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E-book178 pagine5 ore

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Info su questo ebook

La prima volta di Dustin ed Erica, dieci anni fa sul sedile posteriore dell'auto di lui, era stata un disastro! Adesso Dustin vuole cancellare quel fallimento dalla memoria, così decide di rintracciare Erica e sedurla.
LinguaItaliano
Data di uscita30 mar 2018
ISBN9788858981917
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Autore

Vicki Lewis Thompson

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Messaggi infuocati (eLit) - Vicki Lewis Thompson

    successivo.

    Prologo

    Guardando lo schermo del computer, l'investigatrice privata Jennifer Madison borbottò un'imprecazione in spagnolo, la sua lingua natale. Il sistema investigativo che aveva installato funzionava ancora male. Trovare Erica Deutchmann sarebbe dovuto essere uno scherzo e invece si era trasformato in un incubo durato due giorni. Ma lei raramente si dava per vinta. Era una delle principali sue virtù.

    A un tratto, miracolosamente, il programma le diede l'informazione desiderata.

    «Ayiyi! Ecco dov'è. Abita a Dallas!» gridò in tono trionfante.

    Quando si rese conto del danno provocato era ormai troppo tardi.

    La neonata che dormiva nella culla, vicino al suo scrittoio, si svegliò e cominciò a piangere.

    «Ah, Annie, scusa, la tua mamma non voleva urlare.» Premendo il pulsante per la stampa, Jennifer si voltò verso la culla e prese in braccio la piccola che vagiva.

    «Che cosa succede?» domandò suo marito Ryan, apparendo sulla porta con lo spazzolino elettrico in mano. «Annie sta bene?»

    «È tutto a posto» rispose Jennifer appoggiando la bambina sulla spalla e dondolandosi avanti e indietro. «Ma tu nel frattempo stai spargendo il dentifricio dappertutto.»

    Ryan guardò lo spazzolino e lo fermò. «Accidenti» mormorò, pulendo gli schizzi sulla porta. «Ti ho udita gridare e poi Annie ha cominciato a piangere.»

    «Colpa mia.» Jennifer si alzò e gli mostrò la neonata. «Mi sono emozionata quando ho trovato Erica Deutchman e ho spaventato Annie. Ma ora sta bene, vedi?»

    Adesso che Morales e Budnicki si erano ritirati, l'agenzia era tutta sua. Aveva chiuso l'ufficio al centro della città e per il momento lavorava in casa, ma ora che Annie aveva due mesi, stava cercando un altro ufficio vicino alla sua abitazione per poter ricevere i clienti due giorni alla settimana. Ma con i problemi che aveva avuto con il computer e la ricerca di un posto adatto, era rimasta in arretrato.

    «Capisco.» La voce del marito si addolcì. «Lei è così dolce, Jen. Odio dover andare a lavorare. Preferirei restare a casa con voi.»

    «Piacerebbe molto anche a me» rispose lei, pur sapendo che se Ryan fosse rimasto a casa non avrebbe combinato niente. Stavano aspettando entrambi con impazienza che il ginecologo le desse il permesso di riprendere i loro rapporti sessuali e quella forzata astinenza li aveva esasperati.

    Ryan posò un bacio sulla testa della bambina. «Per lo meno uno di noi può stare con lei...»

    Jennifer rise. «Peccato che sia quella con la bocca larga. Mi lascio coinvolgere da quello che faccio e dimentico di averla vicino. Bene. Sarà meglio che la metta giù e che tu ti pulisca il dentifricio dalla camicia, se non vuoi tardare al lavoro.» Tornando accanto alla culla, vi depose Annie.

    «Potrei telefonare e dire che arriverò un po' più tardi.»

    Jennifer si voltò e vide che lui la stava guardando con l'antica bramosia. Se lo avesse fissato un po' più a lungo, avrebbe ceduto al desiderio. Fare l'amore con Ryan Madison era stata una delle cose migliori che la vita le avesse offerto.

    «Adesso che ho trovato Erica» rispose con rammarico, «devo mettermi subito in contatto con Dustin Ramsey.»

    «Non potrebbe aspettare un paio d'ore?» insistette lui, deluso.

    «Pensavo di dargli questa informazione due giorni fa. Sapendo quanto siano influenti i Ramsey a Midland, voglio fare buona impressione.»

    Ryan sospirò. «Mi avevano detto tutti che prima o poi sarebbe successo.»

    «Che cosa?»

    «Che mia moglie si sarebbe stancata del solito tran-tran. Forse è ora che compri un manuale sul sesso e...» Il resto della frase rimase in sospeso perché Jennifer gli si buttò tra le braccia.

