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Una timida alla riscossa (eLit): eLit
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E-book151 pagine2 ore

Una timida alla riscossa (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Quando un suo collega le dice che un uomo non le proporrebbe mai un incontro galante, Marnie LaTour cade in depressione. A che serve essere un genio del computer se poi nessuno ti fila? Forse una soluzione potrebbe essere provare a vestirsi in modo più femminile, con un certo capo d'abbigliamento che le hanno prestato...
LinguaItaliano
Data di uscita30 ago 2017
ISBN9788858973677
Una timida alla riscossa (eLit): eLit
Autore

Heather MacAllister

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Una timida alla riscossa (eLit) - Heather MacAllister

    successivo.

    Prologo

    Cara signora Higgenbotham,

    mando a lei e a Pierre i migliori auguri dalla ventosa San Francisco. Nella sua prossima lettera voglio conoscere per filo e per segno i dettagli delle vostre nozze, in particolare gioielli e abiti indossati dalle invitate. Mi sarebbe tanto piaciuto essere presente alla cerimonia, ma dovevo per forza partire. Mi manca New York, l'appartamento e naturalmente la sua compagnia. Mi è difficile esprimerle quanto abbia apprezzato la sua amicizia in questo doloroso periodo della mia vita. Sia io sia Marlon avevamo sperato di potere stare insieme per sempre e, da parte mia, ho investito tutto me stesso in questo progetto, disposto a trascorrere i miei anni migliori nella cura della casa e delle proprietà di Marlon solo per restargli accanto... E invece tutto ciò è acqua passata. È molto triste quando bisogna rivolgersi al giudice per proteggere chi ha dato tutto in una relazione, ma non sempre succede che si verifichi un'equa ripartizione del patrimonio che riconosca il valore del contributo speso nel rapporto. A quanto pare, questo mio contributo vale appena un modesto appartamento a San Francisco. Non che provi amarezza, perlomeno mi è rimasta una casa. L'appartamento di Marlon - che ho appena ereditato - si trova, insieme ad altri tre, in una palazzina vittoriana, la tipica architettura di San Francisco. È davvero così graziosa, dovrebbe vederla. Mi hanno detto che questo quartiere è miracolosamente sopravissuto al grande terremoto di inizio Novecento e dopo questa notizia ogni giorno mi sembra di sentire delle scosse... Ho poi scoperto che stanno facendo dei lavori dall'altra parte della strada. L'appartamento era già arredato con mobili antichi, del resto Marlon ha sempre avuto un gusto squisito per queste cose. Non è molto grande, ci sono una camera da letto, uno studio dove posso scrivere il mio copione e un'ampia cucina. Ma è soprattutto sul balcone, che guarda su Mission Street, che l'ispirazione mi raggiunge di sovente. Colgo ancora l'occasione per ringraziarla di avermi regalato la gonna. Ho intenzione di continuare gli studi sugli effetti che questo indumento ha sulle coppie eterosessuali. Il tema mi affascina, anche se mi lascia qualche volta perplesso, ma ho già individuato una possibile... vittima. Solo l'idea che questa semplice gonna nera, per quanto di buon taglio, abbia il potere di attrarre gli uomini mi sembra assurda. Eppure A.J., Sam, Claire e lei stessa giurate che è la verità. A proposito, come stanno le ragazze? Mi mancano tanto. Ho deciso di mettere la gonna alla prova. Le spiego il modo: capita che mi trovi in questo periodo a corto di soldi - oh, non è una tragedia, non si preoccupi - e dato che gli inquilini di questa casa non hanno mai pensato di avvalersi dei servizi di un portinaio mi sono offerto, per un piccolo compenso, di occuparmi delle incombenze tanto necessarie in un condominio di gente che lavora. Nell'attesa che il mio talento di commediografo e attore venga riconosciuto, devo purtroppo pensare al mio mantenimento. Di conseguenza, mi sono trasferito nella portineria a pianterreno e sto cercando di affittare l'appartamento ereditato a eventuali inquilini desiderosi di fermarsi a San Francisco per brevi periodi. Non si preoccupi per me, cara signora Higgenbotham, bisogna soffrire per la propria arte, anche se a volte mi sembra di patire più degli altri. Ho dunque intenzione di affittare la casa a donne single alle quali proporrò di usare la gonna, a patto che mi raccontino i progressi in campo amoroso. Finora ho trovato due donne interessate all'appartamento e una terza che ci sta pensando. Proprio quest'ultima sembra perfetta per mettere alla prova ancora una volta la gonna. Ha presente una ragazza non avvezza a praticare alcuna arte di seduzione pur avendo un enorme potenziale? Sarà appassionante essere il testimone della sua presa di coscienza... In ogni caso la terrò informata. Adesso la saluto e... mi raccomando, non si preoccupi per me.

