Il crocevia dei mondi: orientalismo e esotismo nella letteratura fantastica: Una ricerca dell’Oriente e della sua ricezione distorsiva nella letteratura fantastica
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Anteprima del libro
Il crocevia dei mondi - Andrea Piparo
VALUSIA 3
Sommario
VALUSIA 3
Frontespizio
Copyright
ITALIAN SWORD&SORCERY viene studiata all'università
Francesco La Manno
***
IL CROCEVIA DEI MONDI
Dedica
Introduzione
Prima parte - Inventare il Medioevo, inventare l’Oriente
(1.1) L’epopea cavalleresca
(1.2) Il romanzo gotico
(1.3) Riflessi d’Oriente, Le Mille e una Notte e il fantastico europeo
(1.4) Il fantastico, tra risonanze romantiche e il medievalismo
(1.5) Avventure esotiche: Verne, Kipling, Salgari
(1.6) Conclusione
Seconda parte - American dream, la scoperta di nuovi mondi
(2.1) Il grottesco e l’arabesco. Il mondo di Edgar Allan Poe
(2.2) L’arabo pazzo e il Necronomicon, il mondo di H. P. Lovecraft
(2.3) Atlantide, Zothique, i mondi perduti di C. A. Smith
(2.4) Medioevo e Oriente americani, i mondi di Robert Ervin Howard
(2.5) Conclusione
Parte terza- Epopee Infinite
(3.1) Tolkien: Il nostro mondo a un diverso stadio di immaginazione.
(3.2) Dune: medievalismo intergalattico e messianismo islamico
(3.3) Harry Turtledove: Videssos e Bisanzio
(3.4) Martin: Orientalismo nelle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco
(3.5) Conclusione
Quarta parte - The New Generation
(4.0) Premessa
(4.1) Joe Abercrombie, The First Law Trilogy e il genere grimdark
(4.2) Mark Lawrence: Andalusia post apocalittica
(4.3) Trilogia dell’Ombra del Corvo, Anthony Ryan e l’imperialismo.
(4.4) Un breve accenno all’Oriente misterioso di John Gwynne
Conclusione
***
APPENDICE
Intervista a Anthony Ryan.
Intervista a John Gwynne
Intervista a Stan Nicholls
AUTORE
BIBLIOGRAFIA
OPERE LETTERARIE (romanzi compresi)
Periodici
Tesi di Laurea
Sitografia
CRISTIANO SACCOCCIA
IL CROCEVIA DEI MONDI
ORIENTALISMO E ESOSTIMO
NELLA LETTERATURA FANTASTICA
Copyright
ISBN: 978-88-943230-8-5
Valusia n.3
Curatore: Francesco La Manno
Illustrazione: Andrea Piparo
Progetto grafico e impaginazione: Mala Spina
Prima edizione luglio 2019
Copyright (Edizione) ©2019 Italian Sword&Sorcery Books
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali. Nessuna parte di questo ebook può essere riprodotta e diffusa con sistemi elettronici, meccanici o di altro tipo senza l’autorizzazione scritta dell’autore.
Questo libro è un’opera di fantasia. La sua pubblicazione non lede i diritti di terzi. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è assolutamente casuale.
Associazione Culturale Italian Sword&Sorcery
Via Lanza, 40
15033 – Casale Monferrato (AL)
C.F. 91033550061
Cell. 3384480217
https://hyperborea.live/negozio/
Email: francescolamanno@hotmail.it
ITALIAN SWORD&SORCERY
VIENE STUDIATA ALL’UNIVERSITA’
FRANCESCO LA MANNO
Ricordo che all’epoca in cui muovevo i primi passi nella divulgazione dello sword and sorcery¹ (ovvero circa dieci anni or sono), attraverso un piccolo blog² e altre riviste digitali, le pubblicazioni relative a questo filone di narrativa dell’immaginario erano sporadiche e limitate a poche case editrici (Newton Compton, Solfanelli, Elara e poche altre) che coraggiosamente proponevano la fantasia eroica al pubblico italiano.
