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La seduttrice (eLit): eLit
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E-book147 pagine1 ora

La seduttrice (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Lei lo incanta con lo sguardo e lui non riesce a resistere.

Samantha deve sposarsi se vuole salvare suo padre dalla bancarotta, ma prima decide di concedersi una vacanza all'insegna della passione più sfrenata. Per una settimana si calerà corpo e cervello nel ruolo di seduttrice. La sua prima preda? Quel barista, fisico atletico e viso malizioso, sembra fare proprio al caso suo.
LinguaItaliano
Data di uscita30 ott 2017
ISBN9788858978276
La seduttrice (eLit): eLit
Autore

Carly Phillips

Dopo gli studi, ha iniziato la carriera di avvocato, ma ha capito subito che amava la teoria e non la pratica. Così si è dedicata all'altra sua grande passione, la scrittura, e ha avuto subito successo.

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    Anteprima del libro

    La seduttrice (eLit) - Carly Phillips

    successivo.

    1

    L'AUTO ERA in panne. Samantha Reed scese da quella che la società di autonoleggio le aveva presentato come il loro veicolo di lusso di medie dimensioni, senza nemmeno prendersi la briga di provare un'ultima volta l'accensione. Quel suono stridulo finale non le aveva lasciato dubbi. Per quanto poco gradisse abbandonare la macchina in pieno deserto, non aveva scelta.

    Inspirando a fondo, si guardò alle spalle. La macchina era certo più comoda, ma era ormai chiaro che non si sarebbe mossa da lì. Il sole dell'Arizona stava scendendo dietro le montagne e presto l'oscurità avrebbe avvolto ogni cosa.

    Se ciò che l'aspettava era un matrimonio arido come quel deserto dimenticato da Dio, era sua intenzione approfittare al massimo del tempo che le restava. La settimana seguente, si sarebbe incontrata con il suo fidanzato a un congresso sulla gestione del rischio e del profitto negli investimenti finanziari in una delle località più esclusive dell'Arizona. In fondo, era il minimo che si meritava, considerando che stava per sacrificare la sua vita, rinunciando alla sua felicità futura per suo padre. Dopo avere obbedito per anni, recitando la parte della figlia devota, adesso era arrivata al punto di accettare di sposarsi con un uomo che non amava. Un uomo che aveva quasi quindici anni più di lei. Un uomo che conosceva appena.

    Scese dall'auto, dondolandosi sulle scarpe dal tacco alto in stile anni Settanta e si lisciò la minigonna. Si guardò intorno nel vuoto totale. Di certo, il futuro non avrebbe potuto riservarle niente di peggio di quella desolazione.

    Fra un mese, avrebbe detto addio ai suoi sogni di amore eterno. Ma voleva almeno dei ricordi che la tenessero calda nelle fredde notti che aveva davanti a sé. Non avrebbe mai provato quel genere di amore che aveva tenuto uniti i genitori e che escludeva tutto il resto... persino la loro unica figlia. Ma prima di presentarsi all'altare, avrebbe potuto sperimentare la passione. Solo ora, quando era troppo tardi per cambiare le cose, Samantha si rendeva conto di avere passato gli ultimi ventinove anni impegnata in una specie di missione: compiacere sempre i genitori per conquistare il loro amore. Un inutile esercizio. A modo loro, le avevano voluto bene, solo che a lei non era bastato. E nel tentativo di avere di più, aveva dato in cambio tutto ciò che aveva.

    Solo quando aveva promesso alla madre morente che avrebbe badato lei al padre, si era sentita, per la prima volta in vita sua, parte di una famiglia. La madre si era rivolta a lei e Samantha le aveva dato la sua parola incondizionata. Solo che non aveva certo immaginato quanto una promessa avrebbe potuto cambiarle la vita. Il padre, agente di cambio di successo, aveva subito un rovescio finanziario. Da vedovo afflitto aveva cominciato a trascurare il lavoro e poi, per recuperare, aveva consigliato ai clienti investimenti rischiosi nella speranza di rapidi guadagni. Ma le cose non erano andate come previsto e, a peggiorare la situazione, il padre aveva investito anche il capitale personale, finendo in una spirale di debiti tale da vedere il proprio futuro pericolosamente minacciato. E visto che lei era in grado di salvarlo, lo avrebbe fatto.

