Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Tesoro nascosto: Serie Stonebridge
Tesoro nascosto: Serie Stonebridge
Tesoro nascosto: Serie Stonebridge
E-book291 pagine4 ore

Tesoro nascosto: Serie Stonebridge

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Dopo il successo della Saga Infedeltà, che ha avuto più di 100.000 lettori, Diana Scott torna con la Serie Stonebridge, carica di suspance, erotismo e una forte passionalità.

Cosa fare quando i segreti dovrebbero restare nascosti ma l’amore non fa altro che ricordarteli?

Anne sa che la vita raramente concede seconde opportunità, per questo dopo la morte di suo marito è disposta a disfarsi del passato e fare tutto ciò che ha sempre desiderato.

Anna è una lavoratrice, è educata e politicamente corretta ma questo non è bastato a non sentirsi sola e non protetta da un marito violento.

Anne è anche passionale, bruciante e provocante, ma queste sono qualità che nessuno conoscerà mai.

Anne Foster è la prestigiosa direttrice del Museo Archeologico Stonebridge, famoso in tutto il mondo. Quando il suo capo le propone di lavorare insieme a Reed Blackman, capisce che è il momento perfetto per vivere tutto ciò che ha sempre sognato ma che non ha mai osato confessare.

Blackman conosce il dolore, la solitudine e le ferite causate da un cuore infranto. Lui è troppo subdolo per conoscere il romanticismo, ma la desidera e non ha intenzione di contenersi nel caso in cui lei dovesse accettare i suoi appetti sessuali. 

Anne sa che il cammino per dimenticare quello che le è successo non sarà facile e che dovrà correre molti rischi, ma crede di avere coraggio a sufficienza per affrontarli.

Blackman odia assomigliare a quell’essere ripugnante che è suo padre e prova a non essere come lui, ma non si crede capace di farlo. È un uomo freddo, responsabile ed ha un obiettivo che nasconderà a tutti, compresa lei.

Anne Foster riuscirà ad essere quella che avrebbe sempre voluto essere o si trasformerà in una donna rassegnata?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita6 apr 2019
ISBN9781547573967
Tesoro nascosto: Serie Stonebridge

Correlato a Tesoro nascosto

Titoli di questa serie (4)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa romantica contemporanea per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Tesoro nascosto

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Tesoro nascosto - Diana Scott

    Tesoro nascosto

    Prologo

    — Credevo che non avresti accettato.

    — Sono il tuo regalo di compleanno —. I suoi occhi azzurri, peccaminosamente virili, si illuminano trasgressori.

    — Sei un pervertito...

    — È la migliore delle mie qualità.

    Lei si sfrega sdolcinata contro suo marito, che annuisce appagato. La lunga chioma dorata le si estende lungo la schiena delicata, mentre piena di gratitudine bacia il suo compagno.

    Quale donna non sarebbe impazzita davanti alla sorpresina organizzatale dal marito?

    Definire sorpresina quell’attraente di Reed è dire poco, ma molto poco. Lei brucia di passione davanti ad una simile sorpresa ed il desiderio le sale lungo le cosce.

    — Amore, un Blue Hawaiian per cominciare?

    — Lo adoro.

    — Per te, Reed?

    — Per adesso nulla.

    — Ti puoi occupare di lei finché non torno?

    — Con piacere.

    — Mi fido di te — risponde sorridente —. Vado al bancone. Non aspettatemi per iniziare. Ci metterò il tempo sufficiente per godermi lo spettacolo.

    Reed non si fa pregare. Afferra la donna e la tira contro il suo corpo muscoloso, che la aspetta famelico. Lei stringe con impazienza le forti braccia di lui e mordicchia disperatamente le labbra carnose e virili che le vengono offerte.

    — Ti desidero... — sussurra affamata.

    — Questa sera sono il tuo regalo. Potrai giocare con me finché non ti stancherai.

    La bionda lo accarezza, desiderosa di scartare il suo regalo e di usufruire del suo agognato premio.

    — Sei il più bello dei regali.