In quel periodo storico (come oggi) il fatturato del mercato editoriale era dominato dalle vendite relative a libri di urban fantasy, di young adult, di paranormal romance e di high fantasy. I pochi lettori che volevano discostarsi da questi generi, cioè a dire coloro che bramavano della narrativa fantasy per adulti, avevano come unica alternativa quella di orientarsi verso il grimdark fantasy³. Con tale espressione si suole indicare quelle opere deteriori – rese celebri da Il trono di spade⁴ di George R.R. Martin e dalla saga de La Prima Legge⁵ di Joe Abercrombie – nelle quali, a grandi linee, si adotta un setting storico europeo (preferibilmente del Basso Medioevo, o del Rinascimento), si modificano i nomi di personaggi realmente esistiti e dei luoghi geografici, si inserisce una dose massiccia di violenza, di torture, di luridume, di sozzura nauseabonda e di pornografia, si aboliscono le descrizioni, si elimina – o si riduce al minimo – la magia e si aggiunge una pletora di personaggi che possano rendere il libro prolisso, giungendo a quel fenomeno che ho definito come il tramonto del fantasy
⁶. Al riguardo, Gianfranco de Turris ha sostenuto che:
Queste opere non siano una evoluzione dello sword and sorcery, ma una involuzione, addirittura una deviazione, e, appunto perché si basano su presupposti diversi, anzi opposti, siano un genere totalmente diverso che potremmo incasellare nella fantastoria
, anzi in una cupa fantastoria… É tipico della cultura moderna e contemporanea degradarsi e attualizzarsi
per accalappiare i gusti deteriori (appunto) del pubblico odierno. Il quale non è che vada alla ricerca specifica di queste bassezze, ma di certo se le trova spiattellate le legge e magari ci si trova coinvolto, cosa che faceva prima con valori e scenari opposti. Se si esalta il realismo
di Martin e Abercrombie non si vede come si possa metterli accanto, in quanto loro prosecuzione, al fantastico
di Howard e Moorcock, per citare scrittori fra loro diversi, come ideali
, ma che di certo rientrano completamente nei generi originari. In essi, si badi, il realismo
c’era - anche senza giungere al fango e alla merda – ma c’era anche la componente magica, occulta, sovrannaturale che qui manca del tutto. C’era anche l’erotismo, pur senza il sesso esplicito: ma i tempi sono quelli che sono, gli anni Venti e gli anni duemila, e i gusti si sono degradati⁷.
Sebbene viviamo in un’epoca di atroce decadenza,⁸ in cui la modernità liquida⁹ ha ormai tracimato i confini labili della postmodernità¹⁰, in cuor mio non ho mai pensato che l’heroic fantasy fosse morto, come proclamavano taluni sedicenti saggisti
totalmente privi di nerbo e omologati supinamente al mainstream¹¹, sancendo i funerali di questo glorioso genere di speculative fiction. Di conseguenza mi sono adoperato insieme ad alcuni amici per fondare l’Associazione Culturale Italian Sword&Sorcery¹², la casa editrice Italian Sword&Sorcery Books¹³ e la rivista Hyperborea¹⁴, veri e propri laboratori culturali in cui accogliere con affetto gli appassionati, dove forgiare giovani scrittori e studiosi, e dove i veterani possono ritrovare una loro dimora.
Ebbene, come sappiamo negli anni qualcosa è stato fatto, e quando Cristiano Saccoccia mi ha comunicato di aver adottato come fonti i nostri saggi per scrivere la sua tesi di laurea magistrale recante il titolo Il crocevia dei mondi: orientalismo e esotismo nella letteratura fantastica. Una ricerca dell’Oriente e della sua ricezione distorsiva nella letteratura fantastica, discussa con il prof. Marco Lauri all’Università di Macerata, ho compreso che le sofferenze, il denaro investito, il tempo sottratto agli affetti e i sacrifici fatti in questi anni da me e da coloro che hanno creduto nel mio progetto hanno cominciato a dare i loro frutti.
