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La valenza sociale della narrazione mitica: Analisi della leggenda di Colapesce
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La valenza sociale della narrazione mitica: Analisi della leggenda di Colapesce
E-book280 pagine2 ore

La valenza sociale della narrazione mitica: Analisi della leggenda di Colapesce

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Info su questo ebook

Il Mediterraneo è luogo di incontro e scontro di varie civiltà che hanno permesso la nascita di un ricco e variegato patrimonio di racconti. 
Si analizza il mito a partire dagli antichi Greci, che lo consideravano uno strumento utile a comprendere delle verità e dei saperi che si celano al di là di esperienze quotidiane, poiché riguardanti saperi di ordine superiore raggiungibili solo attraverso l’uso della simbologia; per poi avvalersi di importanti studi di sociologi, antropologi ed altri professionisti, spiegato in base alle sue funzioni di creazione e di mantenimento della solidarietà e della coesione. 
Per comprendere meglio la valenza sociale di miti e leggende, l'autore si avvale della sua analisi della leggenda di Colapesce: su cui ha tenuto una Conferenza di presentazione del progetto “Miti e leggende dello Stretto di Messina: Colapesce” all’interno Festival di narrazione rivolto a bambini, ragazzi e adulti Raccontami un castello. Inoltre ha apportato la sua esperienza personale nello spettacolo interattivo Racconti delle stelle, riportando le testimonianze significative dei giovani sppettatori; ed ha intervistato la resposabile dell’Associazione di Coopetiva Sociale “Biblioteca dei ragazzi”, Anna Calarco, per il suo lavoro di promozione della lettura anche attraverso la narrazione di racconti mitici.
LinguaItaliano
Data di uscita3 dic 2020
ISBN9791220229135
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    La valenza sociale della narrazione mitica - Samuel Nava

    vita.

    INDICE

    INTRODUZIONE ............................................................................................................. 3

    1. MITI E LEGGENDE DEL MEDITERRANEO MEDIEVALE ............................... 6

    1.1. Miti e leggende ........................................................................................................ 19

    1.2. Mediterraneo Medievale: culla di miti e leggende .................................................. 33

    1.3. Storia del Mediterraneo Medievale ......................................................................... 38

    1.4. Miti e leggende del Mediterraneo Medievale .......................................................... 43

    2. PROGETTO LA LEGGENDA DI COLAPESCE ................................................ 46

    2.1. Origine e diffusione della leggenda di Colapesce .................................................... 49

    2.2. Tre versioni della leggenda a confronto ................................................................... 54

    2.2.1. Nicola homo siculus di Salimbene de Adam ........................................................ 57

    2.2.2. Pisci Cola di Giuseppe Pitrè ............................................................................... 62

    2.2.3. Cola Pesce di Italo Calvino ................................................................................ 67

    2.3. Valenza sociale ed finalità progettuali della leggenda di Colapesce ....................... 72

    2.3.1. Simbolismi e morale della leggenda ................................................................... 73

    2.3.2. Valenza sociale .................................................................................................. 74

    2.3.3. Progetto socio-educativo sulla leggenda di Cola Pesce ......................................... 75

    2.4. Conferenza. Presentazione del progetto "Miti e leggende dello Stretto di

    Messina: Colapesce" ............................................................................................... 77

    3. VALENZA SOCIALE DI MITI E LEGGENDE ....................................................... 81

    CONCLUSIONI ................................................................................................................ 94

    RINGRAZIAMENTI ........................................................................................................ 101

    BIBLIOGRAFIA .............................................................................................................. 102

    Libro dello stesso autore .................................................................................................... 105

    INTRODUZIONE

    La tesi da me esposta riguarda la valenza sociale della narrazione di miti e leggende a vvalendomi di vari materiali: tra cui testi di importante rilievo sulla tematica trattata; persone che operano nel settore come la responsabile dell’Associazione di Cooperativa Sociale Biblioteca dei ragazzi; e la mia personale esperienza grazie allo spettacolo interattivo Racconti delle stelle svolto presso un centro di aggregazione giovanile e varie scuole del territorrio, oltre al lavoro svolto sulla leggenda di Colapesce come esercitazione universitaria che è stato esposto presso il Festival di narrazione rivolto a bambini, ragazzi e adulti Raccontami un castello come proposta progettuale.