    Entrambi si accarezzano sensuali e senza pudore. La donna intreccia le mani nei capelli ribelli di Reed con impaziente angoscia e si sfrega contro il suo membro virile. Prova a sottometterlo al suo potere, desidera essere la padrona della sua passione, lo accarezza e lo stimola, coraggiosa, ma lui non glielo permette. Lei è una belva ma è Reed il domatore.

    — Oh... — sospira la donna quando inizia a ricevere piccoli morsi addomesticatori sul collo.

    Con poca delicatezza e senza essere avvisato, il suo corpo rimane incastrato contro il tavolo e lei viene divorata da un uomo che le fa capire perfettamente chi comanda.

    Lui non gioca, lui attacca. Reed è il padrone ed il signore dei suoi desideri. Non perderà mai la testa, per niente e nessuno.

    La musica sensuale è inebriante. I delicati gemiti delle coppie vicine si intrecciano insolenti con l’urto dei corpi affamati di passione. L’ambiente profuma di lussuria e depravazione. Il Tempio delle Passioni è il luogo perfetto per godere. Invita al piacere e lascia libero sfogo ad una sessualità ancora legata ai pregiudizi della società.

    Reed è socio Vip della sala. Il Tempio delle Passioni è per lui il luogo perfetto in cui raggiungere il piacere, ma senza compromessi. Sesso senza sentimenti. È l’unico viaggio permesso ad un viaggiatore che ancora sanguina a causa della vergogna e del dolore.

    Il suo corpo è pronto a dare il via ai festeggiamenti. Le sue mani ruvide stringono la vita delicata, dimostrando l’intensità del suo desiderio e la giovane geme dalla voglia di sfiorargli la pelle. Un corpo maschile si unisce alla coppia e si incolla alla delicata schiena della ragazza. L’uomo accarezza i suoi seni, tondeggianti ed eccitati e la bionda geme impaziente.

    — Tesoro, andiamo con Reed? Ci aspettano nella sala cannella.

    — Mmm.

    — Amore ... — Toni sorride mentre mordicchia la spalla di sua moglie — Lo prendo per un sì?

    Reed si aggrappa alla sua vita sottile e strofina la sua erezione contro la minigonna corta, provando ad ottenere una risposta. Non si trova nella giusta condizione per continuare ad aspettare.

    — Sì... sì.

    — Sembra che la mia dolce sposa voglia avere il suo regalo di compleanno.

    — Non facciamola aspettare —. Dice con la voce resa roca dalla passione.

    I due uomini conducono la donna eccitata lungo il corridoio. Attraversano un salone affollato in cui si pratica una movimentata attività sessuale e camminano impazienti verso la stanza cannella. Lì li aspetta la loro particolare gangbang.

    La coppia di sposi entra per prima e Reed chiude la porta dietro di loro, con gli occhi consumati da un desiderio che potrà saziare a stento. Per Reed il sesso rappresenta solo delle semplici e banali briciole di qualcosa che non proverà mai.

    ....................

    Non molto lontano da lì...

    — È stato un incidente! Lui non avrebbe dovuto essere lì... Io non volevo. Non era mia intenzione.

    Nell’oscurità, l’ombra cammina nervosa da un lato all’altro mentre si strappa i capelli. L’uomo dalla corporatura forte che si trova nell’angolo opposto della stanza, accarezza la reliquia senza prestare molta attenzione alla sofferenza altrui.

    Krasiyya ... — mormora pieno di ammirazione.

    — Sì, è bella, ma a che prezzo?

    La figura in penombra si lascia cadere sul sofà, sperando che l’oscurità della notte nasconda i suoi sensi di colpa.

    — Non volevo ucciderlo —. Grida confuso.

    Nichego ne popishesh.

    — Hai ragione, non avrei potuto fare altro ma...

    — Tu no preoccupare più. Quell’uomo essere un idiota e no dovere comportare così. Tu e io essere ricchi tra poco. Andiamo a mio hotel. Lì vodka e buona compagnia ti faranno dimenticare.

    Il ragazzone guida l’uomo afflitto verso la porta, mentre si gode il suo nuovo pezzo da collezione. Con quello avrebbero ottenuto mucchi di soldi, sufficienti a dimenticarsi velocemente di quegli stupidi cadaveri che c’erano di mezzo.