    «Prendimi, uomo selvaggio. Prendimi in questo istante.»

    Lui ridacchiò felice. «E Dustin Ramsey?»

    «Può aspettare un altro paio d'ore.» Jennifer gli afferrò la camicia e iniziò a sedurre il marito. «Amore mio, ti ho mai confessato che l'odore del dentifricio mi eccita terribilmente?»

    1

    Cara Erica,

    al mio ragazzo piace che gli pratichi il sesso orale, ma è restio a rendermi il favore. Devo tenerlo o lasciarlo?

    Sinceramente,

    Labbra di zucchero

    Erica tamburellò le dita sulla tastiera, riflettendo sulla risposta. Quando l'orologio a pendolo batté la mezz'ora, ricordandole che Dustin Ramsey sarebbe arrivato entro trenta minuti, lo stomaco le si contorse.

    Le sue risposte ai single che le scrivevano dovevano andare in stampa entro le dodici del giorno dopo. Se avesse avuto un po' di nerbo avrebbe detto a Dustin che non era un buon momento per venire da Midland. L'inizio della settimana successiva sarebbe stato preferibile.

    Ma era stata colta di sorpresa dalla sua telefonata e la voglia di rivederlo dopo tanto tempo le aveva impedito di rimandare l'appuntamento. Il grande Dustin Ramsey la intimidiva come l'aveva intimidita a diciotto anni e adesso era tanto agitata per quell'incontro che proprio non riusciva a concentrarsi sul suo lavoro.

    Sospirando, spinse indietro la seggiola e, dopo essersi alzata, si aggirò per il piccolo salotto, aggiustando i cuscini e raddrizzando i quadri. Avrebbe dovuto proporgli d'incontrarsi in un posto più neutrale invece che nel suo appartamento. Non riusciva a immaginare che tra poco lui sarebbe stato lì. Da quando aveva lasciato Midland, dieci anni prima, non si era aspettata di rivederlo.

    E non lo aveva desiderato. A suo avviso, quando il rapporto sessuale con un ragazzo era andato male, le possibilità erano due: riprovarci cercando di migliorarlo o evitarlo per sempre. Se avesse avuto un po' di esperienza avrebbe optato per la prima risposta. Invece aveva lasciato decidere a Dustin che aveva scelto la seconda.

    Non poteva biasimarlo. Vergine e goffa, non era stata certo travolgente sul sedile posteriore della sua Mustang in quella calda sera d'aprile.

    Anni dopo si era resa conto che una donna più esperta avrebbe trasformato quel rapporto frettoloso e insoddisfacente in una notte d'estasi, prendendo le redini del gioco, stuzzicandolo, accarezzandolo e suggerendogli altre posizioni, invece si era limitata a schiudere le gambe. Non si stupiva che un ragazzo navigato come Dustin si fosse tanto annoiato da dimenticare quell'incontro.

    Purtroppo, quando lui le aveva detto di volerle prospettare un lavoro inerente a quello che svolgeva già, gli aveva creduto e desiderando rivederlo, non gli aveva detto che aveva cominciato per sfida a scrivere quella rubrica per un giornale di Dallas, pronta a cambiare se avesse trovato qualcosa di meglio.

    Dieci anni dopo non era migliorata affatto nei riguardi di quel ragazzo. Dannazione. Facendosi forza, tornò al computer. Labbra di zucchero era la sola che potesse salvarla.

    Quando, di tanto in tanto, aveva rinunciato alla sua posta, aveva sentito la mancanza delle lettere, dei pasti gratis al ristorante, dei biglietti gratuiti per il cinema e delle bibite offerte dai night club del West End che speravano di essere citati sul giornale.

    Sorridendo tra sé, si mise a scrivere.

    Cara Labbra di zucchero,

    il tuo ragazzo ha preso una strada sbagliata. Potresti cercare di stimolarlo con degli oli profumati, ma ho la sensazione che tu abbia a che fare con un maschietto egoista. Fossi in te gli darei un'altra possibilità, ma una sola. Se fallisce questa prova, digli addio.

    Buona fortuna.

    Erica

    Dopo aver registrato la lettera, passò a un'altra.

    Cara Erica,

    il mio ragazzo non è capace di resistere a lungo e io resto insoddisfatta. Lui sostiene che io dovrei raggiungere più in fretta il piacere e io dico che lui dovrebbe trattenersi e impiegare più tempo. Chi dei due ha ragione?

    Franny

    Erica prese a battere sui tasti con maggiore entusiasmo. Era molto esperta in quel campo.

