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Cabala e Chakra: Un percorso iniziatico
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E-book288 pagine5 ore

Cabala e Chakra: Un percorso iniziatico

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Info su questo ebook

Esiste un antico libro, ma antico davvero, che ci racconta attraverso una metafora avvincente la discesa - immersione meditativa dell’Anima attraverso i Sette Palazzi interiori e la successiva risalita - resurrezione come Anima rinnovata, maggiormente consapevole di sé stessa e della propria scala valori.
Questo libro è chiamato “La discesa di Inanna, regina del cielo e della terra dei Sumeri” ed è stato inciso in linguaggio cuneiforme su tavolette d’argilla nel terzo millennio a.C.
Da molti anni Giuliana Ghiandelli è una studiosa della Kabbalah, materia che afferma che “non si morirà di sapienza”.
Questa è una frase che può fare riflettere, in quanto non si impara mai abbastanza, ragion per cui ognuno di noi non deve mai affermare di sapere tutto.
Nella Kabbalah puoi trovare le risposte necessarie al tuo benessere, sia esso mentale-fisico-spirituale.
LinguaItaliano
Data di uscita19 ago 2020
ISBN9788892720534
Cabala e Chakra: Un percorso iniziatico

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    Anteprima del libro

    Cabala e Chakra - Giuliana Ghiandelli

    Ghiandelli

    ©2020

    OM EDIZIONI

    Tutti i diritti letterari ed artistici sono riservati.

    è vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale, di quest’opera.

    Qualsiasi copia o riproduzione effettuata con qualsiasi procedimento (fotografia, microfilm, nastro magnetico, disco o altro) costituisce una contraffazione passibile delle pene previste dalla legge 11 marzo 1975 dei diritti d’Autore.

    Stampato in Italia nel mese di Giugno 2020 presso

    Graphicolor snc, via Cesare Sisi 2 – 06012 – Cerbara (PG)

    OM EDIZIONI

    Via I Maggio, 3/E – 40057 Quarto Inferiore (BO) – Italy

    Tel (+39) 051 768377 – (+39) 051 767079

    info@omedizioni

    www.omedizioni.it

    ISBN

    978-88-32299-73-1

    ISBN

    e

    B

    ook 9788892720534

    Giuliana Ghiandelli

    Cabala e Chakra

    Un percorso iniziatico

    PREFAZIONE

    Prof.ssa. Marie Noelle Urech

    Che cos’è la vita.

    È l’acqua di un fiume che scorre

    è come il vento turbinoso

    è come la tempesta che cade sulla Terra

    la vita dono di un Creatore

    La vita dono della vita

    la vita amara

    la vita dolce

    la vita solitaria

    la vita dolorosa

    è sempre vita come dono prezioso

    Quando questa vita si spezzerà

    si raggiungerà la gioia eterna

    una gioia inspiegabile

    ma poi si vorrà ritornare alla vita

    ai dolori, alle gioie, alle risate, ai pianti

    si dovranno riscattare i dolori gli errori

    commessi precedentemente

    Comprendimi vita

    aiutami

    abbracciami

    Giuliana Ghiandelli

    Questo libro è dedicato alla mia famiglia.

    Un sentito ringraziamento alla Prof. Marie Noelle Urech

    per la sua prefazione!

    PREFAZIONE

    Nel motto greco En to pan, cioè Uno, il tutto riflesso del pensiero di Eraclito tutte le cose sono Uno e l’Uno tutte le cose converge una ricca tradizione sapienziale millenaria, che da Oriente ad Occidente abbraccia tutti gli ambiti del sapere quali la Cabala, l’astrologia, l’alchimia, l’ermetismo, il neoplatonismo, lo gnosticismo, la magia, il tantra, lo yoga, il taoismo, il vedismo per citare le più note.

