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Tre storie italiane di fantascienza: Settembrini, Nievo, Salgari
Tre storie italiane di fantascienza: Settembrini, Nievo, Salgari
Tre storie italiane di fantascienza: Settembrini, Nievo, Salgari
E-book326 pagine3 ore

Tre storie italiane di fantascienza: Settembrini, Nievo, Salgari

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Info su questo ebook

SETTEMBRINI, NIEVO, SALGARI

Che cosa hanno in comune tra loro questi tre autori italiani del XIX secolo? Tutti e tre hanno scritto fantascienza: Settembrini come traduttore di Luciano di Samosata, Nievo con un trattato di storia del futuro, Salgari con una curiosa visione del 2000.
Si crede generalmente che i racconti fantastici siano monopolio della modernità, ma ciò è errato.
In questo libro ci limiteremo a tre grandi del XIX secolo: Salgari, Nievo e Settembrini, quest’ultimo nella sua opera di traduttore.

LinguaItaliano
Data di uscita3 giu 2013
ISBN9781301715091
Tre storie italiane di fantascienza: Settembrini, Nievo, Salgari
Autore

Duilio Chiarle

Duilio Chiarle, writer and guitarist of "The Wimshurst's Machine".Duilio Chiarle, scrittore e chitarrista dei "The Wimshurst's Machine".Ha ricevuto il premio "Cesare Pavese" nel 1999. Gli sono stati attribuiti i premi internazionali "Jean Monnet" (patrocinato dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dall’Università di Genova e dalle Ambasciate di Francia e Germania) e "Carrara - Hallstahammar" (quest'ultimo per due volte consecutive).Con il gruppo musicale "The Wimshurst's Machine" ha ricevuto tre nomination hollywoodiane consecutive: sono suoi i racconti dei "concept" musicali.Ha ricevuto l'onorificenza di "Ufficiale" dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

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    Tre storie italiane di fantascienza - Duilio Chiarle

    BREVE STORIA DELLA FANTASCIENZA

    La fantascienza ha origini certamente lontane e qualcuno la fa risalire nientemeno che alla più antica opera conosciuta: l’epopea di Gilgamesh, un’opera composta su tavolette di argilla miracolosamente pervenute a noi attraverso i millenni. Qualcuno storcerà il naso e ovviamente non tutti sanno che i racconti fantastici si sono separati nelle loro varie branche soltanto tra XIX e XX secolo.

    Si crede generalmente che i racconti fantastici si siano monopolio della modernità, ma ciò è errato. Infatti già nell’antica Grecia era prassi comune che i viaggiatori, nell’accingersi a lunghi e pericolosi viaggi per nave, acquistassero opere prodotte in quantità allo scopo da appositi laboratori artigiani di copisteria: riproducevano racconti fantastici per i viaggiatori… E’ in un certo senso l’invenzione del tascabile, soltanto che i libri non avevano quel formato e si inserivano generalmente in un astuccio. Al termine del viaggio, il viaggiatore poteva rivenderli, se era tanto fortunato da non affondare nelle acque misteriose del mediterraneo, oppure usarlo per incartarci il pesce. Uno di questi scrittori del fantastico era Luciano di Samosata, ma molti non ci sono mai pervenuti o ci sono pervenuti a spezzoni. Uno dei generi più gettonati del fantastico greco erano gli automi di metallo ed in un’opera si assiste addirittura al precipitare su una spiaggia di una sorta di cavallo di metallo al cui interno un viaggiatore curioso troverà dei giganti… E’ il primo UFO di cui si ha notizia in letteratura. Ma senza scomodare gli alieni, ecco che la narrativa pone a Creta il gigante Talos, tutto di metallo.

