Quattro racconti di trasformazione
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Anteprima del libro
Quattro racconti di trasformazione - Carlo Matteo Callegaro
trasformarsi
GRANDE COME UN NOCCIOLO DI PESCA
Silvano Arciotti, colpito da una delle sue solite crisi di energia
(come generalmente le chiamava), boccheggiava riverso sul divano all’interno del suo appartamento, situato in un palazzo nella periferia di una delle tante città d’Italia. Accadeva – ormai sempre più spesso – che, dopo una giornata di lavoro, si trovasse disteso sul sofà privo di ogni vigore, al punto da non riuscire nemmeno a rispondere alle poche e abituali domande della moglie; non si comportava in questo modo per cattiveria ma solo perché gli mancava la forza.
Passavano così i minuti e le ore, in uno stato che era più simile a una sospensione del tempo
che a un attimo di riposo vero e proprio: tutto rimaneva congelato, fermo, come i suoi pensieri in quei momenti. Durante la crisi di energia diventava faticoso perfino pensare e Silvano, così, finiva per provare l’esperienza (forse unica nel suo genere) del non-pensiero
, della sospensione dell’attività cerebrale: era conscio dell’impossibilità di tutto ciò, l’aveva letto, e sapeva che una tale sensazione si sarebbe avvicinata, al massimo, più alla morte cerebrale che a un’esperienza mistica.
Eppure, era ciò che accadeva.
Come tutte le esperienze vissute, anche questa era reale e, almeno per Silvano, ciò bastava a dare motivo di preoccupazione, tanto da convincerlo addirittura a prenotare un appuntamento con il medico di base. Marta, la moglie, sembrava non accorgersi di tutto ciò o, quantomeno, tale era l’impressione di Silvano, e questo lo rassicurava: Sarà meglio non preoccupare le persone che mi sono accanto per un nonnulla, dopotutto – pensava – forse è solo colpa della stagione o del lavoro, l’età o l’inquinamento!
.
Ogni giorno cercava una spiegazione diversa per lo stato in cui si sentiva ma nessuna, alla fine, lo soddisfaceva: cercò, quindi, il numero di telefono del medico, senza dare troppo nell’occhio e fu solo allora che si accorse di quanti anni fossero passati dall’ultima volta in cui aveva usufruito del servizio pubblico. Imprecò contro lo Stato che incassava i suoi soldi e che non forniva il servizio, stabilendo fosse giunto il momento di riscuotere almeno una piccola parte dei crediti che aveva nei confronti della collettività.
Trovò il numero del medico nel luogo più ovvio: la rubrica telefonica di casa, alla voce Vanzetti, dottor Vanzetti Giuseppe, via Rovigo 32.
Aspettò il momento più propizio, quando la moglie uscì per alcune piccole commissioni, e infine telefonò. Rispose la voce registrata della segreteria del dottore: Questa è la segreteria telefonica dello studio medico Vanzetti. L’orario di apertura è il seguente: lunedì dalle dieci alle tredici, mercoledì dalle dieci alle tredici e venerdì dalle quindici alle diciannove. Per messaggi urgenti o per prenotare una visita a domicilio si prega di lasciare un messaggio con nome e numero di telefono, sarete richiamati.
Silvano capì che l’operazione non sarebbe stata facile. Non l’aveva previsto: lasciare un messaggio significava essere richiamati e, magari, intercettati dalla moglie; optò così per trascrivere il numero di telefono su un foglio e provare a telefonare nuovamente, durante l’orario di apertura, dal proprio ufficio. Un tale sotterfugio lo fece involontariamente sorridere, pensò a quanto quella storia fosse divertente, comunque andasse a finire.
L’indomani nel proprio ufficio, alle dieci in punto, Silvano alzò il ricevitore del telefono e compose il numero, risultato: occupato. Primo tentativo fallito. Una decina di minuti dopo Silvano ricompose il numero: Pronto?
era il dottore in persona.
Saluti, sono Silvano Arciotti, un suo assistito. Avrei bisogno di un appuntamento
e tentennò.
In merito a…
incoraggiò il medico. La sua voce suonava giovane ma era rassicurante e sicura di sé, era la miglior cura per i tanti anziani che, giorno e notte, lo assillavano con veri disturbi dettati da un’unica causa: la vecchiaia.
Il dottor Vanzetti, negli anni, aveva imparato che una buona parte dei disturbi dei suoi pazienti poteva essere curata telefonicamente e ciò gli permetteva di dedicare maggior tempo ai malanni più complessi e alle malattie più gravi.
Veramente… È una situazione, come dire… particolare. Avrei bisogno di farmi visitare
.
Il dottore cercò nel