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La Luna e il Segreto Perduto
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E-book392 pagine5 ore

La Luna e il Segreto Perduto

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Info su questo ebook

Un tesoro da scoprire, un gran segreto da proteggere e una serie di misteriosi avvenimenti che vi lasceranno senza fiato. Inizia così il mio terzo Romanzo storico/fantasy, che come il primo è ambientato sempre nell'alto Medioevo e ne rappresenta, in sostanza una prosecuzione temporale, anche se con personaggi ed eventi completamente diversi. Il libro è diviso in tre epoche temporali apparentemente diverse, ma che in un certo qual modo sono collegate tra loro. Tutto ha inizio con la costituzione di un ordine cavalleresco – monastico, l'ordine dei Cavalieri Templari. Da lì in poi una serie di circostanze porteranno i nostri Cavalieri a Gerusalemme alla ricerca del Tempio di Salomone. Perché il Romanzo è diviso in tre epoche temporali? Quale segreto nasconde la luna legato ai Cavalieri Templari? Non vi resta che leggere queste pagine per catapultarvi in un affascinante e avvincente salto nel tempo, tra combattimenti, intrighi, inseguimenti e continui colpi di scena.
LinguaItaliano
Data di uscita6 apr 2021
ISBN9791220332156
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    Anteprima del libro

    La Luna e il Segreto Perduto - Bernardo Carollo

    Youcanprint.it

    BERNARDO CAROLLO

    LA LUNA

    e il Segreto Perduto

    (Un avvincente romanzo storico)

    Romanzo fantasy dedicato ai Cavalieri Templari dalle origini fino ai giorni nostri

    Copyright © 

    Bernardo Carollo 2021

    A causa di parti violente narrate nei vari tomi del libro è severamente vietata la vendita e la lettura del presente volume a lettori che non abbiamo compiuto i 18 anni di età.

    Questo libro, e nessuna parte in essa contenuta possono in alcun modo essere diffuse, stampate e pubblicate, senza l’autorizzazione scritta dell’autore.

    Vi invitiamo a non duplicare il contenuto di queste pagine, e a non riprodurre in copia l’intero volume.

    Quest’opera ha richiesto l’ impegno di molte persone oltre a quello dell’autore, 

    e molto tempo è stato dedicato per perfezionarne la stampa.

    Sono sicuro della vostra comprensione.

    Tutti i nomi, le citazioni, i disegni, così come la storia narrata e i riferimenti a fatti, personaggi e avvenimenti presenti nelle poesie e nel racconto, fanno interamente parte della fantasia dell’autore e non sono in alcun modo riconducibili alla realtà. 

    E’ comunque consigliata la lettura del presente volume a un pubblico adulto.

    © Copyright Bernardo Carollo 2021

    Al piccolo fiore

    che è sbocciato nella mia vita

    e che ogni giorno

    è una tempesta

    di abbracci e conflitti.

    Muta la luna ci osserva,

    da sempre.

    Con i suoi segreti,

    con la certezza

    che all’incedere del tempo

    lei è l’unica immune.

    Bernardo Carollo

    Poesia Introduttiva

    L’esistenza ci porta

    in un tempo senza fine,

    dove oltre le tenebre, c’è la luce,

    oltre le promesse, l’ombra della fede.

    In una sottile lama

    splende il riflesso di una luna,

    che pallida e colpevole

    nasconde i suoi segreti.

    Il sangue scorre puro,

    inconsapevole e innocente,

    mentre la sacra Coppa

    è emblema di vita o di morte.

    E occhi negli occhi,

    e tempo nel tempo,

    nell’incedere degli anni

    il peccato non si piega.

    Il mistero sopravvive

    alle condanne e alle daghe,

    in coscienza di uomini

    ormai colpevoli senza ragione.

    In nome della fede

    che non abbatte, ma soccombe,

    che diventa la piaga di ogni idea,

    si combatte pure l’avvenire.

    Personaggi

    1° PERIODO STORICO

    Monaco Francese: 

    Bernardo da Chiaravalle

    Primo Gran Maestro dei Templari:  

    Ugo de Payens

    CavalieriTemplari:  

    Goffredo di Saint-Omer, Payen di Montdidier, Archambaud di Saint Agnan, Andrea di Montbard, Goffredo Bison, il Conte Ugo I° di Champagne, Rossal e Gondemar.

