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Adorabile bastardo
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E-book99 pagine1 ora

Adorabile bastardo

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Romance - romanzo breve (72 pagine) - Tra Filippo e Chiara è antipatia a prima vista. Lui è bello, ricco e arrogante. Lei è intelligente, caparbia e fermamente decisa a fare carriera. Peccato che Filippo sia il capo di Chiara e che fra i due si accenda un’inarrestabile attrazione che potrebbe mettere a repentaglio i loro piani. Cosa fare quando fra le lenzuola, come al lavoro, sono scintille? E se lei fosse fidanzata e divorata dai sensi di colpa?


Filippo Grimaldi è un avvocato di successo, bello, ricco e spregiudicato. Non si ferma davanti a niente, nel lavoro come nella vita privata, e con le donne si è sempre comportato da gran bastardo.

Ma da quando Chiara Orlando è entrata nella sua vita nulla è più come prima.

Chiara si è laureata in giurisprudenza con il massimo dei voti e quando entra nello studio Grimaldi, per fare pratica, pensa di avere davanti la sua grande occasione. Si ritrova invece alle dipendenze di Filippo, un uomo dispotico e arrogante, ma tanto, tanto sexy.

Fra i due saranno scintille, sia in campo lavorativo sia in camera da letto. Ma può un’attrazione nata da una forte rivalità trasformarsi in qualcosa di più?


Laura Gay è nata a Genova dove tuttora vive, insieme al marito. Ama i libri, il cinema, la musica e gli animali, specialmente i gatti. Scrive da quando era bambina perché solo attraverso la scrittura riesce a esprimere se stessa e a volare con la fantasia. Un suo racconto dal titolo Ventunesimo piano è apparso sul numero 5 della rivista Romance Magazine e un altro, dal titolo Il risveglio del Crociato, è stato inserito nell’antologia 365 storie d’amore, edita da Delos Books. Con i racconti Il risveglio dei sensi e Resta con me si è qualificata tra i finalisti nelle rispettive rassegne Rosso fuoco e Senza fiato, sul blog La mia biblioteca romantica, mentre con Bad boy si è distinta in Christmas in love 2013. Per Delos Digital ha pubblicato numerosi racconti tra cui Sette giorni e sette notti, Senza legami, Toccami e L’amante francese, Incantevole angelo, tutti di grande successo.

LinguaItaliano
Data di uscita9 nov 2021
ISBN9788825418163
Adorabile bastardo

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    Anteprima del libro

    Adorabile bastardo - Laura Gay

    Capitolo 1 - Superbia

    – Signorina Orlando! – La voce di Filippo Grimaldi tuonò alle sue spalle, facendola sobbalzare sulla sedia. Chiara si voltò, le guance arroventate per l’imbarazzo di essere stata colta di sorpresa.

    – Mi dica, avvocato. Ha bisogno di me?

    Grimaldi junior era un autentico bastardo. L’essere più arrogante e altezzoso che avesse avuto la sfortuna di incontrare nei suoi venticinque anni di vita, e di uomini sgradevoli ne aveva conosciuti parecchi. Niente a che vedere col padre, Grimaldi senior, che con lei si era sempre dimostrato gentile e galante.

    Chiara si alzò, visibilmente a disagio sotto lo sguardo penetrante del suo capo, in piedi sulla soglia dell’ufficio. A vederlo così pareva magnifico: alto, slanciato e con un fisico da urlo. Un ciuffo biondo scuro gli ricadeva sulla fronte e per un attimo lei provò l’irrazionale tentazione di scostarglielo.

    – Ma certo che ho bisogno di lei. – Il tono falsamente mieloso di lui le fece rizzare i peli sulle braccia. – Altrimenti perché l’avrei disturbata, signorina Orlando? È pregata di venire nel mio ufficio. Immediatamente.

    Si voltò infilandosi nella porta accanto e lei lo seguì, asciugandosi le mani sudate sulla gonna nera al ginocchio. I suoi tacchi risuonarono sul pavimento di marmo con un ticchettio fastidioso che si costrinse a ignorare. Si sentiva ridicola davanti a lui, sempre perfetto nel suo completo Armani. Eppure prima di conoscerlo non era mai stata una ragazza insicura. Chiaramente era colpa sua se le faceva quell’effetto.

    Una volta dentro all’ufficio del capo, si premurò di chiudere la porta e tornò a fissarlo in quegli incredibili occhi nocciola che le facevano venire ogni volta le palpitazioni.

    Idiota.

    Avrebbe voluto prendersi a schiaffi per la propria stupidità. Come poteva anche solo pensare di  sentirsi attratta da un uomo simile? Uno che trattava le donne come fazzolettini di carta? Rizzò la schiena, sforzandosi di apparire sicura di sé. – Mi dica, cosa posso fare per lei?

    Lui strinse gli occhi fino a farli diventare due fessure. – Dove diavolo ha messo le pratiche che le avevo chiesto di stampare? Possibile che perda sempre tutto?

    A quelle parole Chiara si irrigidì. Se c’era una persona precisa e ordinata, quella era proprio lei.

