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Come un'onda a riva
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Come un'onda a riva
E-book152 pagine1 ora

Come un'onda a riva

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Info su questo ebook

“Sai cosa si fa quando non se ne può più? Si cambia”. Mettere in pratica l’amata citazione è ciò che Silvia ha in mente quando decide di accettare il nuovo lavoro: l’occasione perfetta per andare lontano da tutto ciò che è stata la sua vita fino a quel momento e lasciarsi alle spalle camere in affitto, lavori insoddisfacenti e una relazione fallita. 
Una città sconosciuta, un appartamento piccolo come un nido e il lavoro sognato da sempre sono il suo nuovo punto di partenza. Alla soglia dei trent’anni, il desiderio di concentrarsi su sé stessa e vivere la propria quotidianità con consapevolezza non lascia spazio per altro nella sua nuova vita, men che meno per l’amore. Sarebbe tutto perfetto, se solo Francesco, Andrea e Gianluca fossero d’accordo! Una relazione che non vuole finire, un’altra mai uscita dal virtuale e una terza che si presenta complicata fin dai primi passi affolleranno il presente di Silvia, suo malgrado. Riuscirà a mantenere l’equilibrio o l’amore la travolgerà come un onda a riva? 
LinguaItaliano
Data di uscita27 dic 2021
ISBN9788893472043
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    Anteprima del libro

    Come un'onda a riva - Angelica Nobili Costa

    cover.jpg

    Angelica Nobili Costa

    COME UN’ONDA A RIVA

    Prima Edizione Ebook 2022 © R come Romance

    ISBN: 9788893472043

    Immagine di copertina su licenza Adobestock.com, elaborazione Edizioni del Loggione

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    www.storieromantiche.it

    Edizioni del Loggione srl

    Via Piave 60

    41121 Modena – Italy

    romance@loggione.it

    http://www.storieromantiche.it    e-mail: romance@loggione.it

    img2.jpg

    La trama di questo romanzo è frutto della fantasia dell’autore.

    Ogni coincidenza con fatti e persone reali, esistite o esistenti, è puramente casuale.

    Angelica Nobili Costa

    COME UN’ONDA A RIVA

    Romanzo

    INDICE

    29 Agosto, venerdì La nuova casa

    30 Agosto sabato

    Sogno

    31 Agosto

    Domenica mattina

    1° settembre, lunedì

    L'Asilo dei Grandi!

    5 Settembre, venerdì

    Troppopieno

    6 Settembre, sabato

    Un Caffè Storico

    7 Settembre, domenica

    A pochi metri

    8 Settembre, lunedì

    Reciprocità

    9 Settembre, martedì

    Vedere oltre

    10 Settembre, mercoledì

    Come con te

    12 Settembre, venerdì

    Riflessioni

     13 Settembre, sabato

     L'impronta

    14 Settembre, domenica.

    Senza fretta

    15 Settembre, lunedì

    Sorprese

    18 Settembre, giovedì

    Ferri da stiro a carbone

    20 Settembre, sabato

    Il suo parco

    21 Settembre, domenica

    Da spaccare il cuore

    22 Settembre, lunedì

    Piove sul bagnato

    26 Settembre, venerdì

    Ancora tu

    27 Settembre, sabato

    Il tuo uomo

    Un mese dopo

    Dove voglio essere

       L’autrice

    Catalogo

    29 Agosto, venerdì

    La nuova casa

    Mi chiudo la porta alle spalle, inspiro e sorrido. In questi cinquanta metri quadrati solo miei, io sarò felice. Sì, lo sarò! Ho impiegato anni per arrivare a questo punto e niente mi guasterà la festa. Faccio tre passi e sono già nella sala. Certo, non ho un ambiente separato dove creare il mio angolo studio, ma questa parete libera è perfetta per il mobile che ho visto all'Ikea.