    Principe-Monaco: 

    Edouard

    Ragazza e nobile cavaliere: 

    Giulia Montessor

    Monaci del Tempio di Salomone

    Shaoul e Raphael

    2° PERIODO STORICO

    Ultimo Gram Maestro Templare :

    Jacques De Molay

    Inquisitore :

    Bernardo Gui

    Inquisitore di Francia e confessore personale di Filippo il Bello :

    Guglielmo Imbert

    Papa :

    Clemente V

    Re di Francia :

    Filippo il Bello

    * * * * * * * * 

    3° PERIODO STORICO

    Studiosa dell'arte e figlia di Giulia :Olivia Nuorsi

    Vecchio Archeologo :Manfredi Villa

    Giardiniere di Giulia e Olivia :Vincenzo Mantelli

    Figlio del Giardiniere :Giacomo Mantelli

    Descrizione storica dei Personaggi

    Bernardo da Chiaravalle (1090 – 1153):

    è stato un Monaco Cristiano, Abate e Teologo francese dell'ordine Cistercense, fondatore della celebre Abbazia di Clairvaux, di cui fu Abate, e di altri monasteri.

    Si ritiene che sia il principale fautore che invogliò alla costituzione dell’Ordine dei Cavalieri Templari.

    Viene venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica.

    Ugo de Payens  (1070 – 1136):

    è stato un Cavaliere medievale francese, e primo Gran maestro dell'ordine dei Cavalieri Templari.

    Nacque a Payns, a circa 10 km da Troyes, in Champagne-Ardenne, Francia.

    A quanto pare, tramite i Montbard era imparentato con la madre di Bernardo da Chiaravalle.

    Goffredo di Saint-Omer :

    è stato un cavaliere medievale fiammingo, tra i fondatori dell'ordine dei Cavalieri Templari.

    Apparteneva alla famiglia dei signori di Saint-Omer, attualmente nel nord della Francia, forse figlio di Guglielmo I Signore di Saint-Omer e di Melisende Piquigny.

    Jacques De Molay (1244 – 1314) :

    fu l'ultimo Gran maestro dell'Ordine Templare.

    Nacque tra il 1244 e il 1249 dal nobileburgundoJean de Longwy e dalla figlia del sire di Rahon.Dato che alcuni documenti riportano il nome Molay, è soltanto per tradizione che si designa come sua città natale una Molay presso Besançon. Degli anni d'infanzia di Jacques non si hanno notizie certe.

    Andrea di Montbard:                                                                                                                                 era zio dell’Abate Bernardo di Chiaravalle. Infatti sua sorella Beata Aletta di Montbard, era figlia  come lui di Bernardo, signore di Montbard di nobile famiglia discendente dai duchi di Borgogna. Sicuramente il suo nome è legato ad uno dei Gran Maestri dei Templari che si chiamava Andrè di Montbard.

    Conte Ugo I°:

    era un nobile Francese proprietario della contea di Champagne, e che cedette poi al nipote , disconoscendo il figlio, quando entrò a far parte dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio. 

    Promosse e favorì la creazione dell’Abbazia di Chiaravalle, affidando la direzione dei lavori a un certo Frate Bernardo e donando ampie terre e poteri all’Abate.

    Filippo il Bello (1268 – 1314) :

    Membro della dinastia dei Capetingi, Filippo nacque nel palazzo di Fontainebleau, figlio secondogenito del re Filippo III e Isabella d'Aragona. Filippo fu soprannominato il Bello per il suo aspetto.

    Nell'agosto del 1314, il Re morì nel corso di una battuta di caccia.

    Secondo la leggenda, con la sua morte avrebbe trovato compimento la maledizione del gran maestro dell'Ordine dei Templari Jacques de Molay, il quale predisse la morte del Papa e del re di Francia entro la fine dell'anno.

    Papa Clemente V (1264 – 1314) :

    è stato il 195º Papa, dal 1305 sino alla morte. È ricordato per aver soppresso l'ordine dei Templari (1307) e per aver trasferito la Santa Sede in Francia. Inoltre, fu il primo Papa ad assumere la tiara.