    Molti secoli dopo, la narrativa fantastica inizia a prediligere il viaggio sulla Luna. Tra i tanti, Ariosto: Astolfo, cavalcando una creatura alata, si reca sulla Luna dove è depositato tutto ciò che si prede sulla Terra, e tra queste cose anche i contenitori atti a raccogliere il senno di chi l’ha perduto. Anche Cirano de Bergerac, reso celebre da un’opera di Rostand e che tutti credono un personaggio fantastico (un poeta spadaccino che si irrita se si allude alla lunghezza del suo naso) è in realtà esistito esattamente con queste caratteristiche di spadaccino invincibile e di poeta ed ha composto un’opera incentrata sul viaggio sulla Luna, un viaggio che viene effettuato utilizzando ampolline piene di rugiada, cosa che a quel tempo si riteneva aerea e leggera. Voltaire si cimenterà negli extraterrestri in Micromega, ed è un’opera non da poco dato che utilizza i paradossi per irridere i costumi della società del suo tempo.

    Ma è con Giulio Verne che la fantascienza raggiunge vette inaudite. Verne, infatti, ha uno sguardo che arriva molto lontano: ipotizza un viaggio sulla luna effettuato mediante un proiettile cilindrico ogivale sparato da una sorta di cannone, inventa scafandri spaziali e marini eccetera. Nel XIX secolo ci si sbizzarrisce a prevedere la scienza e il futuro. H.G.Wells è il primo vero rivoluzionario ed inventa letteralmente il viaggio nel tempo: uno scienziato inventa una macchina in grado di viaggiare nel tempo e si sposta nel futuro, ma anche L’uomo invisibile, l’incredibile avventura di uno scienziato che scopre il segreto dell’invisibilità. Wells è uno scrittore unico nel suo genere ed applica alla fantascienza lo stesso principio che Dickens applicava al romanzo tradizionale (Dickens è universalmente considerato la coscienza dell’Inghilterra) e la critica alla società è davvero efficace e straordinaria e si nota ancora di più ne La guerra dei mondi in cui il concetto di invasione è rovesciato: gli alieni si comportano con gli umani applicando lo stesso principio delle potenze colonialiste. Wells è uno dei giganti del genere, terribilmente critico con la società del suo tempo. Arrivò al punto da preconizzare l’arma nucleare: come tutti gli uomini intelligenti, doveva conoscere bene l’animo umano.

    Una delle incredibili coincidenze per così dire visionarie della fantascienza è rappresentata dal romanzo Wreck of the Titan in cui lo scrittore Morgan Robertson ipotizza la costruzione di una nave colossale, veloce e potente, la più grande mai costruita e definita inaffondabile: 66000 tonnellate di stazza, tre eliche, 424 metri di lunghezza e per questa ragione viene battezzata Titan; nel romanzo la nave parte per il viaggio inaugurale nel mese di aprile ed affonda dopo aver urtato un iceberg ma siccome le scialuppe sono insufficienti 2000 passeggeri affonda con la nave. Vi ricorda niente la vicenda? Quattordici anni dopo l’uscita del romanzo, viene varato il Titanic, 70000 tonnellate di stazza, tre eliche, 270 metri di lunghezza, parte per il viaggio inaugurale nel mese di aprile ed affonda dopo l’urto con un iceberg portando con se 1500 passeggeri a causa dell’insufficienza delle scialuppe: era stata definita inaffondabile. Le due storie sono talmente simili che il regista del film Titanic vincitore di tanti oscar ibriderà la vera storia della nave con la storia d’amore che si snoda sul romanzo di Robertson. E come dimenticare Il grande fratello di George Orwell, oggi così attuale? Quando si parla di fantascienza, le coincidenze diventano incredibili e lo stesso Ippolito Nievo sarà coinvolto in un avvenimento tragico, misterioso e tuttora insoluto di cui parleremo più avanti.

