionale» replicò sulla difensiva. Non era così che si era immaginato quella conversazione.

    «Secondo te, volevo solo avere successo e guadagnare tanti soldi?» sbuffò Noelle, aggrottando le sopracciglia.

    No, era ciò che Christian desiderava per lei. «Un talento come il tuo non doveva andare sprecato» ribadì.

    «Quindi vuoi che ti ringrazi?» chiese Noelle in tono sarcastico.

    In passato Christian le aveva aperto il proprio cuore. Nemmeno i fratelli conoscevano i demoni che lo tormentavano. Forse si era fidato di Noelle perché erano stati amici prima di diventare amanti. La sua gentilezza e sincerità gli avevano fatto confessare tutte le paure e i dubbi che si teneva dentro. Noelle conosceva ogni suo lato oscuro.

    «No.»

    «Allora perché stiamo avendo questa conversazione dopo cinque anni di silenzio?»

    Perché Christian aveva bisogno del suo supporto ancora una volta. La responsabilità di dare un erede a Sherdana stava tirando fuori i suoi lati peggiori. Lei lo aveva sempre consolato durante i momenti difficili.

    «Ho bisogno di te.»

    Noelle lo fissò costernata. «Non sono più quel tipo di ragazza» dichiarò con fervore. «E anche se lo fossi, ho cose più importanti a cui pensare. Non posso occuparmi di un...» S'interruppe, realizzando che stava parlando con il principe. Trattenne il fiato e aggiunse con più gentilezza: «Non posso più permettermi di essere tua amica».

    Christian recepì il messaggio, Noelle non voleva avere niente a che fare con lui.

    Prima che potesse replicare, lei fece un altro inchino e disse: «Mi scusi, Altezza, devo tornare alla festa».

    Christian la guardò andare via. Sapeva di aver rovinato il suo unico atto di altruismo. Noelle faceva bene a stare lontano da lui, le portava solo guai.

    Per sopravvivere ai mesi che l'aspettavano, Christian avrebbe avuto bisogno di qualcuno accanto a sé. Noelle era l'unica persona con cui desiderava parlare dei propri problemi.

    Necessitava del suo supporto. E anche se in quel momento lei non la reputava una scelta saggia, l'avrebbe convinta a essere di nuovo sua amica.

    Noelle ritornò al cottage, respirando a pieni polmoni l'aria di campagna. Per quanto amasse Parigi, le erano mancati gli spazi aperti e la quiete dei campi. Un bambino di quattro anni, pieno di vita come il suo, aveva bisogno di un luogo dove poter correre in libertà.

    Raccolse i pomodori dall'orto ed entrò in cucina, posandoli sul banco da lavoro. Presto avrebbe avuto verdure ed erbe aromatiche a volontà. L'autunno era la sua stagione preferita. I colori caldi e intensi la ispiravano. Purtroppo non poteva usare molte tonalità quando creava abiti da sposa.

    «Mamma!»

    Un bambino dai capelli scuri entrò in cucina correndo e le si avvinghiò alle gambe. Noelle

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