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Ritrovata passione: Harmony Destiny
Ritrovata passione: Harmony Destiny
Ritrovata passione: Harmony Destiny
E-book162 pagine3 ore

Ritrovata passione: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Nasira Bin Saleed si è recata a Royal per impedire al fratello di compiere un terribile errore, oltre che per prendersi tutto il tempo necessario per riflettere sul proprio matrimonio, sempre più in crisi. Quello che non aveva considerato era che Sebastian Edwards, suo marito, attraversasse l'oceano e si presentasse alla sua porta, intenzionato ad andarsene soltanto con sua mo-glie al proprio fianco.

All'improvviso, la passione che li aveva ormai abbandonati si riaccende più ardente che mai, e il loro rapporto sembra riprendere forza. Il destino ha però in serbo per loro qualcosa di inatteso, che li metterà entrambi di fronte a una difficile scelta e li costringerà a guardare in fondo al proprio cuore per prendere la giusta decisione.
LinguaItaliano
Data di uscita19 set 2017
ISBN9788858970003
Ritrovata passione: Harmony Destiny
Autore

Kristi Gold

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Ritrovata passione - Kristi Gold

    successivo.

    1

    Nasira Edwards era seduta su una poltroncina di vimini sul portico del Wild Aces, il ranch che il fratello Rafiq aveva comprato per la sua futura sposa Violet. Da lì si poteva ammirare uno splendido paesaggio. Il giardino ben curato si estendeva davanti a lei, lasciando poi il passo a vasti terreni da pascolo. Chiuse gli occhi per godersi la calda brezza di maggio. Il clima primaverile del Texas era molto diverso da quello di Londra. Era venuta a Royal, sede del Texas Cattleman's Club, per impedire a Rafe di vendicarsi dell'amico Mac per uno sbaglio che lei aveva commesso più di dieci anni prima. Era giunta fin lì per chiarire le cose e rimediare ai torti del passato, e per fortuna ci era riuscita. Eppure quelli non erano gli unici motivi che l'avevano spinta a mettersi in viaggio. Aveva sperato che quel luogo le donasse un po' di serenità, tuttavia non era stato così.

    Il dolore che provava era troppo intenso.

    Estrasse un braccialetto dalla tasca e osservò il ciondolo a forma di sonaglio per bambini. Le era stato regalato quando aveva scoperto di essere incinta. Un dono inaspettato da parte del marito, che non aveva mai accettato l'idea di diventare padre. Lei aveva visto quel gesto come un simbolo di speranza per il futuro...

    E quella speranza era andata in frantumi.

    Quasi senza rendersene conto, si accarezzò il ventre ora vuoto. Proprio come la sua vita da diversi mesi. Aveva desiderato un bambino con tutta l'anima e l'aborto spontaneo l'aveva cambiata completamente. Era strano sentire la mancanza di qualcuno che non aveva mai conosciuto. Persino Sebastian le mancava, nonostante negli ultimi tempi fosse diventato sempre più freddo e distaccato. Così lei aveva deciso di aggiungere la distanza fisica a quella emotiva per cercare di capire che cosa il destino avesse in serbo per loro.

    Udì la porta aprirsi. Era certa che il fratello fosse venuto a chiederle come si sentisse. Invece, quando si voltò, vide Mac McCallum che le sorrideva.

    «Tutto a posto?»

    Non si meritava il rispetto e la cordialità di Mac dopo ciò che gli aveva fatto. «Sì, mi sto godendo il tramonto texano.»

    «Mi pare che il sole sia tramontato da un bel po'. Mia sorella mi ha incaricato di dirti che la cena sarà in tavola tra pochi minuti.»

    Non aveva molto appetito in quei giorni. «Sono grata a Violet per l'ospitalità, ma non ho fame.»

    «Fai come vuoi, però ti avviso. Se continui così, diventerai talmente leggera che il vento ti trasporterà fino in Nuovo Messico.»

    Lei fece un sorriso esitante e si alzò in piedi. «In tal caso, dovrei mangiare qualcosa. Cenerai con noi?»

    «Non stasera. Andrea mi sta aspettando.»

    Nasira sospettava che Mac provasse dei sentimenti per la sua assistente personale. Stando a quanto diceva Violet, lui, però, non riusciva ad ammetterlo nemmeno a se stesso. «Piacere o dovere?» gli domandò.

    Mac aggrottò la fronte. «Dovere, ovviamente.»

    «Non è un po' tardi per un incontro di lavoro?»