    Da arcivescovo venne eletto papa il 5 giugno 1305 in un conclave tenutosi a Perugia, dopoben undici mesi di sede vacante, dovuta sia alle continue ingerenze di Filippo il Bello, sia alle dispute tra cardinali francesi e italiani, che avevano praticamente lo stesso peso all'interno del conclave, e solo dopo che il cardinaleWalter Winterbourne eletto nel giorno di Natale 1304 ma improvvisamente ammalatosi, ebbe annunciato il suo rifiuto dell'elezione e abbandonato il conclave.

    Le ore Canoniche dei Frati

    Prefazione

    Un tesoro da scoprire, un gran segreto da proteggere e una serie di misteriosi avvenimenti che vi lasceranno senza fiato.

    Inizia così il mio terzo Romanzo, che come il primo è ambientato sempre nell’alto Medioevo e ne rappresenta, in sostanza una prosecuzione temporale, anche se con personaggi ed eventi completamente diversi.

    Il Libro è diviso in tre epoche temporali principali, che in un certo qual modo sono collegate tra loro.

    Nel primo periodo temporale il personaggio di spicco che salta subito alla vista è un Frate dal forte carisma ma dal fisico fragile, quel Bernardo di Chiaravalle che fu protagonista indiscusso della Cristianità per oltre mezzo secolo.

    Ho ipotizzato, visto la parentela con Ugo de Payens e con Andrea di Montbard (suo zio), che sia stato proprio lui a fondare l’ordine dei Cavalieri del Tempio, considerando anche che in quel periodo scrisse il libro "De laude novae militiae ad Milites Templi" (La lode della nuova milizia ai Soldati del Tempio).

    E oltretutto il Conte Ugo I° di Champagne, iniziando la costruzione nel 1115 d. C. dell’Abbazia nelle sue terre, volle proprio Frate Bernardo come responsabile alla direzione dei lavori di costruzione.

    Dunque non ci vuole molto per capire che, nel nucleo iniziale che fondò l’Ordine del Tempio, tutti si conoscevano già tra loro da tempo e possibilmente erano amici.

    Ovviamente dando un fine veritiero alle varie leggende che circolano, ho ipotizzato che i Cavalieri dell’ordine Templare costituito, dopo mesi di scavi e di studi a Gerusalemme riescono davvero a trovare il tesoro del Tempio di Salomone.

    I Cavalieri, però, si accorgono che oltre all’Arca dell’Alleanza, ad altri Cimeli Sacri, e a un tesoro dal valore inestimabile, quel luogo, sotto le macerie, custodisce anche il Santo Graal.

    Dunque si rendono conto che questa reliquia si trova in un posto inusuale. Infatti il tempio dei Giudei fu edificato parecchi secoli prima della venuta di Cristo, e non dovrebbe esserci la coppa dove Gesù bevve il vino nell’ultima cena con gli Apostoli.

    Eppure nonostante questa discordanza cronologica, misteriosamente, qualcuno, secoli dopo la fuga dei Sacerdoti Giudei, è entrato nel Tempio per mettere al sicuro la coppa.

    Dopo qualche anno e dopo il ritrovamento del Tesoro, Ugo de Payens, che era rimasto in Europa a costituire un esercito numeroso di fedeli alla causa del Nuovo Ordine, si reca anch’egli a Gerusalemme con centinaia di Monaci/Cavalieri addestrati.

    Giunto nella città, viene a conoscenza che una serie consecutiva di avvenimenti ha messo in serio pericolo la vita dei suoi compagni che operavano in città Santa e che lo stesso Conte di Champagne si era trovato ad un passo dall’essere ucciso. 

    Una setta segreta, costituita con lo scopo di difendere la segretezza del Tempio e delle Sacre Reliquie cercherà con ogni mezzo di riapprovarsi del Tesoro profanato.

    Una fanciulla, nominata Cavaliere, avrà un importante ruolo nella vicenda, ma sarà costretta a fuggire e a portare con se il Santo Graal, oggetto intriso di poteri inimmaginabili che, se usato in maniera sbagliata, avrebbe messo in pericolo l’intera umanità. 