Nella fattispecie, la circostanza in forza della quale degli studiosi accademici abbiano inserito nel proprio lavoro di ricerca i nostri apparati critici significa che l’opera svolta da Italian Sword&Sorcery ha valicato l’angusto ambito della narrativa di genere ed è giunta sino all’università, accreditandosi come vero e proprio movimento di avanguardia culturale, più unico che raro in questo momento storico. In altri termini, la cultura relativa alla fantasia eroica mediterranea – ovvero lo sword and sorcery di matrice italiana – non può considerarsi morto ma, essendo la nuova forma attraverso cui si manifesta il mito,¹⁵ rinasce dalle ceneri come l’araba fenice per tornare a volare alta nel suo igneo splendore.
1 Sulla definizione del genere si veda: Fritz Leiber, in Amra, luglio 1961; Gianfranco de Turris, Sebastiano Fusco, Fantasia Eroica, in AA VV, Arcana, Sugar Editore, Milano, 1969, p. 282-284; Lyon Sprague de Camp, Introduzione, in Robert E. Howard, Conan!, Editrice Nord, Milano, 1976; Karl E. Wagner, Foreword.
Red Nails. Robert E. Howard, New York: Berkley. 1977; Lin Carter, Introduzione, in AA VV, Heroic Fantasy. Il meglio della fantasia eroica moderna, a cura di Lin Carter, Fanucci, Roma, 1979; Alex Voglino, Le radici della Fantasia Eroica, in AA VV, Heroic Fantasy. Il meglio della fantasia eroica moderna, a cura di Lin Carter, Fanucci, Roma, 1979, p. 517; Gianfranco de Turris, Sebastiano Fusco, La fantasia eroica negli anni settanta, in AA VV, Maghi e guerrieri, a cura di Lin Carter, Fanucci, Roma, 1981, p. 315; Giorgio Giorgi, Temi e strutture della fantasia eroica, in AA VV, Maghi e guerrieri, a cura di Lin Carter, Fanucci, Roma, 1981, p. 449; Sebastiano Fusco, Heroic Fantasy: la trasgressione totale, in AA VV, Spade e Incantesimi. Il meglio dell’heroic fantasy italiana, a cura di Gianni Pilo, Fanucci, Roma, 1984, p. 13; Domenico Cammarota, Il mito dell’Heroic Fantasy, in AA VV, Spade e Incantesimi. Il meglio dell’heroic fantasy italiana, a cura di Gianni Pilo, Fanucci, Roma, 1984, p. 383; Domenico Cammarota, Ancora sulla Fantasia Eroica, in AA VV, Eroi e Sortilegi. Sempre fantasia eroica, Fanucci, Roma, 1986, p. 359; Giuseppe Lippi, Word & Sorcery: parola e magia, in AA VV, Magie e stregoni. Ancora la fantasia eroica italiana, a cura di Gianni Pilo, Fanucci, Roma, 1985, pp. 440-441; Giuseppe Lippi, Introduzione, in Fletcher Pratt, Il Pozzo dell’Unicorno, Mondadori, Milano, 1988; AA. VV, Guida alla letteratura fantastica, a cura di Claudio Asciutti, Odoya, Bologna, 2015; Giuseppe Lippi, La mitica spada di Conan, in Robert E. Howard, Conan il barbaro, Mondadori, Milano, 2016, edizione digitale; Giuseppe Lippi, Alla ricerca dei mondi perduti, in Clark Ashton Smith, Atlantide e i mondi perduti, Mondadori, Milano, 2017, edizione digitale; Francesco La Manno, Italian Sword&Sorcery. La via italiana all’heroic fantasy, Italian Sword&Sorcery Books, Casale Monferrato, 2018.