    Le proiezioni del fantastico cambiano in parte direzione soltanto nel XX secolo, con le intuizioni di alcuni grandi scrittori. Tra i più noti Ballard, Heinlein, Asimov. Ballard ci ha lasciato alcuni grandi capolavori sociologici come deserto d’acqua, condominium, vento dal nulla e il gigante annegato: deserto d’acqua è il regresso dell’umanità a causa di un cataclisma climatico che ha sciolto i ghiacci; vento dal nulla l’impossibile lotta di una umanità arrogante per sopravvivere ad un vento ogni giorno più potente che infine spazzerà via ogni forma di civiltà e soltanto quando ogni costruzione umana è stata distrutta cesserà di soffiare, moderna rivisitazione della diluviana punizione divina; in Condominium è trasfigurata la scalata al potere mediante l’ascesa degli abitanti verso i piani alti del gigantesco condominio, una sorta di follia collettiva che colpisce tutti gli abitanti del palazzo e li spinge freneticamente a sopraffarsi per ascendere sino al superattico; Il gigante annegato rende bene l’idea dell’indifferenza dell’uomo verso la natura ed i suoi simili attraverso le reazioni al ritrovamento di un gigante trovato morto su una spiaggia. Universo di Heinlein inizia invece con la descrizione delle regole di un mondo richiuso su se stesso che il lettore capirà ben presto essere un’astronave alla deriva nello spazio da tempo immemorabile ed in cui la scienza è divenuta religione. In Fehrenheit 451 Ray Bradbury ipotizza un futuro in cui per governare il mondo, si dichiarano le parole fuori legge e si distruggono i libri (Fahrenheit 451 è la temperatura a cui brucia la carta), e una strana televisione interattiva ha soppiantato tutti gli altri mass media con una sorta di perenne soap-opera in cui gli spettatori sono i protagonisti, ma esistono ancora persone che si tramandano i libri a memoria perché non vadano perduti: gli uomini libro: un racconto magnifico da cui il grande regista François Truffaut ha ricavato un film. Sempre Asimov, infine, ha capovolto gli stereotipi con il giallo fantascientifico, con un meraviglioso libro contro il razzismo che è l’uomo bicentenario e per aver inventato le tre leggi della robotica che oggi tanti scienziati stanno discutendo. Ursula Le Guin, grande scrittrice, con il suo I reietti dell’altro pianeta ha ricevuto sia il premio Hugo che il Nebula: è la storia di due pianeti divisi da un muro culturale. E poi il grande romanzo distopico di Harry Harrison Largo! Largo!, in cui il pianeta sovrappopolato ha distrutto interamente l’ecosistema ed ogni fonte di alimentazione è finita, così il governo mondiale immette sul mercato un alimento alternativo che l’investigatore (protagonista del romanzo) scoprirà essere ricavato dai corpi di altri esseri umani: anche da qui ne è stato tratto un film eccezionale dal titolo Soylent green. E la distopia è il sistema solitamente usato dagli scrittori di fantascienza per far capire ai lettori quanto un comportamento sia sbagliato, un sistema usato dallo stesso Wells ma che trova in Aldous Huxley uno straordinario campione con Mondo nuovo ovvero una società controllata nei minimi particolari e che pratica l’eugenetica ed il controllo mentale. E poi La svastica sul sole di Philip K. Dick che ipotizza una società basata sulla vittoria del nazismo, ed anche Il cacciatore di androidi in cui una società senza più radici ha creato altri esseri umani destinati al lavoro sporco ma che vivono solo pochi anni, e così molti di loro tentano la fuga: questo ha dato vita al più famoso film di fantascienza di tutti i tempi: Blade runner. Ma tornando al tema della vittoria del nazismo, anche Robert Harris ha scritto un sublime romanzo dal titolo Fatherland, che presuppone sempre una vittoria dei tedeschi ma sui soli Sovietici, per cui esiste una guerra fredda tra USA e Germania, ed in cui un investigatore tedesco riesce a scoprire e rendere pubblico lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento mandando quindi all’aria il processo di distensione di cui il suo Paese aveva disperato bisogno per non crollare.