    Dunque la ragazza, il cui nome è Giulia, salverà Ugo de Payens da morte certa e verrà ferita a morte da una freccia per proteggerlo. 

    Colto dal rimorso e dalla disperazione, consapevole dei rischi che la sua azione potrebbe comportare, a causa degli ammonimenti riportati nelle incisioni ebraiche scolpite sulla coppa di legno, per salvare la ragazza Goffredo Bison si offrirà volontario per bere dal Santo Graal. Giulia e Goffredo bevono dunque dalla Sacra Coppa e secondo quanto riportato dalle incisioni la ragazza viene in breve tempo guarita. Ma c’è un fardello che entrambi dovranno adesso affrontare per sempre. Da quel momento in poi le loro vite saranno immortali…

    Visto che in qualche modo i Cavalieri riescono a decifrare gli antichi simboli Ebraici, che spiegano i poteri da secoli celati nei sacri oggetti, con le indicazioni di come utilizzarli e poiché sanno che il tesoro scoperto nel Tempio poteva diventare preda di qualche personaggio senza scrupoli in cerca di potere, decidono di organizzare lo spostamento degli stessi, lasciando però all’interno del Tempio una copia identica delle manifatture sottratte.

    Infatti giungono alla conclusione che la migliore cosa da fare sia quella di portare le Sacre Reliquie e l’Arca dell’Alleanza in Europa, per nasconderle in più posti diversi tra loro, dove possano riposare per sempre lontano dalla cattiveria e dalla brama degli uomini.

    Per il Santo Graal si impegnano solennemente a trovare Giulia che nel frattempo aveva rubato la Sacra Coppa, per sottrargli il cimelio e portarla in Europa, al sicuro.

    Nel secondo periodo temporale, siamo nel 1307 d. C. si giunge all’arresto e al processo farsa voluto da Filippo il Bello che porta alla cattura e all’arresto con l’inganno di moltissimi Cavalieri Templari e dell’ultimo Gran Maestro dell’ordine, Jacques de Molay.

    C'è da sottolineare che, durante le fasi di arresto a Parigi, su ordine di Molay, i Templari deposero le armi e rinunciarono a combattere, per rispettare una delle Regole dell’Ordine che imponeva loro di non utilizzare le armi per uccidere altri Cristiani.

    In realtà il Gran Maestro sperava che il Pontefice, Papa Clemente V, li avrebbe difesi in quanto Ordine monastico – guerriero fedele servitore proprio del Papa.

    Ma Papa Clemente era una delle pedine del Re di Francia Filippo il Bello, perché favorito proprio dal suo influente appoggio che fu fondamentale per la scalata al gradino più alto del soglio Pontificio.

    Il Papa inizialmente cercò di difendere i "suoi" Cavalieri, ma dopo le crescenti minacce del Re di Francia, decise di tergiversare.

    Dopo essere stati imprigionati i Templari furono vittima di svariate ed atroci torture, anche con strumenti e macchinari costruiti appositamente a tale scopo. Tali azioni, volute dal consigliere del Re Guglielmo Imbert, e guidate spesso dal temibile Inquisitore Bernardo Gui, erano state adottate al fine di estorcere confessioni compromettenti che avrebbero dimostrato che l’Ordine era in combutta con il demonio e che in certi riti essi rinnegavano addirittura la fede cristiana. Si doveva provare la loro blasfemia.

    Molti Templari morirono per le torture, altri stremati e pur di aver salva la vita, confessarono di aver commesso cose indicibili. Ma è pur vero che sotto il peso delle torture avrebbero confessato tutto quello che il loro carnefice voleva sentire.

    Lo stesso Jacques de Molay dapprima confermò la veridicità delle accuse infamanti, ma poi, sotto il peso della propria coscienza decise dopo qualche tempo di ritrattarle. Tale nuova ammissione, volta a riabilitare il nome dei Cavalieri Templari, gli costò la vita, poiché venne condannato al rogo in quanto reietto. 

    E l’11 Marzo 1314 d.C. nell’Isola dei Giudei, una cinquantina di Templari, tra i quali vi era anche l’ultimo Gran Maestro, bruciarono in un rogo che poneva fine in maniera ufficiale all’Ordine del Tempio.

