Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Colpita dall'amore
Colpita dall'amore
Colpita dall'amore
E-book134 pagine1 ora

Colpita dall'amore

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Romance - romanzo breve (95 pagine) - Quanto si è disposti a perdere, per amore? Il lavoro, la serenità, le prospettive per il futuro, e poi? O forse tutto questo vale poco, di fronte al valore infinito di un amore sincero?


Greta è l'assistente di un ricco imprenditore milanese. Ha una vita sociale pari a zero e non ha un fidanzato da tempo. Le uniche persone con le quali ha ancora rapporti sono le due amiche di sempre, Alice e Samantha. La sua vita viene stravolta quando il suo capo, il dottor Manfredi, le chiede di andare nella villa sul lago di Como per una settimana, per organizzare, seguire e tenere sotto controllo una trattativa importante che Manfredi stesso condurrà con un suo amico, l'avvocato Dal Mas. Greta, bisognosa di un'entrata extra, accetta, seppur non troppo entusiasta, di dover lavorare sette giorni su sette, non stop. Il suo soggiorno, però, viene dolcemente scombussolato da una serie di divertenti eventi che l'avvicineranno pericolosamente a Luca Dal Mas, figlio dell'avvocato, con il quale lei avrebbe dovuto rapportarsi con estrema professionalità, visto che entrambe le famiglie, essendo di alto rango e piuttosto snob, tengono molto ai propri ruoli sociali. Ma nulla può contro un amore appena sbocciato, a parte le malelingue di una domestica che porteranno i due giovani a doversi separare bruscamente e che costeranno a Greta il posto di lavoro. Dopo diversi mesi, i due di incontreranno di nuovo. Alle prese con le loro nuove vite e nuove consapevolezze, sapranno passare sopra ogni convenzione sociale per tornare ad amarsi?


Sara Bezzecchi nasce a Roma nel 1984. Studia ragioneria e, appena diplomata, comincia a lavorare in ambito contabile. Tutt'oggi, dopo diversi anni, lavora ancora con in numeri. Nel 2009 decide di lasciare Roma e di trasferirsi in provincia di Milano per raggiungere il marito, originario del posto. L’amore per la scrittura nasce tanti anni prima, come valvola di sfogo principalmente, ed è direttamente proporzionale alla sua passione per la lettura. Non è mai stata brava a esprimere le sue emozioni a parole, così decide di farlo tramite le sue storie. Il suo idolo letterario? Terry Pratchett, che con il suo Mondo Disco le ha regalato momenti di puro divertimento. All'attivo ha tre romanzi: E alla fine arrivi tu, edito dalla Genesis Publishing nel 2015, è un romance classico; Come il mare in tempesta, edito da Rizzoli nel 2016 è un romance classico con venature gialle; Ti dispiace se ti amo?, scritto a quattro mani con Grazia Cioce, edito da Rizzoli sempre nel 2016, si colloca nel genere chick lit.

LinguaItaliano
Data di uscita14 nov 2017
ISBN9788825403978
Colpita dall'amore

Correlato a Colpita dall'amore

Ebook correlati

Narrativa romantica contemporanea per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Colpita dall'amore

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Colpita dall'amore - Sara Bezzecchi

    lit.

    Capitolo uno

    – Allora, signora, quale le piace di più? – mi chiede la commessa della gioielleria.

    Sto guardando questi bracciali da almeno un’ora, ormai, ma non riesco a decidere quale sia il migliore. Qui dentro tutto è il migliore.

    Fisso prima il bracciale a forma di serpente con due smeraldi che fanno da occhi e dei diamanti lungo tutto il corpo, poi sposto lo sguardo sul secondo bracciale, più semplice ed elegante, fatto in madreperla e oro rosa con diamanti incastonati. Mi meraviglio di come sia riuscita a selezionarne solo due per la scelta finale, ma ora quale prendo?

    – Sono entrambi magnifici, senza dubbio, ma credo che prenderò questo, più classico – decido infine.

    – Ottima scelta!

    La commessa, una ragazza più o meno della mia età, perfettamente curata e tirata a lucido, ripone al suo posto il bracciale a forma di serpente e sistema in una confezione la mia scelta.

    – Perfetto, signora, sono quarantacinquemila euro.

    Oddio! Al solo sentire il prezzo ho un sussulto.