    Sì, anche facendomi indietro con la sedia non dovrei urtare il divano. Con il nuovo stipendio, in un paio di mesi avrò la somma che occorre per comprarlo. In effetti anche sulla libreria ho qualche dubbio. La apro. Tre, cinque, sei ripiani in totale. Ho ancora cinque scatole di libri da aprire e non so come farò a farceli entrare tutti. Troverò una soluzione!

    La zona giorno resta la parte che preferisco. Il sole la inonda attraverso le due porte finestre che danno sul balconcino. Spalanco le ante di entrambe e mi affaccio da una, solo con la testa. Prendo le misure a occhio: due vasi di quelli stretti e lunghi dovrebbero andarci.

    Si passerà a stento, ma non mi importa. Voglio fiori sul mio balcone e so anche quali, gerani parigini, quattro, due per ogni vaso. Il balcone perfetto per il mio living. Rimetto dentro la testa e quasi rido. Ho un living! Bonsai, ma c'è l'ho! Già mi vedo sul divano, sprofondata fra i cuscini, un libro e una tazza di tè fumante che mi aspettano sul tavolino, la TV accesa a farmi compagnia. Sospiro beata.

    Mi sdraierei anche adesso, ma devo darmi da fare e alla svelta! Apro la prima scatola, tiro fuori Romeo e Giulietta, il Conte di Montecristo e Ulisse di Joyce e li ripongo sul ripiano centrale della libreria. Mi piace questa sensazione di nuovo, l'eccitazione che viene dal cambiamento. Mi sento viva.

    Non dico che non provi anche un certo senso di smarrimento, non è nuova solo la casa, è nuova la città, la regione, la sede di lavoro. È tanto e tutto insieme, ma è quello che volevo. Chiudere con le cose di prima e ricominciare da capo. Come la vecchia macchina da scrivere di nonno, il gesto con cui andava a capo usando quella leva posta sulla destra, il rumore del carrello che scorreva sul rullo e il colpo con cui si bloccava arrivato in fondo, tutto a sinistra. Aveva un che di definitivo, come un si va avanti! senza appello. Avrei passato ore a guardarlo scrivere, ma tutta l'attesa era per quell'accapo rumoroso.

    Questo cambiamento è esattamente come il colpo a sinistra dato con la vecchia macchina da scrivere di nonno: atteso e definitivo. Ho così tante cose da lasciarmi alle spalle, così tante a cui andare incontro. Nessun dubbio o ripensamento, io voglio vivere. Voglio essere. I libri sono finiti e ho ancora un ripiano libero! Ti avevo sottovalutato, libreria! Sempre contenta di sbagliarmi.

    Mi resta l'ultima scatola. Taglio lo scotch con cautela, non voglio che il taglierino rovini il contenuto. Non ci speravo e invece c'è abbastanza spazio per la mia adorata collezione di bambole. Non dovrò aspettare di comprare un altro mobile per esporle. Sfioro con un dito il vestito di pizzo della mia preferita e sorrido a metà fra la dolcezza e la malinconia per i ricordi che riaffiorano.

    Sistemo lei per prima, poi tutte le altre. Faccio un passo indietro e ammiro il risultato finale: la libreria è in ordine e le mie damine ottocentesche hanno un posto d'onore. Perfetto. Finalmente, mi fermo. Prendo il telefonino che per tutto il tempo ha vibrato, fischiettato e mugugnato. Il mio evento sui social sta avendo successo. Silvia si è trasferita a… Attivo il display e scorro le notifiche. Sorrido per i complimenti e gli auguri dei conoscenti, ma gli occhi si appannano per i manchi già! degli amici veri. Luisa, Elena, Giovanni, Mariarita, Andrea… Andrea? Mi siedo.