    Ma prima di spirare con le sue ultime parole Jacques de Molay lanciò una maledizione al Papa Clemente e al Re di Francia, convocandoli innanzi al Tribunale di Dio nei successivi quaranta giorni per il Papa e entro la fine dell’anno per il Re Filippo il Bello.

    E poi ancora profetizzando che la Casa Reale di Francia sarebbe definitivamente caduta entro la 13° generazione da Filippo il Bello.

    Intanto tra la folla accalcatasi innanzi l’isolotto per seguire l’evento, un uomo, immune all’incedere del tempo, sapeva che toccava a lui di portare a termine quelle profezie.

    Nel terzo ed ultimo periodo temporale, siamo nel 2020, a Roma, Giulia ha ormai quasi mille anni ed è riuscita a nascondere in un posto sicuro il Graal. Però in tutti questi anni la setta dei Monaci che difendevano i Tesori del Tempio di Salomone, non si è rassegnata e cerca di recuperare nonostante tutto la Coppa così come gli altri oggetti Sacri sottratti e nascosti dai Templari.

    Ma qualcosa di diverso c’è rispetto al passato. Adesso Giulia ha una figlia, Olivia, professoressa di storia dell’Arte all’Università e ragazza dal carattere difficile.

    Olivia è figlia di Giulia e di Goffredo, e per uno strano gioco degli eventi è anche lei un essere immortale. La setta del Tempio insegue Goffredo in giro per il Mondo con l’intento di catturarlo e torturarlo al fine di farsi dire dove i Templari nascondono i sacri tesori. Infatti l’Ordine del Tempio, ufficialmente scomparso, continua ad operare in incognito, sotto la guida di Goffredo, ormai nominato Sommo Maestro.

    L’ultimo rocambolesco inseguimento avviene per le strade di Roma. Olivia ha appena finito la sua lezione di storia dell’arte esposta ai propri studenti davanti al Pantheon, quando vede il padre che scappa inseguito da loschi individui.

    Quello sarà soltanto l’inizio dello scontro finale tra i Sacerdoti Guardiani del Tempio e gli ultimi Templari rimasti.

    Chi vincerà? Non vi resta che leggere le avvincenti pagine di questo Romanzo storico che attraversa un  millennio di storia.

    - Prefazione scritta dall’Autore -

    CAPITOLO I

    15 Agosto 1118 d.C. – Francia, regione della Champagne

    Laudi (3 del Mattino)

    Era una tempestosa notte del giorno 15 Agosto dell’anno 1118 dopo la morte di nostro Signore, in una buia e cupa foresta, nei pressi delle terre piovoseappartenenti alla regione francese della Champagne.

    Il fioco moto della pioggia incessante echeggiava nell'oscurità, mentre lo scricchiolio dei passi di bestie sulle foglie bagnate di mute querce secolari, misto allo sciamare dovuto allo scorrere incessante dell'acqua sulle membra, riempivano il respiro diuna paurosa eccitazione.

    La luna stampata nel cielo, quasi tonda nei suoi lineamenti e pallida tra le ombre di nuvole sforme, dominava il Mondo dai suoi tre quarti di luce, e tutto si inginocchiava al cupo splendore di quell’argenteo occhio riflesso sull’acqua di pozzanghere e torrenti.

    Quel buio sfumato dai raggi lunari, però come un muro invalicabile, impediva allo sguardo di scorgere qualunque ostacolo e, pertanto, a piccoli passi un uomo, dal fisico gracile e dai capelli rossastri, con in mano le redini di un cavallo, si dimenava in quel paesaggio misterioso.

    Aveva il respiro accelerato e l’animo ansioso, in preda a un misto di eccitazione e paura. Il suo orgoglio, nel gorgoglio dell’acqua nascondeva il silenzio di un chiaroscuro paesaggio, accarezzato da quella silenziosa e pallida luna, che illuminava in parte i viottoli del bosco, ma che nascondeva anche zone impenetrabili allo sguardo.

    Era l’oscurità prodotta dalle ombre degli alberi, dalle siepi e dalle rocce. Era una paura nuova che attraversava la pelle e fremeva come un incendio pronto ad appiccarsi sopra ogni pensiero.