2 http://panopticonitalia.blogspot.com/
3 Cfr. Francesco La Manno, Il grimdark è l’erede dello sword and sorcery?, in L’Intellettuale Dissidente del 31 agosto 2019, https://www.lintellettualedissidente.it/letteratura-2/grimdark-sword-and-sorcery/
4 Cfr. George R.R. Martin, Il trono di spade, Mondadori, Milano, 1999.
5 Cfr. Joe Abercrombie, Il richiamo delle spade, Gargoyle, 2013.
6 Francesco La Manno, Italian Sword&Sorcery. La via italiana all’heroic fantasy, Italian Sword&Sorcery Books, Casale Monferrato, 2018.
7 Francesco La Manno, Alla scoperta del fantastico. Intervista a Gianfranco de Turris, il teorico dell’immaginario, in L’Intellettuale Dissidente del 318 dicembre 2018, https://www.lintellettualedissidente.it/interviste/gianfranco-de-turris-sword-and-sorcery/
8 Cfr. Evola Julius, Rivolta contro il mondo moderno, Edizioni Mediterranee, Roma 2010; Oswald Spengler, Il Tramonto dell’Occidente, Longanesi, Milano, 2015, edizione digitale, René Guénon, La crisi del mondo moderno, Edizioni Mediterranee, Roma, 2015; Roger Scruton, Essere conservatore, D’Ettoris edizione, Crotone, 2015, edizione digitale; Marcello Veneziani, Nostalgia degli dei, Marsilio, Venezia, 2019, edizione digitale.
9 Cfr. Zygmunt Bauman, Modernità liquida, Laterza, Bari, 2010.
10 Cfr. Aleksandr Dugin, La quarta teoria politica, Novaeuropa, Milano, 2017.
11 Cfr. Eugenio Capozzi, Politicamente corretto, Marsilio, Venezia, 2018, edizione digitale.
12 https://hyperborea.live/cose-italianswordsorcery/
13 https://hyperborea.live/negozio/
14 https://hyperborea.live/
15 Cfr. Eliade Mircea, Trattato di storia delle religioni, Bollati Boringhieri, Torino, 2007, p. 392.
AUTORE
Francesco La Manno (Casale Monferrato, 17 Aprile 1981) ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro di Alessandria. Svolge la professione di agente di commercio. Saggista e cultore di narrativa dell’immaginario, il suo campo di studi verte sull’analisi comparata delle opere di heroic fantasy mediante l’ausilio della mitologia, del folclore, della storia delle religioni e della simbologia. Nel 2014 crea Hyperborea rivista di divulgazione specializzata nello sword and sorcery. Nel 2016 diventa socio ordinario della World SF Italia e cura la pubblicazione de Gli Universi di Ailus – Heroic Fantasy Vol.1, antologia di racconti e saggi di spada e stregoneria (Ailus editrice). Nel 2017, ha curato la pubblicazione di Eroica, antologia di racconti e apparati critici di fantasia eroica (Watson edizioni). Nel 2017 ha costituito l’Associazione Culturale Italian Sword & Sorcery e ha fondato la casa editrice Italian Sword&Sorcery Books. Nel 2018, ha curato la pubblicazione di Pirro il distruttore, Mediterranea, Le Cronache del Sole Mortale e Byzantium (tutti editi da Italian Sword&Sorcery Books), volumi di sword and sorcery in cui sono presenti alcuni suoi apparati critici. Nello stesso anno esce la sua prima monografia sulla fantasia eroica dal titolo Italian Sword&Sorcery. La via italiana all’heroic fantasy (Italian Sword&Sorcery Books) e i suoi saggi vengono utilizzati come fonti nella tesi di laurea magistrale di Cristiano Saccoccia dal titolo Il crocevia dei mondi: orientalismo e esotismo nella letteratura fantastica. Una ricerca dell’Oriente e della sua ricezione distorsiva nella letteratura fantastica, discussa con il prof. Marco Lauri presso l’Università di Macerata. Nel 2019 viene convocato alla Camera dei Deputati dal Vicepresidente della medesima, on. Fabio