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Accordo di piacere: Harmony Destiny
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E-book155 pagine1 ora

Accordo di piacere: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Un affare in piena regola chiamato matrimonio.
Spencer Westmoreland ha messo gli occhi sui vigneti a Napa Valley della famiglia Russell e su Donnay, la giovane donna testarda e bellissima che cerca di portare avanti l'azienda di famiglia. Per il magnetico milionario volere è potere e per questo si fa venire un'idea per ottenere entrambi: chiedere la mano di Donnay.

Una passione senza regole di nome Westmoreland.
Donnay non riesce a decidere se lo scaltro uomo d'affari che l'ha scioccata con un'incredibile proposta sia più arrogante o affascinante. Diventare sua moglie le consentirebbe di salvare il patrimonio di famiglia, ma scivolare nel letto di Spencer il predatore significherebbe accogliere un piacere forse troppo pericoloso.
LinguaItaliano
Data di uscita9 nov 2018
ISBN9788858990438
Accordo di piacere: Harmony Destiny
Autore

Brenda Jackson

E' un'inguaribile romantica e ha sposato il suo primo amore. Chi meglio di lei conosce il significato delle parole scritto nel destino?

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    Anteprima del libro

    Accordo di piacere - Brenda Jackson

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Spencer’s Forbidden Passion

    Silhouette Desire

    © 2007 Brenda Streater Jackson

    Traduzione di Maria Latorre

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-043-8

    Prologo

    «Abbiamo un problema, Spence.»

    Spencer Westmoreland chiuse gli occhi per allontanare l’immagine della madre, che lo guardava dall’altro capo della stanza, e per vanificare al tempo stesso il tono di voce preoccupato dell’avvocato che gli parlava al cellulare.

    Quando li riaprì, la madre lo stava ancora guardando con un’espressione che non lasciava presagire niente di buono.

    Si trovavano a Bozeman, nel Montana, per partecipare al matrimonio della cugina Casey con il suo amico d’infanzia McKinnon Quinn. La coppia era ancora all’interno del ranch a scattare fotografie, mentre tutti gli altri avevano già affollato il fienile che era stato trasformato in sala da ballo per il ricevimento.

    Spencer si guardò intorno. Sembrava che tutti si divertissero. Tutti, tranne lui, ora che era stato interrotto da una telefonata del suo avvocato. Stuart Fulmer era uno degli uomini più in gamba che conoscesse, noto per la precisione con cui conduceva gli affari, e se lui parlava di crisi, voleva dire che la crisi esisteva davvero. «D’accordo, Stuart, qual è il problema?»

    «I Vigneti Russell

    Spencer si ritirò in un angolo più tranquillo per potere parlare con calma, oltre che per sottrarsi allo scrutinio intenso della madre.

    Pochi mesi prima aveva sentito dire che il vigneto, che si estendeva per oltre trecento acri nella Napa Valley, era stato messo in vendita, così aveva fatto una capatina da quelle parti e si era innamorato a prima vista della terra. Dopo aver scoperto che i proprietari si trovavano in difficoltà finanziarie, aveva chiesto al suo avvocato di fare loro un’offerta più che generosa. Il suo intento era quello di chiudere l’attività di viticoltura per sostituirla con un albergo, percorsi escursionistici e piste ciclabili. In altre parole, ne avrebbe fatto un paradiso turistico per gli amanti della natura.

    Fino a pochi giorni prima i negoziati procedevano a gonfie vele, tanto che era convinto di poter chiudere l’affare nel giro di una settimana. E allora, che problema poteva mai essere sorto, così all’improvviso?

    «Cos’è successo?» domandò irritato.

    «Una donna, ecco cos’è successo» rispose il legale spazientito. «Una ragazza che risponde al nome di Chardonnay Russell.»

    «Chardonnay Russell?» ripeté lui. «Non è proprio una ragazza, direi. Ha ventisette anni. Se non erro, è la nipote del proprietario.»

    «Già, proprio lei. In qualche modo ha convinto il vecchio a cambiare idea.»

    Spencer aggrottò la fronte. «Ma è impossibile! Ero convinto che avessimo praticamente concluso.»

    «Già.»

    «Pensavo anche che i Russell avessero un sacco di problemi finanziari da risolvere.»

    «È così, infatti.»

    «Allora come possono tirarsi indietro?»

    «Non possono farlo, in effetti. Da quello che ho capito, la ragazza sta facendo un ultimo tentativo per ottenere un finanziamento che consentirebbe al nonno di conservare la terra. In fondo appartiene alla loro famiglia da più di cinquant’anni. È chiaro che Chardonnay non è ancora pronta a gettare la spugna.»

