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Quattro racconti di trasformazione
Quattro racconti di trasformazione
Quattro racconti di trasformazione
E-book58 pagine48 minuti

Quattro racconti di trasformazione

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Info su questo ebook

Quattro racconti, apparentemente diversi e distanti tra loro, ma uno sguardo attento può cogliere il minimo comune denominatore: la trasformazione.

Trasformazione che accade comunque, anche contro la volontà dei protagonisti e che non può essere semplicemente classificata, catalogata, ma solo vissuta così com'è.

Silviano scopre che il proprio cuore è grande come un nocciolo di pesca perchè ha tralasciato di vivere, e decide di far ripartire la sua vita da un semplice gesto come assaporare un gelato. Elena e Alberto vivono così intensamente l'amore fino a trasformarsi in icona dell'amore stesso a beneficio di tutti gli innamorati. Marco incontra deliberatamente la canna della pistola impugnata da Luisa, gettandosi incontro alla morte per lasciare andare tutto il dolore di una relazione che non ha mai funzionato. Nell'ultimo racconto il protagonista non ha un nome, perchè tutti hanno diritto di essere amati e accolti così come sono.
LinguaItaliano
Data di uscita26 feb 2021
ISBN9791220325189
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    Anteprima del libro

    Quattro racconti di trasformazione - Carlo Matteo Callegaro

    trasformarsi

    GRANDE COME UN NOCCIOLO DI PESCA

    Silvano Arciotti, colpito da una delle sue solite crisi di energia (come generalmente le chiamava), boccheggiava riverso sul divano all’interno del suo appartamento, situato in un palazzo nella periferia di una delle tante città d’Italia. Accadeva – ormai sempre più spesso – che, dopo una giornata di lavoro, si trovasse disteso sul sofà privo di ogni vigore, al punto da non riuscire nemmeno a rispondere alle poche e abituali domande della moglie; non si comportava in questo modo per cattiveria ma solo perché gli mancava la forza.

    Passavano così i minuti e le ore, in uno stato che era più simile a una sospensione del tempo che a un attimo di riposo vero e proprio: tutto rimaneva congelato, fermo, come i suoi pensieri in quei momenti. Durante la crisi di energia diventava faticoso perfino pensare e Silvano, così, finiva per provare l’esperienza (forse unica nel suo genere) del non-pensiero, della sospensione dell’attività cerebrale: era conscio dell’impossibilità di tutto ciò, l’aveva letto, e sapeva che una tale sensazione si sarebbe avvicinata, al massimo, più alla morte cerebrale che a un’esperienza mistica.

    Eppure, era ciò che accadeva.

    Come tutte le esperienze vissute, anche questa era reale e, almeno per Silvano, ciò bastava a dare motivo di preoccupazione, tanto da convincerlo addirittura a prenotare un appuntamento con il medico di base. Marta, la moglie, sembrava non accorgersi di tutto ciò o, quantomeno, tale era l’impressione di Silvano, e questo lo rassicurava: Sarà meglio non preoccupare le persone che mi sono accanto per un nonnulla, dopotutto – pensava – forse è solo colpa della stagione o del lavoro, l’età o l’inquinamento!.

    Ogni giorno cercava una spiegazione diversa per lo stato in cui si sentiva ma nessuna, alla fine, lo soddisfaceva: cercò, quindi, il numero di telefono del medico, senza dare troppo nell’occhio e fu solo allora che si accorse di quanti anni fossero passati dall’ultima volta in cui aveva usufruito del servizio pubblico. Imprecò contro lo Stato che incassava i suoi soldi e che non forniva il servizio, stabilendo fosse giunto il momento di riscuotere almeno una piccola parte dei crediti che aveva nei confronti della collettività.

    Trovò il numero del medico nel luogo più ovvio: la rubrica telefonica di casa, alla voce Vanzetti, dottor Vanzetti Giuseppe, via Rovigo 32.

    Aspettò il momento più propizio, quando la moglie uscì per alcune piccole commissioni, e infine telefonò. Rispose la voce registrata della segreteria del dottore: Questa è la segreteria telefonica dello studio medico Vanzetti. L’orario di apertura è il seguente: lunedì dalle dieci alle tredici, mercoledì dalle dieci alle tredici e venerdì dalle quindici alle diciannove. Per messaggi urgenti o per prenotare una visita a domicilio si prega di lasciare un messaggio con nome e numero di telefono, sarete richiamati.

    Silvano capì che l’operazione non sarebbe stata facile. Non l’aveva previsto: lasciare un messaggio significava essere richiamati e, magari, intercettati dalla moglie; optò così per trascrivere il numero di telefono su un foglio e provare a telefonare nuovamente, durante l’orario di apertura, dal proprio ufficio. Un tale sotterfugio lo fece involontariamente sorridere, pensò a quanto quella storia fosse divertente, comunque andasse a finire.

    L’indomani nel proprio ufficio, alle dieci in punto, Silvano alzò il ricevitore del telefono e compose il numero, risultato: occupato. Primo tentativo fallito. Una decina di minuti dopo Silvano ricompose il numero: Pronto? era il dottore in persona.

    Saluti, sono Silvano Arciotti, un suo assistito. Avrei bisogno di un appuntamento e tentennò.

    In merito a… incoraggiò il medico. La sua voce suonava giovane ma era rassicurante e sicura di sé, era la miglior cura per i tanti anziani che, giorno e notte, lo assillavano con veri disturbi dettati da un’unica causa: la vecchiaia.

    Il dottor Vanzetti, negli anni, aveva imparato che una buona parte dei disturbi dei suoi pazienti poteva essere curata telefonicamente e ciò gli permetteva di dedicare maggior tempo ai malanni più complessi e alle malattie più gravi.

    Veramente… È una situazione, come dire… particolare. Avrei bisogno di farmi visitare.

    Il dottore cercò nel

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