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Delos Science Fiction 233
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E-book143 pagine1 ora

Delos Science Fiction 233

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Fantascienza - rivista (103 pagine) - Il numero 233 della nostra rivista si occupa di narrazione transmediale, di I signori dei draghi di Jack Vance, dei Coldplay e di Adam Strange.


La fantascienza moderna è fatta di franchise, ovvero di mondi narrativi e multimediali che si espandono dalla mente di un creatore per diventare romanzi, film, serie TV, fumetti, videogiochi. Ma che cosa accadde quando le storie di questo franchise cominciano ad interagire, ad andare oltre il semplice adattamento? Diventano quello che alcuni studiosi, tra cui il principale è l’americano Henry Jenkins, definiscono narrazione transmediale o, per dirla con una sola parola, transmedialità.

Da Star Trek a Star Wars, da Matrix al Marvel Cinematic Universe, la narrazione transmediale è il cuore di queste saghe, che ormai si sviluppano in numerosi prodotti della cultura di massa e intercettano pubblici trasversali, che spesso non si sovrappongono. Di questo fenomeno, parliamo nello speciale del numero 233 di Delos Science Fiction, con l’intervista a uno dei massimi esperti in materia, il professor Paolo Bertetti dell’Università di Siena e coordinatore scientifico del Mufant -Museo della Fantascienza e del fantastico di Torino, con un approfondimento sulla transmedialità del Marvel Cinematic Universe, ad opera di Diego Del Pozzo, critico cinematografico e docente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, e un articolo sul rapporto tra fandom e narrazione transmediale.

Transmediali sono anche i servizi di questo numero: una recensione del romanzo I signori dei draghi di Jack Vance (Delos Digital), vincitore del premio Hugo nel 1963, un approfondimento sul rapporto tra il gruppo musicale dei Coldplay e la fantascienza di Andrea Pelliccia e un articolo di Vincenzo Graziano sulla saga del personaggio della DC Comics Adam Strange, di cui la Panini ha appena ripubblicato la saga ideata da Tim Kink.

Nella sezione rubriche, troverete una riflessione sulla narrativa di James Ballard, e in particolare del suo capolavoro Il condominio, a opera di Marco Settembre, una recensione del film K-Pax del nostro Giuseppe Vatinno e per la classifica, vi proponiamo la lettura di 5 antologie Solarpunk.

Nell’editoriale, il curatore Carmine Treanni si occupa dei 70 anni di Urania e della fantascienza in Italia.

L’anteprima di questo numero è dedicata al capolavoro di Jack Vance I signori dei draghi, di cui vi proponiamo alcune pagine iniziali, mentre il racconto è Vicini di Carlo Salvoni.


Rivista fondata da Silvio Sosio e diretta da Carmine Treanni.

LinguaItaliano
Data di uscita1 mar 2022
ISBN9788825419610
Delos Science Fiction 233

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    Anteprima del libro

    Delos Science Fiction 233 - Carmine Treanni

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    Urania, 70 anni di futuro e di fantascienza in Italia

    La storica collana della Mondadori compie gli anni e, a partire dal 2 febbraio, è in edicola con una selezione di 25 romanzi allegati al Corriere della Sera e alla Gazzetta dello Sport.

    Articolo di Carmine Treanni

    In una scena di Divorzio all’italiana (1961) di Pietro Germi, il protagonista, interpretato da Marcello Mastroianni, s’infila nel letto, dove ad attenderlo c’è la moglie Rosalia che sta leggendo il romanzo Il vagabondo dello spazio di Fredric Brown, sulla cui copertina spicca in alto a sinistra la parola Urania. Un segno della popolarità della celebre collana di fantascienza della Mondadori, che a quell’epoca era ancora diretta dal suo fondatore, l’intellettuale e traduttore milanese Giorgio Monicelli, a cui si deve anche il conio della parola fantascienza dall’inglese science fiction.

    Monicelli, fratellastro del regista Mario, era nipote di Andreina Monicelli, moglie di Arnoldo Mondadori, e lavorò nel mondo dell’editoria fin da ragazzo. Propose allo zio, con l’avallo del cugino Alberto Mondadori, di pubblicare anche in Italia la fantascienza. E così, nel 1952, nacquero la rivista Urania e la collana I romanzi di Urania (che in seguito abbreviò il suo nome solo con Urania). La rivista chiuse dopo appena 14 numeri, mentre la collana festeggia quest’anno i suoi 70 anni di vita.

