Scrittura: pianeta donna
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Il termine compendio indica un riassunto o una sintesi, sotto forma di raccolta, di un corpus di conoscenze in un determinato campo. Nel nostro caso, la scrittura al femminile.
Anche se alcune donne sono state grandi scrittrici, spingendo fino al genio, l'eloquenza del cuore, la delicatezza della mente, la saggezza del giudizio, la storia letteraria, ha spesso riservato loro solo un piccolo posto.
Questo primo numero di Compendium dedicato alla scrittura al femminile, reclama il suo posto, non in una torre eburnea e nemmeno in una cella di clausura, ma in una camera piena di dame, inondata dalla luce e aperta al dialogo tra uomini e donne.
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Anteprima del libro
Scrittura - Stanislas Kazal
RIVISTA COMPENDIUM
Semestrale: n° 1
Scrittura: pianeta donna
Estratti di testi selezionati e commentati.
Le Satellite Editions ™
Le Satellite Edition ™
6 rue Coussin 33000 Bordeaux
Lesatellitte33@gmail.com
Revue Compendium ©
Semestrale: n° 1
Pubblicato: gennaio 2018
––––––––
Direttore della pubblicazione:
Stanislas Kazal
Caporedattrice:
Corinne Tisserand-Simon
Redattrici collaboratrici
con il loro permesso:
Corinne Tisserand-Simon©
Martine Macre© Monique Marta©
Marie Delvigne© Mary Myriam©
Mathilde de Beaune©
––––––––
Titolo originale: Revue Compendium
Traduzione: iperbole10 Rita
Sommario
Editoriale
Introduzione
Spazio di emancipazione, Spazio femminile
La duchessa di Abbrantes
Introduzione alla storia dei Salons de Paris
Il Salon di Madame Roland
Olympe de Gouges
Il grido del saggio da una donna
Il convento o i voti forzati
Madame de Staël
Corinna o l'Italia
George Sand
Indiana
La piccola Fadette
Revendicazioni, Contestazioni, Impegni
Hubertine Auclerct
Uguaglianza sociale e politica delle donne e dell'uomo. Discorso pronunciato al Congresso socialista di Marsiglia nel 1879
La donna araba in Algeria: fare la dottoressa musulmana
Mente di ragazza
Louise Michel
Estratti femministi dalle memorie di Louise Michel
(opere postume)
Poemi
Maria Deraismes
Prefazione di Eva nell'umanità
La Donna e il Diritto
Scrivere il proprio corpo, Scrivere il proprio essere, contributi
Corinne Tisserand-Simon
Estratti da Moira o Le figlie del deserto
Poesie
Martine Macre
Di tempeste e di Silenzi
Donna dell'interiorità
Monique Marta
Pietre
Marie Delvigne
Il mio corpo
Mary Myriam
Louise-Michel, dalla Parigi delle barricate ai racconti dei Canachi,
una poesia del reale e del quotidiano
Mathilde de Beaune
Donne e letteratura: doppio disprezzo
Editoriale:
Le donne e la scrittura
di Stanislas Kazal
Il termine compendio indica un riassunto o una sintesi, sotto forma di raccolta, di un corpus di conoscenze in un determinato campo. Nel nostro caso, la scrittura al femminile.
Anche se alcune donne sono state grandi scrittrici, spingendo fino al genio, l'eloquenza del cuore, la delicatezza della mente, la saggezza del giudizio, la storia letteraria, ha spesso riservato loro solo un piccolo posto.
Noi oggi, abbiamo Corinne Tisserand-Simon e io, dopo questa constatazione, ho deciso di pubblicare degli estratti di brani per testimoniare che, la letteratura, non è costituita esclusivamente dal punto di vista maschile.
La scrittura al femminile, non è un epifenomeno nella storia della letteratura. Per rendercene conto, occorre considerare gli ostacoli, i compromessi, le norme, che le donne hanno combattuto, da cui sono state ferite e censurate pur di far accettare la scrittura di una donna.
Questa raccolta è stato un alibi per me perché, devo confessare, che temevo l'incontro con l'altro versante della scrittura. È difficile per un uomo accettare, senza prima respingere e negare il fatto che, il nostro inconscio, è in parte, il femminile censurato della storia.
Gli scritti delle donne, seppur sempre esistiti, sono stati costantemente oggetto di un conflitto tra, il desiderio di scrivere e pubblicare, e una società che ha sempre manifestato, sia una sistematica e aperta ostilità, sia una forma attenuata, ma più perfida, d'ironia e disprezzo.