    Ma anche all’est, in pieno regime stalinista, lavorò un eccezionale scrittore: Michail Afanas'evič Bulgakov. Bulgakov, certamente più noto per Cuore di cane e Il maestro e Margherita, scrisse Uova fatali, altra feroce satira contro il comunismo in cui il regime decide di clonare i grandi sauri del giurassico ed a causa di ciò l’umanità viene distrutta da questi stessi mostri; per qualche misteriosa ragione Bulgakov era lo scrittore preferito di Stalin (che adorava il libro La guardia bianca, da cui fu tratta la commedia I giorni del Turbin) e questo è il motivo per cui rimase in vita nonostante Uova fatali e Cuore di cane. Il Ceco Karel Čapek pubblicò La fabbrica dell’assoluto in cui gli scienziati trovano il modo di produrre energia distruggendo la materia, ma chi si trova nelle vicinanze di questo macchinario prova delle esperienze mistiche finchè un giorno la gente stessa decide di distruggere il macchinario. A proposito: è stato Čapek a coniare il termine robot nel romanzo I robot universali di Rossum.E come dimenticare Metropolis di Thea Von Harbou da cui Fritz Lang ha ottenuto un film celebre film di fantascienza? E come potremmo non citare Arthur Clarke con 2001 odissea nello spazio e la celebre gara d’astuzia tra l’astronauta ed il computer Hal 9000?

    Per non parlare del ciclo di Star Trek che ha contribuito non poco al progresso umano e addirittura alla distensione ed all’integrazione razziale, come ha preveggentemente osservato Martin Luther King nel sospingere l’attrice Nichelle Nichols a rinnovare il contratto con la produzione. Star Trek ha segnato così tanto l’immaginario collettivo che quando gli USA hanno varato il primo Shuttle lo hanno battezzato Enterprise e possiamo essere certi che sarà così per ogni nuova classe di nave spaziale. Insomma, l’umanità ha bisogno della fantascienza poichè la sua capacità di traslare su piani diversi l’esistenza umana aiuta gli uomini a capire gli errori e a migliorarsi.

    La tecnologia informatica ha aperto nuove strade agli scrittori di fantascienza con il genere cyberpunk il cui più illustre autore, William Gibson, tra cui spicca per originalità Neuromante.

    Recentemente ha preso vigore il genere steampunk che fa un salto indietro di almeno un secolo, narrandoci una fantascienza alternativa sul tipo di quella di Wells e Verne, ma ibridata con ucronie tecnologiche e temporali. Tra gli autori di questo genere oggi in fortunata espansione possiamo citare lo stesso William Gibson e Bruce Sterling con La macchina della realtà (in cui Babbage è riuscito nell’impresa di costruire un gigantesco calcolatore meccanico che anticipa l’informatica all’epoca vittoriana), Steampunk di Paul Di Filippo (l’ingegneria genetica trasportata al XIX secolo in cui un tritone viene trasformato in un essere umano che sfortunatamente è il sosia perfetto della regina Vittoria) e Augusto Chiarle con la serie Le ombre di Marte, ovvero Il freddo dell’Inferno, Orologeria, L’aeronave per Marte, Ombra meccanica e Vita artificiale: la serie parte del presupposto che l’invasione aliena descritta da Wells sia avvenuta realmente ed abbia sconvolto soprattutto il mondo nordico (Inghilterra soprattutto) e perciò la storia non si è svolta come la conosciamo: una serie ucronica di grande fascino.

    Quindi, come abbiamo visto, anche l’Italia nel suo piccolo ha avuto ed ha grandi e piccoli scrittori che si sono cimentati nella fantascienza: Emilio Salgari, ad esempio, ha provato ad immaginarsi il 2000; l’insospettabile e geniale Ippolito Nievo ha scritto una fantasiosa storia dei secoli futuri fino al 2222 e nientepopodimeno che il sublime Aldo Palazzeschi (che in realtà si chiamava Aldo Giurlani) ha narrato ne Il punto nero la prima abduction letteraria di cui si abbia notizia. Ma molti altri potremmo citarne, ad esempio il Bertinetti. Tra le scrittrici possiamo citare Roberta Rambelli (pseudonimo di Jole Pollini, ma ha utilizzato anche lo pseudonimo di John Rainbell) e Gilda Musa, mentre recentemente nel genere sociologico rientra Movie Planet di Annarita Coriasco.

    In questo libro ci limiteremo a tre grandi del XIX secolo: Salgari, Nievo e Settembrini, quest’ultimo nella sua opera di traduttore.