    Per l’occasione, Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport propongono, a partire dal 2 febbraio, una selezione di 25 romanzi della storica collana, scelti dall’attuale editor Franco Forte e impreziositi dalle visionarie copertine dell’illustratore Franco Brambilla.

    Per gli appassionati italiani, Urania significa la fantascienza in Italia, fin da quando apparve nelle edicole il primo numero: Le sabbie di Marte di Arthur C. Clarke. Sulle sue pagine sono apparsi i capolavori di scrittori come Isaac Asimov, Ray Bradbury, Richard Matheson, Philip K. Dick, James G. Ballard, Fredric Brown, solo per citarne alcuni.

    A curare la rivista, dopo Monicelli, che lasciò nel 1961 per problemi di salute ma anche per dissidi con lo zio Arnoldo, furono Carlo Fruttero, dal 1961, a cui si affiancò nel 1964 Franco Lucentini, dando vita alla celebre coppia F&L. La loro gestione, durata ben venticinque anni, si attirò diverse critiche, sia per la scelta di non pubblicare gli scrittori italiani, a cui invece Monicelli aveva dato spazio, sia per il taglio delle traduzioni a cui erano sottoposti i romanzi. A onor del vero, va anche detto che Urania sotto la loro cura raggiunse picchi di vendita che toccarono le cinquantamila copie.

    Nel 1986 subentrò Gianni Montanari, che cominciò a dare spazio agli autori contemporanei e promosse il premio Urania, dedicato agli scrittori italiani, tutt’ora bandito annualmente. Nel 1990 arrivò alla cura Giuseppe Lippi, che per Mondadori aveva già curato dal 1980 la collana Oscar Fantascienza. Lippi è stato alla guida di Urania fino alla morte nel 2018, ripubblicando, in edizione integrale, molti dei romanzi che Fruttero e Lucentini avevano tagliato, e lanciando definitivamente il premio dedicato agli italiani.

    Franco Forte, che dal 2011 era già l’editor delle collane da edicola della casa editrice di Segrate (Giallo Mondadori, Segretissimo e ovviamente Urania), ha rilevato la cura della collana dopo Lippi, innovando ulteriormente con autori del calibro di Ian McDonald, Alastair Reynolds, Ann Leckie, N.K. Jemisin, allargando la partecipazione degli autori italiani (a titolo d’esempio, sulla collana gemella Millemondi, ogni estate, viene pubblicata un’antologia tematica tutta dedicata agli italiani) e riportando in libreria la fantascienza, con le collane Oscar Fantastica e Oscar Draghi, quest’ultimi volumoni che raccolgono o più romanzi o i racconti di un singolo autore.

    Su Urania si sono formati tutti gli appassionati di fantascienza, che hanno un debito enorme nei confronti di questa collana, che nel corso di 70 anni ha pubblicato romanzi e antologie di ogni filone della science fiction.

    20 febbraio 2022 https://www.fantascienza.com/27591/urania-70-anni-di-futuro-e-di-fantascienza-in-italia

    Anteprime dal Futuro

    L'enciclopedia definitiva per i fan della fantascienza

    Libri in uscita sul mercato anglosassone e che forse, un domani, potremmo leggere anche nel nostro Paese. O magari anche oggi.

    Articolo di Redazione

    Sci-Fi Chronicles. A Visual History of the Galaxy's Greatest Science Fiction è l'enciclopedia definitiva per i fan della fantascienza, curata da Guy Haley e ora uscita in versione tascabile, ma la prima versione è del 2014. Da Barbarella a Blade Runner, da Solaris a Star Wars e da 1984 a 2001, Sci-Fi Chronicles analizza 200 delle più grandi creazioni fantascientifiche. Presentato in un'incredibile miscela di testo, linee temporali descritte attraverso colorate infografiche e straordinarie fotografie, il libro è diviso in voci disposte cronologicamente e scritte da un esperto di fantascienza. I franchise più grandi – come Doctor Who e The War of the Worlds – sono presentati attraverso un ricco corredo fotografico, dagli inizi in bianco e nero ai blockbuster ad alto budget dei giorni nostri.