Come riferisce la stessa duchessa d'Abbrantès, dopo essersi distinta nei salotti letterari, ha dovuto loro concedere degli spazi ai settori ovviamente attesi dalla società: la lettera-conversazione e il romanzo femminile, il pianto della mal maritata, la cronaca del quotidiano, la delicatezza del cuore e le svenevolezze della passione.
Il mondo si è rifiutato di considerare il talento e l'intelligenza, delle donne che hanno utilizzato la letteratura come spazio di emancipazione per farne un affare da donna.
Quando sono uscite da questi binari, la società ha cercato la paternità delle loro opere: l'amante, l'amico, il consigliere, oppure si trattava di donne nel cuore, uomini nel cervello! Tutto questo per scongiurare una semplice domanda.
Come può essere che una donna, sia scrittrice?
Eppure è vero, le donne scrivono.
Lontano da presunzioni teoriche, da partiti ideologici presi, in questo primo numero del Compendium, poniamo l'attenzione su questa naif realtà, per molti secoli oscurata, ma che si rivela in modo lapalissiano: le donne scrivono!
Addirittura, come ha sottolineato Olympe de Gouges, le donne si ergono bene sul patibolo, sia della vita che della storia. Il mondo cerca di ignorarle, neutralizzarle o recuperarle. Le donne sono intrappolate tra il desiderio di essere accettate e la necessità di far valere la loro trasgressione.
Donne argute come Germaine de Staël destabilizzano Napoleone, e quelle che vogliono vivere di scrittura, entrate nella letteratura dalla porta di servizio del giornalismo, tipo George Sand, obbligano una società ottentotta, a tentare di catturare questo terremoto in una dialettica di speciose legittimazioni o condanne.
Le donne scrittrici sanno perfettamente che c'è qualcosa di rivoluzionario nel cercare un'espressione autonoma. Quello che c'è in gioco va ben oltre. La questione delle donne, quindi della loro scrittura, è inseparabile da quella dell'evoluzione sociale. Occorre smantellare un'oppressione presentata come protezione.
Ascoltiamo dunque gli appelli alla libertà, che suonano come un'amara fanfara di rivendicazioni, contestazioni e soprattutto impegni di Hubertine Auclerct, Louise Michel e Maria Deraismes.
È necessario, per la liberazione, cercare la salvezza nella letteratura, ma per farlo, la donna che scrive deve rinunciare alla donna convenzionalmente accettata. Le donne devono abbattere la restrizione millenaria e arbitraria che le limita alla visione androcentrica della femminilità.
Non si tratta, per la donna, di affermare il diritto di essere un uomo come gli altri, ma anche di essere una donna in quanto tale. Non di pronunciare le parole del padre col corpo della madre, ma di scrivere col suo corpo, il suo essere.
È la richiesta di un'esperienza individuale nell'ascolto di un inconscio femminile singolare. Le nostre collaboratrici, Corinne Tisserand-Simon, Martin Macre Monique Marta, Marie Delvigne, Mary Myiriam e Mathilde de Beaune, combinano la condizione femminile al femminino plurale.
In questo modo, ci portano in una zona immensa, in un territorio mai stato completamente scoperto, che non appartiene più agli uomini e nemmeno alle donne.
C'è stato bisogno del lungo cammino verso la contraccezione, il lavoro, le responsabilità esterne, i diritti legali e politici, l'impegnarsi nelle battaglie per la parità, per disporre liberamente dei loro corpi. C'è stato bisogno di dire: la donna è il proletario dell'uomo
, e la delusione delle lotte tradizionali.
Tutto questo è servito a vincere la settorializzazione delle donne, istituita per marginalizzarle anche nella letteratura, diviene oggi uno stendardo.
Questa specificità le donne la riconoscono. Ci si ritrovano e ci si trasformano. Gli uomini, che la rigettino o la ignorino, ci scoprono l'alterità e vi conoscono sé stessi. Non è questo la letteratura? L'apertura a un universo particolare, diverso? Cosa sarebbe stato, con quella scrittura chiusa all'altra per sempre?
Questo primo numero di Compendium dedicato alla scrittura al femminile, reclama il suo posto, non in una torre eburnea e nemmeno in una cella di clausura, ma in una camera piena di dame, inondata dalla luce e aperta al dialogo tra uomini e donne.
S.K
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Sommario
Introduzione
Donne dell'Ancien Régime, regine dei salotti, o meglio, delle vie che ispiravano gli scrittori, talvolta li dirigevano (...) Io sono tentata di cancellarmi per far passare la loro ombra
.