    L’essere umano ha sempre avuto forte l’esigenza di raccogliere e spiegare i fenomeni della vita attraverso una visione unitaria: se conosci l’uomo, conosci l’universo. La consapevolezza di tale unità scaturisce dalla scoperta che la relazione armonica che lega l’individuo all’universo, si basa sull’interdipendenza tra tutte le cose per sfociare poi nella sua forma più elevata: l’amore. Questa brama universale verso una maggiore comprensione della nostra essenza nasce dalla consapevolezza che una trasformazione profonda dell’individuo non può essere raggiunta senza la conoscenza di se stessi. Al livello umano, l’unità del tutto implica che tutti i livelli dell’individuo (fisico-energetico, che emozionale, mentale e spirituale) siano risvegliati affinché questa completezza possa esprimersi nella polarità Maschile/Femminile e completare così il percorso circolare verso l’Uno, ovvero la realizzazione spirituale. Le antiche tradizioni mistiche, misteriche e sapienziali, non solo hanno condiviso tale visione ma hanno elaborato dei percorsi formativi e fornito alcuni strumenti per giungere allo stato dell’Uno/Tutto, come la ricerca della pietra filosofale degli Alchimisti, la scienza dei chakra e dell’illuminazione dello Yoga, le 32 vie della Saggezza dell’Albero della Vita.

    La Cabala e lo Yoga sono vie iniziatiche che presentano sorprendenti affinità, colte dallo sguardo erudito e intuitivo di Giuliana Ghiandelli nella sua opera Cabala e chakra. Queste due vie, volte a sgrossare l’uomo, a liberarlo dalle sue illusioni e identificazioni, lo guidano verso l’illuminazione, l’essere Uno, fonte di gioia, di eterna giovinezza e di saggezza.

    La Cabala è l’insieme degli insegnamenti esoterici propri dell’ebraismo rabbinico, intesi a spiegare il rapporto tra un permanente, infinito e misterioso ("En Sof senza fine) e l’universo mutevole, deperibile e finito, (la creazione, Sof), fuori dai confini prettamente religiosi di quell’esperienza. Lo Yoga è una via millenaria, teorica e pratica, per la purificazione dei vari corpi: fisico, energetico, emotivo, mentale e il raggiungimento di uno stato di illuminazione, ovvero la fusione con il Tutto. Il percorso attraverso i sette chakra maggiori dello Yoga trova un sorprendente riscontro con quello delle sette lettere doppie dell’Alfabeto Ebraico, vettori di energia che aprono le porte della percezione cosciente.

    L’autrice, esploratrice instancabile della dimensione esoterica e spirituale, ci offre una prospettiva illuminante che unisce antichi percorsi per il risveglio della coscienza e per attivare un potenziale luminoso che giace addormentato in noi. Ma che il lettore non s’inganni! Non si tratta soltanto di acquisire maggiore erudizione. Se la Cabala e lo Yoga furono all’origine una ricerca esoterica di autoconsapevolezza, essa va integrata alla vita di tutti giorni, bisogna renderla operativa.

    Detto con le parole del Rabbino Yosef Qimhi, poeta e alchimista spagnolo del XII secolo, «la conoscenza e l’azione sono gemelli, ciascuno glorifica l’altro».

    Al lettore e al ricercatore, lascio una lettura che deve distillare un immenso capitale di conoscenze che hanno avuto una continuità e uno sviluppo coerente nel tempo e che si rivelano di grande attualità.

    Prof. Marie Noelle Urech

    INTRODUZIONE

    La Cabala afferma che "non si morirà di sapienza" è una frase che può fare riflettere in quanto non si impara mai abbastanza, per questo personalmente sostengo che ognuno di noi non deve mai affermare di sapere tutto (ognuno di noi ha da imparare da tutti, non si è tuttologi!!!).

    Ogni giorno che passa mi appassiona sempre di più, in quanto, in essa si trovano le risposte necessarie per il nostro benessere sia esso mentale/fisico/spirituale. Ho avuto la fortuna di trovare dei Maestri splendidi, cosa non facile, che hanno risposto a molti dei miei interrogativi sui collegamenti del microcosmo con il macrocosmo, ma soprattutto a tutto ciò che nella nostra interiorità può essere svelato, attraverso le corrispondenze, cui se prestiamo un attento orecchio, se ne può porre rimedio. Personalmente grazie a questi studi ho trovato l’equilibrio e, posso affermare, anche quella conoscenza di me stessa con le mie debolezze e forze che un tempo mi creavano solo fastidi. Delle diverse iniziazioni che ho avuto la fortuna di sperimentare, il percorso sui Palazzi è stato quello più emozionante in quanto si tratta di passare da un Palazzo o Chakra all’altro guidata dagli Angeli che vi domiciliano.