Rampelli, per tenere una conferenza dal titolo Fantastico Mediterraneo – La via italiana all’immaginario. Inoltre, nello stesso anno, il suo saggio recante il titolo Impero: l’immaginario nell’antica Roma viene inserito nella rassegna stampa della Treccani del 13 gennaio e il suo saggio Zodd. La nuova alba del fantahorror italiano, viene pubblicato all’interno di Zodd. Alba di sangue, romanzo dark fantasy scritto da Gabriele Campagnano e pubblicato da Zhistorica. Nello stesso anno frequenta con profitto la Scuola di Formazione GEM a Roma, dedicata al giornalismo, alla comunicazione, all’editoria e ai nuovi media in cui tengono le lezioni docenti quali Carlo Freccero, Marco Gervasoni, Alessandro Giuli, Luca Giannelli, Mario Sechi, Alessandro Banfi, Massimo Fini, Alessandro Sansoni, Stenio Solinas e Alberto Negri. Sempre nel 2019 cura la pubblicazione di Iperborea. Oscuri canti di Nicola Lombardi e L’Era del Serpente di Andrea Gualchierotti. Scrive per Il Giornale OFF, L’Intellettuale Dissidente, Nuovo Corriere Nazionale e Dimensione Cosmica contributi relativi allo sword and sorcery e alla narrativa fantastica. Ha pubblicato con Solfanelli, Watson edizioni, Zhistorica, Delos Digital, Letterelettriche, Italian Sword&Sorcery Books e Ailus editrice. É consulente della Commissione Contratti della World SF. É stato relatore alla Camera dei Deputati, all’Università Popolare di Torino, alla Italcon, a Vaporosamente, all’Alecomics e al Casale Comics&Games.
CRISTIANO SACCOCCIA
IL CROCEVIA DEI MONDI
ORIENTALISMO E ESOSTIMO
NELLA LETTERATURA FANTASTICA
Dedica
A mio padre e a mia madre eroi
senza spade o incantesimi
eppure invincibili
Arise now, arise, Riders of Théoden! Dire deeds awake, dark is it eastward. Let horse be bridled, horn be sounded! Forth Eorlingas!
(J. R. R. Tolkien, The Lord of the Rings)
La verità non sta in un sogno, ma in molti sogni
(Pier Paolo Pasolini, Il fiore delle Mille e una Notte)
Introduzione
Nel 1978, con la pubblicazione di Orientalismo, Edward Said mette in evidenza la natura fittizia di un Oriente manipolato dalla visione euro-centrica. Nel suo saggio lo studioso di origine palestinese sottolinea il rapporto endemico che si è creato tra le potenze occidentali colonialiste e l’Est. L’Oriente viene inventato, trasformato, creato e allo stesso tempo destrutturato; l’Occidente si erge non esclusivamente come dominatore geo-politico ma assume il ruolo di entità sub-creatrice. L’Asia viene orientalizzata, diventa un’immagine distorta e corrotta della realtà, processo che non si attua solo per scopi politici e ideologici ma per il connubio di fraintendimenti e narrazioni iperboliche nate in seno alla letteratura odeporica. Questa distorsione prospettica dell’immagine-luogo Oriente ha radici antiche. Un esempio è la Colchide, descritta come terra arcana, misteriosa e patria di streghe sanguinarie nelle Argonautiche di Apollonio Rodio, o al prepotente esotismo evocato nell’India, opera etnografica e storica di Arriano e dalle leggendarie descrizioni dei viaggiatori medievali cristiani che incontrarono il regno del Prete Gianni o conosciuto creature mostruose e demoniache. Questo aspetto fantastico e meraviglioso, tipico della tradizione orientalista, è stato abilmente analizzato da Robert Irwin nel saggio La favolosa storia delle «Mille e una notte». I racconti di Shahrazad tra realtà, scoperta e invenzione, che ha visto nel capolavoro della letteratura araba il prodromo del genere Fantasy.
