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La settima colonia
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E-book280 pagine3 ore

La settima colonia

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Info su questo ebook

ORI-45-830 è un Razionale e, in quanto tale, fa parte di una comunità all’apparenza perfetta. Non prova emozioni e non si considera un individuo indipendente, bensì l’ingranaggio di un meccanismo più grande.
Al di fuori delle estese metropoli civilizzate di Kutar-7, a farla da padroni sono però vasti territori incolti popolati da creature selvagge e tribù di ribelli.
Sarà l’incontro con Cara, una donna del clan Inuck, a costringere ORI a mettere in dubbio le sue certezze e riconoscere che forse una terribile verità è stata tenuta nascosta ai membri di entrambe le fazioni.
LinguaItaliano
Data di uscita3 giu 2021
ISBN9788866603924
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    Anteprima del libro

    La settima colonia - Giulia Anna Gallo

    Tavola dei Contenuti (TOC)

    Titolo pagina

    1

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    3

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    20

    Epilogo

    img1.jpg

    Giulia Anna Gallo

    La settima colonia

    img2.png

    ISBN versione digitale

    978-88-6660-392-4

    Romanzo Sci-Fi

    LA SETTIMA COLONIA

    Autore: Giulia Anna Gallo

    img3.png

    © CIESSE Edizioni

    www.ciesseedizioni.it

    info@ciesseedizioni.it - ciessedizioni@pec.it

    I Edizione stampata nel mese di giugno 2021

    Impostazione grafica e progetto copertina: © CIESSE Edizioni

    Immagine di copertina: Licenza Creative Commons CC0

    (libero uso commerciale, attribuzione non richiesta)

    img4.png

    Collana: Silver

    Editing a cura di: Giulia Pretta

    Editore e Direttore Editoriale: Carlo Santi

    PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata ogni riproduzione dell’opera, anche parziale, pertanto nessuno stralcio di questa pubblicazione potrà essere riprodotto, distribuito o trasmesso in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo senza che l'Editore abbia prestato preventivamente il consenso.

    Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi narrati sono il frutto della fantasia dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualsiasi somiglianza con persone reali, viventi o defunte, eventi o luoghi esistenti è da ritenersi puramente casuale.

    Ad Alberto,

    a cui devo in grandissima parte il mio amore per la fantascienza.

    Questo libro, che non avrei mai pensato di scrivere, è in onore delle serate trascorse a guardare film ambientati su mondi lontani in un appartamento che per anni è stato la mia seconda casa.

    Prima parte:

    Razionale

    1

    ORI-45-830 avvicinò il polso allo scanner in attesa che il suo codice a barre venisse letto. La procedura richiese 2,5 secondi in più del previsto, ma – sebbene non lo avesse preventivato – non se ne stupì. L'edificio di accoglienza rispondeva a protocolli speciali ed era regolato da un sistema di sicurezza di livello 5. Soltanto i TRS (i trasportatori) e i GRD (i guardiani) erano autorizzati ad andare e venire in ogni momento. Gli orientanti come lui, d'abitudine, non frequentavano quel settore. Erano ammessi unicamente a cadenza annuale, in occasione dell'Arrivo.

    Quando il segnale acustico lo informò che il campo di forza sarebbe stato inattivo per i successivi 5 secondi, l'ORI abbassò il polsino della immacolata casacca a maniche lunghe e varcò la soglia. Avviò l'applicazione mappa sul suo tablet e controllò le coordinate precise della stanza presso cui era stato convocato, così da impostare il tragitto nel modo più funzionale possibile. La struttura di accoglienza era un labirinto di uffici, dormitori e laboratori nel quale sarebbe stato fin troppo facile smarrirsi.

    Era la prima volta che toccava a lui occuparsi della preselezione. Fino all'anno precedente era stato ORI-97-462 ad adempiere a quella mansione. Adesso però il suo mentore si era trasferito e stava addestrando un altro giovane ORI in qualche remota città periferica del terzo quadrante. La responsabilità di orientare il percorso degli abitanti di Jutta ormai spettava a lui. Almeno finché non avesse raggiunto i 3/4 del suo ciclo vitale.