    Premesso questo, possiamo ben dire che il progresso dell’umanità non può oggi fare a meno della fantascienza che grazie alla sua capacità di parlarci su un piano traslato, riesce a mostrarci in nostri errori etici senza offendere la nostra suscettibilità come farebbe un politico anche esperto.

    Nella pratica, i generi della fantascienza sono davvero molti: biopunk (narra di una società già decadente prima del XXI secolo), cyberpunk, distopico, edisonata (genere per ragazzi con personaggi sulla falsariga dell’inventore Edison), fantapolitica (tra i quali si inseriscono Nievo, Platone, Swift, Tommaso Moro, Dickens, Tolstoj, Voltaire, Cervantes), apocalittica e postapocalittica (la società devastata da un disastro), soft (la natura al centro della scienza, tra cui il mitico Dune di Frank Herbert e Cronache Marziane di Ray Bradbury) a volte citata come New Wave), umoristica (ovviamente satirica), fantaspionaggio (spesso ucronico o ibridato con la fantapolitica, racconti così ne ho scritti persino io), fantawestern (sconfina spesso con lo steampunk e l’ucronia), hard science fiction (fantascienza tecnologica), nanopunk (società del futuro basate sulla nanotecnologia), planetary romance (la scoperta di meraviglie sul nostro stesso pianeta, tra cui citiamo anche Sir Arthur Conan Doyle per il suo romanzo Il mondo perduto, in cui si scopre un’isola popolata da dinosauri), postcyberpunk (i personaggi operano per migliorare la società o per proteggerla dal degrado), retrofuturismo (parte dal modo in cui nella metà del XX secolo era immaginato il futuro), romanzo scientifico (un illustre esempio Dalla terra alla Luna di Verne), science fantasy (un mondo fantastico su un altro pianeta o un’altra galassia), sociologica (fantascienza incentrata sulle scienze sociali), space opera (le astronavi a zonzo nello spazio, ad esempio, l’esplorazione dei pianeti, ecc.), space opera militare (guerre tra mondi nello spazio), ucronia (la storia non si è svolta come la conosciamo ed il mondo contemporaneo è molto diverso dal nostro), xenofiction (non ci sono umani, il mondo è visto con i sensi di una specie non umana, ad esempio La collina dei conigli di Richard Adams o la trilogia del sole morente di C.J.Cerryh).

    Non potrei mai citare tutti gli esempi e gli autori in uno spazio tanto ristretto. Posso soltanto rimandarvi agli scritti di Gianfranco De Turris ed a quelli di Riccardo Valla, recentemente scomparso. In realtà, la fantascienza non si può in realtà etichettare con esattezza, sovente i generi sono ibridati tra loro e l’indicazione del genere serve solo in senso generale. Ma questa breve infarinatura potrà servirci per capire meglio il fenomeno umano che va sotto il termine di fantascienza e che tanto ha fatto per migliorare l’umanità divertendola.

    Ora vediamo nei dettagli i personaggi di cui ci stiamo occupando e che hanno raccontato le storie di cui vi vogliamo parlare.

    LUIGI SETTEMBRINI

    L’ottocento italiano è permeato dagli intellettuali patrioti e Luigi Settembrini è proprio uno di questi.

    Luigi Settembrini, Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, è nato a Napoli nel 1813; era figlio di un avvocato di idee liberali (incarcerato per quattordici mesi per aver aderito alla repubblica partenopea del 1799) e della figlia di un avvocato, e dunque la sua carriera sembrava segnata. Infatti fece pratica presso lo studio di Luigi Tucci, un amico calabrese del padre ma per sua stessa ammissione vi si trovò come un asino in mezzo ai suoni. Richiese ed ottenne la difesa di alcuni poveri accusati di aver rubato del cibo e li difese con passione molto oltre il dovere professionale ma non riuscì ad evitare la loro condanna. Disgustato dal foro tornò a casa col fermo proponimento di farmi piuttosto tagliar le mani che toccar codici e processi e perciò tornò a frequentare l’università.

