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A tutto rock: eLit
A tutto rock: eLit
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E-book176 pagine2 ore

A tutto rock: eLit

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Info su questo ebook

Accompagnare una rockstar in tour è un gioco da ragazzi per l'esperta Charlotte. Ma questa volta niente andrà come previsto, perché Luca, il nipote del capo, è una vera sorpresa, a dispetto di tutto quello che le riviste di gossip hanno detto sul suo conto. Tanto per cominciare, è molto più sexy!

Una settimana di feste e concerti è sufficiente a scatenare la passione ma, chissà, forse la musica riuscirà anche a far nascere qualcosa di più.

LinguaItaliano
Data di uscita29 gen 2016
ISBN9788858948811
A tutto rock: eLit
Autore

Nicola Marsh

Giornalista, ha viaggiato per il mondo in cerca di grandi scoop. Scrivere romanzi, però, è sempre stato il suo sogno.

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    Anteprima del libro

    A tutto rock - Nicola Marsh

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Sex, Gossip and Rock & Roll

    Harlequin Mills & Boon Modern Heat

    © 2011 Nicola Marsh

    Traduzione di Federica Ressi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-881-1

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Charli non aveva intenzione di fare la babysitter.

    Non aveva niente contro i bambini, ma il nipote del suo capo era adulto e vaccinato: averlo tra i piedi durante il tour che sanciva il ritorno sulle scene di Storm Varth sarebbe stata una gran rottura.

    Gestire gli eccessi della rock star era già abbastanza complicato senza doversi preoccupare di Luca Petrelli che osservava ogni sua mossa.

    Premendo convulsamente il pulsante dell’ascensore, si guardò intorno nell’atrio delle Crown Towers.

    Praticamente viveva in quell’albergo insieme al gran numero di musicisti e addetti ai lavori che vi alloggiavano. E ovunque fossero le star della Landry Records, lei sarebbe stata lì, a soddisfare ogni loro capriccio.

    Era quello che sapeva fare meglio: viziare re e regine del rock di passaggio a Melbourne, assicurarsi che ricevessero un trattamento VIP, garantire che ogni secondo di ogni itinerario andasse liscio come l’olio.

    Entrando in ascensore, controllò l’orologio e fece una smorfia. Luca Petrelli avrebbe fatto meglio a farsi trovare pronto.

    Aveva organizzato il loro viaggio da lì a Ballarat nei minimi dettagli. Il pullman di Storm era appena partito: anche se l’intrattabile rock star aveva chiesto di non essere disturbato fino al mattino seguente, Charli voleva assicurarsi che raggiungesse la prima tappa del tour senza imprevisti.

    Aveva una tabella di marcia da rispettare e nessuno le avrebbe fatto perdere tempo, nemmeno un famoso e indolente playboy.

    Mentre le porte dell’ascensore si aprivano, Charli lisciò la gonna color melanzana, sistemò la giacca e uscì. Diede una rapida occhiata alle indicazioni e girò a destra.

    Percorse il corridoio a passo di marcia, la sua impazienza cresceva a ogni falcata.

    Avrebbe fatto qualunque cosa per Hector Landry, proprietario della più grande etichetta discografica australiana, ma quando il suo capo e mentore aveva accennato all’arrivo di Luca, Charli aveva esitato.

    Il famigerato Luca Petrelli aveva abbandonato la riviera francese e le feste di Rio de Janeiro per fare un favore a Hector, che aveva appena licenziato il suo contabile e aveva bisogno al più presto di un rimpiazzo per questo tour.

    Ed ecco spiegata la presenza del playboy. Il fatto che usasse la sua immagine pubblica per racimolare denaro per enti benefici servì solo ad aumentare i sospetti di Charli.

    Se questo tizio era stato lontano da suo nonno negli ultimi dieci anni, che diavolo ci faceva lì adesso?

    Si fermò davanti alla porta della suite e bussò, rilassando l’espressione del viso. Questo era un lavoro, come ogni altra cosa che faceva per conto di Hector, e lei non aveva alcun diritto di giudicare il suo capo o le ragioni nascoste dietro la visita di quello svitato di suo nipote.

    Comunque, non appena la porta si aprì e lei diede una prima occhiata a Luca Petrelli, capì che quello non sarebbe stato normale lavoro.

