Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Nozze con ricatto: Harmony Collezione
Nozze con ricatto: Harmony Collezione
Nozze con ricatto: Harmony Collezione
E-book159 pagine3 ore

Nozze con ricatto: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Il suo fondo fiduciario si sta assottigliando sempre più e se vuole mantenere il tenore di vita a cui è abituata, a Jade Sommerville rimane una sola cosa da fare: costringere il famoso Nic Sabbatini a sposarla.

Nic, il minore dei fratelli Sabbatini, non è abituato a sentirsi dare ordini e non reagisce bene agli ultimatum, soprattutto a quelli che emergono dal testamento di suo nonno! Così, quando la bellissima e testarda Jade entra nel suo ufficio annunciando a tutto il mondo le loro imminenti nozze, Nic si rende conto di avere trovato una degna avversaria. Ha già respinto Jade una volta in passato. Riuscirà a resistere anche a questo assalto?
LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2017
ISBN9788858974544
Nozze con ricatto: Harmony Collezione
Autore

Melanie Milburne

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Melanie Milburne

Autori correlati

Correlato a Nozze con ricatto

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Nozze con ricatto

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Nozze con ricatto - Melanie Milburne

    successivo.

    1

    «C'è una certa Jade Sommerville che vuole vederla, signor Sabbatini» lo informò Gina, la segretaria, portandogli il caffè del mattino. «Ha detto che non lascerà l'edificio finché non accetterà di parlarle.»

    Nic continuò a scorrere l'elenco di proprietà immobiliari sul monitor del computer. «Le dica di prendere appuntamento come tutti gli altri» rispose, sorridendo fra sé e sé mentre pensava a Jade che camminava avanti e indietro per l'atrio. Era proprio nel suo stile: arrivare d'impulso a Roma, pretendere di essere ricevuta e fare la prepotente come se avesse un diritto innato a tutto ciò che voleva.

    «Credo che parli seriamente» continuò Gina. «In realtà, credo...»

    La porta si aprì con un tonfo, sbattendo contro la parete. «Per favore, ci lasci soli, Gina» proferì Jade con un sorriso artificiale. «Io e Nic abbiamo delle faccende personali di cui discutere.»

    Gina rivolse uno sguardo preoccupato a Nic.

    «È tutto a posto, Gina» la rassicurò lui. «Non ci vorrà molto. Prenda le mie chiamate e si assicuri che nessuno c'interrompa.»

    «Sì, signor Sabbatini.» La segretaria uscì e chiuse adagio la porta.

    Nic s'appoggiò allo schienale della poltrona e osservò la virago dai capelli neri che aveva davanti. Gli occhi verdi lampeggiavano di collera e le guance color alabastro erano in fiamme. Teneva i pugni chiusi sui fianchi e il seno, che Nic ammirava segretamente da quando lei aveva sedici anni, si sollevava con il ritmo furioso del respiro. «Allora, che cosa ti porta dalle mie parti, Jade?» le chiese con un sorriso indolente.

    Lei socchiuse gli occhi da gatta. «Bastardo!» sbottò. «Scommetto che l'hai convinto tu, vero? È proprio il genere di cose subdole che faresti.»

    Nic aggrottò un sopracciglio. «Non so di che cosa parli. Convinto a cosa?»

    Lei andò a piazzarsi di fronte alla scrivania, sbattendo le mani sul ripiano di legno e squadrandolo. «Mio padre ha sospeso il mio assegno» rispose. «Ha annullato il mio fondo fiduciario. Non mi darà un altro penny. Ed è tutta colpa tua.»

    Per un momento Nic si concesse il lusso di ammirare quella vista deliziosa. Il solco vellutato fra i seni non era mai stato così vicino, a parte la sera della festa del suo sedicesimo compleanno. Inalò una zaffata del suo profumo esotico, un'allettante combinazione di gelsomino, fiori d'arancio e qualcos'altro che non riusciva a definire, ma che di certo le si addiceva. Riportò lo sguardo su quegli occhi fiammeggianti.

    «Posso avere molte colpe, Jade, ma non puoi addebitarmi questa» ribatté. «Non parlo con tuo padre da anni.»

    «Non ti credo.»

    Jade si raddrizzò e si mise a braccia conserte, ma questo gli offrì una vista ancora migliore di quel seno splendido. Provò la stessa eccitazione che gli causava sempre la sua vicinanza. E questo lo irritava più di qualunque altra cosa. Non era contrario all'avventura di una notte, ma qualcosa in Jade lo rendeva riluttante a portarsela a letto, anche per breve tempo. Lei emanava sensualità da tutti i pori, ma era nota per la sua promiscuità sessuale. Solo di recente la stampa aveva parlato del suo comportamento scandaloso. Correva voce che avesse adescato un uomo sposato, allontanandolo dalla moglie e dalla famiglia. Nic si chiese quanti uomini avessero avuto il piacere di possederla... o era stata lei a possedere loro? Era una strega, dopotutto, e niente la eccitava quanto dominare la scena.