    Dopo il matrimonio e dopo aver vinto il concorso per la cattedra di eloquenza presso il liceo di Catanzaro, in quella città entrò in contatto con i mazziniani della Giovine Italia e due anni più tardi fu arrestato. Accusato di cospirazione, fu incarcerato per tre anni presso la prigione di S.Maria Apparente e quando uscì di prigione si diede all’insegnamento privato. Tra il 1847 ed il 1848 partecipò al dibattito politico con un pamphlet Protesta del popolo delle due Sicilie e fu nominato Ministro della pubblica istruzione del governo costituzionale, ma nel 1849 venne di nuovo arrestato e portato nel carcere di Montefusco. L’iniziale condanna a morte fu commutata in ergastolo sull’isola di Santo Stefano e nel carcere scrisse il romanzo I neoplatonici ambientato nell’antica Grecia, romanzo che fu pubblicato postumo soltanto nel 1977 a causa dello scabroso argomento omosessuale. Ma la sua mente era ritenuta tanto pericolosa che nel 1859 si decise di deportarlo negli Stati Uniti, ma una astuta trovata del figlio Raffaele fede in modo che la nave approdasse a Queenstown, in Inghilterra, dove furono liberati ben 67 prigionieri tra i quali lo stesso Settembrini e molti altri grandi nomi. Su richiesta di Cavour, Settembrini restò a Londra sino al 1860, anno in cui fu nominato alla cattedra di letteratura italiana presso l’università di Bologna. Poi nel 1861 diventò Rettore dell’Università di Napoli. Proprio nel 1861 diede alle stampe l’opera di Luciani di Samosata che aveva tradotto. Scrisse poi Le ricordanze della mia vita pubblicate postume ed i volumi delle Lezioni di letteratura italiana. Morì nel 1876. In realtà Settembrini non fu mai uomo d’azione ma un uomo di pensiero.

    Abbiamo scelto questa opera fantastica di Luciano di Samosata proprio perché la traduzione di Settembrini è particolarmente brillante. Dobbiamo perciò accendere qualche lume anche su Luciano di Samosata.

    Questo autore porta un nome latino, tuttavia era di origine siriana, e nacque a Samosata intorno al 120 e morì ad Atene tra il 180 ed il 192. Aderì alla seconda sofistica e fu molto vicino all’epicureismo. I suoi scritti sono satirici, a volte fantastici. Suo il trattato Come si deve scrivere la storia e proprio a lui si deve la mitizzazione di Filippide, l’uomo che portò la notizia della vittoria di Maratona morendo poco dopo per la fatica. Non sappiamo per quale ragione Settembrini si fosse appassionato a Storia vera, una storia fantastica precorritrice della fantascienza moderna, che narra un viaggio ipotetico oltre le colonne d’Ercole. Le note sono quelle originali di Settembrini.

    Mi sembrava giusto inserire quest’opera all’interno della raccolta.

    IPPOLITO NIEVO

    Notevole esempio di patriota italiano (fu un eroe garibaldino) e scrittore di talento, Nievo nacque a Padova il 30 novembre 1831, figlio di un magistrato e di una discendente dei Conti di Colloredo. Dapprima fu avviato al seminario ma dimostrò ben presto di non sopportarne la disciplina. Nel 1848 si accostò a Mazzini e Cattaneo e partecipò alla fallimentare insurrezione di Mantova, per cui i genitori provvidero a farlo espatriare in Toscana, ma anche qui Nievo di mise in contatto con il partito democratico di Guerrazzi e sembra che partecipasse ai moti di Livorno contro gli occupanti austriaci. Ripresi gli studi, ottenuta la licenza liceale e iscrittosi all’università, finì per ritirarsi dalla politica, che lo aveva profondamente deluso. In tutto questo periodo aveva preso a collaborare con molte testate quali L’alchimista friulano e poi Il Caffè. Nel 1859 si arruolò tra i Cacciatori delle Alpi di Garibaldi e l’anno seguente partecipò alla spedizione dei mille (si imbarcò sul Lombardo), della quale fu un cronista d’eccezione.