    «Sembri delusa» disse lui, tenendo la porta aperta con una mano e appoggiandosi allo stipite con l’altra, nudo dalla cintola in su.

    Charli non osò guardare in basso per valutare il resto della situazione, anche se nel guazzabuglio di emozioni che provò la delusione non era una di queste.

    Aveva visto delle foto di Luca sulle riviste, osservato gli scatti bizzarri che Hector le faceva vedere di tanto in tanto. L’orgoglio che traspariva dalla sua voce l’aveva sempre irritata. Come poteva essere orgoglioso di un nipote fannullone che non veniva mai a trovarlo?

    Così non aveva mai guardato bene quelle foto, aveva colto l’immagine di un tizio piuttosto alto con i capelli incolti, la barba troppo lunga e troppe sciacquette attorno.

    La realtà era molto diversa.

    Luca si era tagliato i ricci scuri dai riflessi ramati, si era rasato e non c’era una tettona bionda imbottita di Botox nei paraggi.

    «Delusa?» riuscì a borbottare quando lui sollevò un sopracciglio, il silenzio e le occhiate non proprio disinteressate di Charli lo fecero sorridere.

    «Dal fatto che non sono una rock star.»

    «Non c’è la minima possibilità di confonderti con una rock star.»

    Il suo sguardo si spostò riluttante sul torace di Luca. Ampio, abbronzato, meravigliosamente scolpito... questo tizio non aveva nulla dei rockettari pallidi ed emaciati con cui Charli aveva a che fare di solito, creature notturne a proprio agio nell’oscurità di locali fumosi e palchi poco illuminati, che fumavano come disperati per allentare la tensione, quando non facevano di peggio.

    Non c’era alcuna possibilità che Luca Petrelli, nel suo metro e novanta di abbronzatura, rischiasse di passare per un rocker slavato.

    Appoggiandosi allo stipite della porta, sorrise.

    «E perché no? Non sarei perfetto per la parte?»

    Nonostante ogni istinto di autoconservazione le dicesse di non guardare in basso, il suo sguardo scese lungo torace e Charli emise un sospiro di sollievo quando vide un asciugamano. Un asciugamano chiuso a malapena sul davanti. Dove le sembrava di aver colto un movimento...

    Il calore le salì alle guance, facendo avvampare alcune zone strategiche del suo corpo lungo il cammino, e Charli cercò di concentrarsi sul viso di lui.

    Pessima idea.

    La combinazione di zigomi sporgenti, mascella squadrata e occhi blu come il cielo notturno di Melbourne avrebbe dovuto essere dichiarata illegale.

    «Problemi?»

    Reprimendo il desiderio di voltarsi e fuggire, Charli aggrottò le sopracciglia. «Non sei vestito.»

    «Lo hai notato.»

    Il cuore le balzò nel petto per il luccichio perverso che colse nel suo sguardo.

    «Se l’asciugamano è un problema, posso sempre toglierlo...»

    «Ti do cinque minuti.»

    «Sennò che fai?»

    Mentre lui si protendeva in avanti, la miscela di prodotti da bagno costosi e profumo di maschio fresco di doccia la travolse, intaccando la sua collera.

    Il tizio ci sapeva fare. Flirtare era il suo stile di vita. Allora perché era tentata di ridurre la distanza fra loro, affondare il naso nell’incavo del suo collo e respirare profondamente?

    «Sbrigati» disse poi, seccata dal lieve tremolio nella propria voce. «Dobbiamo metterci in marcia.»

    Luca fece spallucce e si voltò dall’altra parte mentre lei restava meravigliata per la sua insolenza. Non che questo le impedì di guardarlo entrare nella stanza, con l’asciugamano bianco che gli drappeggiava il bacino, oscillando sul suo sedere a ogni passo in modo provocante.

    Quell’uomo era una minaccia. In carne e ossa, Luca Petrelli era molto più disarmante, molto più affascinante di quanto si fosse aspettata. E il fatto che non avesse un appuntamento da secoli contribuiva a spiegare perché gli ormoni le vibrassero sottopelle, attirati da quel maledetto asciugamano.

    Luca si fermò davanti alla porta del bagno e lei sollevò rapidamente lo sguardo. Non abbastanza velocemente, a giudicare dal ghigno compiaciuto di lui.

    «Mi hai giudicato male.»

    «Come dici?»