    «Purtroppo questo è il destino di chi lavora alla McCallum Enterprises

    Seguì una pausa e lei decise di approfittare di quel silenzio per fare ammenda. Osservò le assi di legno per qualche secondo, poi sollevò lo sguardo su Mac. «Voglio scusarmi ancora una volta per ciò che è successo in passato. Credimi, i sensi di colpa non hanno mai smesso di tormentarmi.»

    Lui scrollò le spalle. «Eravamo giovani e tu stavi cercando di sfuggire a un matrimonio combinato con un uomo che aveva il doppio della tua età.»

    La sua malaugurata visita all'università di Harvard, dove un tempo studiava Rafe, aveva scatenato una serie di eventi che avevano portato il fratello sulla strada della vendetta.

    «Non avrei dovuto usarti per raggiungere i miei scopi, soprattutto quando mi infilai nel tuo letto con la speranza che mio padre mi trovasse lì. Lui diede la colpa a Rafe per non avermi protetta e ciò lo ha spinto a volerti rovinare la vita. Tremo al pensiero di ciò che sarebbe potuto succedere se non fossi intervenuta.»

    «Alla fine è andato tutto per il meglio. Rafe non ha più intenzione di continuare a comprare i terreni di Royal per farmela pagare e inoltre sposerà mia sorella. Saremo una bella famiglia felice.»

    Nasira era contenta per loro, tuttavia un peso continuava a opprimerle il petto. «Nonostante Rafe sia stato imprigionato e torturato per anni a causa mia, ha deciso di perdonarmi. Ho bisogno di sapere se anche tu intendi farlo. Capirei se non te la sentissi.»

    «L'ho già fatto, Nasira. È acqua passata. Adesso Rafe sa che non sono venuto a letto con te. E visto che sposerà mia sorella, diventeremo una grande famiglia felice.»

    Si sentì subito più sollevata, anche se il pensiero del suo matrimonio la riempiva ancora d'ansia. «Grazie mille per la comprensione.»

    «Non c'è di che. Posso chiederti una cosa?»

    «Certo.»

    Mac si passò una mano tra i capelli biondo scuro e borbottò: «Non prenderla nel modo sbagliato, tuttavia mi stavo domandando che diavolo sia passato per la testa di tuo marito quando ha deciso di lasciarti andare via».

    Le parole di Mac la misero a disagio. «È una situazione difficile e Sebastian è un uomo complesso. Siamo sposati da dieci anni e a volte mi chiedo se lo conosco davvero.»

    «Io sono sicuro che se un uomo non si rende conto di quanto vale sua moglie, allora ci sono guai in vista. Spero che capisca a cosa sta rinunciando e si faccia vivo presto.»

    Nasira si chiese se Sebastian si sarebbe mai trasformato nel tipo d'uomo disposto a combattere per salvare la propria relazione. «Apprezzo il tuo interessamento, Mac. Davvero.»

    «Figurati. Be', è ora di tornare al Double M.» Scese i gradini del portico e poi si voltò di nuovo verso di lei. «Voglio dirti un'ultima cosa. È chiaro che non hai bisogno di un altro fratello maggiore, però se hai voglia di parlare con qualcuno sai dove trovarmi.»

    Mac era un bravo ragazzo. Era da tanto tempo che Sebastian non si mostrava altrettanto comprensivo nei suoi confronti. «Grazie.»

    Lui risalì i gradini e le posò le mani sulle spalle. «Cammina a testa alta e fatti valere. Ti meriti il meglio.»

    Fino a qualche mese prima era stata certa di avere tutto ciò che si potesse desiderare dalla vita.

    «Giusto per essere chiari, Sebastian non è un uomo crudele. È solo che si controlla troppo ed è diventato sempre più distante. Ho sperato tante volte che abbassasse la guardia e mi mostrasse i suoi veri sentimenti. Ormai ho capito che non accadrà mai.»

    «Giù le mani da mia moglie, bastardo!»

    Nasira non fece in tempo a comprendere quelle parole che vide il marito sfrecciare sul portico e colpire Mac sul mento, facendolo barcollare contro la porta.

    Nell'istante in cui Mac fissò Sebastian con aria minacciosa, lei si riscosse dallo stupore e si precipitò in mezzo ai due uomini.

    «Che stai facendo, Sebastian?» esclamò.

    Lui indicò Mac. «Non permetterò a un altro uomo di palpeggiare mia moglie!»

    Nasira non l'aveva mai visto comportarsi in quel modo. Detestava la violenza ed era sconvolta dalla sua apparizione improvvisa, eppure rimase piacevolmente sorpresa da quell'atteggiamento.