    Per tanto ho diviso il seguente elaborato in tre capitoli con al termine la parte conclusiva in cui sono esposte le mie considerazioni sul tema trattato.

    Il primo capitolo Miti e leggende del Mediterraneo Medievale analizza il mito a partire dagli antichi Greci, che lo consideravano uno strumento utile a comprendere delle verità e dei saperi che si celano al di là di esperienze quotidiane, poiché riguardanti saperi di ordine superiore raggiungibili solo attraverso l’uso della simbologia; per poi assumere una connotazione negativa per gli antropologi della seconda metà dell’Ottocento, secondo cui era il prodotto dell’illusione e dell’ignoranza; fino alla sua rivalutazione da parte delle scienze sociali contemporanee, che anziché concentrarsi sulla veridicità e sulla verificabilità delle vicende narrate dal mito, hanno indagato la logica dei testi permettendo di comprendere il senso ed il ruolo all’interno della vita sociale.

    Essendo il mito un mezzo comunicativo che ha permesso di trasmettere avvenimenti, riti, modelli, usi e costumi alle generazioni a venire, attraverso la narrazione di eventi e personaggi che combinano elementi reali e di fantasia, si è reso necessario chiarire le differenze che intercorrono tra i termini racconto, storia e narrazione: essi vengono spesso considerati, e quindi usati, come se fossero sinonimi ma in realtà sono tre concetti ben distinti.

    Si è analizzato il mito sulla base della mia ricerca riguardante gli studi di sociologi, antropologi ed altri professionisti, ponendo la seguente suddivisione:

    mito inteso come forma di spiegazione degli eventi attraverso la narrazione;

    mito in quanto è presente una qualità sacra e carattere simbolico, come espressione di una particolare ed autonoma facoltà di pensiero;

    mito come espressione dell’inconscio;

    mito spiegato in base alle sue funzioni di creazione e di mantenimento della solidarietà e della coesione;

    mito per la sua funzione di legittimazione delle istituzioni sociali e delle pratiche sociali;

    mito inteso come discorso simbolico sulle strutture sociali, che può essere associato ai riti;

    e la teoria strutturalista.

    Dopodiché ho ritenuto importante parlare della storia del Mediterraneo Medievale, che nel suo essere luogo di incontro e scontro di varie civiltà è culla di un ricco e variegato patrimonio di racconti, per comprendere il contesto che ha permesso la nascita e la trasmissione di miti e leggende: dal mito di Ulisse, considerato primo navigatore del Mediterraneo, al mito della Fata Morgana nell’area dello Stretto di Messina; così da introdurre il lavoro di proposta progettuale sulla leggenda di Colapesce che viene trattata nel capitolo successivo.

    Il secondo capitolo Progetto: la leggenda di Colapesce, come si evince dal titolo, parla dell’attività didattica svolta con due miei colleghi del corso di laurea magistrale in Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali dell’Università Internazionale Dante Alighieri, Chiara Mascioli e Matteo Milasi, come esercitazione pratica di Storia del Mediterraneo Medievale. Di comune accordo abbiamo strutturato la proposta progettuale come segue:

    origine e diffusione della leggenda di Colapesce;

    confronto tre versioni del racconto riportate da Salimbene de Adam, Giuseppe Pitrè e Italo Calvino;

    simbolismi e la morale della leggenda;

    valenza sociale;

    e possibili utilizzi per progetti socio-educativi.