    «Ammirevole, da parte sua, ma non me ne importa un accidenti. Fa’ tutto il necessario per concludere l’affare.»

    «Non sarà facile, Spence. Chardonnay Russell mi sta rendendo la vita difficile.»

    Sempre più indispettito, lui si passò una mano sul viso. Conosceva Stuart da più di quindici anni e non lo aveva mai sentito così allarmato. Ma insomma, che genere di problemi avrebbe potuto causare una donna sola?

    All’improvviso decise di scoprirlo di persona.

    «D’accordo, Stuart, vorrà dire che me ne occuperò io. Domattina prenderò un aereo per la Napa Valley e andrò a parlare con i Russell. Per favore, informali del mio arrivo.»

    Gli parve di avvertire una nota di sollievo nella voce di Stuart. «Lascia che ti metta in guardia, amico mio. Quella donna potrà anche avere il nome di un vino, ma non c’è niente di frizzante in lei. Preparati ad affrontare il morso di uno scorpione, piuttosto.»

    E se Stuart si esprimeva in quei termini, c’era davvero da temere il peggio. «Grazie dell’avvertimento, Stu. Lo terrò presente.»

    1

    «È arrivato, Donnay.»

    Chardonnay Russell incrociò lo sguardo preoccupato della madre, mise da parte gli appunti che stava scrivendo e si alzò. Non sopportava di vedere i suoi familiari così angosciati per questioni di denaro. Fino a quel momento se l’erano sempre cavata piuttosto bene, ma le spese ospedaliere che avevano sostenuto per il nonno e per le conseguenti cure mediche avevano eroso tutti i loro risparmi, tanto che adesso riuscivano a malapena a sbarcare il lunario.

    Le banche a cui si erano rivolti fino a quel momento avevano tutte respinto la loro richiesta di un prestito. L’ultima speranza era riposta nella banca di San Francisco che aveva visitato pochi giorni prima, e il cui direttore, il signor Gordon, le aveva dato qualche speranza.

    «Donnay?»

    Il tono nervoso della madre la strappò a quei pensieri. Con un sorriso si avvicinò alla donna, constatando quanto fosse ancora bella. Donnay non aveva mai conosciuto suo padre. Le avevano detto che era un soldato di cui la madre si era innamorata, appena diciottenne, nel corso dell’estate in cui lui aveva lavorato al vigneto. E quando lui aveva raggiunto il suo reggimento, non sapeva ancora che presto avrebbe avuto una figlia.

    «Lascia che aspetti, mamma. Non sarà certo la prima volta.»

    E invece sarebbe meglio che lo fosse. Quel giorno aveva cercato su Internet alcune informazioni sul conto di Spencer Westmoreland, il trentaseienne diventato milionario già prima di compiere i trent’anni, tanto da potersi permettere di ritirarsi dagli affari giovanissimo. L’inattività, però, doveva averlo stancato, tanto da fargli desiderare di procurarsi un nuovo giocattolo, che aveva individuato, per l’appunto, nel vigneto della famiglia Russell.

    «Dove sono i nonni?» indagò, sapendo che i due anziani erano ancora più preoccupati della madre all’idea del suo incontro con Westmoreland.

    «In cucina. Janice ha accompagnato il nostro ospite nello studio.»

    «Bene.» Donnay annuì. «È arrivato il momento di affrontare il signor Westmoreland. E ricordate, avete promesso di lasciarmi fare a modo mio.»

    Spencer passeggiava avanti e indietro per lo studio, osservando i premi appesi alle pareti. Sapeva bene per quale motivo lo facevano aspettare. Era il modo migliore per tenere sulle spine un avversario in affari, per farlo innervosire, per mettere alla prova la sua pazienza.

    Un sorriso gli distese le labbra. Quella tattica si sarebbe dimostrata una perdita di tempo, con lui, ma Chardonnay Russell non poteva saperlo. Di sicuro era convinta di essere lei a tenere il coltello dalla parte del manico, e sarebbe rimasta sorpresa di scoprire che non era affatto così.

    «Ci dispiace di averla fatta aspettare, signor Westmoreland.»

    Come no! Spencer si girò verso la suadente voce femminile che aveva pronunciato quelle parole. E ogni suo pensiero coerente perì di morte improvvisa nell’attimo stesso in cui incrociò gli occhi più splendidi che avesse mai visto. Occhi grigi come l’argento, tanto da fargli chiedere se per caso non indossasse lenti a contatto colorate. Scartò subito l’idea, perché anche gli occhi delle persone che erano con lei possedevano lo stesso colore. Doveva essere una caratteristica di famiglia.