    Un ringraziamento particolare va a un mio Maestro Enrico Gianfranco Guidazzi, persona rarissima a trovarsi che ancora dopo molti anni dalla sua dipartita sento vicino e mi ha illuminato con i suoi insegnamenti quindi un Maestro con la M maiuscola, ancora oggi quando ho bisogno di essere illuminata in qualche argomento gli chiedo aiuto e attraverso i sogni o non mi arrivano le sue indicazioni.

    Ricordo che mi diceva: Giulianella, così mi chiamava, metti il cuore e la sensibilità in qualsiasi studio e troverai le risposte. Niente di più vero! Mi ha insegnato ad apprezzare e capire i collegamenti biblici cui si possono trovare nello studio di questa materia per poi constatare quanto ci possa essere di vero anche nella nostra esistenza attuale. Successivamente il Dott. Massimo Mantovani ha completato queste preziose conoscenze.

    Spero che questo mio testo vi possa essere utile per approfondire quella conoscenza dei Chakra e permettere alla Kundalini di aprirsi. La seconda parte del libro è dedicata agli esercizi e meditazioni sui Palazzi o Chakra, anche se sarebbe bene fare il percorso completo dei sette Palazzi, vedete voi! Sono certa che questi esercizi e/o meditazioni vi aiuteranno a trovare il benessere psico/fisico/energetico.

    Un’ultima precisazione: per rispetto nei confronti della cultura Ebraica il Nome della Divinità è stato riportato, in tutto il testo, in forma incompleta (D-o), in accordo con il Precetto Biblico di non nominare il Nome di D-o invano.

    Buon lavoro!

    Giuliana Ghiandelli

    Cabala e

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    LA CABALA

    Della Cabala si può dire che è l’esoterismo basato sulle Sacre Scritture ebraiche. Esso insegna che, tutta la creazione è costituita da molti livelli di realtà: a partire da quelli spirituali, invisibili, rarefatti; per poi arrivare a quelli grossolani quindi materiali. Ognuno di questi mondi possiede una sua personale e indipendente esistenza ma per costruire un tutto unico, ognuno di questi mondi deve essere collegato col mondo sia precedente che successivo. Se è preso ad esempio, il corpo umano, è riferito agli ultimi gradini della scala di creazione. Esso viene tenuto in vita, dall’anima animale o vitale, Nefesh, è il tipo di anima che si ha in comune con gli animali; poi a sua volta riceve energia dallo Spirito Superiore, Ruach, sede dei sentimenti umani con i suoi ideali e aspirazioni altruistiche. Essendo l’anima animale, Nefesh, e il corpo due entità molto diverse funzionano con due tipi di energie, strumenti particolari li connettono e, inoltre, permettano lo scambio di vitalità ed informazioni da un piano all’altro. Questi trasformatori di energie nella tradizione orientale sono denominati Chakra che nel loro senso letterale si traducono in ruote, i principali sono sette.

    Il nome ruota, deriva dal fatto che osservandoli assomigliano a dei mulinelli vorticosi, composti da diversi flussi energetici e ad ognuno appartiene un suo colore dominante. Il fenomeno di vortice è formato grazie al passaggio di grandi e grosse quantità energetiche, che percorrono i vari piani attraverso delle aperture relativamente piccole.

    La Cabala conferma l’esistenza di questi centri, Chakra, e approfondisce il significato con i gradini dell’anima. Infatti, la Cabala invita a conoscere le corrispondenze, sistema che permette di scoprire la rete di legami invisibili, che unisce i molteplici livelli di cui è composta l’esistenza. Nella Bibbia si trova l’affermazione: Adamo fu creato ad immagine e somiglianza di D-o essa stabilisce un’equazione valida in entrambi i sensi. Queste caratteristiche divine possiedono sia un’equivalente nella coscienza umana sia nella Coscienza Divina. Infatti, il corpo di Adamo era il riflesso di una determinata struttura presente in quella parte della Consapevolezza di D-o che gli permise di creare il mondo che, se pure nella sua unità e semplicità assolute, non si può mettere in dubbio la creazione che possiede molteplici aspetti.

