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Karen (eLit): eLit
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E-book139 pagine1 ora

Karen (eLit): eLit

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Info su questo ebook

I romantici sogni d'amore che aveva cullato durante l'adolescenza sembrano destinati a restare tali per Karen, rimasta vedova troppo presto, ma le sue amiche, le Calamity Janes, cercano di convincerla a vendere il ranch e a realizzare l'aspirazione di una vita: viaggiare. Peccato che l'unico offerente sia l'enigmatico Grady Blackhawk... il peggior nemico del suo defunto marito! Forse, però, non tutti i mali vengono per nuocere! Serie "Calamity Janes" - Vol. 2

LinguaItaliano
Data di uscita30 dic 2014
ISBN9788858932919
Karen (eLit): eLit
Autore

Sherryl Woods

With her roots firmly planted in the South, Sherryl Woods has written many of her more than 100 books in that distinctive setting, whether in her home state of Virginia, her adopted state, Florida, or her much-adored South Carolina. Sherryl is best known for her ability to creating endearing small town communities and families. She is the New York Times and USA Today bestselling author of over 75 romances for Silhouette Desire and Special Edition.

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    Anteprima del libro

    Karen (eLit) - Sherryl Woods

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Courting the Enemy

    Silhouette Special Edition

    © 2001 Sherryl Woods

    Traduzione di Daniela Mento

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-291-9

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Karen sfogliò ancora una volta gli opuscoli pubblicitari sulla sua scrivania. Era stata Gina a portarglieli quella mattina al ranch, insieme ai biscotti appena sfornati del suo ristorante. Ma ognuna delle sue amiche gliene spediva qualcuno di tanto in tanto, da quando suo marito Caleb era morto sei mesi prima.

    Erano opuscoli illustrati delle agenzie di viaggio, riguardavano soprattutto Londra, l’Italia e Parigi, i luoghi che Karen aveva sempre sognato di visitare prima di sposarsi. Le sarebbe tanto piaciuto girare il mondo, vedere gente nuova.

    Viaggiare era stato il suo più grande desiderio, fin dai tempi in cui era a scuola con Cassie, Gina, Lauren ed Emma, le Calamity Janes.

    Purtroppo tutto era finito quando aveva sposato Caleb Hanson, che aveva dieci anni più di lei e viveva per il suo adorato ranch ai piedi delle montagne. Era una terra selvaggia, in una zona piuttosto isolata però bellissima. I genitori lo avevano lasciato a lui, quando si erano trasferiti in Arizona, facendogli giurare che non lo avrebbe venduto mai e per nulla al mondo.

    «Morirei se dovessi perdere il mio ranch» aveva detto a Karen più di una volta.

    Era morto lo stesso, invece, lasciandola vedova e con molti debiti da pagare.

    Mandare avanti un ranch non era semplice e soprattutto non era molto remunerativo. Caleb aveva lottato per non venderlo, faticando giorno e notte per non essere costretto ad assumere altri aiutanti oltre ad Hank e a Dooley, che erano suoi dipendenti da molto tempo. A soli trentotto anni un infarto lo aveva stroncato, portandolo via per sempre a sua moglie e alla sua bellissima terra amata con tutto il cuore.

    Karen aveva giurato a se stessa che avrebbe fatto la stessa fine di Caleb pur di non vendere il ranch. Lo doveva a suo marito. Certo era un’impresa titanica continuare da sola la lotta.

    Nei primi tempi Lauren, la Calamity Jane che era diventata diva del cinema, era rimasta al ranch ad aiutarla e a farle compagnia, ma adesso era dovuta tornare a Hollywood, alla sua carriera di attrice.

    Era la fine di gennaio, non c’era molto da fare, ma a primavera sarebbero cominciati i problemi. Hank e Dooley non sarebbero mai riusciti a sbrigare da soli quello che facevano a fatica con l’aiuto di Caleb, negli anni passati. Lei non poteva di certo sostituire Caleb, né poteva permettersi di pagare qualcun altro che li aiutasse.

    «Vendi» le ripetevano le amiche.

    E non avevano tutti i torti. Sarebbe stata la soluzione più saggia, l’unico modo di evitare la bancarotta ed essere costretta a vendere lo stesso a causa dei debiti. Eppure Karen non si sentiva di farlo, nemmeno davanti a tante difficoltà.

    Suo marito non aveva mai avuto paura di niente e di nessuno. Anche a lui avevano consigliato in molti di disfarsi di quella terra che non gli dava nemmeno quanto gli occorreva per vivere, invece lui aveva stretto i denti e lottato, anche contro gente come Grady Blackhawk, la bestia nera di suo marito. Lei ricordava ancora quanto lui lo avesse detestato, incolpandolo di tutti gli incidenti degli ultimi anni.

    Era stato Grady Blackhawk a contagiare il betiame con un virus che lo aveva quasi decimato, sosteneva Caleb. Era stato Grady Blackhawk ad appiccare il fuoco a uno dei suoi pascoli, sperando di mandarlo in rovina. Da anni quell’uomo cercava di acquistare la sua terra, senza riuscirci, offrendo cifre sempre più alte che Caleb rifiutava con diprezzo.