Marguerite Yourcenar
La prima donna ricevuta alla Académie française.
Giovedì 22 gennaio 1981
La donna scrittrice sconvolge l'ordine sociale
Di Corinne Tisserand-Simon
Scrittura: evasione, distanza, emancipazione
Tutta la scrittura è impegnata essendo un mezzo di individuazione. È necessario distinguere il processo di scrittura in sé dalla scrittura subordinata a una causa. Non si scrive per dimostrare qualcosa a qualcuno, ma per dimostrare a sé stessi qualcosa.
La scrittura è diversità. Pone l'individuo che scrive in rottura con il suo ambiente.
Le donne che detenevano salotti letterari dovevano assumere un triplice ruolo:
- Essere nella sfera domestica per organizzare l'evento, compilare gli inviti senza commettere passi falsi e preoccuparsi della gestione, sebbene la maggior parte di loro erano aiutate dal personale della casa.
- Essere nella sfera sociale, quindi, ricevere, garantire il comfort degli ospiti, creare argomenti di conversazioni, e naturalmente conoscere le ultime tendenze. Giocare di charme per allentare le eventuali tensioni nascenti.
Tutto naturale per una donna...
La donna dice e si dice:
- Io sono me stessa, ho scritto questo, stasera lo leggerò!
In quel momento, e solo allora, la donna scopre se il suo salotto è letterario o meno!
Applausi, risate cristalline seguono la lettura della padrona di casa.
Se altri testi di uomini o donne vengono letti, allora, evviva, il salotto vivrà!
Spazio di emancipazione, Spazio femminile
"La dedizione ha questo di orribile
nelle sue conseguenze, che di solito non
serve né a chi l'ha offerta
né a chi l'ha ricevuta".
Laure Junot d'Abrantès
La duchessa di Abbrantes
Laure Junot duchessa d'Abrantès nata Laure Adelaïde Constance Perlon il 6 novembre 1784 a Montpellier e il morta 7 giugno 1838 a Parigi, fu una memorialista francese.
Le donne sono l'anima di tutti gli intrighi, dovrebbero essere relegate in casa, i salotti del governo rimanere sprangati per loro
.
Napoleone Bonaparte (1769-1821), lettera scritta a suo fratello Joseph, quando era solo un giovane generale.
8 settembre 1795.
Introduzione alla storia dei Salotti di Parigi
È materia molto delicata trattare la storia dei salotti di Parigi, negli annali di un paese come la Francia. Da una certa epoca in poi, questa storia è strettamente connessa a quella del paese, e in particolare agli intrighi, politici, che tanto a lungo hanno sconvolto il regno. Il tempo della nascita della società in Francia, nel senso positivo della parola, risale al regno del cardinal Richelieu.
Richiamando la nobiltà attorno al trono, assegnandole funzioni, creando incarichi, di cui il suo orgoglio godeva, Richelieu diede sicurezza alla Corona, che altrimenti sarebbe stata costantemente esposta ai capricci dei nobili, come il duca de Bouillon, il duca de Longueville, il duca de Montbazon e una miriade di altri che, liberi nei loro castelli, avrebbero intrigato per condizione e gusto.
La riunione di tutti quei grandi nomi attorno al trono oltre che la sicurezza, ne raddoppiò la maestà, ma fu anche un colpo inferto alla nobiltà. Non c'erano più imprese tali da mettere in pericolo sia i capi dei cospiratori che il destino dello stato.
Richelieu, con la sua lungimiranza, che gli faceva sempre vedere il male, lo scongiurò invitando la nobiltà al Louvre, pur non potendo impedirle di conservare ciò che era inerente alla sua natura: l'intrigo e il tradimento.
Così, anche sotto il ministero di Richelieu, a Parigi si cospirava tramite donne di grande importanza, come la principessa Palatina, Madame de Chevreuse, Madame de Longueville, e una folla di donne onnipotenti per posizione, spirito o bellezza.
Avide di potere, queste donne afferrarono, non appena lo capirono, i mezzi che il cardinale stesso aveva lasciato loro.
Prima regnavano in una città lontana, in un castello abitato da uomini, i cui migliori e più gradevoli erano spesso popolani, ora nel bel mezzo di Parigi che, all'epoca, ancora non brillava di tutto il prestigio della Société Parisienne, che per tanto tempo, in Europa, fu modello di gusto nobiltà ed eleganza.