    I corridoi dell'edificio erano deserti e i passi di ORI-45-830 vi riecheggiavano secchi, misurati, regolari. L'ambiente circostante era di un grigiore uniforme. Nonostante fosse bene illuminato, il colore di pavimenti, pareti e soffitto lo faceva somigliare a un paesaggio crepuscolare. La differenza era netta, rispetto al pacifico candore dal quale vivevano attorniati i cittadini di classe psi. Ma forse risultava congeniale agli operatori della struttura. Non avrebbe saputo dirlo, visto che dopotutto era pur sempre un civile.

    Avvicinandosi alla meta, l'ORI udì il leggero brusio di giovani voci impegnate in conversazioni sussurrate. Ne rimase interdetto.

    Quando si trovò a 37 centimetri di distanza della porta della stanza 051, il sensore posto di fronte a lui si attivò ed essa si aprì, scivolando all'interno del muro alla sua destra. 100 paia di occhi più 6 si posarono sull'orientante.

    La sua destinazione era la grezza imitazione di un'aula magna. Gli ricordava le sedi delle lezioni frequentate durante gli anni da STD, ma solo nella struttura. Davanti a lui, disposte a semicerchio, c'erano 7 lunghe gradinate nude e semplici, su cui erano stati fatti sedere i nuovi arrivati, suddivisi in 4 gruppi. Tra le loro fila erano presenti anche degli adulti: 4 ESA, 1 TRS e 1 GRD, a giudicare dalle divise, rispettivamente azzurro pallido, marrone e grigio militare.

    Il guardiano lo accostò e lo salutò con un cenno del capo. «Benvenuto, orientante.» Poi si posizionò alle sue spalle e, con un gesto della mano, invitò una delle esaminatrici a raggiungerli.

    La donna pose la punta delle dita sulla testa rasata del cucciolo più vicino, quindi lo guidò da ORI-45-830 esercitando una delicata pressione dei polpastrelli. Nessuno, né tra i piccoli né tra gli operatori, reagì al fatto che l'ESA avesse stabilito un contatto fisico.

    «NAS-21-777» disse lei, presentando il bambino. Un non assegnato. «Le cartelle cliniche degli esaminati dovrebbero essere state recapitate al suo ID appena ha messo piede nell'edificio.»

    Annuendo, l'ORI trovò la scheda del soggetto all'interno del database scaricato un attimo prima sul suo terminale, dunque lesse i risultati dei test fisici e psicologici a cui era stato sottoposto. QI e grado di sviluppo fisiologico e psicomotorio risultavano nella norma, si intuiva però una predisposizione – seppure solo accennata – all'attività corporea, soprattutto in termini di coordinazione mano-occhio e motricità fine.

    «Assegnato all'istituto omega» stabilì dopo 3 minuti e 57 secondi. «Codice identificativo aggiornato: PRE-STD-21-777.»

    Il nuovo arrivato fu ricondotto al suo posto sulle gradinate e presto sostituito da un NAS differente. Mentre procedeva alla preselezione degli altri soggetti, ORI-45-830 osservò con discrezione i bambini. Rilevò in loro 12 diversi tipi di anomalie comportamentali, che classificò in 3 distinti macrogruppi: manifestazioni di disagio e segnali di ansia, atteggiamenti di ricerca e mantenimento della prossimità fisica rivolti per lo più ai pari, confusione e indizi di scarsa comprensione della procedura in atto.

    Dopo avere assegnato 1/4 esatto delle nuove reclute, che a quel punto venne fatto alzare, messo in fila per 2 e condotto fuori dal suo adulto di riferimento, l'orientante si volse verso il GRD e chiese: «Cosa hanno che non va questi cuccioli?».

    Il guardiano esitò per 4,5 secondi, prima di rispondere. E lo fece con un'altra domanda. «È la prima volta che si occupa lei dello smistamento iniziale, vero?»

    «Sì.»

