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Sale, sesso & pepe: eLit
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E-book148 pagine1 ora

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Info su questo ebook

CHICK & CHIC - Vol. 4. Carrie Robbins, chef di gran classe, è la nuova, amatissima stella di un programma tv a sfondo culinario. I problemi iniziano quando la sua emittente la costringe a condurre lo show insieme al cuoco britannico Philip Mallory, egocentrico e terribilmente snob. Ma col passare del tempo Carrie capisce che il sedicente re dei fornelli è come un soufflé al cioccolato: molto difficile, ma assolutamente succulento. Tanto che, una volta assaggiato, non si riesce più a smettere.

I romanzi della miniserie:

1) Piccanti equivoci

2) Lezioni private

3) Mio da sedurre

4) Sale, sesso & pepe

LinguaItaliano
Data di uscita30 ott 2015
ISBN9788858944738
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Autore

Rhonda Nelson

Tra le autrici amate dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Sale, sesso & pepe - Rhonda Nelson

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Getting It Now!

    Harlequin Blaze

    © 2005 Rhonda Nelson

    Traduzione di Tiziana Tursi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-473-8

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Soltanto alle fondatrici di ChiC sarebbe potuto venire in mente di festeggiare l’imminente arrivo di un bebè in un locale notturno, pensò Carrie Robbins alla vista dell’amica che scartava i regali.

    Succhiotti colorati galleggiavano nei bicchieri di Margarita, in versione analcolica per la futura mamma, e un esercito di biberon travestiti da portacandele completava l’allestimento del Blue Monkey di New Orleans.

    «Hai superato te stessa» si complimentò Frankie e vuotò la terza coppetta di panna cotta ai frutti di bosco. «Lascia almeno che ti rimborsiamo il costo degli ingredienti.»

    «Non se ne parla nemmeno» decretò Carrie.

    Vestire i succinti panni della Gourmet in négligé aveva ridato slancio alle sue finanze. Prima di essere scritturata dalla produzione di Ai fornelli, New Orleans! arrivare a fine mese esigeva non poche acrobazie.

    Con l’ingaggio erano piovute liquidità e sicurezza, oltre alla possibilità di allestire un banchetto in onore del primogenito di Zora e traslocare in una casa finalmente degna di quel nome.

    «Ne sei sicura?» insistette Frankie.

    «Fidati. Ti assicuro che cucinare in costume adamitico dinanzi alle telecamere rende molto bene.»

    «Ora non esageriamo. Hai una tenuta... osé.»

    «Di’ pure da vera pornostar.»

    Era un inconveniente al quale non aveva dato molto peso al momento della firma del contratto con la rete televisiva. Non che avesse avuto molta scelta.

    La proposta era stata semplice: prendere o lasciare.

    «Certo che se evitassero il trucco da circense e le acconciature anni ottanta, la tua immagine ne guadagnerebbe.»

    Ma evidentemente il pubblico maschile adorava vedere all’opera una chef in tenuta da marciapiede: rossetto porpora, ombretto blu elettrico, ciglia finte e chioma leonina.Le ci voleva puntualmente mezz’ora per rimuovere il cerone e districare le lunghe ciocche laccate.

    A parte la rituale spuntatina contro le doppie punte, Carrie non poteva dire di essersi mai presa maniacalmente cura dei capelli.

    Quanto al trucco poi, detestava avere il viso impiastricciato. Una passata di lucidalabbra e un filo di mascara erano il massimo che si fosse mai concessa.

    La seduta di novanta minuti prima dell’ingresso in scena era, per come la vedeva lei, un’inutile oltre che esasperante perdita di tempo.

    Ma le amiche avevano ragione. Era sempre meglio che lavorare per Martin. Poter rassegnare le dimissioni da quel pallone gonfiato con un preavviso di sole due settimane era stata un’impagabile soddisfazione.

    Se il ristorante che gestiva non fosse stato così rinomato, non avrebbe mai tollerato di essere bistrattata. Ma, a dispetto del caratteraccio del proprietario o forse proprio grazie a quello, Chez Martin era il locale più gettonato della città e sarebbe stata una vera follia mollarlo in assenza di un’occasione più ghiotta.

    L’alternativa, per sua fortuna, si era profilata, e lei l’aveva afferrata al volo. Martin era rimasto con il fiato sospeso per una buona manciata di secondi, come un balenottero spiaggiato, prima di dare libero sfogo alla sua rabbia.

    Così lo ripagava di tutto ciò che aveva fatto per lei?

    Le sarebbe tanto piaciuto sapere in cos’altro si fosse prodigato oltre che nell’avvelenamento degli ultimi quattro anni della sua vita.

    Avrebbe forse dovuto essergli grata per le spietate critiche? O gli straordinari non retribuiti? O gli sprezzanti commenti sul suo aspetto?

    La società contemporanea, ossessionata dal culto dell’estetica, in genere era solita riservare una corsia preferenziale a chiunque rispondesse ai canoni della bellezza, ma per Carrie era stato il contrario.

    Suo malgrado, aveva scoperto che essere attraenti non spalancava esattamente le porte dell’Eden, come invece sembravano credere tutti.