    «Ebbene?» domandò lei, mettendo le mani sui fianchi in un chiaro atteggiamento combattivo. «Non dici niente?»

    Nic afferrò una penna d'oro dalla scrivania e la fece scattare un paio di volte. «Che cosa vuoi che ti dica?»

    Lei sbuffò furiosa. «Sei ottuso di proposito? Sai bene che cosa dobbiamo fare, lo sai da mesi. Ora ci restano solo trenta giorni per prendere una decisione, o perderemo il denaro.»

    Una collera fin troppo familiare serrò ogni vertebra della spina dorsale di Nic come una chiave inglese per quello che il defunto nonno aveva incluso nel testamento. Aveva trascorso gli ultimi mesi cercando una via d'uscita. Aveva consultato esperti legali, ma inutilmente. Il testamento del vecchio era inoppugnabile. Se Nic non avesse sposato Jade Sommerville entro il primo di maggio, un terzo dei beni dei Sabbatini se ne sarebbe andato per sempre. Ma un mese era un mese e non avrebbe permesso che Jade lo abbindolasse, inducendolo a fare le cose a modo suo. Se doveva sposarla, ed era assai probabile che l'avrebbe fatto, voleva che fosse alle proprie condizioni.

    «Allora» replicò indolentemente, dondolandosi sulla poltrona e facendo scattare più volte la penna. «Vuoi che diventi tuo marito, Jade?»

    Lei lo guardò come una gatta selvatica. «Tecnicamente, no. Ma voglio quel denaro. Era stato lasciato a me e non m'importa se dovrò sostenere una difficile prova per ottenerlo. Nessuno potrà fermarmi.»

    Nic sorrise pigramente. «Per come la vedo io, cara, sono l'unico che può fermarti.»

    Per tutta risposta Jade girò intorno alla scrivania, afferrò lo schienale della poltrona accanto alla spalla sinistra di Nic e lo fece ruotare in modo che la guardasse in faccia. Rimase ferma fra le sue cosce aperte, con l'alito caldo profumato di vaniglia che gli soffiava sul viso mentre lo colpiva al petto con un dito dalle unghie ben curate. Lui non era mai stato così eccitato in vita sua.

    «Tu mi sposerai, Nic Sabbatini.» Proferì ogni parola come se sputasse pallottole.

    Lui storse il labbro, sostenendo il lampo verde dei suoi occhi. «Altrimenti?» domandò.

    Jade sgranò gli occhi, poi si umettò le labbra, facendole brillare, e il movimento della sua lingua gli fece pulsare il sangue nelle vene.

    Nic le afferrò la mano prima che potesse allontanarsi, cingendole il polso con le dita. «Stai affrontando la cosa nel modo sbagliato, Jade» l'ammonì, attirandola più vicina fra le cosce. «Perché non usi un po' del fascino sensuale per cui sei nota invece di assalirmi come una gatta con le spalle al muro? Chissà mai cosa potresti convincermi a fare...»

    Serrando le labbra, lei lo guardò con occhi colmi di sdegno. «Lasciami andare» protestò a denti stretti.

    «Non è quello che dicevi quando avevi sedici anni» le rammentò lui.

    Jade arrossì, uno strano contrasto con la sua risposta tagliente. «Hai perso la tua occasione. Il tuo amico si è portato a casa il premio. Non è stato il migliore che abbia avuto, ma almeno è stato il primo.»

    Nic cercò di controllare il respiro, spegnendo la collera ardente con l'acqua gelida del buonsenso. Lei lo mandava volutamente su tutte le furie. Era quello che sapeva fare meglio. Lo faceva da quando la conosceva. Era una sgualdrina che usava il sesso per ottenere ciò che voleva.

    Tanti anni prima aveva fatto la cosa giusta, respingendo le sue avances, vedendola per quello che era: una ragazzina immatura in cerca di attenzioni. Le aveva fatto una predica sul suo comportamento, ma lei aveva ignorato il suo avvertimento, seducendo di proposito uno dei suoi migliori amici per dargli una lezione. Questo aveva distrutto l'amicizia con il compagno e qualunque rispetto avesse nutrito per Jade.

    Era stato pronto a concederle un'opportunità, ma sembrava che lei fosse sulla stessa strada di autodistruzione seguita dalla madre prima della morte, quando Jade era una bambina.

    «Dai a me la colpa se tuo padre ha annullato il tuo assegno mensile, ma non pensi che potrebbe avere qualcosa a che fare con la tua recente relazione con Richard McCormack?» le chiese.

    Jade liberò il polso dalla sua stretta, massaggiandolo. «È stata solo una montatura della stampa» spiegò. «Lui ci ha provato, ma non ero interessata.»