    Uno degli aspetti è velato e inaccessibile, mentre un altro aspetto si presta all’analisi, quindi si può farlo conoscere attraverso gli strumenti della mente umana; questo si verifica in modo particolare se si usa la parte simbolica, esoterica e intuitiva non solo quella razionale. Nell’ideare e realizzare la creazione di D-o è stato sviluppato un piano generale: una specie di mappa di tutti i mondi. Nella sua totalità prende il nome di Adam Qadmon o Essere Umano Primordiale. Per meglio dire: la creazione possiede una forma ed una struttura analoga a quella dell’essere umano. Tutto ciò non vale solo per quanto riguarda l’anima ma anche per il corpo umano. Adamo quando si trovava nel Giardino dell’Eden aveva il corpo eterno e luminoso, inoltre, ogni sua parte aveva un corrispettivo preciso sia nel cosmo fisico sia in quello spirituale.

    Questo è il motivo per cui, uno dei più antichi testi lo Sefer Yetzirah o Libro della Formazione chiama le parti dell’anima con il nome di determinati organi del corpo. Dopo il peccato commesso da Adamo ed Eva il corpo ha perso gran parte della sua somiglianza con il Divino, ma del tutto, infatti, si è solo offuscata perché si è rivestito della pelle del serpente, trasformazione che inganna l’occhio con le sue apparenti cadute mortali. Tuttavia, quando la consapevolezza si risveglia è in grado di scoprire: le somiglianze, le corrispondenze, le affinità tra i mondi inferiori e quelli superiori. Uno dei più grandi Maestri Spirituali riconosciuti nel passato, Giobbe, recitò: dalla mia carne vedrò D-o. Questo spiega l’ordine che la struttura del corpo umano è in grado di insegnare dei sublimi segreti della stessa struttura del Divino, o ancora meglio, della parte Divina della Creazione, Adam Qadmon. Nel suo stato decaduto, il corpo umano contiene i segreti profondi, inoltre, è l’insostituibile strumento attraverso il quale si può agire nel mondo fisico in modo da permettere la rettificazione. Le parti del corpo umano hanno delle controparti spirituali e le loro funzioni sono in rapporto sincronico di tipo a-causale.

    Mi spiego meglio: la teologia dice che la causa viene dal superiore, mentre l’inferiore è l’effetto, ma sovente le azioni che si compiono nei piani inferiori, anche se meno perfette, hanno influenze anche sui livelli più elevati. Proprio in base a questo principio anche semplici esercizi fisici o particolari atteggiamenti nel campo dell’alimentazione possono avere un effetto benefico nell’evoluzione della consapevolezza.

    Testo che analizza e valuta i sette invisibili incroci tra il traffico spirituale e quello fisico, Chakra, ciò permette all’energia di salire e scendere nella scala dell’esistenza. Nel corpo umano, è rimasto un segno preziosissimo per quanto piccolo, dello stato eterno posseduto da Adamo e quando era nel Giardino dell’Eden. Infatti, il ritrovamento e il potenziamento di questa parte così preziosa, è uno dei compiti più importanti che si dovrebbe avere come obiettivo, in questa esistenza. A questo proposito Isaia recitò: …stenderà la mano sul fiume e con forte vento lo aprirà in sette torrenti. La spiegazione è ovvia: il fiume è riferito al flusso dell’energia che circola nel nostro corpo in continuazione per nutrirci e proteggerci. A sua volta, viene divisa in sette flussi più piccoli ed ognuno di essi ha il suo tipo di energia particolare a seconda della corrispondenza, così l’energia globale nutrirà il centro a cui corrisponde sviluppando i meravigliosi doni che ha nascosti.

    La Consapevolezza superiore, anche se unica, si esprime e differenzia in sette raggi principali, paragonabili ai sette colori dell’arcobaleno che insieme formano la luce bianca del sole. Nel corpo umano ogni Chakra rappresenta un colore o tonalità particolare, riferito al modo in cui il soggetto vive, agisce, pensa, sente, vuole e quant’altro inerente alla vita quotidiana.

    Esaminerò i Chakra uno per uno con le corrispondenze del settenario, sia presente nell’essere umano sia riferito alla ricchissima simbologia biblica e cabalistica, quali: le sette braccia della Menorah, il candelabro del Tempio di Gerusalemme. Questo è un simbolo molto importante in quanto rappresenta la luce della sapienza, che si irradiava verso Israele e l’umanità. In ognuno di noi è presente una potenziale Menorah, il nostro compito è quella di accenderla, e curarne le fiammelle, controllando che non manchi mai l’olio e che la luce si irradi sempre più verso il mondo.