    Gli uomini la sottovalutavano e davano per scontato che fosse un’oca senza cervello. Le donne si sentivano minacciate e la detestavano al primo sguardo.

    E a lei non restava che fare i conti con l’identica dose d’insicurezze di qualsiasi altro comune mortale.

    Pensare che avesse vita facile perché carina, era quanto di più errato potesse capitare. Aveva anche lei il suo carico di problemi irrisolti.Tra l’altro, aveva sperimentato sulla propria pelle cosa significasse essere dall’altra parte della barricata.

    Da bambina era stata obesa. Crescere in giro per il mondo con due genitori medici aveva reso l’imperfezione fisica tollerabile, ma non appena aveva messo piede in una scuola privata americana, all’ultimo anno di liceo, le compagne di classe le avevano reso la vita impossibile.

    L’avevano punzecchiata e ridicolizzata al punto che la sola idea di pesare cinquecento grammi in più le era diventata intollerabile. Si era sottoposta a una dieta ferrea, aveva intrapreso un massacrante programma di fitness e, prima della fine dell’anno scolastico, aveva perso ben ventidue chili.

    A quel punto, si era ritrovata alle prese con i problemi delle belle.

    Naturalmente, era lieta di aver raggiunto un peso forma, ma aver imparato a esercitare il necessario controllo sul cibo non aveva sminuito la sua passione per la cucina.

    Così era nata la sua professione.

    Per tutta la vita adulta Carrie aveva desiderato disperatamente essere presa sul serio come chef, potersi mettere all’opera lontano da occhi indiscreti e lasciare che le pietanze parlassero da sé.

    Ed ecco che, invece, si ritrovava a far fruttare un dono che non aveva mai volutamente coltivato: l’aspetto.

    Il programma televisivo aveva sbancato. La produzione aveva puntato essenzialmente a un pubblico maschile, ma l’indice di gradimento era risultato in netta ascesa anche presso la popolazione femminile.

    Lamentarsi ora, quando, oltre alla bellezza, aveva ottenuto anche la fama, sarebbe stato da ingrati.

    Non che a lei importasse dell’uno o dell’altro attributo. L’unica cosa che contava era che la facessero cucinare.

    April Winston-Hayes scivolò sullo sgabello accanto al suo e indicò con la mano la pila di doni ammonticchiata sul tavolo da biliardo.

    «Siamo state furbe a estendere l’invito anche agli uomini. Caricare l’auto di Zora non sarà uno scherzo.»

    Motivo in più per dare la festa al pub.

    Carrie dirottò lo sguardo sui tre uomini riuniti in fondo alla sala. Ben, l’ultimo arrivato, non aveva faticato a integrarsi con Tate, il futuro papà, e Ross, amico e collaboratore di quest’ultimo.

    Essere sposati con una fondatrice di ChiC faceva scattare tra loro un immediato legame di reciproca commiserazione.

    «Sono perfetti per il sollevamento dei pacchi pesanti» convenne.

    Per come la vedeva lei, tanto bastava e avanzava.

    A parte una storia seria finita male alla Scuola di Cucina, doveva ancora imbattersi in un uomo che fosse interessato a qualcos’altro oltre alla sua carrozzeria.

    Certo, essere l’unica del clan ancora a piede libero la metteva a disagio e non poteva negare di provare invidia per le altre. Quale donna non voleva essere amata?

    Ma finché non avesse incontrato l’uomo giusto, disposto a grattare la superficie, a non farsi intimidire dalle sue doti e a condividere i suoi interessi, preferiva restare sola.

    La vita era troppo breve perché ci si potesse accontentare di qualcosa di meno del meglio.

    I suoi genitori le erano stati di esempio. In quarant’anni, a parte qualche inevitabile incidente di percorso, non erano mai venuti meno alla solenne promessa nuziale che si erano scambiati.

    Era esattamente quello il modello al quale lei tendeva: un amore durevole.

    «Ti trovi bene nella nuova casa?» riprese April.

    «Divinamente bene» le confermò Carrie.

    Ben, il marito di April, aveva messo in vendita l’abitazione nello stesso periodo in cui lei aveva firmato il contratto con la casa di produzione ed era alla ricerca di una residenza con una spaziosa cucina operativa.

    Grazie a una propizia configurazione astrale, la dimora georgiana si era rivelata assolutamente perfetta. Un po’ troppo grande per una persona sola forse, ma sufficientemente capiente per accogliere la sua collezione di pezzi di antiquariato.

    Al pari di ogni acquirente di sesso femminile, la cucina era stata il primo ambiente sul quale si era soffermata.

    Ed era stato amore a prima vista.

    «E il lavoro come va? Novità sullo speciale?»

    Carrie si tese e scosse il capo.

    Lo speciale in questione era un espediente che gli autori del programma si erano inventati per far impennare i fiacchi indici di ascolto estivi. Avevano deciso di affiancarle la risposta britannica a Gianfranco Vissani: Philip Mallory.

    Un sospiro le restò a metà gola.

    Le risultava impossibile evocare quel nome senza trasalire. Capelli neri, occhi di ghiaccio e un metro e ottanta di fisico atletico facevano di Philip Mallory il partner perfetto per

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