    – Le ho messe sulla sua scrivania stamattina – sibilò, stringendo le mani a pugno. – Forse qualcuno le ha spostate.

    Un sopracciglio di Grimaldi si sollevò verso l’alto. – E chi potrebbe averlo fatto? Un folletto dispettoso?

    Il suo tono sarcastico la irritò oltre misura. Dovette mordersi il labbro per impedirsi di urlare.

    Detestava quell’uomo con tutta se stessa.

    Ti prego, Dio… dammi la forza!

    Con uno scatto improvviso si avvicinò alla scrivania dove lui si era appena seduto. Il profumo del suo dopobarba le inondò le narici, stordendola. Lo ignorò. Doveva a tutti i costi trovare quelle pratiche e sbattergliele in faccia!

    Filippo cominciò a sudare. Non solo Chiara si presentava in ufficio come se andasse a una sfilata di moda, con gonne che le fasciavano quelle natiche sode come una seconda pelle, camicette scollate e scarpe con tacco 12.

    Sarebbe bastato quello per farlo uscire fuori di testa.

    No, lei ce la metteva tutta a provocarlo con le sue moine da femme fatale. Solo poco prima l’aveva vista mordersi quelle labbra seducenti, lucide di rossetto, e qualcosa si era mosso all’interno dei suoi calzoni.

    Merda.

    Stava sforzandosi di mantenersi impassibile, proprio nel momento in cui lei gli si era avvicinata con un balzo repentino, piazzandogli quasi le tette in faccia. Un uomo con meno autocontrollo di lui avrebbe potuto crollare, per una provocazione del genere. Inspirò piano, distogliendo lo sguardo.

    – Cosa diavolo sta facendo?

    Chiara sollevò su di lui i suoi occhioni innocenti. Per un attimo l’azzurro di quelle iridi lo incantò, ma per fortuna si riscosse in tempo.

    – Allora? Le ho fatto una domanda.

    Finalmente lei fece un passo indietro, riconquistando una distanza accettabile. Filippo ignorò la sensazione di disappunto provata nel momento in cui si era allontanata e la fissò accigliato. Chiara intanto si era messa a sventolare un fascio di carte davanti ai suoi occhi, lo sguardo che brillava di una luce assassina.

    – E queste cosa sono?

    La sua voce gli parve leggermente stridula. Filippo aggrottò la fronte. – Non ne ho la più pallida idea.

    – Sono le pratiche che lei sosteneva di non essere riuscito a trovare. Caso strano si trovavano proprio dove le avevo lasciate, sotto al suo naso.

    Cazzo.

    Come aveva fatto a non notarle? Era sicuro di avere controllato in ogni angolo. Il problema era che quella donna gli mandava in pappa il cervello. Da quando suo padre l’aveva assunta, per farle fare pratica nello studio, non riusciva più a concentrarsi sul lavoro. Non faceva altro che pensare al suo corpo da favola, ai suoi capelli bruni, lisci e setosi. Per non parlare di quella bocca… Dio, sembrava fatta apposta per dare piacere a un uomo.

    Si allentò la cravatta, schiarendosi la voce. – Avanti, me le dia. Cosa sta aspettando?

    Chiara inarcò un sopracciglio. – Non pensa di dovermi delle scuse?

    Col cavolo che si sarebbe scusato. Non era da lui. Filippo si alzò lentamente, posando le mani sulla scrivania e indirizzandole uno sguardo torvo. – Senta, signorina Orlando, non mi faccia perdere tempo. Mi aspettano in tribunale. Mi consegni quelle pratiche e facciamola finita.

    Lei boccheggiò per un attimo. Era certo che se i suoi occhi avessero potuto incenerirlo, lo avrebbero fatto senza esitazione. Dopo un attimo che a lui parve interminabile, finalmente Chiara si decise a consegnargli il fascio di fogli. Mentre li afferrava, la sua mano sfiorò involontariamente quella di lei e un brivido gli corse lungo la schiena.

    Dio, se riusciva a eccitarlo solo per averlo sfiorato era proprio nei guai. Guai seri.

    Sforzandosi di riacquistare il proprio autocontrollo, le voltò le spalle e uscì sbattendo la porta. Doveva assolutamente fare qualcosa per togliersi Chiara dalla testa. Se solo non avesse lavorato per lui, non avrebbe avuto esitazioni: se la sarebbe portata a letto, aggiungendo una tacca alla sua lunga lista di conquiste. Ma aveva giurato a se stesso di tenere il sesso lontano dal lavoro e, ahimé, non era da lui infrangere le proprie regole.

    – Lo odio! – sbottò Chiara fissando il monitor del computer. Mara, la segretaria di Grimaldi senior, le rivolse uno sguardo perplesso.

    – Che ti è successo?

    – Ce l’ha con me. Sta facendo di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote. Non lo sopporto!

    Mara ridacchiò, scuotendo le lunghe chiome ramate. Aveva una decina di anni più di lei ed era a suo parere una donna di grande fascino. – Ti riferisci a Filippo? Cos’ha combinato,

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