Il mondo fantastico è, secondo un’analisi preliminare e pragmatica, un mondo meramente fittizio. Un Altrove sub-creato dall’immaginazione, che potenzialmente condivide la stessa natura dell’Oriente orientalizzato
; ovvero una realtà inesistente riconducibile al mondo delle idee. Inoltre il fantasy è soggetto alle recenti attenzioni degli studiosi medievalisti, vedendo in esso il trionfo del medievalismo romantico e vittoriano. Il medievalismo è il frutto di una distorsione storiografica e percettiva, ciò ha prodotto numerose immagini del Medioevo, come epoca cavalleresca, barbarica, superstiziosa e buia. Notando il rapporto funzionale tra il fantastico e il medievalismo ho deciso di usare il fantasy come spettro per rintracciare le immagini dell’Oriente creato
, fagocitato nella narrativa di questo genere. Sarà mia intenzione rintracciare gli stereotipi, gli intenti parodistici, la ricezione e la percezione dell’Oriente nel fantasy, evidenziando la parallela e allo stesso tempo intrinseca evoluzione di questi due fenomeni letterari e storici. Per questo motivo ho deciso di dedicarmi alla produzione narrativa di lingua inglese, non per un semplice gusto personale ma perché la tradizione anglo-americana detiene il monopolio del genere fantastico; Inghilterra e Stati Uniti d’America sono inoltre i principali protagonisti dell’orientalismo novecentesco e dell’età post-coloniale. Ho proceduto leggendo i grandi romanzi del fantasy eroico, nelle sue declinazioni Epic, Low, sword and sorcery e grimdark caratterizzati da un’estrema cura del Wordbuilding componente necessaria per rintracciare l’Oriente immaginario nell’Altrove narrativo. Credo di poter mettere in risalto il ruolo del fantasy, nel determinare una nuova immagine dell’Oriente, così da conferire una dignità storica e sociale a questo genere letterario. L’orientalismo fantastico non è necessariamente un’evoluzione positiva o negativa dell’orientalismo nato in ambiente accademico, ma potrebbe essere uno strumento per confermare o confutare la teoria di Said: la cristallizzazione degli stereotipi orientalisti nell’immaginario occidentale; negando la crescita e lo sviluppo dell’Est poiché proiettato in un perpetuo Medioevo. Ho strutturato il mio lavoro in quattro macro-parti caratterizzate da un tema fondamentale. La prima parte si concentra sull’analizzare la percezione dell’Oriente e dell’Altro nella letteratura europea, dall’età cavalleresca a Salgari. Un percorso che si focalizza sull’evoluzione degli stilemi classici del mondo fantastico, l’ambientazione medievale e la creazione di un coro di personaggi stereotipati come i cavalieri o gli stregoni. Passando dal romanzo gotico alle avventure esotiche ottocentesche si tenderà a sottolineare il rapporto intrinseco tra il meraviglioso e l’Est.
La seconda parte principalmente si occupa di rintracciare il Diverso e l’Altrove orientaleggiante nella letteratura pulp americana; un fecondo terreno dove si svilupparono i temi cardini del fantasy e del weird. Una nazione, quella americana, che rincorre il predominio politico tanto quanto il mito di una comune identità, che si realizzò nel mimetismo del medievalismo vittoriano e del neogotico europeo. Un dominio socio-culturale che per riflesso intendeva mostrare l’Occidente statunitense come il principale interlocutore con l’Oriente; dialogo animato da numerose incomprensioni che portarono un forte revival dell’orientalismo.
La terza parte è dedicata ad alcuni mostri sacri
della letteratura fantastica del Novecento. Si analizza una vasta produzione narrativa il cui pregio va soprattutto ricercato nell’estrema cura del secondary world. In un altrove estremamente dettagliato anche l’Oriente fittizio
trova un suo corrispettivo fantastico che merita numerosi approfondimenti. La quarta e ultima parte è un rapido sguardo verso l’attuale produzione fantastica, autori giovani (classe 70/80) che sono profondamente influenzati dalla contemporaneità e per questa ragione estremamente utili per analizzare l’orientalismo.