    Si affrettò a ricomporsi. «Nessun problema, le assicuro.»

    In realtà il problema c’era, considerò tra sé, e si chiamava Chardonnay Russell. Era a dir poco fantastica. In vita sua, Spencer aveva frequentato un buon numero di belle donne, ma di fronte a lui in quel momento si trovava davvero un esemplare di rara bellezza.

    Era molto alta, quasi un metro e ottanta, e nonostante un’aggraziata snellezza, aveva tutte le curve al posto giusto. Per non parlare del volto, i cui tratti bastavano a lasciarlo senza fiato. Lunghi capelli fluenti le scendevano oltre le spalle, incorniciando un ovale perfetto color cioccolato sul quale spiccavano un nasino all’insù e un paio di labbra da baciare. I cerchi che portava alle orecchie le conferivano un’aria ancora più sexy. E facevano sentire lui più eccitato di un adolescente.

    Non gli era mai capitato di sentirsi così sottosopra per colpa di una donna, ma in quella che gli stava dinanzi in quel momento c’era qualcosa di così palesemente erotico da impedirgli di pensare ad altro che non fosse un groviglio di corpi tra le lenzuola.

    «Vogliamo passare alle presentazioni?» propose la statuaria bellezza andandogli incontro. «Temo che si senta a disagio perché ancora non ci conosce, mentre noi sappiamo chi è lei.»

    Lo sguardo di Spencer la seguì calamitato mentre attraversava la stanza per andargli incontro. Aveva gambe lunghissime e una vita sottile, che lui avrebbe potuto facilmente stringere tra le mani. E a peggiorare le cose, ci si mise anche il suo profumo, una fragranza eccitante che non fece altro che acuire i suoi sensi già fin troppo scossi. Fino a quel momento Spencer aveva sempre dato prova di una straordinaria capacità in fatto di affari, ma adesso cominciava a temere che quel giorno non gli sarebbe stato tanto facile, vista l’improvvisa ondata di desiderio che lo aveva travolto.

    «Mi chiamo Chardonnay Russell» si presentò lei tendendogli la mano. «Questa è mia madre Ruth e loro sono i miei nonni, Daniel e Catherine Russell.»

    Spencer prese la mano di lei nella sua, e gli parve che una scossa elettrica gli saettasse nel braccio a quel leggero contatto. Quella sensazione lo irritò non poco. Non era il momento di farsi governare dagli ormoni. E soprattutto non era il momento di pensare che, a causa dei suoi innumerevoli impegni, erano ormai più di sei mesi che non stava con una donna. In quella situazione doveva preoccuparsi soprattutto di conservare una facciata distaccata e professionale.

    «Signorina Russell» la salutò, prima di stringere la mano agli altri componenti della famiglia. Si accorse che il nonno non aveva una buona cera, e ricordò che le difficoltà finanziarie dell’azienda erano dovute appunto ai problemi di salute di cui aveva sofferto negli ultimi anni.

    «Adesso che abbiamo fatto le presentazioni, la prego, sediamoci» lo invitò Chardonnay.

    Il tono della sua voce gli accarezzò i sensi. «Già, sarà meglio» convenne, ricordandosi di colpo per quale motivo si trovava lì.

    «Come ho già detto al suo legale, l’avvocato Fulmer, il vigneto non è più in vendita. E se lei dà per scontato di riuscire a farci cambiare idea, è meglio che l’avverta subito: non ci riuscirà.»

    A Spencer piaceva quell’atteggiamento coraggioso e diretto. «Tutt’altro, signorina Russell. Negli affari non do mai niente per scontato, soprattutto quando intendo ottenere ciò che voglio.»

    Non gli sfuggì il cipiglio preoccupato che le corrugò la fronte, né il lampo che adombrò quegli splendidi occhi grigi. «E lei pensa di riuscire a ottenere il vigneto, signor Westmoreland? Anche se le ho appena detto che non è più in vendita?»

    «Sì, penso di sì» replicò lui in tono piuttosto arrogante. «Soprattutto perché non avete ancora esaminato la mia nuova proposta.»

    Non riuscì a trattenersi dallo scoccarle un ghigno presuntuoso: era certo che l’avrebbe irritata oltre ogni dire, ma in quel momento non gliene importava niente. Sentiva l’adrenalina scorrergli a fiumi nelle vene, come gli

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