    — Ci aspetta un ottimo futuro, adesso andiamo a divertirci.

    — Questo mi piace —. L’ombra ride, dimenticandosi dei suoi tristi sensi di colpa.

    — E quando tu vedere mie amiche tu piacere ancora più — il ragazzone ride esaltato.

    Entrambi escono dalla stanza buia sorridenti, consapevoli di quale magnifico cammino avrebbero intrapreso insieme.

    Un giorno nuvoloso

    Perché la gente non porta mai con sé l’ombrello? Diluvia come non mai ma loro corrono di qua e di là come formiche che stanno per annegare.

    Bevo un altro po’ di tè al limone, concentrata sull’immagine che mi offre la finestra del terzo piano, a Stonebridge. Oggi non sono concentrata. Sono tempi complicati direbbe mia sorella e non sarò io a negarlo.

    Oggi è il mio anniversario, avremmo festeggiato dieci anni di matrimonio e, nonostante gli ultimi tre siano stati di solitudine e i sette precedenti di copiose lacrime, non riesco a smettere di pensare a come sarebbe adesso, se lui fosse ancora qui. Starei con te oppure avrei avuto coraggio a sufficienza per darti un calcio nel culo e andare avanti senza guardarmi indietro?

    Con alcune persone la vita è ingiusta e, nel mio caso, ci è andata pesante. Cosa verrà dopo l’essere rimasta inaspettatamente orfana e dopo aver avuto un marito che mi ha trattata come uno zerbino? Bevo un altro po’ di tè mentre continuo a guardare dalla finestra.

    — Si rovinerà le scarpe con tutta quell’acqua...

    Le persone corrono, non vogliono bagnarsi, vanno di fretta. Perché non hanno gli ombrelli?

    Finisco il mio infuso ma il mio cervello non mi dà tregua.

    John è morto e non tornerà, è questa la realtà. Sono sola e vado avanti. Il tempo è passato e la serenità è tornata nella mia vita. Non sto così male come immaginano gli altri, ma ci sono molte cose che loro non sanno... La mia vita nasconde troppi segreti che non ho mai confessato e moltissima vergogna che continuo a non accettare.

    Quando mi sono sposata ero una ragazza giovane che cercava rifugio e sicurezza e John aveva rappresentato questo e molto altro. Potrei dire che nei primi anni di vita ci sono riuscita, che ho raggiunto la felicità, ma poi tutto è cambiato. La mia tranquillità si è trasformata nella più dura delle agonie. Oggi riesco tranquillamente ad ammettere che non ho mai vissuto un’epoca dorata.

    Attualmente lavoro come direttrice del Museo Archeologico Stonebridge, Ho ottenuto la vita che desideravo vivere. Sono rispettata nella mia professione, mi sento libera e lotto con le mie paure e, nonostante queste siano ancora molte, mi sento abbastanza forte per superarle. Le sofferenze non esistono più. Gli unici colpi che da oggi in poi riceverò saranno quelli della vita e lotterò con le unghie e con i denti per affrontarli.

    Le paure sono sfide che non ho paura di sperimentare. John, ovunque tu sia, ascoltami bene, spero che marcirai perché non ti perdono!

    — Anne, vado via —. La voce della mia segretaria, in piedi sulla porta, mi distrae dall’auto-rivendicazione delle mie libertà — Ha telefonato tua sorella e dice che ti aspetta per cena.

    — Grazie. Fai attenzione che sta diluviando.

    Mary sorride, sistemandosi il generoso scollo, ed esce disinvolta. Le ventenni non hanno paura di rovinarsi i vestiti.

    — Anne, dovresti uscire e cercare un signore che ti dia un po’ di calore in giornate come questa.

    Signore? Certo, siccome sono vedova, vado bene solo per quelli con i capelli bianchi e il bastone. Meglio che stia zitta. Conosciamo tutti Mary e la sua maledetta rivalità femminile e, nonostante io la chiamerei semplicemente fottuta invidia, non posso parlare a voce alta. Noi donne intelligenti siamo libere di pensare, ma siamo prigioniere della nostra buona educazione.