    Quell’uomo minuto, mostrava le movenze di un fuggitivo.   Spesso si voltava indietro, ora procedeva lentamente, poi accelerava il passo, ancora si allontanava dal sentiero principale e, poco dopo, vi si immetteva nuovamente.

    Sembrava preda di un gioco fantasioso, quel girotondo ripetuto di una mente folle, ma che nella sua follia mostrava la ragione di un eccelsa intelligenza. In quell’andirivieni cercava di far perdere le sue tracce, come se qualcosa o qualcuno lo stesse seguendo.

    Ma quella sensazione, quel timore nel fremito di un gelido respiro, erano la risposta a un’entità nascosta, all’essenza della verità che celava uno spaventoso segreto.

    D'un tratto quel viso impaurito, dai lineamenti trasbordanti di furbizia, scorse una piccola luce in lontananza, proveniente dalle vetrate di una casetta immersa in un mare di verde, che probabilmente era stata costruita e dimenticata da tempo in quel luogo sperduto, visto il suo aspetto fatiscente e abbandonato.

    A quella vista, attesa con ansia dal corpo per abbracciare un meritato riposo, il nostro sconosciuto, nonostante fosse bagnato fradicio e stremato dalla fatica, mostrò un copioso sorriso sulle labbra. Anche se in ritardo, era arrivato a destinazione.

    In quella casetta erano riuniti alcuni parenti ed amici, che sghignazzavano copiosamente e festeggiavano ridendo, sorseggiando il forte vino invecchiato, ma di una buona annata.

    Poiché ne mancava ancora uno all’appello e, visto il prolungarsi dell'attesa, un uomo barbuto dalla stazza prorompente sbuffò di botto:

    - Accidenti a quel ritardatario di mio cugino. Mai una volta che si presenti puntuale a un appuntamento! –

    Ma le sue parole furono inghiottite dal chiasso circostante, e si persero rapidamente tra le fragili pareti di legno ammuffite.

    Un focolare acceso riscaldava quella fredda notte d’autunno, in una regione dal clima particolarmente rigido.

    Finalmente un doppio ticchettio si sentì battere sulla porta e il grande uomo di alzò per andare ad aprire a quell'atteso ospite.

    - Scellerato di un cugino, è questa l’ora di presentarsi ad un appuntamento? È da parecchio che ti aspettiamo! Molti di noi sono quasi sbronzi ormai. – tuonò la gran voce dell’uomo barbuto.

    - Cugino Ugo, ormai mi conoscete bene. Sapete che le mie incombenze al Monastero mi implicano doveri a cui non posso sfuggire. – 

    - Bernardo, Bernardo, l’abito talare non vi ha certo privato della vostra birbanteria. Siete l’uomo più versatile che abbia mai conosciuto! – gli rispose Ugo.

    - Già, concordo. Veniamo al dunque allora, per dare un’impronta indelebile a questa riunione. Ugo, fa gli onori di casa ed elenca tutti i presenti a questa importante e segreta rimpatriata. – chiese Bernardo.

    - Allora, alla tua sinistra seduti al tavolo intenti a giocare ai dadi i primi quattro Cavalieri, e precisamente Goffredo di Saint-Omer, Payen di Montdidier, Archambaud di Saint Agnan e un uomo che conosci molto bene, il tuo amato zio Andrea di Montbard. Poi di fronte al camino, impegnati ad inseguire una sonora sbronza puoi vedere Goffredo Bison, il tuo grande mentore e amico nonchè Conte Ugo I° di Champagne, poi Rossal e Gondemar. Al mio fianco il Monaco Edouard, altro tuo carissimo amico e confidente, come se ne avessi pochi sparsi per il Mondo. E per ultimo me medesimo il cavaliere Ugo de Payens.– precisò puntigliosamente e con entusiasmo l’omone.

    - Bene, spostate le sedie attorno a me, così vi spiegherò in poche parole, il perché di questo urgente e segreto incontro. – 

    - Nipote Bernardo, cercate di essere conciso e breve nel discorso. Le vostre omelie sono tremendamente noiose. – gli disse con aria scherzosa lo zio Andrea di Montbard.