    Nic sbuffò.

    «Mi sembra che tu sia sempre interessata. Sei la fantasia di ogni uomo. La ragazza sfrenata che farebbe qualunque cosa pur di essere al centro dell'attenzione.»

    In risposta, Jade gli lanciò un'occhiata maliziosa. «E proprio tu ti sentiresti in diritto di criticarmi, quando hai avuto più donne di qualunque altro uomo che io conosca?»

    Nic le sorrise con arroganza, perché sapeva che l'avrebbe infiammata. «Sì, so bene che è ipocrita da parte mia, ma è così. I due metri di giudizio diversi esistono ancora, nonostante i tempi liberi da falsi moralismi. Nessun uomo vuole come moglie una sgualdrina.»

    «Quindi volterai le spalle alla tua eredità?» gli domandò Jade, sbalordita.

    Nic scrollò le spalle. «È solo denaro.»

    «Ma è una fortuna!» esclamò lei, sgranando gli occhi.

    «Sono già ricco» ribatté Nic, divertendosi a osservare il miscuglio di emozioni che Jade cercava chiaramente di nascondere. «Posso guadagnare il doppio in un paio d'anni se m'impegno.»

    Il cipiglio di Jade s'intensificò. «Ma i tuoi fratelli? Le azioni di Giorgio e di Luca della società non saranno a rischio se le tue verranno date a una terza parte sconosciuta?»

    Il volto di Nic divenne una maschera. «Se succederà, non sarà di certo per colpa mia. Non è quello che avrei voluto, ma non posso scendere a compromessi con i miei principi per adeguarmi ai capricci di un vecchio.»

    Questa volta lei non si preoccupò di nascondere la propria indignazione. «Ma non riguarda solo te! Riguarda anche me! Ho bisogno di quel denaro.»

    Nic s'appoggiò di nuovo allo schienale le caviglie. «Allora vai a cercarti un lavoro» rispose. «È quello che fanno altre persone che non sono nate nella ricchezza. Potrebbe perfino piacerti. Sicuramente sarà un cambiamento dal farti curare le unghie e i capelli.»

    Jade lo fulminò con lo sguardo. «Non voglio un lavoro. Voglio quel denaro perché me l'ha dato tuo nonno, il mio padrino. Voleva che l'avessi. Prima di morire mi ha detto che ci sarebbe sempre stato per me.»

    «Sono d'accordo sul fatto che voleva che avessi il denaro» ribatté Nic. «Aveva un debole per te. Lo sa Dio perché, considerato il tuo pessimo comportamento, ma era così. Però voleva anche costringermi a fare le cose a modo suo e questo non lo tollero.»

    Serrando le labbra, Jade si voltò e incominciò a camminare avanti e indietro. Nic la osservò dalla poltrona. Era agitata, e giustamente. Senza il generoso assegno del padre, non aveva un soldo. Sapeva che non aveva risparmi. Viveva con le carte di credito, aspettandosi che il padre le saldasse di mese in mese. Non aveva mai lavorato in vita sua. Non aveva nemmeno terminato gli studi. Era stata espulsa da tre prestigiose scuole private, poi si era ritirata dalla quarta subito dopo l'iscrizione. Era un vero problema con la P maiuscola.

    Jade si voltò e si piazzò di nuovo davanti a lui. I suoi grandi occhi verdi divennero imploranti.

    «Per favore, Nic» mormorò. «Per favore, fallo per me. Ti prego.»

    Lui inspirò a fondo. In quello stato d'animo, era affascinante e pericolosa. Sentiva i tentacoli della tentazione che cercavano d'intrappolarlo. Sentiva che la propria risolutezza si stava sciogliendo come cera sotto una raffica di calore.

    Un anno di matrimonio.

    Dodici mesi, vivendo insieme come marito e moglie per garantirsi una fortuna. Grazie al cielo la stampa non sapeva ancora niente delle clausole del testamento, e Nic era deciso a mantenere così le cose. Sarebbe stato il colmo della vergogna se si fosse saputo che era stato condotto all'altare con il cappio al collo, messogli dal nonno.

    Ma Jade aveva ragione. Era una fortuna, e sebbene fosse certo di poterla guadagnare da solo con il tempo, lo preoccupava parecchio l'idea di un terzo azionista. Fino a quel momento i suoi fratelli erano stati comprensivi. Non gli avevano fatto alcuna pressione, ma lui sapeva bene che Giorgio, il direttore finanziario, non dormiva sonni tranquilli anche a causa della crescente instabilità economica in Europa.

    Nic sapeva che era l'occasione di dimostrare alla famiglia e alla stampa che non era un playboy insensato come tutti lo dipingevano. Poteva fare quell'unico sacrificio per garantire la ricchezza della società,

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1