Nel corso della stesura di questa tesi mi sono avvalso dei consigli di Omar Coloru, Jacopo Mordenti, Alessandro Vanoli, Michele Tetro, Livio Gambarini e Roberto Paura. A loro vanno i miei ringraziamenti e la mia stima.
Prima parte
Inventare il Medioevo, inventare l’Oriente
(1.1) L’epopea cavalleresca
Premessa
Osservando nella letteratura cavalleresca gli archetipi dei futuri eroi fantastici, ho deciso di iniziare il mio lavoro da questo genere letterario, che consoliderà la figura del cavaliere nell’immaginario occidentale e fantasy.
Cavalieri e cavalleria
Dalla seconda metà del XI secolo si registrarono in Francia numerose cerimonie di adoubement, termine che già fa discutere gli specialisti sull’origine dell’etimologia. Mi sembra tutt’ora interessante la proposta di Marc Bloch che trae spunto dal verbo arcaico tedesco dubban, latinizzato in dobbare e volgarizzato in francese in adober, che significa colpire¹⁶. Lo scudiero dopo anni passati al servizio di un cavaliere o di un nobile viene sottoposto al rituale dell’addobbamento, composto da numerosi atti che non si possono sintetizzare in poche righe, ma vale la pena soffermarsi sul colpo (dubban) a cui si riferisce Bloch, la palmata
o accollata
, un colpo effettuato sulla nuca con il palmo del padrino dell’aspirante cavaliere.
Secondo il cerimoniale il colpo instaurava una specie di flusso tra l’adoubeur e l’adoubé che elevava allo stato cavalleresco il ragazzo, che in passato aveva militato al servizio di cavalieri e di altri nobili come scudiero, rendendolo un messere, un gentilhomme e sancendo il passaggio dall’età fanciullesca a quella virile. Il rituale non aveva soltanto la funzione di creare un guerriero e trasformare il giovane in un uomo ma, arricchito da una connotazione giuridica, di inserire il cavaliere in un’élite politica che tout court chiameremo nobiltà feudale. Chiarito il rito di passaggio resta evidente che la figura del cavaliere non è stata sufficientemente spiegata nei minimi dettagli, problematica che resta difficile a tutti gli specialisti del settore:
Lo stesso vocabolo «cavaliere» è ambiguo. Fin dalle origini indica, con evidenza, un guerriero a cavallo; ma la cavalleria non è soltanto la tecnica del combattere a cavallo. Ben pesto, la definizione si applica a un personaggio di rango sociale onorevole, ma solo molto tardivamente essa si trasformerà in un attributo di nobiltà. Di fatto, la cavalleria si è sviluppata con la nobiltà ma non può esserne assimilata. Il cavaliere, inoltre, è dotato di un’etica i cui diversi aspetti variano di intensità a seconda dei periodi: doveri relativi al servizio militare, vassallatico o feudale, devozione nei confronti della chiesa o in quelli del re, del patrono, del signore o della dama, grandezza d’animo e senso dell’onore, umiltà mista ad orgoglio¹⁷.
Nell’arazzo di Bayeux (1186) vengono raffigurate le imprese dei cavalieri normanni guidati da Guglielmo il Bastardo, duca di Normandia che verrà conosciuto meglio come Guglielmo il Conquistatore, che sbaragliano le truppe anglosassoni di Aroldo II d’Inghilterra. L’arazzo è una preziosa fonte documentaria per studiare al meglio le tecniche di combattimento della cavalleria medievale.