    Presto, in un sottofondo di rumori, principalmente di sedie che strisciavano a terra, tutti si disposero attorno al Frate Cistercense, mentre il rumore e il chiasso andò sciamando a poco a poco fino a scomparire.

    Bernardo era un uomo di bassa statura, con dei folti capelli ricci dal colore rosso vivo intorno alla testa; aveva la fronte alta, un corpo esile, e la carnagione pallida. Ma nonostante il suo fisico fosse molto fragile, il suo carattere era raggiante. Sembrava un vulcano in eruzione quando affrontava concitati discorsi, o se difendeva le proprie idee contro chiunque volesse criticarle.

    Abbassò il capo per denotare la gravità delle sue parole e iniziò un discorso apparentemente enigmatico.

    - La questione di cui vi voglio parlare oggi, richiede la vostra massima attenzione. Facendo tesoro dei racconti di mio cugino Ugo, il quale, come voi tutti già sapete, ha partecipato alla Prima Crociata svoltasi tra gli anni 1096 e 1099 dopo la venuta di nostro Signore, ho compiuto degli studi approfonditi sui racconti che circolano da tempo a Gerusalemme. Il prode de Payens, ritornato trionfante dall'esito della Crociata nel 1100, è ripartito in pellegrinaggio alla volta della Terra Santa nel 1104 e nel 1114, appena quattro anni fa. Pertanto molti dei suoi per così dire appunti sono recenti. Per di più, supportati dagli scritti delle Sacre Scritture.

    Durante dai miei attenti studi teologici, e sfogliando le pagine di alcuni vecchi e sacri testi ebrei, mi sono imbattuto in qualcosa di molto strano. Delle frasi, anzi no, dei periodi che ai miei occhi hanno acquistato un significato inquietante. - iniziò Bernardo.

    - E di cosa si tratta amico mio? Cosa vi ha spinto a convocarci a quest'ora di notte in tutta fretta e nel bel mezzo di un territorio boschivo così isolatoe sperduto della Francia? - chiese Payen di Montdidier.

    - Allora si tratta innanzitutto del Tempio che finì di costruire Re Salomone nel 1000 a.C. circa a Gerusalemme. Dunque oltre 2 mila anni fa. - continuò il Frate.

    - Il Primo Tempio ebraico di Gerusalemme, giusto? - precisò Goffredo di Saint-Omer.

    - Esatto. Però il Primo tempio venne distrutto ad opera del Re Assiro Nabucodonosor nel VI secolo a.C. circa. Poi fu ricostruito dagli ebrei e prese il nome di secondo tempio, per essere infine raso al suolo dai Romani nell'anno 70 d.C..

    Comunque, io vorrei sottolineare il passo della Bibbia, nel Primo Libro dei Re, Capitolo 6 versetti 12 e 13, quando il Signore parla a Salomone dicendogli:

    «[12] Riguardo al tempio che stai edificando, se camminerai secondo i miei decreti, se eseguirai le mie disposizioni e osserverai tutti i miei comandi, uniformando ad essi la tua condotta, io confermerò a tuo favore le parole dette da me a Davide tuo padre. [13] Io abiterò in mezzo agli Israeliti; non abbandonerò il mio popolo Israele». - concluse Bernardo.

    - E bene cugino? Cosa vorresti intendere con questo? Che c'entrano questi scritti con le leggende che circolano a Gerusalemme? Questo è l'intervento del Signore che parla a Salamone perché costruisca il Tempio secondo i suoi dettami, dicendogli che in cambio lui non abbandonerà il suo popolo. - precisò Ugo de Payens.

    - Abbiate pazienza, andiamo avanti e un passo alla volta. Perché secondo voi il Signore dà tanta importanza alla costruzione di questo tempio? - chiese il Frate.

    - Non lo sappiamo Bernardo, chiariscici tu le idee se sei meglio informato. - lo intimò il Conte Ugo I° di Champagne.