    Pareva avviato ad una straordinaria carriera, poiché intellettuale con propensioni per l’azione. Tuttavia le sue idee erano troppo aperte e moderne e si scontravano con la maggior parte dei politici e degli uomini di Stato italiani del suo tempo. Nel 1861 Gli fu dato l’incarico delicatissimo di trasportare tutti i documenti ufficiali dell’impresa da Palermo a Napoli. Si imbarcò con tutti i documenti e i suoi uomini più fidati sul vapore Ercole, ma nella notte tra il 4 ed il 5 marzo 1861 la nave sparì dal golfo. La versione ufficiale fu il naufragio, ma non vi furono superstiti, non furono ritrovati corpi e nemmeno rottami, il tutto in una zona di mare battutissima sia da navi mercantili che da pescatori. La famiglia di Nievo ha sempre gridato al complotto e il pronipote Stanislao Nievo, nel 1974, pubblicò per Mondadori un libro dal titolo Il prato in fondo al mare, in cui accusava apertamente il sovrano e i politici al governo a quel tempo di aver effettuato una strage di Stato (la prima strage di Stato dell’Italia unità, la prima di una lunga e tuttora interminata serie). Forse un giorno gli archivi segreti della ex real casa faranno luce su questo episodio che definire spiacevole per il Regno d’Italia è veramente poca cosa e magari discolperanno il sovrano. Anche perché insieme a Nievo morirono molti testimoni e anche illustri esponenti della sinistra garibaldina, tutti molto invisi allo spietato generale Cialdini, celebre per aver praticato omicidi politici, deportazioni di massa, campi di sterminio, esecuzioni sommarie e feroci repressioni. In pubblicazioni successive sono state avanzate altre ipotesi all'origine dell'eventuale attentato come il ruolo giocato da finanziamenti internazionali, in particolari inglesi, indirizzati a favorire la spedizione dei Mille, per tacere dei tanti generali e ammiragli borbonici che passarono così rapidamente di campo da essere perlomeno sospetti. Fu un’epoca triste, in Italia sorsero i primi campi di concentramento che sollevarono persino l’indignazione di personaggi come Massimo D’Azeglio. Tra le opere che se ne sono occupate ci sono La tragica morte di Ippolito Nievo. Il naufragio doloso del piroscafo Ercole di Cesaremaria Glori, Il misterioso caso di Ippolito Nievo di Rino Cammilleri e Il cimitero di Praga di Umberto Eco.

    Nievo, nonostante sia sparito nel 1861 a soli trent’anni, ci ha lasciato una lunga serie di articoli, e poi tanti altri scritti: Le confessioni di un italiano, Poetici componimenti fatti l'anno 1846-1847, Afrodisiaco per l’amor platonico, la commedia Emanuele, "Studii sulla poesia popolare e civile massimamente in Italia", "Novelliere campagnuolo e altri racconti, La nostra famiglia di campagna", "La Santa di Arra La pazza del Segrino, Il Varmo", tre novelle del ciclo del contadino Carlone, Il Conte Pecoraio, Angelo di bontà, Storia del secolo passato, Diario della spedizione dal 5 al 28 maggio, Resoconto amministrativo della prima spedizione in Sicilia, testi teatrali rimasti inediti fra i quali meritano particolare attenzione le tragedie: Capuani, "Spartaco" e la commedia Beffeggiatori oltre all'Epistolario. Infine, ma non certo ultimo, Storia filosofica dei secoli futuri e chissà come avrebbe rivoluzionato le nostre opinioni sul XIX secolo se non fosse stato tolto di mezzo così velocemente a soli trent’anni.

    Insomma, Nievo è un uomo d’azione dalla penna facile e viene da domandarsi come abbia fatto a scrivere così tanto, dove avrà mai trovato il tempo se non la notte. Ci meraviglia, comunque, che abbia pensato anche ad uno scritto di fantascienza. E ho scelto la sua opera proprio per la sua singolarità. Le note al testo sono mie.

    EMILIO

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