    Per fortuna, però, non sono soldi miei come, malauguratamente, non lo è nemmeno il regalo. È del mio capo, il dottor Manfredi, per sua moglie. Generalmente, tanto più è grande la cazzata che lui ha combinato, tanto più è grande il regalo per la moglie. La valutazione di oggi? Be’, diciamo che ho fatto regali meno costosi, ma il primato resta ancora alla Lamborghini, quindi lo definirei una via di mezzo.

    Consegno alla commessa l’American Express del boss ed esco dalla gioielleria soddisfatta dell’acquisto.

    Il dottor Manfredi è un ricco imprenditore milanese, possiede diverse fabbriche e impianti, sia in Italia che all’estero, e per questo è sempre in giro per il mondo. Sua moglie, bellissima donna, anche lei a volte mi chiede di correre a comprare qualcosa per il marito, ma forse in coppie come loro, sempre in vista, sempre fuori casa, dove il denaro è quasi un optional, queste cose sono normali. E dire che, nel loro ambiente, basta poco per rovinarsi la reputazione per sempre. La gente parla anche quando i fatti sono puramente inventati, figuriamoci quando sono veri. Non so davvero come facciano.

    Io, però, non sono come loro, a partire dal fatto che sono semplicemente un’assistente, una tuttofare, insomma. Manfredi ordina e io eseguo, semplice no? Paga interessante per una giovane appena laureata con tanti sogni e zero vita sociale, e quando dico zero è proprio zero, sotto ogni punto di vista. Giorno e notte, dal lunedì alla domenica, sono sempre a disposizione del boss. Come in questo caso che, con una pila di documenti urgenti da sistemare in ufficio, mi ritrovo in giro per le vie del centro di Milano di ritorno da un costoso shopping.

    Dio, quarantacinquemila euro li vedrò forse alla soglia della pensione! Continuo a chiedermi cosa avrà combinato stavolta Manfredi. Per la Lamborghini ci aveva pensato la massaggiatrice del centro benessere che il mio capo frequenta: si era presentata in ufficio con un test di gravidanza positivo e glielo aveva sventolato sotto il naso gridando che avrebbe dovuto prendersi le sue responsabilità, come nei migliori film. E, come nei migliori film, lei aveva inteso che oltre le responsabilità nei confronti del bambino, avrebbe dovuto anche preoccuparsi di quelle finanziarie della madre. Forse è stata la prima volta che ho visto Manfredi sbiancare nel vero senso della parola. Fortunatamente lei non aveva preparato bene la parte da recitare e c’erano volute poche semplici domande temporali per smascherare l’inganno e cacciarla dall’ufficio. Manfredi però si era talmente spaventato che potesse essere vero, che aveva deciso di fare un regalo alla moglie pari al suo spavento. Che giornata, era stata!

    – Ciao, Nicola – esclamo al custode del residence dove vivono i Manfredi. Un uomo sulla cinquantina, alto quanto me, cioè un tappo, stempiato e magro, troppo magro. Ha occhi scuri e piccoli che, se non lo conosci e sai che è una bravissima persona, un po’ ti inquietano.

    – Buongiorno, Greta! Splendente come al solito!

    – E tu sei troppo gentile come al solito, Nicola. C’è qualcuno in casa?

    – Sono tutti fuori, c’è solo la domestica.

    Un brivido mi percorre la schiena.

    – Angela o Rosa? – Aggrotto le sopracciglia, timorosa per la risposta che sta per darmi.

    – Rosa.

    Lo sapevo! Sbuffo sonoramente, provocando una risatina divertita da parte di Nicola, che conosce la situazione.

    Rosa proprio no! Non sono mai andata d’accordo con lei. I nostri screzi sono cominciati poco dopo il suo arrivo nella famiglia, quando, un giorno, la signora mi mandò a ritirare dei vestiti al suo negozio di fiducia di alta sartoria. Mi aveva chiesto di portarglieli a casa, come favore prettamente personale, perché non è che rientrasse esattamente nelle mie mansioni. Ero solo la persona sbagliata nel momento sbagliato.

