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Il Commissario Lasi e la mafia: tutto per un’eredità
Il Commissario Lasi e la mafia: tutto per un’eredità
Il Commissario Lasi e la mafia: tutto per un’eredità
E-book43 pagine30 minuti

Il Commissario Lasi e la mafia: tutto per un’eredità

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Info su questo ebook

Romanzo giallo-poliziesco. La mafia vuole mettere le mani su

un'enorme eredità, ma un commissario, a cui tale organizzazione criminale ha

già tolto tutto, indaga sulla vicenda.

Breve quanto incisivo, lascerà a bocca aperta la lettrice ed

il lettore diverse volte nel corso della storia.
LinguaItaliano
Data di uscita26 feb 2021
ISBN9791220323215
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    Anteprima del libro

    Il Commissario Lasi e la mafia - Giancarlo Sali

    genere.

    Capitolo 1

    Strategia criminale

    A Roma non è così infrequente assistere a giornate d’inverno piene di sole e dal clima tipicamente primaverile, e proprio in una mattina di queste Guido era atterrato all’aeroporto di Fiumicino. A prenderlo, come da accordi, c’era Roberto, che aveva conosciuto addirittura da bambino, visto che a quell’epoca facevano parte della stessa comitiva, in cui giocavano a pallone e non solo.

    Roberto non era certo un tipo da definirsi raccomandabile: un terzo della sua vita (aveva poco più di cinquant’anni) l’aveva passato in gattabuia, truffe ma anche una rapina erano presenti nel suo curriculum da delinquente.

    Guido invece da quasi quattro anni abitava in Costarica, ma quel suo ritorno in Italia non lasciava presagire nulla di buono. Si trattava di un individuo di un’intelligenza nettamente superiore alla norma ma, come accade spesso, anche in questo caso la linea di demarcazione tra genio e follia era molto sottile, e Guido di pazzia, appunto, ne aveva tanta contenuta all’interno della sua persona. Era per così dire un visionario, anche se a frequentarlo superficialmente e, soprattutto, singolarmente dava l’idea di una persona perspicace, di talento ma molto sobria.

    I due arrivarono finalmente a casa di Roberto, che subito interrogò Guido: «E’ una persona intraprendente? Ed allo stesso tempo possiamo fidarci di lui?»

    «E’ tutto a posto, ti ho mai deluso io?» replicò Guido, ed entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.

    Con loro in casa c’erano Mirko e Guglielmo. Il primo era tutto fuorché un tipo affascinante: capelli rossicci, lentiggini, magrissimo, con le guance scavate. Il secondo l’esatto contrario: grassottello ma dai lineamenti gentili, solare e molto concreto nelle discussioni.

    La persona di cui stavano parlando Roberto e Guido arrivò invece poco dopo, ma in macchina che si chiarì successivamente aveva affittato in Francia, a Marsiglia per la precisione. Si chiamava Mauro, era un blogger sfigato italiano, che Guido aveva conosciuto in Costarica, dove l’ultimo arrivato all’incontro si era ritirato convinto di poter vivere semplicemente raccontando in un sito internet il suo trasferimento dall’Italia e le sue giornate all’estero. Terminata l’illusione, si era quindi dato a dei micro-reati nel piccolo Stato del Centro-America per sopravvivere.

    Terminati degli sbrigativi e molto concreti convenevoli tra i cinque presenti nella casa, Guido iniziò ad istruire Mauro: «Tu da oggi ti chiami Giuseppe Lani, hai quarantuno anni e sei uno dei due unici eredi di tuo zio in seconda Stefano Lani. L’altra erede si chiama Silvia, ha quattro anni meno di te e l’hai veduta l’ultima volta da

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