    Tom, il suo nuovo capo, uno che acquisiva pacchetti di maggioranza e rilevava società sull'orlo del fallimento, nonché amico del padre con cui giocava a golf, le aveva offerto una soluzione. O meglio, un'esca. Sposandolo, avrebbe permesso al padre di pagare i suoi creditori senza dover dichiarare bancarotta. Che poi fosse capace di ricominciare da capo, quella era tutta un'altra faccenda. Gli aveva già offerto i suoi risparmi, ma sarebbero stati solo una goccia in mezzo al mare. Per quella ragione le era stato difficile rifiutare la proposta di Tom.

    Proteggendosi gli occhi con la mano, perlustrò con lo sguardo il lungo tratto di autostrada. Sempre che si potesse considerare Bloody Basin Road un'autostrada.

    Si levò una leggera brezza che le provocò la pelle d'oca sulle braccia, le gambe e la schiena. Allungando il passo, si sforzò di soffocare il rimorso e il senso di colpa che provava ogni volta che pensava al suo piano. Una volta sposata con Tom, sarebbe stata la moglie fedele che lui si aspettava, ma adesso era ancora libera. Quella settimana doveva sostituire la luna di miele che non avrebbe mai vissuto.

    Quando finalmente vide le prime luci in lontananza, aveva ormai i piedi gonfi, la gola riarsa e, probabilmente, le guance rigate di lacrime. A quel punto, avrebbe dato il suo corpo al primo uomo che le avesse offerto un posto a sedere, una spalla su cui piangere e una bibita fredda. Non necessariamente in quell'ordine.

    «Ehi, Mac, di nuovo in visita nei bassifondi?»

    Ryan Mackenzie, detto Mac, pulì con uno straccio umido il vecchio bancone di legno. «Lo sapete che non riesco a stare lontano da qui» replicò rivolto verso il tavolo di vecchi cowboy che frequentavano abitualmente l'Hungry Bear.

    «Non riesco a credere che tu preferisca questo buco a quel bell'albergo che possiedi.»

    Mac guardò le pareti dai pannelli consumati, i quadri storti, il biliardo nell'angolo e il bersaglio delle freccette sul retro. Inspirò l'odore di una miscela di nachos, tabacco e birra. «Credici.»

    «Dagli un attimo di tregua» intervenne uno degli uomini seduti al tavolo. «Sarà anche ricco adesso, ma non è uno che dimentica le sue radici.»

    «E le mie sono conficcate nella tua stessa terra, Zee.» Mac ricordò la piccola fattoria in cui era cresciuto e quella quasi identica accanto. Lui e Kate, sua sorella, si sentivano a casa loro in tutte e due, grazie soprattutto all'affetto e al senso dell'umorismo dell'anziano che ora era seduto nell'angolo del bar.

    Zee sorrise. «Solo che la tua terra adesso è più ricca, Mackenzie.»

    Quella battuta provocò una risata generale.

    «Allora, che cosa ci fai qui? Problemi di donne?» chiese uno del terzetto.

    «Non io. È Bear che ha dei problemi» ribatté Mac, riferendosi al figlio di Zee, il suo migliore amico nonché proprietario della taverna. Prese un bicchiere bagnato e cominciò ad asciugarlo. «Sai che è corso dietro alla sua donna. Per questo mi sono offerto di sostituirlo dietro il bancone del bar.»

    «Speriamo che questa volta riesca a prenderla. Tu ci servi solo roba annacquata.»

    «Dopo questa battuta, il prossimo whisky ti costerà il doppio» borbottò Mac.

    «Decisamente problemi di donne» commentò un altro.

    Mac lo ignorò. Ci sarebbe voluta una ragazza speciale per incastrarlo e non l'aveva ancora incontrata. Guardò Zee e ricordò il suo matrimonio felice, così come lo era stato quello dei suoi genitori. E, non per la prima volta, si chiese se non gli avessero dato una percezione idealizzata di quella che sarebbe dovuta essere la vita familiare. Erano pochi i rapporti che reggevano il confronto e ancor meno le donne che rispettavano quegli stessi valori che erano stati alla base di entrambe le famiglie.