    Dustin Ramsey guardò il palazzo a tre piani sulla McKinney Avenue, controllando le indicazioni che gli aveva dato Jennifer Madison. Il sudore che gli colava lungo la schiena aveva poco a che vedere con la calura d'agosto e molto con la sua ansia. A causa dell'alta temperatura si era tolto la cravatta, ma un incontro d'affari richiedeva come minimo una giacca.

    Internamente si sentiva un impostore, ma all'esterno appariva come quel serio uomo d'affari che sarebbe dovuto essere grazie alla posizione che aveva acquisito di recente. A Dallas la gente faceva attenzione al modo in cui ti vestivi. Era partito da Midland all'alba e a ogni miglio si era sentito più teso.

    Senza alcun dubbio era nei guai fino al collo. Se negli anni precedenti si fosse interessato degli affari di famiglia, invece di andare in giro per partecipare a gare automobilistiche per dilettanti, avrebbe saputo che suo padre stava dilapidando il patrimonio di famiglia. Nell'ovest del Texas era un fatto comune che i baroni del petrolio non fossero in grado di competere con i nuovi petrolieri che venivano dal Middle Est.

    Come se ciò non bastasse, Clayton Ramsey aveva usato del denaro prezioso per acquistare due giornaletti, uno a San Antonio, l'altro a Houston. A quanto pareva, suo padre aveva sempre desiderato fare l'editore, ma lui lo aveva scoperto solo otto mesi prima quando un ictus aveva colpito l'uomo, privandolo della parola.

    Trovandosi all'improvviso in una posizione di comando, Dustin aveva preso in considerazione la possibilità di vendere la terra, i due giornali e sistemare i suoi genitori in un appartamento di città. Ma le lacrime di sua madre e lo sguardo speranzoso del padre gli avevano fatto cambiare idea.

    La notizia della riunione dei suoi compagni di liceo era giunta in quel momento e lui aveva cominciato a pensare a Erica. A scuola era sempre stato promosso per il rotto della cuffia, ma quando si era trovato di fianco a Erica nel laboratorio di chimica e lei lo aveva sfidato a fare di più, aveva dato il meglio di se stesso. Quello in chimica era stato il suo unico bel voto in un mare d'insufficienze.

    In seguito aveva sedotto Erica sul sedile posteriore della sua Mustang. Lei era stata un po' ubriaca e incredibilmente sensuale. Una ragazzina bionda, inesperta e vergine.

    In quegli anni, mentre tutti i suoi compagni avevano fatto delle esperienze sessuali, lui se n'era astenuto in attesa del momento giusto.

    Quel momento era arrivato la sera della festa a casa di Jeremy. Jeremy invitava gli amici ogni volta che i suoi genitori andavano fuori città e quella notte Dustin aveva avuto l'idea di portare Erica a fare un giro in macchina.

    Rabbrividiva ancora ogni volta che pensava all'inettitudine con cui si era comportato. Che delusione doveva essere stato per una ragazza intelligente come Erica. E che profonda delusione era stato per se stesso. Dopo quella volta non era più stato capace di guardarla in faccia.

    Adesso, a dieci anni di distanza, riusciva a perdonarsi un po'. Era stato un ingenuo a credere che sarebbe stato istantaneamente un amante perfetto, così come riusciva subito in tutti gli sport. Coordinare occhi e mani gli riusciva con facilità, ma il sesso richiedeva la coordinazione di altre parti della sua anatomia. Inoltre era stato intimidito da Erica.

    D'accordo, adesso era migliorato in campo sessuale, anzi, poteva affermare senza esagerare di essere bravissimo. Glielo avevano detto molte donne, quindi avrebbe dovuto dimenticare di non essere riuscito a procurare un orgasmo a Erica Deutchman, la sua prima amante. Era questa una delle ragioni per cui era venuto lì.

    Ma non era l'unica. Avendo sempre cercato di divertirsi, si era circondato di persone come lui e adesso non aveva degli amici di cui fidarsi. Solo Erica, durante le ore di chimica, gli aveva dato l'impressione di essere affidabile. Erica era intelligente e ambiziosa, proprio il tipo di persona di cui aveva bisogno in quel momento di crisi.

    Non si era stupito scoprendo che lei era titolare di una rubrica di successo pubblicata da un giornale. Quando Jennifer gli aveva fatto il nome del Dataline: Dallas, Dustin aveva contattato due giovani che vivevano là e aveva saputo che tutti i cittadini tra i diciotto e i quarant'anni conoscevano quella rubrica. Era saggia, sensuale e molto divertente.

    Erica aveva scoperto una miniera d'oro e lui aveva bisogno di una persona dotata della sua iniziativa per coadiuvarlo nella ristrutturazione della Ramsey Enterprises.

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