    — Buona notte Mary.

    Do per terminata la conversazione quando sento squillare insistentemente il telefono.

    — Marc! Che bello... Sei in città?... Mi sembra perfetto...! Sì! Ahaha. Non essere pesante. Lo prometto. Organizzerò tutto per fare in modo che questa settimana tu sarai la mia unica priorità... Anch’io ti voglio tanto bene ma la cena la paghi tu, le mie finanze non sono così solide come le tue —. Dall’altro capo del telefono, Marc ride—. Un bacione. Ci vediamo presto.

    Marc Olson, uno degli uomini più fedeli che abbia mai conosciuto. Sempre lì. Non se ne è mai andato. Quando tuo marito è un prestigioso archeologo di fama mondiale, la gente ti chiama per farti le sue condoglianze ma poi, con il tempo, spariscono tutti e restano solo tre o quattro persone che non ti abbandonano mai. Persone leali e sincere come il mio grande amico Marc.

    Sempre presente, sempre lì quando hai bisogno di lui. L’uomo ideale per qualsiasi donna, ma non per me, che sono stata in grado di provare solo una profonda amicizia. Dovrei concedergli una seconda opportunità? È bello, intelligente ed è innamorato di me da molti anni. Perché non dovrei riprovarci? Siamo stati fidanzati per qualche mese, ma eravamo dei mocciosi. Adesso invece siamo due adulti soli. Potrei provarci... Ma sì! Non voglio un compagno, voglio vivere, sperimentare. Punto e a capo. Meglio che la smetta con queste stupidaggini...

    — È ora!

    O mi metto a correre o Jane mi scuoierà viva per essere uscita di nuovo tardi. Non c’è nulla che odio di più di quando il suo delizioso arrosto con purè di patate si raffredda.

    Esco correndo quando me ne rendo conto.

    — Merda! Non ho l’ombrello — rido divertita — Ma che mi importa! Non ho vent’anni ma sono felice — sorrido da sola per le mie stupidaggini, mentre cammino piena di speranza. Il futuro mi riserverà tutte le avventure che deciderò di accettare e non ho intenzione di rifiutarne neppure una.

    Corro il rischio

    — Anne, me ne vado... — è la seconda volta che mi saluta negli ultimi dieci minuti e ancora non se ne è andata.

    — C’è qualcosa che non va?

    — Tra cinque minuti da questa porta uscirà l’uomo più bello del mondo.

    — Dall’ufficio in ristrutturazione?

    — Sì.

    — E ti stai appostando per violentarlo nel corridoio?

    — No, meglio nell’ascensore — scuoto la testa mentre Mary sorride maliziosa.

    — Buona notte Mary.

    Abbasso lo sguardo sulla tastiera. È meglio che continui con la mia relazione e la porti a termine in fretta, invece di ascoltare le assurdità dette dalla mia segretaria. La situazione finanziaria del museo è delicata e le entrate sono scarse, quindi o faccio un lavoro certosino o molti dei miei colleghi dell’area sperimentale finiranno in mezzo a una strada.

    Guardo l’orologio e mi rendo conto che è successo di nuovo. Sono passate due ore dall’orario di chiusura ed è tardissimo. Mi sfrego gli occhi e rileggo i documenti. Sembrano attendibili, ma basteranno ad attrarre nuovi investitori? Di questo non sono molto sicura. Non posso commettere errori, abbiamo bisogno di soldi. Comunque, per stasera non posso fare molto altro. Recupero le mie quattro cose e me ne vado dritta a casa.

    — Merda!

    La mia vecchia agenda e centinaia di foglietti volano in aria. No, che disastro! È proprio vero, devo mandarla in pensione. Mi inginocchio per raccogliere quel mucchio di bigliettini sparsi sul pavimento di legno.

    Il Tempio delle Passioni... Leggo il bigliettino, scolorito dallo scorrere del tempo. Quanti anni sono che conservo questo bigliettino? Tre... No! Sono già cinque anni. Mi siedo sulla poltrona mentre sistemo il resto dei foglietti.