    ORIGINE DEL SETTENARIO

    Il settenario è il più importante di tutte le divisioni. La tradizione cabalistica afferma: tutti i settimi sono beneamati questo significa che esiste qualche cosa di particolarmente prezioso e importante nel numero sette. Dal libro della Formazione, Sefer ha-Zohar, si legge che le ventidue lettere dell’Alfabetico Ebraico, sono i mattoni basilari di tutto l’edificio del creato. Ecco, come furono utilizzate le lettere ebraiche: "Quando egli volle creare il mondo, tutte le lettere, ma in ordine inverso, gli si presentarono. Fu la lettera Tav t che si presentò per prima: Maestro dei mondi disse, ti piaccia servirti di me per operare la creazione del mondo, dato che io formo la lettera finale della parola Emet che significa Verità, incisa sul tuo sigillo, e poiché tu stesso sei chiamato Emet, conviene al Re di cominciare con la lettera finale della parola Emet e di servirtene per operare la creazione del mondo. Il Santo, sia Benedetto, gli rispose: Tu sei degna in effetti, ma non conviene che io mi serva di te per operare la creazione del mondo, perché tu sei destinata ad essere segnata sulla fronte degli uomini fedeli, che hanno osservato la legge dalla Alef sino alla Tav, e ad essere così unita alla morte, ed anche perché tu formi la lettera finale della parola Mavet che significa Morte. Per queste ragioni, non mi conviene servirmi di te, per operare la creazione del mondo. La lettera Tav uscì immediatamente. Entrò allora la lettera Shin c e, dopo avere formulato la stessa domanda, essa fece valere l’iniziale del nome Divino Shaddai, che è una Shin. Conviene, ella disse, servirsi dell’iniziale del nome sacro Shaddai, per operare la creazione del mondo. D-o le rispose: in effetti tu sei degna, tu sei buona e sei vera, ma dei falsari si serviranno di te per raccontare delle menzogne, associandoti alle due lettere Quf q e Resh r, per formare così la parola Schèqer, che significa menzogna. Da queste parole, risulta che per fare accettare le loro menzogne, i mentitori sono obbligati ad unirvi anche un principio di vero. E perciò la parola Schèqer che si traduce in menzogna, è l’anagramma della parola Qescher, che significa nodo, fascio; perché per accettare le menzogne il mentitore è obbligato a cominciare con il dire una verità Shin, alla quale aggiunge poi la menzogna, Quf e Resh, in modo da legare insieme queste due. Quindi, benché tu sia vera, lettera Shin, dato che i tre Patriarchi saranno riuniti in te, non conviene mi serva di te per operare la creazione del mondo, poiché tu sarai spesso associata alle due lettere Quf e Resh che sono del lato cattivo, di quello del demonio. Quando la lettera Shin ebbe inteso queste parole, uscì. Vedendo questo, le lettere Quf q e Resh r non osarono presentarsi. La lettera Tzadde x entrò e formulò la stessa domanda, richiamandosi al fatto che la parola giusto Tzadik applicata agli uomini e a D-o comincia con la lettera Tzadde, così come sta scritto: Perché il Signore è giusto, Tzadik, ed egli ama la giustizia Tzedaqoth. D-o le rispose: in effetti, tu sei giusta o lettera Tzadde, ma non conviene che mi serva di te per la creazione del mondo, dato che tu devi essere nascosta, per non dare appiglio all’errore. La tua forma primitiva è, infatti, una Nun obliqua, principio femminile, sul quale viene a unirsi una Yud, principio maschile. E questo è il mistero della creazione del primo uomo, il quale fu creato a doppia faccia, due figure volte in senso inverso, schiena contro schiena, ed è per questo che la Yud è presentata di schiena e non di faccia, sia che guardi in alto, sia che guardi in basso. Anche tu, disse D-o a Tzadde, sarai divisa un giorno in due, ma tu andrai altrove. La lettera Tzadde uscì e se ne andò. La lettera Peh p entrò poi e formulò la stessa domanda, facendo valere il fatto che la parola Peduth che significa Liberazione, quella liberazione che D-o deve compiere un giorno nel mondo comincia con una Peh. D-o le rispose: tu sei degna, in effetti, ma la parola Pescha, che si traduce in Peccato, comincia ugualmente con una Peh. Tu hai la testa