    Mi disse anche di chiedere alla domestica di farglieli trovare pronti. La signora non si fida mai delle boutique, nemmeno se parliamo di saloni di un certo livello, per questo fa sempre risciacquare con cura e stirare tutto alla perfezione, prima di indossarlo. E io così avevo fatto. Ero rientrata con gli abiti e avevo detto a Rosa di lavarli e stirarli, facendo molta attenzione anche alla minima piega, e di farli trovare pronti il prima possibile. Dopo un attimo di esitazione è scattata. A brutto muso mi ha detto che io non ero il suo capo e che non potevo dirle cosa fare e come farlo, che erano anni che faceva quel mestiere e che lei prendeva ordini solo dai signori. Lì per lì non avevo saputo controbattere, ero rimasta a bocca aperta e continuavo a fissare la sua faccia tendente al rosso. Non mi era mai capitato con Angela, né con la domestica precedente. Dopo aver contato fino a dieci, anche cento, per evitare sceneggiate al di fuori del mio ruolo, le ho risposto che era libera di gestirsi come le pareva, io avevo riportato solo le raccomandazioni della signora Mirella sottolineando il fatto che conoscevo meglio di lei le sue abitudini e i suoi vezzi.

    Il giorno dopo, la signora si era accorta subito che c’era qualcosa di strano nei vestiti nuovi. Non c’era nessun odore a lei familiare, anzi, sapevano di scaffale, proprio così mi aveva detto. In tutta sincerità, a me erano parsi impeccabili come sempre, comunque, a quel punto era palese che Rosa non aveva fatto quanto le avevo chiesto. Per puntiglio o per dispetto o che altro, non lo so. La signora era venuta per prima cosa a parlare con me, per chiedermi se sapevo qualcosa, e io le avevo raccontato tutto quello che era accaduto. Quel giorno Rosa aveva passato un brutto quarto d’ora, ma ha mantenuto lo stesso il suo posto e da allora non mi può più vedere, come se fosse stata colpa mia. È certo, però, che ha iniziato una battaglia vera e propria contro di me, al punto che mi sono ritrovata in più di un’occasione a dovermi giustificare con i signori per qualcosa di cui ero completamente all’oscuro. Le scuse è stata Greta, oppure ho visto Greta che gironzolava qui intorno erano diventate all’ordine del giorno, quindi, quando c'era solo lei in casa, mi sentivo un po’ a disagio, infastidita e sempre sul chi va là.

    – Regalino? – mi chiede Nicola buttando l’occhio sulla bustina firmata che ho in mano.

    – Già – rispondo, tagliando corto. Anche Nicola sa dei regali, ma non ho voglia di perdere altro tempo in chiacchiere. Il mio lavoro in ufficio non lo fa nessuno e se non mi sbrigo dovrò fare le undici anche stasera. – Ci vediamo dopo, Nicola!

    Lo saluto ed entro in ascensore spingendo il pulsante per l’attico.

    Poco dopo entro in casa in punta di piedi, cercando di non farmi sentire da Rosa che, sento, sta passando l’aspirapolvere in una delle camere.

    Ottimo, penso, magari riesco a uscire senza che se ne accorga.

    La casa del dottor Manfredi non so nemmeno se possa definirsi una casa. È un attico che prende tutto un piano del palazzo. I pavimenti sono di marmo e l’arredamento ha uno stile classico, con le pareti di un giallo paglierino molto rilassante. E poi ci sono i balconi, forse il mio posto preferito, che circondano l’intera casa e sono adornati da fantastiche piante e fiori perfettamente curati che danno quel non so che di esotico. Potrei passarci un giorno intero sdraiata lì fuori, in pace, a leggere.

    Lentamente raggiungo lo studio della signora Mirella, ovviamente anch’esso esageratamente lussuoso, e lascio il pacchetto sulla scrivania di mogano.

    Wow, quando entro qui dentro resto sempre affascinata! Con i suoi tappeti, gli arazzi e le librerie infinite…

    Esco in fretta stando attenta a non urtare nulla: qui dentro come ti muovi rischi di far cadere qualche gingillo dal valore inestimabile, anche perché la signora Mirella è un’appassionata di soprammobili. Chiudo la porta e come un ninja torno sui miei passi, fino alla porta d’ingresso, che mi accingo ad aprire per andare via. Mi godo il mio momento di sollievo.

    – Non si suona più? – La voce di Rosa arriva acuta alle mie orecchie e titilla le corde dei miei nervi, facendole vibrare in tutto il corpo. Ecco, è questa la sensazione che mi suscita quella donna con la sua sola presenza, e dire che stavolta l’avevo quasi scampata. Mantengo il controllo con grande nonchalance, ma solo perché non voglio dargliela vinta: è la sua battaglia, non la mia.

    – Ho le chiavi – le rispondo facendo dondolare il mazzo a mezz’aria. Sì, ok, un po’ il suo gioco lo faccio, ma non

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1