    Quando eravamo fidanzati John non era mai stato d’accordo con le mie curiosità sessuali e, durante il matrimonio, il sesso si era trasformato in un treno su cui era meglio non salire. Farlo e restare in silenzio, pensando solo al momento in cui sarebbe finito. Questa era la mia vita sessuale.

    Donne come te non attraggono. Questa era la sua solita frase. Donne come me? Noiose? Rassegnate? Insipide? Monotone? Col cavolo! Io non sono così, forse lo sono stata, ma non più.

    Tempio delle Passioni, spero che sei ancora aperto perché domani stesso ho intenzione di venire a farti visita e poi vedremo a quale tipo di donne appartengo. Non ho più bisogno di chiedere il permesso per fare quello che mi piace, cercare ciò che mi interessa o provare quello che desidero. Autostima sta indossando un rossetto color rosso passione.

    .............................

    — Ti ho detto che ho questo invito.

    — E io le ripeto che non può entrare. Questo invito è scaduto da molti anni.

    — Mi sono dimenticata. Dai, non fare così. Ti sembro pericolosa? — gli regalo il migliore dei miei sorrisi — Guarda! Stai ridendo. Non fare così, è la mia prima volta... Resterò solo per poco. Un bicchiere e me ne vado.

    — Mi dispiace ma non posso. Magari un altro giorno.

    Il ragazzone si sposta, lasciando passare due donne meravigliose che non hanno bisogno di presentazione.

    — Che succede? Noi rosse non siamo le benvenute? — dico infastidita — Loro sì e io no?

    — Devi essere socia oppure essere invitata da uno di loro. Anche quelle belle come te sono obbligate a rispettare le regole.

    Ah, che tenero! Ha detto che sono bella... Me lo mangio. Faccio una faccia innocente, è la mia ultima possibilità, ma niente. Non mi fa entrare. Mi sto rassegnando a tornare a casa quando una voce grossa e virile cattura la mia attenzione.

    Oh mamma, quest’uomo non può essere vero. Dei capelli neri come la notte e leggermente più lunghi del solito, incorniciano un viso duro e virile. Deve essere alto più di un metro e ottanta ma non è uno di quelli magrolini e allungati, al contrario, sembra che si alleni a sufficienza perché le braccia muscolose si vedono attraverso la camicia. Indossa dei pantaloni chiari e una camicia celeste ed è l’uomo più attraente che abbia mai visto. Vacillo pensando alle cose nuove che potremmo provare insieme, in orizzontale, in verticale, sospesi in aria, in acqua e in qualsiasi altro posto il mio corpo sopporti. Oh mamma! Alla fine, risulterà che non sono per nulla noiosa.... Fottiti John.

    — Marcus, lascia passare la signorina. Viene con me.

    — Reed, sai che non posso farla entrare. Se dovesse causare qualche incidente, Solange mi darà in pasto ai cani come colazione.

    — Lei non si allontanerà da accanto a me, non è così Anne?

    Come fa a sapere il mio nome? Non importa, da quegli occhioni azzurri accetto tutto.

    — Sì voglio... Cioè, sì prometto... Sì a tutto... — Oh mamma, sto sprofondando nel fango.

    Il Dio maschile muove appena il labbro. Cos’era, una specie di sorriso?

    — Sicura che vuoi entrare? — mi chiede deciso.

    — L’ho sempre voluto, ma non ho mai avuto l’opportunità.

    — Te la darò io — mi prende per mano ed entriamo, nonostante il disgusto del povero Marcus che non è affatto d’accordo con la mia presenza.

    Camminiamo piano per non inciampare. La sala principale è in penombra ed io cerco di non cadere, a causa della carenza di luce. Le mie pupille si dilatano, abituandosi all’oscurità del luogo. L’ambiente è curioso, diverso, si potrebbe dire persino esagerato, ma molto appropriato.