    Viene inoltre menzionata la mia esperienza di relatore alla Conferenza di presentazione del progetto Miti e leggende dello Stretto di Messina: Colapesce all’interno Festival di narrazione rivolto a bambini, ragazzi e adulti Raccontami un castello , poiché la proposta progettuale sulla leggenda dell’abile nuotatore di nome Colapesce è stata ritenuta dagli organizzatori attinente alle tematiche della manifestazione.

    Il terzo capitolo Valenza sociale di miti e leggende inizia con l’introdurre i compiti fondamentali di chi opera nel sociale evidenziando la sua funzione di aiuto alla persona ed alla comunità attraverso l’instaurazione di una relazione, incontrando ed entrando in contatto con l’altro assumendosi la responsabilità della loro cura e di noi stessi, la responsabilità di esserci, della presenza prima ancora dell’attività, nelle varie situazione senza per questo essere invadenti e senza condurre e realizzare obiettivi che sono propri e non dell’altro. In questa relazione di scambio i vari attori coinvolti si devono riconoscere come persone diverse con ruoli e compiti diversi. Ma proprio perché chi opera nel sociale difficilmente ha vissuto o vivrà mai quello che invece si trovano ad affrontare gli individui che gli si rivolgono, è necessario trovare degli strumenti che oltre a colmare questa distanza, permettano di innescare nell’utente un processo di cambiamento attraverso un’azione condivisa (operatore-utente) che porti a dei risultati riscontrabili e che permetta il perdurare di tali cambiamenti anche e soprattutto in piena autonomia, rendendo l’utente pienamente responsabile di se stesso e delle proprie condizioni di vita. Secondo me un valido strumento può essere proprio la narrazione di miti e leggende.

    Infatti a sostegno della mia tesi ho apportato la mia esperienza personale nello spettacolo interattivo Racconti delle stelle , in cui vengono narrate, attraverso la lettura e la messa in scena, miti legati alle costellazioni ed in cui i bambini ed i ragazzini che sono fruitori della performance sono ad un certo punto chiamati a creare loro mito; di cui ho riportato alcune testimonianze che trovo significative. Inoltre ho intervistato la resposabile dell’Associazione di Coopetiva Sociale Biblioteca dei ragazzi, Anna Calarco, che ha partecipato come attrice a spettacoli che hanno per oggetto dei miti e la cui associazione si prefigge la promozione della lettura sotto varie forme; parlare del lavoro di una giovane professionista che opera sul territorio reggino mi è sembrato di fondamentale importanza per poter comprendere la valenza sociale del racconto di miti e leggende, apportando l’esperienza diretta di chi narra e dei fruitori del racconto.

    L’ultima parte della tesi è riservata alle conclusioni, in cui espongo la mia tesi secondo cui la narrazione di miti e leggende possa essere utile a leggere le dinamiche sociali: essa permette di esplorare, analizzare e trasformare la società partendo dai suoi singoli membri, cercando di comprendere e valorizzare le rispettive differenze, di superare le distanze e permette quindi l’incontro. Chi lavora nel sociale sa bene l’importanza relazionale dell’incontro, l’importanza di instaurare un dialogo basato sul reciproco rispetto e sull’empatia in cui vi è la volontà di lavorare insieme per il raggiungimento di un obiettivo.

    1. MITI E LEGGENDE DEL MEDITERRANEO MEDIEVALE

    Un mito è la metafora di un mistero che va oltre la comprensione umana. Si tratta di una storia che ci aiuta a capire, per analogia, alcuni aspetti misteriosi di noi stessi. Secondo questa concezione, un mito non è una falsità, ma un modo di raggiungere una profonda verità.