    «Oh, per l'amor del cielo! Mac è soltanto un amico e non mi stava palpeggiando!»

    Mac si raddrizzò, massaggiandosi il mento. «Se non avessi una grande stima di tua moglie e di suo fratello, ti esorterei a finire ciò che hai cominciato.»

    L'altro serrò i pugni. «Ne sarei felice.»

    Nasira lo guardò negli occhi. «Smettila, Sebastian! Vi proibisco di prendervi a pugni!» Rivolse uno sguardo di scuse a Mac. «Mi dispiace per come si è comportato mio marito. Ti assicuro che di solito non è così impulsivo con gli sconosciuti. Se non ti dispiace, vorrei rimanere da sola con lui.»

    «Non c'è problema» rispose Mac, lanciando un'occhiataccia a Sebastian. «Per questa volta lascerò correre perché sei il marito di Nasira. Ti consiglio, però, di non mettermi mai più le mani addosso.»

    Sebastian si aggiustò la cravatta e fece un sorrisetto beffardo. «Se ti azzarderai a toccarla di nuovo, reagirò allo stesso modo.»

    «Prenditi cura di tua moglie e non dovrai preoccuparti di me.»

    Mac se ne andò e lei si voltò verso il marito. La aspettava una conversazione piuttosto spiacevole. «Cosa ti è saltato in mente? E che ci fai qui?»

    Sebastian contrasse i pugni. «Ho visto un uomo che toccava mia moglie e ho reagito d'istinto. Un uomo che fa parte del suo passato, per di più. E sono venuto qui per riportarti a Londra.»

    Lei fu travolta dalla rabbia. «Non c'è mai stato niente tra me e Mac! Abbiamo cercato di far credere a mio padre di essere andati a letto insieme.»

    «A me sembrava più che disponibile a fare sul serio questa volta» replicò lui.

    Nasira si rifiutò di dar credito a quei sospetti. «La tua immaginazione ti gioca brutti scherzi, allora! Non sono di tua proprietà, Sebastian. Deciderò io quando tornare a Londra. Se deciderò di tornare.»

    «Sei mia moglie. Il tuo posto è con me.»

    Almeno non le aveva detto che apparteneva a lui. A pensarci bene, non era un granché come consolazione. «Sono venuta qui per schiarirmi le idee e ripartirò soltanto quando ci sarò riuscita. Ti conviene risalire in aereo e tornare a casa. Mi farò viva io.»

    «Non me ne andrò finché non avremo risolto i nostri problemi» ribatté Sebastian.

    Era testardo come un mulo! Lo fissò a lungo e non poté fare a meno di pensare che era stupendo. Se fosse rimasto a Royal, lei si sarebbe arresa al suo fascino. Era passato troppo tempo dall'ultima volta che avevano fatto l'amore. Era stato Sebastian ad allontanarsi da lei, nonostante quella parte della relazione fosse sempre andata a gonfie vele.

    «Io rimarrò almeno fino al matrimonio di Rafe e Violet. Si svolgerà a fine mese» gli comunicò.

    «Aspetterò tutto il tempo che sarà necessario.»

    Decise di parlargli della ditta di spedizioni che dirigeva. Era l'unico modo per convincerlo a ripartire. «Hai davvero intenzione di ignorare i tuoi doveri e abbandonare la ditta?»

    «Sono il proprietario. Posso fare quello che mi pare» ribatté lui.

    Sospirò. Sapeva essere davvero seccante a volte! «Hai una risposta per tutto?»

    Lui le rivolse un sorriso seducente, lo stesso che l'aveva incantata tanti anni prima in una sala da ballo gremita di persone. Il loro incontro era stato simile a quelli descritti nei libri di fiabe. Il sorriso di Sebastian l'aveva convinta a sposarlo per sfuggire al controllo del padre. «Hai già mangiato?» le chiese.

    No. E, in effetti, si sentiva girare la testa. «Non ancora. Violet sta preparando la cena.»

    «Sono certa che capirà se deciderai di mangiare insieme a tuo marito. Possiamo continuare questa conversazione al ristorante.»

    Mentre rifletteva sul da farsi, la porta si aprì e comparve Rafe. Il fratello, alto e muscoloso, era sempre stato iperprotettivo nei suoi confronti.

    Lanciò a Sebastian uno sguardo di disapprovazione e disse: «Vedo che non hai seguito il mio consiglio, caro cognato. Non sei rimasto a Londra».

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