    La musica sensuale avvolge l’ambiente. La sala si illumina ad intermittenza e gli specchi coprono quasi completamente le pareti. Alla mia destra un piccolo bancone da bar viene diretto da un cameriere sorridente che, senza sosta, serve i clienti. I colori argento e oro completano una decorazione barocca fatta di lampade e luci color pastello. Le coppie si divertono sorridenti mentre altri, solitari, si limitano ad osservare.

    In un batter d’occhio, dei potentissimi riflettori illuminano il palco, fino a farlo brillare in modo accecante. Tre donne che indossano dei bikini striminziti iniziano un ballo molto erotico. Ancheggiano sensuali attorno a dei pali di metallo, che si estendono dal palco in legno di mogano fino al soffitto, spietatamente bianco.

    — Se mi prometti di non scappare vado a prendere dei drink —. Annuisco con la testa, senza riuscire a pronunciare una parola.

    La mia bocca spalancata, non la smette di esclamare. È il più grande spettacolo erotico a cui abbia mai assistito. Se qualcuno mi chiedesse di raccontarlo direi che sfiora l’ordinario, ma non è proprio così. Qui nessuno grida fuori controllo, come succede nei bar frequentati da soldati arrapati, al contrario, sia gli uomini che le donne si godono quello potrebbe essere chiamato uno spettacolo deliziosamente carnale.

    Alcune signorine, terribilmente belle e con dei vestiti striminziti, ogni tanto si avvicinano a qualche tavolo, invitando alcune coppie a fare qualcosa che non so, ma queste annuiscono mentre si dirigono verso varie porte che si trovano alla fine di un lungo corridoio. Provo a seguirli con lo sguardo ma le grida di ammirazione rivolte a una delle ballerine, che è riuscita a salire lungo il palo arrivando fino al soffitto, mi distrae dai pettegolezzi.

    — Wow.

    — Champagne — il Dio fatto uomo mi porge una delicata coppa di vetro.

    — Grazie — non posso guardarlo negli occhi perché ha un effetto diretto sulle mie gambe.  Cedono.

    — Grazie di tutto, ma non sei costretto a farmi compagnia. Sono sicura che avrai dei piani.

    È strano, ma il suo sguardo serio e freddo non mi spaventa, al contrario, mi attrae e mi provoca, ma non mi intimorisce.

    — Non ho piani. Per ora...

    Oh mamma! Il cuore mi batte all’impazzata al solo pensiero. Quanto tempo è che non faccio sesso? Il calore che mi sale lungo le cosce e il tremore causato dall’ansia, mi fanno capire che non lo faccio da molto.

    Il Dio umano si siede accanto a me e il suo profumo mi ubriaca. Legni, muschi e essenza maschile al cento per cento.

    — È come te lo aspettavi?

    — Sì e no —. Mi guarda sconcertato e sorrido come faccio ogni volta che mi guarda. — Le decorazioni sono spettacolari, ma mi aspettavo qualcosa di più...

    — Qualcosa di più?

    — Non lo so, qualcosa di più... forte?

    — Qualcosa come orge, sadomaso, trii, scambi...

    — Non ho detto questo —. Sto diventando più rossa dei miei capelli.

    — Ma lo hai pensato.

    — Questo sì —. Mentire mi riesce malissimo.

    — Ti piace giocare duro.

    — No, che dici... Io non... mai... — Oh mamma! Mi sto sotterrando di nuovo. Autostima scappa spaventata.

    Il Dio greco in versione mora mi offre un vago sorriso e capisco che mi sta prendendo in giro.

    — Non ridere di me... Noi donne abbiamo lo stesso diritto di sperimentare di voi uomini.

    — Su questo sono d’accordo.

    Due coppie di un tavolo vicino si alzano in piedi e si dirigono verso il grande corridoio laterale.

    — Dove vanno?

    — A sperimentare.

    — Oh...

    — Oh —. Ripete divertito.

    — Possiamo andare?

    — No.

    — C’è bisogno dell’invito per vedere?

    — Sei una voyeur?

    — No — rido a crepapelle — Solo una curiosa incurabile.

    Bevo dal mio bicchiere, mentre mi muovo a ritmo di musica. Questo luogo mi piace sempre di più. Il mio bocconcino si alza e mi porge il braccio affinché lo accompagni ed

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1