    «Non aveva mai avuto a che fare con individui tanto piccoli, in precedenza?»

    «No, finora ho sempre orientato soltanto studenti e lavoratori.»

    «Capisco. Vede, sono ancora Imperfetti» gli spiegò l'uomo, annuendo tra sé e sé, ora che aveva identificato l'origine delle sue perplessità.

    ORI-45-830 si meravigliò molto, cosa piuttosto infrequente. Gli capitava soltanto quando si trovava di fronte a un imprevisto, ossia assai di rado. Stupirsi era una sensazione strana, troppo caotica per piacergli. Preferiva l'equilibrio interiore, e affrontare unicamente eventi che seguissero un corso logico e predefinito.

    Pensava a se stesso come all'ingranaggio di un antico orologio terriano. Non gradiva che il suo meccanismo si inceppasse.

    «Non avete ancora iniziato a somministrare loro gli inibitori?» si informò.

    «Certo, appena sono atterrati, ma ci vorrà ancora almeno un'intera stagione prima che sortiscano effetto completo. Sino ad allora i bambini non potranno essere considerati del tutto Razionali.»

    «Non ne avevo idea» ammise l'orientante.

    Consapevole di avere sprecato minuti preziosi in maniera non produttiva, chiamò dunque l'esaminatrice in attesa del proprio turno, poi procedette ad assegnare il secondo gruppo di cuccioli. Mentre svolgeva il compito con l'usuale accuratezza, si concesse tuttavia di dividere l'attenzione – entro limiti accettabili – per studiare con la coda dell'occhio quei piccoli umani e i loro corpi minuti, il tremolio degli arti, il timore nello sguardo.

    Avevano paura di lui, si rese conto. Ma non riusciva a spiegarsene il motivo. Alcuni soggetti, raggiunta la sua postazione, gli scrutavano il viso come alla ricerca di qualcosa. Forse un segnale, un indizio rivelatore, tracce di una sottile comunicazione non verbale. Quando non lo trovavano, rimanevano sconcertati e davano l'impressione di essere preda di uno stato di crescente turbamento.

    Per ORI-45-830 non aveva senso che si agitassero tanto. La sua espressione era calma e concentrata, la sua postura esprimeva quiete e pieno controllo di sé. Sarebbe dovuto apparire mite e posato, risultare rasserenante. Invece, senza nessuna apparente ragione, non solo non riusciva a placarli, ma erano loro a smuovere lui.

    Gli avevano instillato una sorta di dubbio non meglio definito. La sua mente era invasa da punti interrogativi, che non erano però preceduti da alcuna domanda di senso compiuto, e restavano vaghi a fare da sfondo ai suoi calcoli e alle sue annotazioni.

    2 non assegnati furono scartati perché avevano ottenuto punteggi insufficienti durante i test sotto sforzo. Uno di essi avrebbe dovuto essere riesaminato per sospetta patologia cardiaca, con ogni probabilità congenita. L'altro presentava invece un evidente difetto fisico: il piede sinistro, incastrato in malo modo all'interno della calzatura, era chiaramente deforme e gli causava una leggera zoppia.

    La comunità non poteva permettersi di dissipare le proprie preziose risorse accudendo individui difettosi. Quella coppia sarebbe stata restituita alla Corporazione il giorno seguente. D'altro canto, la TRS era lì apposta per prendere in carico i capi fallati e restituirli al mittente.

    Le 25 unità del terzo gruppo rispettavano tutte gli standard minimi di riferimento, ma del quarto e ultimo faceva parte una bambina dal quoziente intellettivo troppo basso per superare la preselezione. I dati parlavano chiaro, però ORI-45-830 intraprese comunque una rapida ispezione conclusiva. Il cucciolo pareva docile, ma poco ricettivo, di scarso acume, in pratica inutile per la popolazione di Jutta. O di qualsiasi altro centro abitato di Kutar-7, se era per quello.

    Nell'inoltrare il suo responso finale e i nuovi codici identificativi al centro anagrafico per l'aggiornamento dei profili, constatò con soddisfazione che 97 nuovi arrivati su 100 adesso erano PRE-STD. Un buon risultato.