    Tuttavia, non poteva negare che la vita all'albergo fosse fatta di solitudine e che cominciasse a pesargli. Una risata attirò la sua attenzione e guardò l'orologio. Presto sarebbero arrivati i clienti più giovani. Passava abbastanza tempo al bar di Bear da sapere che gli uomini non vedevano l'ora che arrivasse il momento tanto atteso. Il giovedì era la serata delle signore e gli ottantenni si esaltavano ad ammirare le bellezze più giovani.

    «Se fossi al tuo posto, mi divertirei con una di quelle conigliette che lavorano al tuo albergo invece di servire da bere a dei vecchi ruderi come noi.»

    «Tu non sei me, Earl.» Quelle conigliette non desideravano altro che abbronzarsi al sole e accalappiare un marito ricco. E chi aveva già un marito, veniva al Resort per godersi una breve avventura.

    Mac non solo era stufo di assistere ai loro soliti trucchi, ma anche di essere lui stesso il loro bersaglio preferito. Per questo sostituire di tanto in tanto Bear rappresentava la fuga ideale.

    «Un altro giro, Mac» gridò Zee.

    Lui lanciò un'occhiata al loro tavolo. «Ma se non avete ancora finito il primo.»

    Zee guardò fuori dalla finestra. «Pare che ne stia arrivando una» osservò battendo le mani. «Sta salendo le scale adesso.»

    Mac conosceva Zee abbastanza da sapere che stava scherzando. Sin dalla morte del padre, avvenuta quasi dodici anni prima, il vecchio era stato una figura paterna per i ragazzi Mackenzie, lui e sua sorella Kate. Perciò capiva la solitudine che lo spingeva a comportarsi un po' follemente, alla ricerca di divertimento, e l'intelligenza e l'umorismo rivelati dai suoi occhi penetranti.

    Ma quello non significava che gli avrebbe permesso di molestare un'inattesa cliente. «Lasciatela in pace, ragazzi.»

    «Come sei noioso, Mackenzie» si lamentarono gli uomini in coro, proprio nel momento in cui la porta si spalancava per lasciare entrare una donna in uno stato pietoso.

    Era una signora... sotto gli strati di polvere che il deserto si era divertito a soffiarle addosso. Con i capelli rossi che le ricadevano sulle spalle in modo disordinato, entrò a piedi scalzi facendo dondolare le scarpe dalle dita.

    Una rapida occhiata e anni di esperienza gli dissero che la sua gonna di seta era firmata, e mostrava una notevole quantità di pelle nuda. La donna aveva l'aria persa e sconsolata.

    Subito fu circondata dai tre vecchi. Mac alzò gli occhi al cielo, poi girò intorno al banco. «Per l'amor di Dio, lasciatela respirare» gridò.

    Gli uomini si dispersero e Mac poté così vedere da vicino la canotta bianca che aderiva perfettamente alla morbida curva del seno. La fredda aria notturna aveva disegnato i capezzoli sotto il tessuto leggero, lasciando ben poco spazio all'immaginazione. Ebbe l'insano desiderio di scaldarla lui stesso, con la ruvida carezza delle sue mani.

    Se quella donna impolverata riusciva a eccitarlo, doveva essere passato troppo tempo dall'ultima volta che aveva fatto sesso.

    «Non sono pericolosi» la rassicurò, indicando i tre uomini che le facevano spudoratamente gli occhi dolci.

    «Grazie lo stesso» rispose lei con voce roca, probabilmente per via della polvere ingoiata. «Mi si è rotta la macchina» spiegò.

    «Si accomodi, le porterò qualcosa di freddo da bere» disse lui. «Così si rinfrescherà la gola. Poi potrà confidarsi con un barista gentile e disponibile.» Avrebbe dovuto trovare una felpa per scaldarla e coprire le sue grazie, o sarebbe stato fin troppo disponibile, pensò lasciandosi sfuggire un sospiro.

    La donna alzò lo sguardo e vide che l'uomo le stava fissando le forme generose del petto. Arrossì e incrociò le braccia per bloccargli la visuale. Il suo sorriso impacciato lo disarmò e, notando i suoi occhi, Mac provò un tuffo al cuore. Non aveva mai visto un colore tanto incredibile, una combinazione unica di

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