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Nada, Elisa e le altre....: Delitti irrisolti in Italia e negli USA
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Nada, Elisa e le altre....: Delitti irrisolti in Italia e negli USA
E-book134 pagine1 ora

Nada, Elisa e le altre....: Delitti irrisolti in Italia e negli USA

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Info su questo ebook

Scopo di questo saggio, che non è opera di fantasia- ovviamente – dati i riferimenti esatti che vedremo elencati nel seguito e i personaggi "veri" che ne hanno fatto parte è quello esaminare, senza nulla pretendere se non un racconto diverso di eventi già accaduti , alcuni delitti irrisolti nella cronaca "nera" italiana e analoghi fatti nella cronaca nera Americana (negli U.S.A. ma con attori anche non americani) che sono stati definiti – a distanza di anni o decenni- come "cold case", spiegati così perché mai risolti anche se sono stati analizzati (oltre che dalle polizie) e sviscerati da cronisti, criminologi, scrittori, eccetera.
LinguaItaliano
Data di uscita21 gen 2022
ISBN9791220387026
Nada, Elisa e le altre....: Delitti irrisolti in Italia e negli USA

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    Anteprima del libro

    Nada, Elisa e le altre.... - Guido Cavallo

    INTRODUZIONE

    L’interesse speciale, a volte anche l’eccitazione, con cui vengono seguiti fatti di cronaca giudiziaria penale (generalmente definiti come fatti di cronaca nera) e i processi che a volte ne derivano, ha portato molti scrittori e giornalisti a sviluppare ricerche reali o di fantasia su questi avvenimenti. A fare da accelerante per questi racconti sono forniti a volte crude fotografie dei fatti delittuosi a volte contorni di fantasia verso gli stessi; a questi hanno contribuito molto spesso – oggi diremo quasi sempre – programmi, film e serie TV il cui scopo è stato spesso quello di suscitare morbosa curiosità e poco reale approfondimento dei fatti.

    Scopo di questo saggio, che non è opera di fantasia- ovviamente – dati i riferimenti esatti che vedremo elencati nel seguito e i personaggi veri che ne hanno fatto parte è quello esaminare, senza nulla pretendere se non un racconto diverso di eventi già accaduti (non tutti…vedremo), alcuni delitti irrisolti nella cronaca nera italiana e analoghi fatti nella cronaca nera Americana (negli U.S.A. ma con attori anche non americani) che sono stati definiti – a distanza di anni o decenni- come cold case, spiegati così perché mai risolti anche se sono stati analizzati (oltre che dalle polizie) e sviscerati da cronisti, criminologi, scrittori, eccetera.

    I grandi crimini della cronaca italiana degli ultimi decenni (mostro di Firenze, delitto di Cogne, delitto di Via Poma, omicidio di Meredith, ecc…..) ci hanno turbato, sconvolto e ci hanno rapito perché contenevano al loro interno quel quid che li hanno differenziati da tutte le altre storie ma, soprattutto, perché il loro racconto è diventato spesso un programma TV con lo scopo di suscitare morbosa attenzione e , spesso, scarso approfondimento e analisi criminologica. Dell’America molto spesso noi conosciamo solo i mass murderers, cioè quelle che la cronaca ci spiattella come stragi dovute all’uso insensato e spregiudicato da parte degli americani di armi di ogni tipo (dal massacro alla High School a Columbine nel 1999 a ……) mentre nulla ci raccontano degli omicidi classici , molto simili a quanto avviene nel resto del mondo perché simili sono le passioni, i sentimenti, le rabbie, i furori , le gelosie e le vendette che li producono. Forse negli U.S.A. esiste anche un topos particolare che è stato l’omicidio del Presidente (4 casi nel passato) ma qui, forse è davvero tutta un’altra storia.

    COLD CASE

    Che cosa sono

    Il nostro sistema giudiziario considera talune fattispecie di reato così gravi da non prevederne la prescrizione, vale a dire i reati per i quali è prevista la pena dell’ergastolo……………………………………

    Di fronte a eventi così sconvolgenti, vorremmo quasi fosse un diritto inalienabile il poter dimenticare per ricominciare a vivere. Ma per poter davvero ricominciare occorre in primis dissipare l’ombra del dubbio e ottenere Verità e Giustizia per le vittime e per coloro che a loro erano legate da sincero affetto.