    Questa non è una notifica, è una macchina del tempo che mi catapulta all'indietro di tre anni. Tre anni di silente e inutile presenza tra i miei contatti, tanto che non avevo contemplato questa possibilità. Andrea Marini. Se ha senso parlare di amore virtuale allora lui l'ho amato con tutte le mie facoltà spirituali, solo quelle, visto che non ci siamo mai incontrati, neppure una volta, neppure per un caffè. Eravamo troppo distanti. Ora invece, almeno fisicamente, siamo nella stessa regione. Perfettamente a portata di caffè, anche se non so bene quanti chilometri ci separino, ammesso che sia ancora dov'era.

    Non stacco gli occhi dal cellulare: Andrea Marini ti ha inviato un messaggio Poche parole e la mente si affolla di ricordi e sensazioni.

    Può esistere un legame immateriale così profondo e può svanire. Fra noi è svanito, soffocato come una fiamma cui manchi ossigeno. Ossigeno tolto da lui! Non che non avesse ragione. Perché mi scrive? Certo, questo trasferimento ci avvicina geograficamente e non nego di averci pensato quando ho accettato il lavoro, ma ho anche accantonato il pensiero in velocità. In tre anni cambia il mondo e lui ha chiuso con me nel momento in cui eravamo più intimamente connessi, tanta determinazione non avrebbe potuto certamente essere scalfita dal mio avvicinamento, non dopo trentasei mesi di silenzio.

    Chiuso l'argomento. Questa notifica, invece, lo riapre. Lui lo riapre con questo messaggio. Indugio, col dito a un millimetro dal display. Che avrà scritto? Non lo so e non lo saprò certo stasera. Non c'è una sola ragione per cui dovrei precipitarmi a leggere un messaggio che, dal mio punto di vista, arriva in ritardo di tre anni. Elimino la notifica e mi dedico agli altri messaggi.

    Le persone che ci sono e che vogliono esserci e che rimangono, quelle meritano il mio tempo, agli altri va quello che avanza, se avanza. Per Andrea Marini non avanza nulla, non stasera, ci penserò domani o dopo, ho tre anni di tempo prima che lui abbia ragione di rimanerci male. Quanto spazio! Ho messo i due cuscini al centro, ho aperto le braccia e le gambe e, da sola, occupo tutto lo spazio disponibile.

    Ho un letto a due piazze tutto per me. Sono libera. Sono sola. Mi stiracchio per bene e poi mi raccolgo nella mia posizione preferita. Tiro le lenzuola fin sul mento e guardo le ombre delle valige proiettate sul muro fra l'armadio e la finestra. Oggi non ce l'ho fatta a svuotarle. Lo farò domani. Sbadiglio e mi giro su un fianco. Gli occhi si chiudono, eppure non è tardi. La luce del lumetto è troppo gialla, mi mette tristezza. La cambierò al più presto. Comprerò lampadine bianche, quelle risparmiose. Domani. Non è ora di comprare lampade nuove.

     È ora di dormire. Gioire. Sognare.

    30 Agosto sabato

    Sogno

    Lo vedo entrare nella casa che d'improvviso mi sembra ancora più piccola. È emozionante vederlo lì, mi torna in mente tutto quel che è stato, mi sento protetta e al sicuro, come se fosse arrivata la salvezza, ma lui non dice nulla, né promette nulla. È grande e forte e bello anche.

    Tutti i desideri virtuali si ripresentano nuovi di zecca, come se non fossero passati anni, come se non si fossero mai spenti.

    Lui è lì, mi amerà, mi proteggerà. Lui è la mia casa, lui è l'amore. Che razza di sogno ho fatto. Sbadiglio davanti alla tazza da tè che ho scelto per bere il caffèlatte. Con un dito seguo il ramage di fiori colorati che decorano la sottile porcellana bianca, non è dozzinale e la forma a ombrello capovolto mi piace tanto. Mi piacciono tutte le stoviglie e l'arredamento che ho trovato nell'appartamentino. I colori mi mettono allegria senza soffocarmi, mi sento a mio agio, come se avessi acquistato tutto io.

    Sorseggio il caffèlatte e torno al sogno. In realtà è piuttosto confuso e indefinito,

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