    Il 16,4% dei bambini era stato destinato all'istituto psi per il potenziamento cognitivo e nozionistico, il restante 83,6% all'istituto omega per l'addestramento fisico e lo sviluppo delle capacità manuali e visuo-spaziali. L'esito della suddivisione dei soggetti in base alle loro attitudini era nella norma. Nell'arco di 10 stagioni, quando i cuccioli avrebbero compiuto 9 anni, si sarebbe potuto procedere all'orientamento mirato, assegnandoli alle varie scuole di specializzazione.

    Per il momento bastava appunto separare psi e omega, quelli che in futuro avrebbero svolto lavori accademici e coloro i quali si sarebbero ulteriormente ripartiti in trasportatori, guardiani e operai. Di solito, alla maggioranza degli individui venivano attribuite proprio mansioni dell'ultimo tipo. In fondo, era la manodopera di persone di categoria omega a contribuire in maniera massiccia e immediata alla produttività della colonia e, di riflesso, a far prosperare la Corporazione. Ma per ORI-45-830 non c'era niente di più stimolante di analizzare i profili degli psi e individuare tra di essi un futuro medico, ingegnere, o magari orientante, proprio come lui.

    «Se qui ha concluso, ho il compito di riaccompagnarla all'uscita» disse il GRD.

    «Certo, ho finito» confermò l'ORI.

    Mise in standby il tablet, oscurandone lo schermo, e seguì l'altro uomo, che si muoveva all'interno del dedalo di corridoi dell'edificio di accoglienza con estrema sicurezza, senza dubbio conferitagli dalla familiarità con il luogo.

    Il centro di smistamento gli aveva messo a disposizione una navetta monoposto per raggiungere la sede dell'incontro e, in seguito, tornare a Jutta senza aspettare il passaggio del TRS incaricato di condurre i PRE-STD in città il giorno successivo.

    Il coordinatore regionale aveva predisposto che ciascun orientante effettuasse la preselezione e si ripresentasse all'infrastruttura di riferimento nell'arco di 6 ore e 30 minuti al massimo, per tornare operativo nello svolgimento delle proprie mansioni ordinarie il più presto possibile.

    Poiché soltanto ai trasportatori veniva insegnato a farlo, ORI-45-830 non era in grado di pilotare, perciò il suo mezzo di trasporto era stato preimpostato per la navigazione automatica. Una volta sdraiatosi sul sedile allungato, stretto e leggermente concavo, modellato per essere ergonomico e avvolgere il passeggero così da evitare abbandonasse la posizione prestabilita, gli bastò premere il pulsante di avvio e identificarsi, posando il polso sullo scanner del bracciolo alla sua destra.

    Il portello in vetracciaio che lo sovrastava si richiuse silenzioso sopra di lui, scivolando al proprio posto e sigillandolo all'interno. A quel punto l'orientante si ritrovò a paragonare la navicella a una bara, sebbene fosse di forma triangolare.

    Mentre si alzava in volo, chiuse gli occhi per non vedere il paesaggio scorrere veloce sotto di lui e le stelle sfrecciare nel cielo notturno accanto alle 3 lune di Kutar-7. Non gli piaceva viaggiare. La rapidità con cui il mondo prendeva a muoverglisi attorno lo disorientava, gli faceva girare la testa e venire la nausea. Per fortuna vi era costretto di rado.

    Allo scopo di distrarsi, lasciò vagare la mente nella direzione intrapresa poco prima, quando la navetta gli aveva ricordato la primitiva usanza di conservare i defunti in casse sotterrate. I morti, nella settima colonia, venivano stoccati in ampi container criogenici e periodicamente inviati ai centri di ricerca di Kutar-2, così da contribuire alla sperimentazione scientifica svolta all'interno di appositi impianti. Esaurita tale funzione, i cadaveri erano infine decomposti, convertiti in concime e trasferiti su Kutar-9. Un utilizzo assai più logico e razionale del materiale organico fornito dai corpi dagli ex cittadini, rispetto alla semplice sepoltura.