    Tante volte è proprio l’incapacità di arrendersi, il non voler accettare ciò che si ritiene profondamente ingiusto che dà la forza necessaria a combattere battaglie che richiederebbero la forza di un esercito, l’abilità di uno stratega militare, la resistenza di soldati severamente addestrati.                               Per ‘Cold Case’, delitti a pista fredda o delitti insoluti, si intendono tutti quei casi di reati violenti che non hanno ancora ottenuto una risoluzione definitiva sancita da una condanna passata in giudicato, ovverossia chiusi per mancanza o insufficienza di prove: in sostanza, i casi rimasti senza un colpevole o, peggio ancora, addirittura senza un corpo. Non esiste un tempo stabilito, trascorso il quale un caso diventa a pista fredda. Può accadere che, successivamente all’archiviazione di un procedimento, emergano negli anni nuove prove o sia possibile analizzare e riesaminare reperti alla luce dei progressi compiuti dalla Scienza, o si facciano avanti nuovi testimoni, venga a cadere un alibi, o si invalidi una prova che scagionava un indagato, si trovino i poveri resti di una persona scomparsa, si sia nelle condizioni di accertare che quanto derubricato come incidente sia in realtà un crimine, o quello che è stato fatto credere un suicidio sia in realtà un omicidio.

    Secondo questo tipo di metodologia investigativa, il punto di partenza è l’analisi dei fascicoli giudiziari che contengono tutte le indagini e gli accertamenti svolti. Ma spesso risulta di fondamentale importanza anche la valutazione della corretta repertazione e catena di custodia delle tracce.

    .

    Cold Case – persone scomparse

    Nei Cold Case vengono inoltre compresi anche i casi di persone scomparse. Proprio questo genere di scenario molto spesso, come ci ha ampiamente dimostrato la cronaca giudiziaria, può nascondere in realtà un caso di omicidio.

    Cold Case – morti equivoche

    Le indagini in caso di presunto suicidio e di morte equivoca devono essere condotte con la stessa precisione e tenacia solitamente impiegata in un caso di omicidio. Alcuni investigatori ritengono che le indagini sui presunti suicidi suscitino a volte più critiche e meno interesse di quelle su un omicidio perché:

    a) esiste, purtroppo, ancora una specie di marchio di infamia culturale che segna la famiglia del suicida;

    b) spesso i familiari e gli amici provano un senso di colpa per non aver cercato di impedire l’atto, o si sono convinti che altri pensino questo di loro;

    c) il suicidio può provocare ripercussioni economiche sulla famiglia (come ad esempio il mancato risarcimento da parte dell’assicurazione sulla_vita).

    Non va mai perso di vista che anche il suicidio deve essere provato e le indagini devono stabilire con elementi chiari e convincenti, in grado di eliminare ogni dubbio, seppur residuale, sul fatto che l’azione sia stata commessa da quella persona specifica senza l’intervento (diretto o mediato, come nei casi di istigazione) di altri soggetti.

    Lineamenti di autopsia psicologica

    L’autopsia psicologica è uno strumento clinico/investigativo che contribuisce a chiarire in che modo è avvenuta la morte nei casi di suicidio, omicidio o morte equivoca, focalizzandosi sugli aspetti psicologici dell’evento (Eliopulos L.N., 2008).

    È la ricostruzione retrospettiva della vita di una persona scomparsa, ricostruzione necessaria per meglio comprendere lo stato mentale del soggetto prima del decesso e la eventuale riconducibilità di quanto accaduto nell’alveo delle cosiddette morti sospette, ossia tutti quei casi in cui le modalità del decesso siano poco chiare. Si rivela, dunque, una procedura tecnica di considerevole importanza nel caso in cui non sia possibile rapportare con certezza la morte di un individuo ad un chiaro disegno autolesivo e le prove medico-legali non consentano di enunciare conclusioni definitive.

    Poter ricostruire il profilo psicologico della vittima, oltre a far luce circa le modalità del decesso, ha una duplice funzione:

    1. In caso di omicidio conoscere le caratteristiche della vittima (profilo vittimologico) può fornire informazioni preziose per stabilire un profilo dell’aggressore, fornendo un elemento di supporto alle investigazioni;

    2. In caso di suicidio può sostenere i familiari nella elaborazione del lutto e può fornire un modello generale della mente suicida da utilizzare a fini preventivi.

    PERCHE’ LE DONNE?

    Gli omicidi sono in calo in Italia e il nostro paese è tra i più sicuri in Europa e nel mondo secondo l’Istat. Un dato che si scontra con il fatto che aumentano gli assassini all’interno della famiglia: vittime soprattutto donne, uomini gli autori. Per l’anno 2019 l’Istituto di statistica segnala che gli omicidi sono stati 315 (345 nel 2018): 204 uomini e 111 donne. Nei primi 6 mesi 2020 la situazione si è ulteriormente aggravata con un numero di delitti pari al 45% del totale degli omicidi, contro il 35% dei primi sei mesi del 2019, e hanno raggiunto ben il 50% durante il lockdown per Covid nei mesi di marzo e aprile 2020. Le donne

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