    - Allora, al Capitolo 6 versi dal 19 al 22 del Primo Libro dei Re della Bibbia c'è la chiave del mio ragionamento e precisamente, viene detto:

    << [19] Per l'Arca dell'Alleanza del Signore fu apprestata una cella nella parte più segreta del tempio. [20] La cella interna era lunga venti cubiti e alta venti. La rivestì d'oro purissimo e vi eresse un altare di cedro. [21] Salomone rivestì l'interno del tempio con oro purissimo e fece passare, davanti alla cella, un velo che scorreva mediante catenelle d'oro e lo ricoprì d'oro. [22] E d'oro fu rivestito tutto l'interno del tempio, e rivestì d'oro anche tutto l'altare che era nella cella.>> - concluse di ripetere a memoria Bernardo, che evidentemente studiava da molto quelle interessanti parole.

    - L'Arca dell'Alleanza e il Tempio rivestito d'oro fanno parte ormai di una leggenda che si narra ormai da quasi un millennio! - precisò il Monaco Edouard.

    - Si, è vero, ma nel Primo Libro dei Re al Capitolo 6, versetto 23, viene precisato come venne costruita la cella, e in modo dettagliato:

    <<[23] Nella cella fece due cherubini di legno di ulivo, alti dieci cubiti. [24] L'ala di un cherubino era di cinque cubiti e di cinque cubiti era anche l'altra ala del cherubino; c'erano dieci cubiti da una estremità all'altra delle ali. [25] Di dieci cubiti era l'altro cherubino; i due cherubini erano identici nella misura e nella forma. [26] L'altezza di un cherubino era di dieci cubiti, così anche quella dell'altro. [27] Pose i cherubini nella parte più riposta del tempio, nel santuario. I cherubini avevano le ali spiegate; l'ala di uno toccava la parete e l'ala dell'altro toccava l'altra parete; le loro ali si toccavano in mezzo al tempio, ala contro ala. [28] Erano anch'essi rivestiti d'oro.>> - 

    - Dunque, caro nipote mio e amico di tutti noi e della Cristianità, cosa vorreste chiederci? Di trovare l'Arca dell'Alleanza sepolta in quella sperduta terra di atroci predoni e atei assassini? - chiese Andrea di Montbard.

    - Esattamente, miei fidi Cavalieri!Sapete dirmi concretamente chi l'ha cercata finora? La Prima Crociata per liberare la terra Santa, nel 1096 che vide tra i protagonisti Goffredo di Buglione non è stata propriamente un vero successo per noi fedeli. Dopo la conquista di Gerusalemme, e il rifiuto di Raimondo di Saint-Gilles, voglioso di ritornare a casa, la corona di Re fu offerta allo stesso Goffredo, che considerò immorale vestirsi di tale titolo, accettando invece quello di Difensore del Santo Sepolcro. Così vestendosi di tale titolo, Goffredo si offrì di fatto come protettore di un territorio che apparteneva alla chiesa. Dopo la sua morte avvenuta nel 1100 d. C., gli succedette il Fratello Baldovino. Un uomo privo di scrupoli che si fece incoronare invece Re di Gerusalemme. -

    - E con questo cosa vorreste dirci Frate Bernardo? - chiese il Principe-Monaco Edouard.

    - Esattamente che, i nobili feudatari, impegnati nelle lotte intestine per il potere, trascurarono di dedicarsi alla ricerca dei più importanti simboli religiosi. Dunque quello che si cela sotto le antiche rovine, secondo me si trova ancora là,intatto. Prima della distruzione ad opera dei romani nel 70 d.c., i Sacerdoti spostarono nel Sancta Sanctorum ubicato nei sotterranei segreti del Tempio, pieno di labirinti e trappole, tutto il tesoro. Secondo quanto fu catalogato in quella stanza si trovavano tra l'altro l'Arca dell'Alleanza, il Santo Graal e cioè il calice da cui bevve Gesù nell’ultima cena, la Vera Croce, la Sacra Sindone e la Menorah. In particolare il Sacro Graal, il calice da cui bevve Gesù nell'ultima cena e che venne usato da Giuseppe d'Arimatea per raccogliere il sangue dal costato di Cristo dopo la crocifissioneavrebbe il potere di dare vita eterna e conoscenza - sentenziò euforico il Frate.

    - Probabilmente avete ragione cugino, effettivamente il tesoro potrebbe trovarsi ancora là. - gli rispose un dubbioso Ugo che nonostante avesse sentito parecchi racconti in merito

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