    «Non credi che abbia la stoffa della rock star?» Indicò l’asciugamano e sogghignò. «Dovresti vedere il mio strumento.»

    Charli si voltò mentre lui ridacchiava, e pregò di ottenere l’immunità dal fascino di una simile canaglia.

    2

    Luca chiuse la lampo dei jeans stravecchi e infilò un pullover di cachemire nero, sorridendo al proprio riflesso nello specchio.

    Secondo i suoi calcoli, aveva ancora tre minuti prima che la bionda furente che percorreva a grandi passi la sua suite facesse irruzione per trascinarlo fuori dal bagno.

    Gli aveva dato cinque minuti per prepararsi.

    Lui se ne prese dieci.

    Charli Chambers non era la classica assistente personale che di solito sceglieva suo nonno.

    Certo, era stato via per almeno dieci anni, ma Pop – era così che chiamava suo nonno – aveva sempre avuto delle dipendenti posate, sottomesse, donne che indossavano scialbi completi grigi. Le classiche leccapiedi che non avrebbero osato aprir bocca in presenza dell’imprenditore musicale più potente d’Australia.

    Charli Chambers era molto lontana da quello stereotipo.

    La gonna le fasciava quel sedere fatto per essere afferrato dalla mano di un uomo, la giacca aderente metteva in risalto la vita sottile e la profonda scollatura della camicia bianca evidenziava un davanzale davvero niente male.

    E quelle gambe lunghissime... Polpacci torniti, caviglie sottili, le dita dei piedi con lo smalto argento che facevano capolino dai sandali firmati con la punta aperta... Già, era un feticista delle gambe e orgoglioso di esserlo.

    Ma non erano il vestito firmato o le scarpe sexy che lo avevano sorpreso, quanto il suo atteggiamento altezzoso. Come se il suo tono critico non fosse stato già abbastanza fastidioso, lo aveva guardato come se Luca avesse rubato tutti i suoi CD preferiti.

    Charli non si fidava di lui.

    Conosceva bene quello sguardo: era lo stesso che aveva cercato di evitare fin dalla più tenera età, quando aveva imparato in fretta a non fidarsi di nessuno, nemmeno della sua cosiddetta famiglia.

    Non era lei a doverlo guardare con diffidenza, doveva essere il contrario. Aveva cercato su Google la protégée di Pop e quello che aveva trovato gli aveva fatto rizzare i capelli per il sospetto.

    Si era aspettato di trovare una vaga menzione di lei in un qualsiasi articolo di giornale collegato a Pop. Quello che aveva scoperto era una marea di foto: Charli a braccetto con Pop a una qualche festa di beneficenza, Charli a cena con Pop a un’infinità di balli di raccolta fondi, Charli che accompagnava Pop durante i suoi viaggi di piacere.

    Ovunque Pop andasse, lei lo seguiva come un’ombra, e questo fece subito suonare un campanello d’allarme. Luca sapeva bene cosa volesse dire avere intorno gente che lo adulava solo perché aveva dei soldi, e se Charli credeva di potersi approfittare di Pop...

    Il suo sorriso svanì. Forse non era stato molto vicino a Pop, ma gli doveva qualcosa, e aveva imparato l’importanza di pagare i propri debiti. Anche se questo voleva dire proteggere Pop dalle profittatrici camuffate da assistenti personali.

    Allontanatosi dal lavandino, aprì la porta.

    Aveva concesso a Pop quindici giorni. Due settimane in cui avrebbe gestito i finanziamenti per il tour di qualche attempata rock star prima di tornarsene a Londra.

    E prima di ripartire aveva tutta l’intenzione di studiare da vicino Miss Stronzetta Boriosa.

    Charli diede un’occhiata al Tag Heuer d’oro che Hector le aveva regalato per il suo ventunesimo compleanno, imprecò sottovoce e guardò la porta del bagno, pronta ad aprirla a calci.

    Portarsi dietro Luca Petrelli durante il tour era già abbastanza penoso. Poi lui aveva aperto la porta con addosso quel dannato asciugamano e i suoi dubbi erano schizzati nella stratosfera.

    Il tizio era presuntuoso, arrogante e irritante.

    E non dimenticare sexy, sussurrò una vocina fastidiosa dentro la sua testa.

    Come se le servisse un promemoria. L’immagine di quell’ampio torace abbronzato era impressa nella sua mente come le password di tutti i conti correnti di Hector.

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