    Christopher Vogler

    Nel cuore del Mediterraneo vi è un ricco e prezioso repertorio di miti e leggende, alcune delle quali sono andate perse poiché tramandate oralmente e mai trascritte; ma altre, come la leggenda di Colapesce (in cui il protagonista assume sembianze diverse a seconda del narratore e del luogo in cui è ambientata la storia ma permane la caratteristica principale che è la sua abilità nell’immergersi per recuperare oggetti simbolici per un re avido) sono arrivate fino ai giorni nostri grazie a persone, come Giuseppe Pitrè (medico e letterato palermitano), che hanno raccolto racconti della tradizione popolare.

    Queste storie mescolano elementi reali ad elementi di fantasia per tramandare avvenimenti, riti, modelli, usi e costumi alle generazioni a venire; ritenuti di grande importanza per la collettività soprattutto per la coesione e l’identità culturale locale. Infatti la parola leggenda deriva dal latino legenda e significa cose che devono essere lette o comunque degne di essere lette, per richiamare alla necessità di dare continuità alla comunità da cui nasce ed a cui è rivolta la storia, poiché le leggende sono legate al territorio, modificandosi al cambiare dei luoghi e quindi dei narratori.

    Miti e leggende sono un prezioso bagaglio che accompagna la storia dell’uomo, costituendo un vero e proprio patrimonio per l’umanità alla pari di importanti momumenti architettonici; in quanto anche attingendo dalle storie mitiche e leggendarie è possibile ricostruire i pezzi del nostro passato attraverso un viaggio alla scoperta di terre lontane geograficamente e dal punto di vista temporale ma che presentano elementi comuni, utili a far venire alla luce tradizioni che sembravano andate perse e che ci permettono di poter scoprire le nostre radici.

    La società, ed ancora più in generale l’uomo, narra per continuare ad esistere e replicarsi per cui a partire dalla narrazione è possibile comprenderla: consapevoli del fatto che la società è sia produttrice che prodotto della narrazione.

    La capacità di raccontare si sviluppa attraverso tappe geneticamente preordinate. Ovviamente sono i fattori ambientali a determinare l'esatto momento della sua comparsa e la ricchezza e la pienezza del suo impiego.

    La mente umana sembra naturalmente portata a cercare delle spiegazioni per quanto accade, dato che i vari episodi delle nostre molteplici esperienze vissute sono solo vagamente connessi tra loro e i legami che vi attribuiamo sono spesso semplicemente circostanziali o accidentali.

    La nostra mente ha bisogno di compiere una selezione dei dettagli più significativi tra tutto il materiale magmatico a disposizione, così da raccoglierlo nell’organizzazione più coerente, onnicomprensiva, razionale, semplice e sensata possibile. La narrazione è un modo di raggiungere questo scopo. Essa è il risultato della costante ed eterna ricerca di ordine da parte della mente umana, al fine di ottenere un quadro generale. Sebbene questa ricerca inizi fin dalla nascita, fino ai tre-quattro anni si hanno capacità limitate di creare un quadro generale delle varie esperienze; si può fare solo per piccoli scampoli di esperienza. Adesso con quest’ultimo balzo evolutivo si sono acquisite le capacità mentali e i concetti necessari a formulare in un’unità – una storia – i vari episodi che, una volta connessi, danno senso alle azioni umane.

    La formulazione di un racconto resterà per tutta la vita lo strumento base per interpretare gli avvenimenti che ci riguardano. [¹]

    E ciò riguarda sia le società primitive che quella contemporanea definita della comunicazione di massa in cui il cittadino è mittente e destinatario di racconti sotto forma di romanzi o di film, ma anche di spettacoli teatrali o pubblicità, in cui anche la comunicazione informativa assume una forma di intrattenimento attingendo dalla messa in scena teatrale e soprattutto dal racconto: ne sono un esempio le notizie sui giornali (online e cartacei) ed in televisione riguardo la politica (che è sempre più distaccata dai valori ideologici che hanno originato le varie correnti politiche), i fatti di cronaca, lo sport, la salute (come per l’attuale emergenza sanitaria causata dal Covid-19 in cui si susseguono speculazioni

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