    Grady aveva avuto la sfrontatezza di presentarsi anche ai funerali di suo marito. Per fortuna Cole Davis, che l’anno prima era diventato il marito di Cassie, lo aveva allontanato con fermezza. Karen non avrebbe sopportato di vedere il volto del neico di Caleb anche alle sue esequie.

    Da quando suo marito non c’era più, Grady Blackhawk si era fatto vivo molte volte per chieerle di vendere il ranch. Le aveva telefonato, le aveva chiesto di incontrarla, a lei non aveva mai accettato, temendo di tradire i suoi doveri di moglie e di vedova. Eppure la tentazione di cedere era forte, ogni giorno di più.

    Guardando gli opuscoli delle agenzie di viaggio e sbocconcellando i biscotti di Gina, Karen si chiese come poteva essere Londra a gennaio. Immaginò Hyde Park sotto la neve, il Tamigi che scorreva lento, le sembrò perfino di sentire il Big Ben che batteva le ore. Amava Londra perché i suoi romanzi preferiti erano ambientati in quella città, ma aveva sempre sognato di andare in Italia per vedere i capolavori d’arte di Firenze, i canali e le gondole di Venezia. Per non parlare di Parigi, del Louvre...

    Karen era ancora immersa nelle sue fantasticherie quando qualcuno suonò alla porta. Andò ad aprire e si trovò davanti Grady Blackhawk.

    Adesso aveva superato ogni sfrontatezza, veniva addirittura a infastidirla a casa.

    «Se ne vada, signor Blackhawk!» gli ordinò esasperata.

    Lui si era tolto il capello nero, che ora teneva in mano. Era sempre vestito di nero dalla testa ai piedi, particolare che lo rendeva ancora più sinistro.

    «Signora Hanson, la prego, mi faccia entrare. Devo parlare con lei.»

    «Quante volte le devo ripetere che non ho alcuna intenzione di vendere il ranch? Non le è bastata la morte di mio marito per convincerla a lasciarmi in pace?»

    «Ho già cercato di esprimerle il mio dolore per la scomparsa prematura di suo marito. Mi dispiace che un uomo così giovane sia morto all’improvviso.»

    «Mio marito è morto di fatica, signor Blackhawk» gli ricordò Karen, «proprio perché questo ranch rimanesse di proprietà della sua famiglia. E adesso, dopo che lui ha sacrificato la sua vita, io dovrei venderlo?»

    «Capisco le sue ragioni, signora Hanson, e le rispetto. Ma vorrei che per una volta lei ascoltasse le mie. Se non riuscirò a convincerla nemmeno dopo avergliele spiegate, le prometto che non la infastidirò più.»

    Karen esitò. Non si fidava molto della promessa di Grady Blackhawk, tuttavia tanto valeva provare.

    «Va bene, si accomodi. L’avverto però, questa è l’ultima volta che le concedo un po’ del mio tempo.»

    «Non gliene ruberò molto» le assicurò lui entrando.

    Era un uomo alto, muscoloso, con la pelle piuttosto scura che testimoniava la sua discendenza pellerossa. Gli occhi erano nerissimi, come i capelli. Era un uomo affascinante e intensamente sensuale, una caratteristica che aveva fatto aumentare la diffidenza che Karen sentiva per lui. I suoi modi avevano la solennità e la sobrietà tipica dei pellerossa.

    «Questa terra un tempo apparteneva alla mia gente» esordì sedendosi sul divano.

    Karen si sedette a sua volta su una poltrona, davanti a lui, pronta ad annoiarsi sentendo raccontare le storie che sapeva a memoria a proposito dei soprusi che l’uomo bianco aveva fatto ai pellerossa. Tutto vero, non lo metteva in dubbio, ma lei che cosa c’entrava con quelle vicende che risalivano a più di un secolo e mezzo prima? I pionieri che avevano portato via con l’inganno le terre ai pellerossa non erano nemmeno i parenti di suo marito. Il padre di Caleb, infatti, aveva acquistato quel ranch da chi lo aveva abitato prima di lui, che a sua volta lo aveva rilevato da un altro. Chi aveva fatto torto a Blackhawk e ai suoi antenati era morto e sepolto da un bel pezzo.

    «Per la mia gente questa terra è sacra» continuò Grady.

    «Anche gli Hanson hanno sempre amato questa terra. Mi risulta che suo padre avesse già fatto al padre di mio marito la proposta di venderla, ottenendone un rifiuto.»

    «I pellerossa amano la terra in maniera diversa dai bianchi, signora Hanson» le fece notare Grady.

    Karen ne aveva sentito parlare, ma non aveva mai approfondito la questione.

    «I pellerossa non pensano di essere i proprietari della terra su cui vivono» le spiegò, «ma piuttosto di appartenere alla terra, che considerano come una madre. Per questo motivo la terra viene venerata come sacra.»

    Insomma, il ranch degli Hanson era stato costruito su una terra sacra, pensò Karen. Non sapeva che cosa farci, anche se capiva il punto di vista di Grady.

    Lui notò sulla scrivania gli opuscoli delle a-genzie di viaggi. «Ha in programma di partire, signora Hanson?» le chiese.

    «Mi piacerebbe viaggiare, ma

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