    Il suo fedele amico,

    Franco Rossi

    1

    Nell'udire quel fischio di apprezzamento, a dire il vero un poco maschilista, Marnie LaTour alzò gli occhi dal computer portatile che stava appoggiato come al solito sul bancone di Dally's accanto a un piatto di polpette di carne. I suoi tre colleghi della Carnahan Custom Software avevano girato gli sgabelli su cui erano seduti per guardare fuori dalla vetrina.

    «Accidenti, che stangona!» osservò uno di loro.

    Marnie si girò anche lei in tempo per vedere una bionda alta e slanciata con due gambe chilometriche che uscivano da una gonna troppo corta sollevata dal vento impetuoso di San Francisco. Appiccicato al suo fianco c'era un altro collega che lavorava all'ufficio tecnico.

    «Il buon vecchio Greg, eh?» si compiacquero maliziosi gli altri due con virile complicità.

    La bionda stava per scomparire con il buon vecchio Greg all'interno del Tarantella, il raffinato ristorante italiano aperto da poco proprio di fronte a Dally's. Marnie tornò al computer.

    «Porta il tanga, ci metto la mano sul fuoco» commentò Barry Emmons che le sedeva accanto mentre lei cercava di ripulirgli il computer da un virus. Non rispose a quella domanda retorica mentre i tre uomini scivolavano giù dagli sgabelli e si avvicinavano alla vetrina.

    «Spero solo che un colpo di vento le alzi del tutto la gonna per verificare la tua previsione» ribatté Doug.

    «Lo spero anch'io.»

    Marnie avrebbe apprezzato l'attenzione di Barry mentre impazziva con il suo computer, anzi avrebbe apprezzato ancora di più un invito al Tarantella invece della solita pausa pranzo da Dally's. Da tre ore, compresa la pausa pranzo, ci stava lavorando e ne prevedeva altrettante, e alla fine che cosa avrebbe ottenuto in cambio? Un piatto di polpette. Certo, era meglio di niente e del resto si doveva pur cominciare, e Marnie era decisa ad accontentarsi di quel primo, seppur minuscolo passo.

    Da sei anni, dopo essersi laureata, lavorava alla Carnahan e a poco a poco aveva scartato ogni possibilità di uscire con i colleghi. Barry era lì da meno di un anno e quindi si poteva ancora annoverare nella rosa dei candidati. Si vociferava che avesse amoreggiato con due colleghe, ma adesso era libero e non usciva con nessuna.

    Marnie riteneva dunque che fosse arrivato il suo turno, ma Barry non sembrava neanche averla notata, allora lei per ingraziarselo si era offerta di aiutarlo. Non una, ma più volte.

    Mentre i tre uomini si attardavano vicino alla vetrina lei continuò il suo lavoro finché non ottenne l'inaspettato risultato.

    «Sei grande!» esclamò Barry alle sue spalle mentre sullo schermo appariva nitido il disegno del progetto ripulito. I tre erano tornati ai loro sgabelli, delusi dal vento che non aveva ottemperato ai loro desideri. «Sei un genio» continuò Barry, chinandosi a guardare con un sorriso.

    Marnie incrociò il suo sguardo e sentì un brivido. Era un momento magico, pochi centimetri di distanza separavano le loro bocche, se solo lui avesse voluto avrebbe potuto baciarla, certo non in quella tavola calda da quattro soldi e davanti a tutti. Eppure, Marnie era sicura che qualcosa tra loro fosse scattato.

