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Il segreto del mio successo: eLit
Il segreto del mio successo: eLit
Il segreto del mio successo: eLit
E-book155 pagine2 ore

Il segreto del mio successo: eLit

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Info su questo ebook

DIARIO DI UNA SINGLE A NEW YORK - Vol. 4. Può una gonna speciale attirare gli uomini come api sul miele? Samantha, manager di una catena di hotel, lo spera! Lei odia perdere e quando c'è di mezzo Josh Crandall, eterno e fascinoso rivale, le capita di continuo. Così decide di giocare sporco. Il piano? Usare la gonna per ottenere la promozione a cui aspira da sempre. Ma l'unico uomo che cade ai suoi piedi è... Josh!

I romanzi della serie:

1) Mordi il successo

2) Qualcosa di travolgente

3) Colpo... di fulmine

4) Il segreto del mio successo

5) Una suite a Manhattan

LinguaItaliano
Data di uscita29 feb 2016
ISBN9788858950128
Il segreto del mio successo: eLit
Autore

Heather MacAllister

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Il segreto del mio successo - Heather MacAllister

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Skirting the Issue

    Harlequin Temptation

    © 2002 Heather W. MacAllister

    Traduzione di Marina Riva

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5895-012-8

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Che cosa è in grado di indurre una donna, non ancora sposata, a riflettere attentamente sulle sue scelte in campo sentimentale?

    Il matrimonio di un’amica.

    Anche Samantha Baldwin aveva fatto delle scelte, soltanto che adesso le pareva di non essere più sicura.

    «Sam! Finalmente ti ho trovata.»

    Si fece piccola piccola. Come diavolo aveva fatto Kevin a scovarla?

    «La sposa sta per lanciare il bouquet.»

    «Grazie dell’avvertimento.» E così, sorpresa dietro la palma abilmente sistemata per dare un tocco esotico all’ingresso dei bagni per le signore, Sam tracannò anche l’ultimo sorso dal suo bicchiere di champagne e ne afferrò un altro, al volo, dal vassoio di un cameriere di passaggio.

    «Tesoro, non credi che con le mani impegnate sia difficile riuscire ad afferrare il bouquet?» Kevin, il suo fidanzato biondo con gli occhi azzurri, il suo meraviglioso fidanzato che si era sobbarcato il viaggio da San Francisco a Seattle pur di essere presente alla cerimonia, anche se non era il caso, davvero, e lei glielo aveva detto, le sorrise malizioso. Sam neppure si immaginava che Kevin potesse essere malizioso. Non le sembrava proprio il tipo. E del resto faceva il veterinario, non il casanova.

    «Hai ragione, che stupida!» Guardandolo dritto negli occhi, bevve a lunghi sorsi tutto lo champagne e gli passò il bicchiere, vuoto.

    «Devi essere attenta e veloce, mi raccomando.»

    Era un suggerimento. Anche se forse avrebbe dovuto chiedergli perché mai servissero attenzione e velocità. Se lo avesse fatto, lui le avrebbe risposto che soltanto così sarebbe stata in grado di prendere il bouquet. E lei avrebbe dovuto dirgli che forse era il caso di lasciar perdere quel mazzo di fiori, e lui... e lui...

    Il suo cervello era in blackout totale, schermo piatto. O forse soltanto sovrapposto, come se tentasse di mostrarle due film nello stesso momento, l’uno sopra l’altro. Il primo con Kevin come protagonista, insieme a lei, alla loro bellissima casa nella prateria con tanti animali e tanti marmocchi sorridenti attorno. Evviva.

    Il secondo ambientato a New York, con lei come protagonista indiscussa, il suo superattico, una vita di successo e una carriera brillante. Doppio evviva.

    Kevin l’afferrò per un braccio e la spinse garbatamente verso la sala da ballo.

    «Porca vacca!» si lasciò scappare. Ma era già perdonato: lavorava con gli animali e non voleva di certo offendere le mucche. «Che ressa di gente!»

    «Di donne, soprattutto» gli fece notare Sam.

    Tutte le ragazze stavano intorno a Kate e alle sue damigelle d’onore, Chelsea, Gwen e Torrie. All’improvviso si sentì sollevata. Sarebbe stato alquanto improbabile per lei riuscire a prendere il bouquet in mezzo a quella folla.

    Guardò Kevin, sentendosi un po’ in colpa, e poi guardò Kate, senza sentirsi più in colpa. Le damigelle d’onore, le sue più care amiche dall’epoca del college, erano tutte e tre sposate da poco, e sembravano raggianti in un modo... disgustoso. In realtà, non erano affatto disgustose, era soltanto che davano l’impressione di essere così felici da far desiderare anche a lei una simile beatitudine. Afferrò il braccio di Kevin e cercò di guardarlo come aveva appena visto fare dalle amiche con i rispettivi mariti. Era proprio un bravo ragazzo, Kevin, ed era anche tenero.

    Avrebbe dovuto amarlo.

    Cosa c’era allora che non andava?

    C’era che forse non lo amava. Perlomeno non abbastanza da rinunciare alla possibile promozione che le era da poco stata prospettata, a New York. E non abbastanza da chiedergli di aspettarla al suo ritorno. Quando, poi?

    Cosa avrebbe dovuto fare se fosse stata promossa? Se fosse successo, avrebbe avuto una carriera folgorante come responsabile delle pubbliche relazioni di una parte della famosa catena alberghiera Carrington. E non era una cosa da poco, lei sarebbe stata a capo di tutta la divisione della costa orientale degli Stati Uniti. Be’, sicuramente si sarebbe dovuta trasferire a New York. Kevin, invece, avendo un ambulatorio veterinario molto ben avviato a San Francisco, avrebbe dovuto cambiare città e ricominciare tutto da zero.