Si rivelò necessario quindi, per ogni singolo casato, trovare una regina che creasse le sue leggi e desse le direttive per le opinioni. È nelle Memorie del Cardinale de Retz, in questo libro modello, che possiamo riconoscere questa verità, e in quello di Madame de Motteville.
Osserviamo l'abate de Gondy che arriva da Madame de Chevreuse.
Seguiamolo nelle deviazioni che gli fanno attraversare in una notte, per giungere dalla Duchessa, quando invece è l'amico di sua figlia. Incontriamolo nei salotti appena organizzati, con M. de Beaufort, M.le Duc de Nemours, M. de La Rochefoucauld, e potremo scoprire gli importanti segreti dell'epoca.
Il salone di Madame de Longueville, quello di Madame de Lafayette, sono dei club in un'epoca rivoluzionaria. Gaston, un modello dell'abbé di Larivière, dirige tutto il Palais Royal e la Corte stessa non è altro che uno strumento.
Richelieu non visse abbastanza per vedere l'effetto di ciò che aveva creato; Mazzarino, comprese sia l'utilità che il pericolo e divenne più vigile che severo: grande errore.
Più tardi quando, dopo la Fronda, la Francia respirò sotto il regno di Luigi XIV, l'intrigo cambiò forma, rifugiandosi in cenacoli letterari e società. Luigi XIV era un elegante uomo di mondo e il re più illustre d'Europa, e la sua politica poggiava su amore e intrighi di corte. Sempre occupato con le sue favorite, divenne il primo esempio di ciò che doveva essere fatto, e i salotti di Parigi si trasformarono in un teatro di ciò che più interessava la generazione del tempo.
Di conseguenza si videro i salotti occuparsi solo dagli orrori dei de Brinvilliers e dei de la Voisin. La stregoneria si introdusse nelle società, e quando fu istituita la Camera dei Veleni, alla sbarra si videro apparire alla sbarra di una camera ardente, i primi nomi di Francia.
Più tardi, questa società sempre più potente, assunse la forza che il tempo le aveva preparato e che, a volte, si trovava all'unisono con il potere reale. Luigi XIV, nonostante il suo assolutismo, si vide spesso dominato dalla volontà di una donna, come Madame des Ursins, la principessa Palatina, e da molte altre, unite dal cuore o dall'intrigo contro l'autorità reale.
Ancor più vicino a lui, Madame de Lafayette, Madame de la Suze, Madame Scarron, Madame de Sevigne, esercitarono un potere sovrano tale da controbilanciare il suo.
Col passare del tempo, questa società allargò la sua base, assumendo un atteggiamento più prepotente ed evidente. L'hôtel de Rambouillet emise delle sentenze e il salotto di Madame de Sévigné fu temuto da coloro che vi venivano giudicati.
La fine del regno di Luigi XIV fu un'altra epoca in cui la società di Parigi prese un nuovo slancio. Le donne, effettive sovrane, con le nuove disposizioni, mantennero per quanto possibile il potere dato loro da questo incontro d'individui attorno alla stessa persona.
Poi arrivò il reggente. In quel momento, ciò che si chiamava Societé, e di cui si era completamente persa la memoria, si presentò sotto nuove sembianze. L'amore occupava tutte le teste e riempie la vita di ogni persona minimamente importante.
L'amore era tutto allora. I grandi signori, le grandi dame, i principi ereditari, lo stesso Re, pensavano solo all'amore, e se ci fosse stato qualche pensiero nobile nel codice amoroso, veniva soffocato dal peso di questa smania amorosa.
I pittori creavano un dipinto storico, e raffiguravano Diane de Poitiers e Henri III, Henri IV e Gabrielle, oppure Ercole ai piedi di Onfale, e rappresentavano Luigi XV.
Se si scriveva un poema era l'arte d'amare e altre banalità simili ma, impercettibilmente giunse la transizione e fu il trionfo della poesia. Anche questa nuova rigenerazione, sebbene le opere di diversi secoli avessero preparato la mente a ricevere questo battesimo di luce, dovette subire l'influenza dello spirito del momento.
L'istituzione dell'Académies fu un altro vantaggio di Richelieu. Prima di lui, l'istruzione pubblica consisteva nello studio della scolastica. Questa istituzione aprì la via a un periodo luminoso nella storia dello spirito umano facendolo divenire sensibile al codice delle belle arti.
Il XVII secolo fu anche l'età eroica della monarchia francese e nei salotti più rinomati, grazie alla mente di colei che li presiedeva, vennero alla luce luminose anime e molti geni.
Dalla metà del XVII secolo, le passioni sediziose si assopirono. Le donne, riunite in un unico luogo