L’asta della lancia è notevolmente più lunga rispetto al passato, non utilizzata come arma da lancio o nel combattimento corpo a corpo prolungato, viene agganciata strettamente sotto il braccio e puntata orizzontalmente verso il nemico. La rivoluzione di questo metodo di combattimento consiste nella potenza dell’impatto, il cavaliere non è l’unico attore del combattimento ma si fonde con la sua cavalcatura formando un blocco di metallo e muscoli lanciato contro il nemico. L’innovazione non è soltanto tecnica ma anche socio-culturale, infatti, nascendo la cavalleria delinea anche i tratti che la differenziano dalle classi guerriere subalterne. Il fante, il guerriero appiedato, non scompare dal campo di battaglia ma viene relegato sullo sfondo, la gloria e la vittoria sono un appannaggio del cavalierato. La centralità della cavalleria segna anche la scomparsa nell’epica del guerriero senza cavallo; soltanto nel patrimonio poetico e culturale nord europeo rimarrà l’ideale del combattente appiedato, sancendo il declino della concezione eroica di stampo omerico.
La vera cavalleria appare, nella sua ricostruzione iperbolica, nelle chanson de geste, le quali nobilitano l’eroe cavalleresco con potenzialità infinite, forza e resistenza sovrumane, lealtà e fedeltà agli ideali politici e religiosi e amorosi che trascendono l’agiografia, armato con spade preziose e arricchite dalla presenza di sacre reliquie
cristiane. L’eroe, il paladino delle canzoni di gesta, diventerà paradossalmente un modello da imitare a cui tutti i cavalieri si ispireranno. Così la realtà ispira la fantasia la quale influenza e plasma nuovamente la realtà. Risulta interessante notare che il fenomeno cavalleresco, allora, ha subito le prime distorsioni storiche già all’interno del proprio mondo e che non sia un’esclusiva elaborazione a posteriori del mito della cavalleria.
Al che molti storici hanno guardato alla produzione epica e narrativa francese con occhio fin troppo critico:
Alcuni medievisti, come già L. Gautier, avevano senza dubbio concesso troppa fiducia ai testi letterari in quanto documenti storici. Da allora, la tendenza si è invertita, cadendo nell’estremo opposto e confinando la letteratura nell’ambito esclusivo della menzogna [...] Lo storico, dunque, con prudenza e senso critico, può attingere a questo sfondo che, del resto, somiglia molto a quello che gli rivelano anche altre fonti¹⁸.
In accordo con J. Flori penso che sia troppo pragmatico distaccarsi dalle fonti letterarie, perché senza di esse saremmo all’oscuro di cerimonie come l’addobbamento, le concezioni ideologiche dell’amore, della guerra, dell’onore, del coraggio e della giustizia. Ovviamente il mestiere dello storico non permette l’abuso o l’esclusività di queste fonti per lo studio del medioevo cavalleresco. Descrivere accuratamente il mondo dei cavalieri è non certo l’argomento del mio lavoro¹⁹, ma ho ritenuto opportuno accennare a questi riferimenti per poi descrivere le canzoni di gesta, i romanzi cortesi e arturiani, i poemi epici e altri testi che rimandano a questo mondo guerriero. Perché proprio nel leggendario corpus cavalleresco si possono rintracciare le radici del meraviglioso, del pittoresco e del fantastico che si innesteranno nei romanzi fantasy, focus di questa tesi. A queste convergenze tra letteratura cavalleresca e fantasy sarà necessario affiancare ulteriori considerazioni sull’orientalismo. Termine che può apparire anacronistico per il tipo di testi presi in esame, ma come hanno sottolineato Edward Said²⁰ e Robert Irwin²¹ si può iniziare a parlare di orientalismo (non accademico) già agli albori della letteratura greca. Si andrà allora alla ricerca dell’esotico e dell’Oriente, e delle sue distorsioni, all’interno dei punti di vista europei²² (e non solo), limitandoci ovviamente alle opere prese in esame, al fine di rispondere a una domanda. Che cos’è l’Oriente? Chi sono gli infedeli?
Le Chanson de geste
Benedetto Croce era solito dire che non si poteva studiare storia limitandosi esclusivamente ai fatti, o come diceva lui "u’fattariello²³" ovvero la semplicistica attenzione agli eventi. Al contrario in questo