bassa, simbolo del peccatore che, vergognoso, abbassa la testa e stende le braccia. Alla lettera ‘Ain u, D-o rispose che essa comincia con la parola Avon, che si traduce in crimine. Quantunque essa facesse valere il fatto che comincia ugualmente la parola Anava che significa Modestia, il Santo, sia Benedetto, le disse: non mi servirò di te, per operare la creazione del mondo. Quando essa uscì, la lettera Samek s entrò e formulò la stessa domanda delle lettere precedenti, richiamandosi al fatto che il versetto dove sta scritto: il Signore sostiene tutti coloro che vacillano comincia con una parola, la cui iniziale è una Samek, che si traduce in sostegno. D-o le rispose: è precisamente a causa della tua destinazione, che devi restare al tuo posto, perché se io ti togliessi dal tuo posto, per servirmi di te per operare la creazione del mondo, che avverrebbe di coloro che sono vicini a cadere, dato che si appoggiano su di te? La lettera usci immediatamente. Alla lettera Nun n fece valere il fatto che le parole Nora che si traduce in Timore e Nava che significa bello, cominciano con questa lettera, D-o le rispose: ritorna al tuo posto, perché è per causa tua se la Samek è tornata al suo posto. Tornando al suo posto, immediatamente essa uscì. La lettera Mem m fece valere il fatto che è l’iniziale della parola Melek che significa Re. D-o le rispose: è vero ma non mi servirò di te per operare la creazione del mondo, dato che il mondo avrà bisogno di un Re. Resta dunque al tuo posto, con le altre lettere che formano la parola Melek, cioè a dire con la lettera Lamed l e con la lettera Khaf k, perché non è possibile per il mondo restare senza Re. A questo punto la lettera Khaf turbata, discese dal trono glorioso ed esclamò: Signore dell’Universo ti piaccia servirti di me per operare la creazione del mondo, poiché io sono l’iniziale della parola che esprime la tua gloria Kadoh che si traduce in Gloria. Quando la lettera Khaf lasciò il trono, duecentomila mondi, così come il trono stesso, furono scossi, la scossa fu così violenta che minacciò di fare crollare tutti i mondi. Il Santo, sia Benedetto, disse allora a questa lettera: O Khaf, Khaf, perché persisti a restare qui? Torna al tuo posto, perché non mi servirò di te per operare la creazione del mondo, poiché tu sei l’iniziale della parola che esprime lo sterminio Kala, che significa sterminare, torna dunque al tuo posto e restaci. Immediatamente la lettera Khaf uscì e fece ritorno al suo posto. Entrò in seguito la lettera Yud y e formulò la stessa domanda, facendo valere il fatto che essa forma l’iniziale del nome sacro. D-o le rispose: è abbastanza per te d’essere incisa e marchiata in me stesso e di essere il punto di partenza di ogni mia volontà, non conviene toglierti dal mio nome. La lettera Tet f entrò a sua volta e formulò la domanda delle lettere precedenti, facendo valere il fatto di essere l’iniziale della parola Tov che significa buono, che è uno degli attributi di D-o, chiamato il buono e il giusto. D-o le rispose: "non mi servirai per la creazione del mondo, dapprima perché il bene che tu rappresenti, è chiuso e nascosto in te, così come sta scritto: o quanto è grande la tua bontà nascosta a quelli che ti temono, quindi il bene riservato al mondo futuro, di conseguenza non hai nulla in comune col mondo che voglio creare adesso, in seguito perché è precisamente a causa del bene che nascondi in te, che saranno infossate le porte del tempio nella terra, così come sta scritto: le tue porte saranno infossate nella terra. E, infine, perché tu hai per vicina la lettera Cheit, con la quale costituisci la parola che designa il peccato. È anche per questa ragione, che le due lettere, Cheit j e Tet f non figureranno in nessuno dei nomi delle dodici sante tribù, la lettera Cheit uscì immediatamente. Entrò in seguito la lettera Zain z che formulò la stessa domanda delle lettere precedenti, facendo valere il fatto di essere l’iniziale della parola che comincia il versetto riguardante l’ordine del riposo sabbatico, così

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