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Vittoria in campo (eLit): eLit
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E-book150 pagine2 ore

Vittoria in campo (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Samantha è sempre stata contraria agli appuntamenti al buio. Ma questa volta, a sentire la sua amica Lorissa, il tipo in questione vale pienamente il rischio. E infatti l'uomo che bussa alla sua porta è un vero diavolo tentatore col quale, però, potrebbe vincere un premio per il paradiso.
LinguaItaliano
Data di uscita31 lug 2017
ISBN9788858972991
Vittoria in campo (eLit): eLit
Autore

Jill Shalvis

JILL SHALVIS è una scrittrice che ha fatto del rosa malizioso e seducente la sua bandiera. Donna eclettica e vivace, sa dimostrarlo pienamente in ogni suo libro.

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    Anteprima del libro

    Vittoria in campo (eLit) - Jill Shalvis

    successivo.

    1

    Samantha O'Ryan era rimasta a osservare per ore splendidi esemplari maschi mezzi nudi e bagnati nei panni di insegnante di surf. Si erano offerti di pagarla, ma onestamente il maggior guadagno lo aveva ottenuto lei: stare a mollo nell'acqua sulla sua amata tavola.

    Dopo aver terminato di dare qualche dritta agli studenti del college, percorse tutta la spiaggia e salì le scalette per entrare nel suo bar all'aperto, dove si dedicava alla sua seconda passione: creare panini fantasiosi e dai gusti esotici.

    Mentre serviva i clienti, si rese conto di non avere programmi dopo il lavoro, il tipo di serata che preferiva. I vantaggi di essere una donna libera…

    «Hai venduto tutto.» Lorissa Barrett, la sua migliore amica e cameriera part-time al Wild Cherries, parve stupita mentre ispezionava le vetrine vuote accanto al registratore di cassa. «Be', eccetto i brownie. Sei negata con quelli.»

    «Ehi, grazie.»

    Ma Lorissa aveva ragione. Riusciva a creare i panini più originali con estrema facilità e a preparare i dolci più squisiti del pianeta, ma con i brownie faceva immancabilmente cilecca. Sapeva perché, solo che non le andava di pensarci.

    «Scusa.» Con aria tutt'altro che contrita, l'amica si appoggiò al bancone e sospirò. «Avrei un favorino da chiederti.»

    «Passo.» Faceva caldo, quel giorno, e Sam si terse la fronte, poi spolverò le vetrine.

    «Non puoi rifiutare un favore quando non sai neanche di che cosa si tratta.» Lorissa buttò indietro i lunghi riccioli ribelli e spinse in fuori il labbro inferiore, pieno e iperbrillante, in un broncio che sortiva effetti sorprendenti sugli uomini, ma non su Sam.

    «Eccome se posso. L'ho appena fatto.» Sam uscì fuori da dietro il bancone per pulire i tavolini di plastica rosso vivo, chiudendo gli ombrelloni a strisce rosse e bianche e guardando il sole scomparire adagio nell'Oceano Pacifico. «Quando chiedi un favore con un tono da funerale, non mi sognerei di pensarci due volte.» Sam allungò i muscoli del collo e della schiena. Le ci voleva una bella nuotata più tardi, soprattutto in mancanza di un uomo.

    «Potresti almeno lasciare che ti dica di cosa si tratta.»

    «Non voglio un appuntamento al buio» dichiarò Sam con enfasi.

    Lorissa roteò gli occhi, stupita. «Il modo in cui mi leggi nel pensiero mi fa davvero accapponare la pelle.»

    «Non ci vuole uno strizzacervelli. Hai una nuova avventura focosa con quel riccone di Cole e lui continua a chiederti di sistemare i suoi amici con le tue amiche.»

    «Mi spiace. Succede perché sei la mia migliorissima amica.»

    «Le moine non ti porteranno da nessuna parte.» Sam passò al cortile interno coperto e controllò i tavolini. Tutti puliti. «Sai che sono stata fin troppo paziente con tutti quei terrificanti appuntamenti al buio che mi hai organizzato nel corso degli anni. Non mi interessa provarne un altro.»

    «Non sono stati tutti terrificanti

    «Ho due parole per te: Toe Guy.»

    «Okay, quello ha una spiegazione. Mi ero dimenticata della tua bislacca mania dei piedi, e come potevo sapere del suo incidente con il tosaerba?»