    Al di là dello spreco di risorse, l'illogico attaccamento all'idea di persone ormai non più in vita, la componente religiosa della conservazione delle spoglie e l'istituzione di veri e propri santuari adibiti al loro culto erano una chiara dimostrazione dell'arretratezza di popoli che lui aveva soltanto potuto studiare.

    C'era chi si sarebbe spinto a sostenere che i terriani non fossero poi tanto diversi dai Selvaggi e, per proprietà transitiva, dalle bestie.

    Quando simili considerazioni, faticando a trovare ulteriori sbocchi, non riuscirono più a tenerlo occupato, l'orientante rimase ad ascoltare il basso ronzio dei motori laterali del suo mezzo di trasporto. Il viaggio durò in totale 35 minuti e 12 secondi, poi cadde il silenzio. L'aria fresca si insinuò nell'abitacolo e lui seppe che il tragitto era stato percorso per intero. Scendendo e rimettendosi in piedi, ripensò a come ogni conoscenza circa i rituali funerari terriani gli derivasse da INS-19-264, l'insegnante di nozioni di base avuto all'accademia di specializzazione. Cultura generale galattica era stata una delle sue materie preferite, anche se – su larga scala – aveva scarsa utilità pratica e veniva fatta studiare solamente a futuri INS e soggetti destinati a ricoprire posizioni lavorative nelle quali fosse indispensabile compiere analisi di natura psico-sociale.

    ORI-45-830 trovava curiosi, seppure spesso barbarici, i costumi della Terra, il pianeta su cui aveva avuto origine la razza umana. Ma poi rammentava a se stesso che i terriani erano ancora molto legati alle antiche tradizioni e perciò frenati dal remoto passato della specie. Coloro che ambivano a evolvere e sviluppare a pieno il proprio potenziale, alla ricerca della perfezione, 3 secoli e 57 anni prima erano migrati nello spazio e avevano iniziato a colonizzare altri sistemi solari. Come quello di proprietà della Corporazione, composto da 12 pianeti abitabili suddivisi in 3 gruppi: colonie-residenza, colonie-risorsa e colonie-lavoro. Kutar-7, unico nel suo genere, faceva parte della seconda e terza categoria al medesimo tempo. La comunità ne andava piuttosto fiera.

    Percepiti e analizzati i suoi movimenti, la navetta si richiuse e inviò un segnale di svolto servizio al database dei trasporti locale. ORI-45-830 non attese di vedere se sarebbe stata convocata subito dopo per intraprendere un nuovo viaggio. La lasciò nello spiazzo di fronte all'ufficio di collocamento, entrò nell'imponente palazzo di titaniospecchio e raggiunse la sua postazione di lavoro nella stanza 205, al secondo piano.

    Inviò un sintetico rapporto circa l'andamento della preselezione al coordinatore regionale, stilò una relazione più approfondita da inserire nell'archivio presente lì in sede e sempre disponibile per la consultazione, dunque terminò la propria sessione lavorativa e si diresse verso casa.

    Abitava a 15 minuti a piedi di distanza e, considerato il tempo necessario a spostarsi dall'ufficio alla stazione-Q e dalla stazione-O al suo complesso residenziale, l'utilizzo dei mezzi pubblici gli avrebbe fatto risparmiare appena 1/3 della durata complessiva del tragitto. Alla luce di questa consapevolezza, e della necessità di svolgere quotidianamente attività fisica per mantenersi in buona salute, aveva sempre ritenuto sensato camminare.

    Lungo la strada, di solito, si teneva occupato riflettendo. La sua mente era il principale strumento grazie a cui esercitava il proprio mestiere, la sua più basilare risorsa. Ciò che di davvero significativo aveva da offrire alla comunità. Era una mente da ORI, dominata dalla tendenza a sentirsi attratta dai dettagli, a notarli dando loro risalto anche quando, all'esame meno attento degli altri, essi finivano per perdersi nell'insieme.