    Se fosse stato pronto a fare una cosa del genere, almeno si sarebbe meritato una donna che lo amava allo stesso modo.

    Strinse di nuovo il suo braccio e gli sorrise, aspettando di cominciare a provare tutte quelle sdolcinate sensazioni di Kate e delle altre. Sentì... tenerezza. E un po’ di nervosismo per non riuscire ad andare oltre. Ma così era. Però, che diamine, almeno una decisione aveva avuto il coraggio di prenderla! Quella di partecipare al matrimonio da sola. Soltanto che poi Kevin aveva voluto farle una sorpresa, adducendo, come motivazione, che quando il gatto non c’è, i topi ballano. Del resto era un veterinario...

    E mentre se ne stava tutta intenta a meditare sul suo futuro, il gatto Kevin, appunto, non perse tempo a farsi largo tra la folla di quelle agguerrite ragazze, trascinando con sé Sam fino a che non raggiunse una posizione che lui definì decente, e che in realtà era praticamente in braccio alla sposa. La sistemò lì, le diede un bacio, e tolse il disturbo.

    Sam, a quel punto, guardò Kate, e Kate guardò Brock, suo marito. E lo fece in modo raggiante, scintillante, come se avesse avuto due diamanti al posto degli occhi. A un suo cenno, Brock si avvicinò al microfono e annunciò che la sposa avrebbe lanciato una gonna al posto del bouquet.

    Be’, pericolo scampato. O no? Anche Sam sapeva delle voci che circolavano sulla gonna in questione e sui suoi magici poteri. Kate e le damigelle d’onore al completo erano assolutamente pronte a giurare di aver trovato marito soltanto dopo averla indossata. E pareva che anche tutte le ragazze presenti ne fossero a conoscenza, a giudicare dal modo con il quale avevano dato l’assalto al palco sul quale troneggiava la sposa.

    Era arrivato il momento fatidico, Kate fece un passo in avanti e, sospirando, lanciò la gonna in aria. O, meglio, nella zona dove si trovava Sam.

    La gonna fluttuò leggiadra nell’aria, come piroettando.

    Poi sembrò puntare proprio su di lei, neanche avesse fatto i segnali di fumo. Si piegò velocemente, del tutto intenzionata a parare quel subdolo attacco, mentre le altre intorno a lei spingevano e si spostavano. Tanto da farle perdere l’equilibrio. Nel tentativo di evitare la caduta, alzò le braccia in alto e... afferrò quella cosa nera, che parve incollarsi alle sue mani, e che, però, non le evitò di trovarsi con il sedere per terra, sulla pista da ballo.

    Le reazioni di tutte le ragazze di Seattle presenti fu unanime e fu un lamentoso mormorio di disapprovazione.

    «Sam, l’hai presa! È grandioso!» urlò invece Kevin, entusiasta, facendosi strada tra la folla delle deluse.

    «Ma io non volevo...» disse Sam. Soltanto che nessuno fu in grado di sentirla, e anche se qualcuno lo avesse fatto, non le avrebbe creduto. Mai.

    Kevin cercò di aiutarla a rimettersi in piedi, con la stessa grazia che avrebbe usato per sollevare un pastore tedesco. Sam si liberò di lui, e si rialzò da sola.

    «E così ci sei riuscita!»

    «A fare che? A rialzarmi?»

    In quello stesso momento Gwen, una delle damigelle d’onore, avanzò baldanzosa verso di loro, in compagnia di Alec, suo marito. «Ehi, Sam!» esordì, abbracciandola, «non sai quanto abbiamo sperato che fossi tu a prenderla.» Poi sorrise a Kevin.

    Lui ricambiò il sorriso, consapevole del significato che aveva.

    «Kate mi ha mandata da te per assicurarsi che tu conoscessi le regole della gonna.»

    «Perché, ce ne sono?»

    «Oh, sì! E c’è anche un avvertimento. Funziona molto in fretta.»

    «Cosa, la regola o l’avvertimento?»

    Gwen si mise a ridere. «Ricordati quello che è successo a me» disse alludendo al matrimonio di Chelsea, durante il quale era stata lei a prendere la gonna e a sposarsi due mesi dopo soltanto.

    Sam sgranò gli occhi. Certe cose avrebbe preferito poterle rimuovere. Ma evitò di dirlo.

    «Quali sarebbero, esattamente, i suoi poteri?» chiese allora Kevin, interessato. Almeno lui.

    «Primo, ottenere favori speciali dagli uomini, e secondo, ma non meno importante, dare la capacità a chi la indossa di incontrare il vero amore. E in breve tempo, anche» rispose Gwen, lanciando un’occhiata mielosa ad Alec.

    «Che cosa succederebbe, invece, se l’uomo giusto ci fosse già?» incalzò Kevin, toccando quel tessuto scintillante che, forse soltanto per uno strano gioco di luci, d’un tratto parve diventare di un colore cinereo, perdendo tutta la sua luminosità.

    «Be’, in quel caso si avrebbe la conferma definitiva.»

    Poi, dopo un paio di altre occhiate stucchevoli ma molto eloquenti, Gwen e Alec se ne andarono felici.

    Sam fissò allora la gonna, poi fissò Kevin, che ricambiò lo sguardo.

    Non avrebbe corso alcun pericolo.

    1

    New York d’estate. Era... davvero bella, e vivere in quella enorme metropoli era proprio un’esperienza fantastica, rammentò Sam a se stessa. Se poi fosse riuscita a trovare un appartamento, tutto sarebbe stato ancora più esaltante.

    Quel giorno si era ripromessa che qualcosa di concreto sarebbe dovuto succedere.

    Si diresse verso la fila di ascensori che l’avrebbero portata nella favolosa hall di quello che era il fiore all’occhiello dell’intera catena di

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