Watson innamorato

Di Giuseppe Berti

Giallo - racconto lungo (35 pagine) - Che cosa succede al dottor Watson?

“Un episodio incredibile accadde in quel periodo, che vide coinvolta la mia persona sotto certi aspetti della vita che scatenano sentimenti forti e passioni violente che scuotono come tempeste il mondo interiore.” Che cosa succede al dottor Watson? Può una giovane donna, conosciuta in una strana circostanza, scatenare un cataclisma nell’animo dell’insostituibile aiutante di Holmes? Chi è davvero costei? E che cosa ha a che vedere con una bambola meccanica scomparsa dal South Kensington Museum di Londra?

Giuseppe Berti è laureato in Architettura, vive a Pisa e lavora all'Università di Firenze. Fra i suoi vari interessi spiccano la matematica, la fisica relativistica e quantistica. Ma anche la storia delle tecnologie antiche e la letteratura fantascientifica. I suoi autori preferiti da sempre sono Verne e Wells ed è appassionato cultore della saga sherlockiana e del genere Steampunk, essendo affascinato dalle macchine a vapore fin da piccolo.

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 26 gen 2021
• ISBN: 9788825414592

Anteprima del libro

A cura di Luigi Pachì

Giuseppe Berti

Watson innamorato

RACCONTO LUNGO

ISBN 9788825414592

© 2021 Giuseppe Berti

Edizione ebook © 2021 Delos Digital srl

Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

Versione: 1.0

Collana a cura di Luigi Pachì

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Indice

Copertina

Il libro

L'autore

Watson innamorato

Esergo

Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 5

Capitolo 6

Capitolo 7

Capitolo 8

Capitolo 9

Capitolo 10

Capitolo 11

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Il libro

Che cosa succede al dottor Watson?

Un episodio incredibile accadde in quel periodo, che vide coinvolta la mia persona sotto certi aspetti della vita che scatenano sentimenti forti e passioni violente che scuotono come tempeste il mondo interiore. Che cosa succede al dottor Watson? Può una giovane donna, conosciuta in una strana circostanza, scatenare un cataclisma nell’animo dell’insostituibile aiutante di Holmes? Chi è davvero costei? E che cosa ha a che vedere con una bambola meccanica scomparsa dal South Kensington Museum di Londra?

L'autore

Giuseppe Berti è laureato in Architettura, vive a Pisa e lavora all'Università di Firenze. Fra i suoi vari interessi spiccano la matematica, la fisica relativistica e quantistica. Ma anche la storia delle tecnologie antiche e la letteratura fantascientifica. I suoi autori preferiti da sempre sono Verne e Wells ed è appassionato cultore della saga sherlockiana e del genere Steampunk, essendo affascinato dalle macchine a vapore fin da piccolo.

Dallo stesso autore

Giuseppe Berti, Sherlock Holmes e il misterioso caso della donna senza testa Sherlockiana ISBN: 9788867758401 Giuseppe Berti, Sherlock Holmes e il delitto mai avvenuto Sherlockiana ISBN: 9788865307496 Giuseppe Berti, Sherlock Holmes e il mistero del Brompton Cemetery Sherlockiana ISBN: 9788825412383

Esergo

Se abbiamo una mente abbastanza salda, rafforzata da una vita serena, per poter costantemente riconoscere gli influssi ostili come tali e per seguire con passo tranquillo la via a cui vocazione e inclinazione ci hanno indirizzato, allora quel sinistro potere naufraga nel vano tentativo di prendere quella forma che dovrebbe essere la nostra immagine rispecchiata.

— Clara a Nathanael (L'Uomo della Sabbia di E. T. A. Hoffmann)

1

Londra, 1888

Al momento in cui si riferiscono i fatti che seguono non molto tempo era trascorso da che vivevo in pensione al 221B di Baker Street. Avendo allora diviso l’appartamento, per motivi economici, con quel personaggio inusitato ma straordinario di Sherlock Holmes, egli finì poi per diventare il compagno inseparabile di tante avventure. Nel caso che sto per narrare fu a tutta ragione anche il mio angelo custode. Un episodio incredibile accadde in quel periodo, che vide coinvolta la mia persona sotto certi aspetti della vita che scatenano sentimenti forti e passioni violente che scuotono come tempeste il mondo interiore. Tali forme, sovente nefaste, a cui ho fatto accenno, possono mettere in grave stato di equilibrio la facoltà di pensare e condurre un individuo sul baratro dell’insania. Una sorte verso cui sarei precipitato se nel mio ego non avessi trovato la forza di far prevalere la parte del buon senno, e non fosse intervenuto per tempo il mio coraggioso amico. È indubbio altrimenti che non sarei qua adesso a scrivere questa memoria.

2

In un'algida mattina di quell’anno, dopo aver attraversato Hyde Park, sotto un vento sferzante, sbucai nell’ampio quartiere di South Kensington. Forse per ripararmi dal freddo, o per il fatto che non avevo niente di meglio da fare, in quell’infruttuoso periodo della mia vita, decisi di infilarmi in uno dei monumentali padiglioni dell'omonimo museo.¹

Girovagando senza essere condotto da un interesse preciso giunsi a una galleria in cui erano esposte bambole meccaniche. Non ho mai nutrito un particolare interesse per tali congegni, ma restai comunque incuriosito da quei gingilli (se con siffatto termine potrà essere lecito definirli) che hanno tracciato in qualche modo la storia degli automatismi. La notizia che il museo li tenesse esposti, anche se per breve periodo, non era stata divulgata su alcuno fra i maggiori quotidiani londinesi, o resa altrimenti nota per vie più popolari. Fatto che mi parve oltremodo inspiegabile.

Volendo ignorare questo mio punto di vista, i pezzi interessanti delle collezioni riguardavano due capolavori di quell’orologiaio francese del secolo passato, Pierre Jaquet-Droz, la bambola che disegna e la bambola che suona. Rimasi affascinato davanti a questa sorta di meraviglie meccaniche e a simili esempi di genialità. Ma qualcosa di più strabiliante doveva mostrarsi ai miei occhi.

Al termine del padiglione, in un angolo che pareva a lei riservato, distesa sopra una chaise longue di raffinata fattura, v’era quella che a prima vista, con estrema sorpresa, scambiai per una fanciulla addormentata. Solo un attimo dopo mi resi conto che non poteva trattarsi di una creatura in carne e ossa. Era una figura a grandezza naturale, con mani delicate e con il volto di un incarnato olivastro, di incommensurabile bellezza, e non aveva per niente l’aspetto tipico della porcellana di biscuit con cui sono fatte gran parte delle bambole e le marionette meccaniche. Indossava degli abiti di taglio orientale, il capo era avvolto con un quadrato di seta blu che si raccoglieva