    I particolari erano indizi, suggerimenti, chiavi di volta, rivelazioni. Andavano scoperti ed estrapolati, poi ricomposti per meglio comprendere il contesto generale.

    L'orientante non aveva mai avuto problemi a coglierli, ma incastrarli tra loro come i pezzi di un puzzle richiedeva più del semplice istinto e della sola predisposizione, era una questione di tempo e rimuginii. Quando non era in servizio, l'ORI trascorreva ore a rigirarseli tra i pensieri in attesa di un'illuminazione, dell'improvvisa sopraggiunta della soluzione di enigmi ignorati da tutti perché poco influenti, ma con cui lui spesso si intratteneva per rimanere in esercizio.

    ORI-45-830 inclinò indietro la testa e sollevò lo sguardo. In cielo si erano raccolte minacciose nubi scure, ma dietro di esse si riusciva ancora a intravedere il profilo delle 3 lune della settima colonia: Stara, Eona e Io. In quel momento, scrutando le loro sagome, ebbe una macabra epifania. Comprese cosa lo tormentava da quando aveva fatto il suo ingresso nell'aula magna dell'edificio di accoglienza e incontrato i nuovi arrivati.

    Non riusciva a ricordare di essersi trovato al loro posto.

    Non rammentava il proprio atterraggio su Kutar-7, né ciò che lo aveva preceduto. Anche metà della sua prima stagione sul pianeta era del tutto avvolta dalla nebbia. Sebbene fossero trascorsi più di 2 decenni, come era possibile non essere in grado di rievocare un singolo episodio risalente alla propria esistenza da cucciolo?

    4 anni e 3 mesi di oblio non erano pochi, eppure lui si scoprì incapace di richiamare alla memoria una cosa qualsiasi antecedente al suo ingresso all'istituto psi, e quindi anteriore alla passata condizione di STD.

    La sua infanzia era un buco nero e, fino ad allora, non ci aveva mai fatto caso.

    2

    La Corporazione possedeva 12 colonie interdipendenti, anche conosciute – nel loro complesso – come Lega di Kutar.

    Il sistema solare nel quale si trovavano i pianeti era stato rivendicato 2 secoli e 18 anni prima dagli antenati dell'attuale élite politica, che ora risiedeva sulla misteriosa Kutar-1, si occupava della gestione dei rapporti con le popolazioni extrakutariane e supervisionava l'andamento delle interazioni intercorrenti tra le altre 11 colonie.

    L'accesso a Kutar-1 era rigidamente riservato ai suoi abitanti, che solo di rado si allontanavano per visitare Kutar-2 e 3. Perciò non si sapeva molto di quel luogo remoto e impenetrabile.

    Anche se le frontiere fossero state aperte, tuttavia, avrebbe fatto ben poca differenza per i Razionali. Non avendo ragione di comportarsi altrimenti, la maggior parte di loro non abbandonava mai Kutar-7. Gli unici ad avventurarsi oltre i suoi confini erano i TRS, che per lavoro trasportavano kenith da lì fino a Kutar-12 e, una volta l'anno, si recavano su Kutar-8 per prelevare nuovi cuccioli con cui sostituire gli adulti ritirati.

    Era proprio all'ottavo pianeta che ORI-45-830 non riusciva a smettere di pensare. Così, dopo la solita colazione a base di mihv, invece di dedicarsi ai suoi rompicapo mattutini ordinò alla schermoparete di mostrargli la mappa stellare delle colonie, e rimase a osservarla come se in essa si celasse un segreto.

    Di norma non si interessava a ciò che accadeva al di fuori della regione, figurarsi all'esterno di Kutar-7. Gli scambi di risorse con gli altri componenti della Lega erano indispensabili alla sopravvivenza, certo, ma venivano regolati dalla Corporazione e non lo toccavano in maniera diretta. Non spettava a lui interfacciarsi con gli Imperfetti.

    Sebbene nessuno lo avesse mai esplicitato in simili termini, era risaputo che i Razionali fossero il popolo più evoluto del sistema.

    1 secolo e 72

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