    «Non voglio uscire con nessuno, stasera.»

    «Bene, perché sarebbe per domani sera.»

    Sam tornò in cucina e si guardò attorno, pulendo mentre passava. Tutto quello che voleva in quel momento era spegnere le luci e andare a farsi un giretto in macchina, oppure semplicemente salire nel suo bell'appartamentino al piano di sopra. «Ho da fare domani sera.»

    «Ti prego, Sam. Un solo appuntamento, non chiedo altro.» Lorissa sbatté le lunghe ciglia sopra gli occhi color caramello chiaro. «Cole mi ha giurato che questo tizio è ricco.»

    «Eppure non riesce a trovarsi una ragazza.» Sam premette gli interruttori e la zona principale del caffè si oscurò. Chiuse a chiave il cucinino e tirò la saracinesca retrattile tutt'intorno al cortile. «Perché, qualcosa non quadra?»

    «Ascolta.» Lorissa si premette le dita sulle tempie, chiudendo gli occhi per un secondo. Quando li riaprì, erano colmi di emozione. «Questo mi piace davvero, Sammie.»

    Lei scrutò da vicino l'amica. La conosceva da circa vent'anni, ossia dall'asilo. Insieme ne avevano viste di tutti i colori, dal brutto divorzio dei genitori di Lorissa al suicidio di sua madre quando avevano dodici anni, passando per l'overdose di una cara amica all'età di tredici anni e la morte dei genitori di Sam in un incidente stradale, la sera della festa di diploma di terza media.

    Erano sopravvissute, ciascuna a proprio modo. Lorissa era rimasta con il padre e la sua nuova moglie, tentando di frequentare il college a San Diego per poi decidere che non era tagliata per lo studio. Adesso disegnava caricature sulla spiaggia ed era abbastanza in gamba da guadagnarsi da vivere a sufficienza nelle fiere dell'artigianato locale di Malibù, durante il fine settimana. Arrotondava quegli incassi lavorando come cameriera al Wild Cherries durante gli altri giorni, quando non era presa dal surf.

    Riguardo a Sam, era andata a vivere con Red, il fratello tutto mare e spiaggia di sua madre, che però non aveva idea di cosa fare con una bimbetta afflitta, né tanto meno di come superare il dolore legato a quella tragica situazione. L'incidente in cui erano rimasti uccisi i suoi genitori lo aveva causato suo padre e anni dopo, una volta che le acque si furono calmate, Sam ricevette persino dei soldi. Aveva già cominciato a lavorare nel locale di Red, il Wild Cherries, e si era fatta il suo gruppo di amici. Andava a fare surf la mattina e lavorava per quello strampalato di suo zio il pomeriggio… una scelta professionale semplice.

    Con il passare degli anni, cambiò poco e niente. Red andò in pensione e Sam fece sacrifici, risparmiò e si indebitò per comprargli il locale. Adesso, a ventisei anni, le cose andavano bene. Be', non era una che si lasciava coinvolgere a livello emotivo, ma preferiva evitarlo. Era abbastanza intelligente da non rischiare di avvicinarsi a quel pericoloso fosso che coinvolgeva i sentimenti, perché per lei significava esporsi davvero troppo.

    Come Sam, anche Lorissa aveva qualche problema a impegnarsi. Per lei, uscire con lo stesso uomo più di una volta era una rarità, e ancora di più ammettere che le piaceva davvero. «Sei sicura riguardo a questo Cole?» le chiese. «Lo sai, i ricchi sono uguali ai belli. A conti fatti, sono tutti imbecilli.»

    «Non questo.» Il sorriso di Lorissa era serio. «Ti prego, Sam. Solo una breve serata della tua vita…»

    Era scioccata dalla volontà di Lorissa di impegnarsi con Cole. «Va bene» sussurrò infine.

    Lorissa batté le palpebre e le offrì un lento sorriso rasserenato. «Davvero?»

    «Ma ti avverto, se ha i capelli finti o l'alito che puzza d'aglio, o cerca di allungare le mani, alzo i tacchi.»

    L'amica sorrise a trentadue denti. «Affare fatto.»

    Sam guardò l'oceano. Quattro o cinque surfisti ci davano dentro sulle loro tavole, un tizio correva sulla spiaggia insieme a qualche altro solitario. Per una calda serata d'agosto, a quell'ora, il posto era tranquillo. «Andiamo a farci una nuotata.»