    Il libro è diviso in cinque sezioni:

    La prima fantascienza: la nascita di un genere, 1818-1940, dove troviamo opere come Frankenstein, Viaggio al centro della Terra, La macchina del tempo, Il mondo perduto, Tarzan e altri.

    L'età dell'oro: 1920-1950, dove ci sono Karel Capek, Metropolis, Buck Rogers, Olaf Stapledon, King Kong, Flash Gordon, Frederick Pohl, The Thing, Batman, Stan Lee, Arthur C. Clarke, George Orwell.

    L'era dell'atomo: le meraviglie e i pericoli della scienza, 1950-1970, in cui si parla di tra cui Dan Dare, Quatermass, The Fly, The Twilight Zone, Solaris, The Jetsons, Barbarella, Dune, Iron Man, A Boy and His Dog

    Futuri oscuri: Apocalisse e la guerra nello spazio, 1970-1990, dove si analizzano le opere di Moebius, Star Wars, Judge Dredd, Mork e Mindy, V, Neuromante, Ritorno al futuro.

    L'avventura continua: fantascienza moderna, 1990-oggi, tra cui ci sono voci su Jurassic Park, Men in Black, Doom, Babylon 5, Stargate, The Matrix, Halo, Jericho, The Hunger Games, Fringe, Wall-E, Avatar.

    Sci-Fi Chronicles è una guida davvero internazionale, con voci incentrate su tutto, dai blockbuster hollywoodiani ai classici di culto russi, dalla letteratura europea ai franchise australiani. È una lettura appassionante tanto per i vecchi appassionati di fantascienza, tanto per le nuove generazioni.

    20 febbraio 2022 https://www.fantascienza.com/27630/l-enciclopedia-definitiva-per-i-fan-della-fantascienza

    Spigolature aliene

    K-Pax: nostalgia di un pianeta lontano?

    I tòpoi del cinema e della televisione di fantascienza degli anni’ 50, '60, '70 e oltre, tra alieni, astronavi, razzi spaziali e molto altro ancora…

    Articolo di Giuseppe Vatinno

    K-Pax – Da un altro mondo è un film particolare. Uno di quelli che si impongono subito per la loro evidente diversità e che rimangono impressi in maniera indelebile nello spettatore.

    Intanto il protagonista è Kevin Spacey (doppiato da Roberto Pedicini), attore eccezionale e ingiustamente accusato dal delirio hollywoodiano e in via di completa riabilitazione.

    Spacey ha vinto due premi Oscar entrambi come miglior attore non protagonista: nel 1996 per I soliti sospetti e nel 2000 per American Beauty.

    Produzione tedesca e americana e distribuito dalla Universal – specializzata in film del fantastico -, dura 201 minuti ed è sorretto dalla bellissima colonna sonora di Edward Shearmur. Il regista è il londinese Iain Softley.

    Il film inizia alla Grand Central Station di New York, dove il protagonista il trentenne Prot (Kevin Spacey) pare materializzarsi dal nulla, trasportato da un raggio di sole che erompe dall’alto di una vetrata.

    Scena che però non sfugge a un veterano di guerra che chiede le elemosine ai passeggeri. Subito dopo avviene un borseggio, Prot cerca di aiutare la vittima, ma rischia di essere scambiato per il borseggiatore, tuttavia è scagionato dal veterano. Questo non impedisce che la polizia lo spedisca in una clinica psichiatrica di Manhattan per sospetta intossicazione da allucinogeni. Infatti, l'uomo racconta una strana storia. Afferma di provenire da un pianeta della costellazione della Lira (che come indicazione vuol dire poco, perché si tratta –come noto – solo di una informazione meramente prospettica), K-PAX, a 1.000 anni luce dalla Terra e circondato da sette lune purpuree. Nella clinica viene curato dal dottor Mark Powell (Jeff Bridges), ma ci si accorge ben presto della sua particolarità: riesce a vedere gli ultravioletti (300 – 400 Angstrom) e la cosa torna in relazione al fatto che lui racconta che K-PAX ruota intorno ad un sistema binario, composto da due soli, Agape e Satoi, particolarmente deboli,

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