    Lui le si piazzò davanti. «Ehi, Marnie, come posso ricambiare?»

    «Invitami a cena al Tarantella e siamo pari.»

    «Al Tarantella?» Barry emise una sgradevole risata di scherno. «Questa è bella, Marnie!»

    «Ma io parlo sul serio.» Il ristorante aveva la fama di essere caro ma non esageratamente.

    «Andiamo, ma che dici?» Lui sedette sullo sgabello. «Quello è un posto dove porti una ragazza per una serata speciale.»

    «Ho perso tre ore del mio tempo per sistemarti il codice del programma, valgono bene una serata speciale.»

    «Ti offro una confezione di sei bottiglie di birra d'importazione, la marca migliore.»

    «Addirittura! Non sprecarti» lo presero in giro gli altri due.

    Marnie decise di stare al gioco. «Devo scegliere allora? Mmh, vediamo... sei bottiglie di birra. O una cena al Tarantella... Oppure sono sempre in tempo a mettere mano al tuo computer e fare in modo che non ti rimanga altro da fare che buttarlo. Lo sai quanto sono brava, vero? E domani con quei clienti potresti dire che i tuoi progetti non ci sono più. Be', è una scelta difficile...»

    «Preferisci del vino?»

    Ci fu una risata generale e Marnie si guardò intorno. «No, voglio una cena al Tarantella.»

    Intorno a loro, i colleghi trattennero le risate.

    «Marnie, è un posto speciale, si cena a lume di candela, con le tovaglie di lino, i calici per brindare a occasioni speciali, insomma un posto per... per una cenetta romantica. C'è persino un tipo che suona il violino.» Barry si chinò verso di lei, ridacchiando. «Ci porti la fidanzata.»

    «E allora?» ribatté lei.

    «Non sei il tipo della fidanzata.»

    E pensare che due secondi prima lei aveva pensato, forse era meglio dire sognato, di poterlo diventare. «Non capisco.»

    Il tono della sua voce colpì Barry che tornò improvvisamente serio. Gli altri due colleghi tacevano e ascoltavano. Barry si schiarì la gola. «Insomma... non mi mandi le vibrazioni di una possibile fidanzata.»

    E lei per che cosa aveva lavorato? Per la gloria? Gli aveva chiesto soltanto di portarla a cena in un ristorante romantico. «Non capisco, di che tipo di vibrazioni stai parlando?»

    «Innanzitutto, il modo in cui ti vesti...» Con un gesto vago indicò i jeans e il maglioncino che lei indossava quel giorno. Barry era vestito con un paio di pantaloni sportivi e una camicia, non proprio il massimo dell'eleganza.

    «Mi stai dicendo che dovrei mettere minigonna e tacchi a spillo come la bionda?»

    «Be', sì» intervenne Doug.

    «Non necessariamente» continuò Barry, «ma c'è qualcosa nell'atteggiamento di una donna che fa capire a un uomo che esiste la possibilità di un aggancio.»

    «Ho capito.»

    «Non prendertela, tu sei una dei nostri.»

    Gli altri annuirono con slancio mentre lei li fissava depressa.

    «È un complimento, Marnie.»

    Marnie fissò le polpette ormai fredde accanto al portatile. «Non mi sembra un complimento.»

    «Ti sbagli, con te è facile lavorare perché non c'è quella... quella ambiguità, quella malizia che esiste tra un uomo e una donna.»

    «Intendi sempre le vibrazioni, vero?»

    Non si sentiva volare una mosca nel ristorante, sembrava che tutti fossero attenti a ciò che dicevano.

    A Marnie non restò altro da fare che tornare al computer, salvò il lavoro che aveva effettuato per Barry e gli passò il portatile. «Grazie, Marnie, sei grande.»

    Non era tanto sicura di doversene compiacere.

    «Te lo dico io, ti saresti trovata male al Tarantella, non è nel tuo stile.»

    Questo era davvero troppo. «Può darsi.» Così Barry voleva delle vibrazioni? Gliele avrebbe date. Non sarebbe più stata una di loro, non più. Doveva assumere un atteggiamento diverso. Come

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