    Lorissa controllò l'orologio, cosa rara. Di fatto, Sam non riusciva a credere che ne portasse uno. «Ho un'ora prima di vedermi con Cole.»

    «Sei in ritardo dal giorno in cui sei nata. Cos'è tutta quest'ansia di puntualità?»

    «Conoscerò i suoi genitori.»

    Sam ebbe quasi un infarto. Genitori? Suonava… vero, e all'improvviso prese quella faccenda più seriamente. «Non è passata solo una settimana?»

    «Sì, ma sembra una vita» rispose Lorissa con un sospiro sognante.

    Si avviarono verso l'acqua. «Di che cosa si occupa?»

    «Marketing.»

    «Marketing.» Molto… vago. Come al solito, aveva il bikini sotto il prendisole e se lo tolse, imitata da Lorissa.

    «Ti incanterà, vedrai.»

    Invece Sam, dentro di sé, era già pronta a odiare l'uomo che aveva catturato il cuore della sua migliore amica. Meglio per lui che la trattasse con i guanti, altrimenti…

    «Il che mi fa venire in mente che c'è una sorta di patto riguardo al tuo appuntamento.»

    «Patto?»

    «Il ragazzo è cliente di Cole, oltre che suo caro amico. L'accordo è che se tu uscirai con lui dovrai accompagnarlo a un grosso evento benefico mondano…»

    «Wow! Abito elegante?»

    «Sì. Ci si mette in tiro per le cene di beneficenza e le aste, ed è vietato parlare con la stampa.»

    «Chi è questo tizio?» Sam si immaginò un viscido uomo d'affari ipersofisticato, stile Hollywood.

    «Ricordati, è ricco

    «Fantastico!»

    «Allora, accetti le condizioni? La storia di non parlare con la stampa?» Lorissa le lanciò un'occhiata preoccupata. «Dato che non ti è mai piaciuta, non dovrebbe essere un problema per te, vero?»

    La serata che le si prospettava il giorno dopo sarebbe stata una bella prova di pazienza e di affetto verso l'amica. Un ragazzo che non aveva scelto, regole prestabilite… andava tutto contro i suoi principi, in un certo senso. «Nessun problema.»

    Il sorriso di Lorissa era smagliante. «A buon rendere.»

    «Già. Non te lo scordare.»

    E in perfetta sincronia si tuffarono dalla sabbia ancora tiepida dentro un cavallone che si avvicinava.

    La sera dopo, Sam galleggiava supina tra le onde, contemplando lo splendido sole che sfiorava l'oceano. L'aria era calda e quasi impercettibile mentre l'acqua fredda le lambiva il corpo con un massaggio lenitivo. Avrebbe potuto rimanere così per il resto della serata, senza mai stancarsi.

    «Samantha Anne O'Ryan, leva le chiappe dall'acqua!»

    Accidenti! Lorissa l'aveva trovata, e probabilmente appena in tempo per l'appuntamento. A giudicare dal volume della sua voce che sovrastava il rombo delle onde, aveva i minuti contati per prepararsi.

    Con un sospiro, si girò e cavalcò un'onda fino ad arenarsi con la tavola. Si lasciò cadere di schiena sulla sabbia, scostandosi i lunghi capelli biondi dagli occhi, poi rivolse un sorrisone a una Lorissa imbronciata. «Ciao.»

    L'amica si piazzò le mani sui fianchi e la studiò. «Io non mi diverto.»

    «Sono solo un po' in ritardo, ma mi restano ancora dieci minuti prima che venga a prendermi.»

    «È già qui.»

    «Oddio.» Sam si mise a sedere, prendendo il telo che Lorissa le lanciò. «Un compulsivo ossessivo.»

    «Gli ho dato una soda. È seduto a un tavolo.»

    «Ma ho già chiuso.»

    «Be', io ho riaperto e richiuderò quando ve ne sarete andati. Avanti, entreremo dalla porta di servizio e vedremo di tirarti un po' a lucido.»

    Sam si alzò e diede un buffetto affettuoso sulla gota di Lorissa. «Sei così carina quando fai la mamma, usi dei modi così carini…»

    «Tra poco userò anche qualcos'altro.»

    «Sì, sì, vengo.»

    Stando attente a non farsi vedere, infilarono furtive

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