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Vino, donne e leadership
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E-book139 pagine1 ora

Vino, donne e leadership

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Un mondo ancestrale quello del vino, legato a culture millenarie. E in parte arroccato su questioni di genere. Fino a qualche decennio fa era impensabile vedere una donna enologa, ad esempio. Negli ultimi anni, però, è in corso una rivoluzione, forse ancora lenta, ma inarrestabile. Questo libro, grazie a più di 30 interviste inedite a grandi protagoniste, in Italia e all’estero - produttrici, wine writer, comunicatrici - investiga la guida al femminile nel mondo del vino. Quali sono i valori collegati alla nuova leadership - meno autoritaria, più inclusiva, flessibile, empatica - che hanno interpretato per farsi strada in un mondo complesso? Quali gli accorgimenti per superare il periodo della pandemia? Dalla sostenibilità alla mentorship, fino alla capacità di rialzarsi dopo un fallimento, il testo riunisce la narrazione di storie che ispirano a una parte più pratica, per utilizzare i suggerimenti di leadership e applicarli a qualunque settore.


In fondo, la più grande

donna del vino è la terra.

Non dobbiamo dimenticarlo mai.
LinguaItaliano
Data di uscita23 set 2022
ISBN9791254840597
Vino, donne e leadership

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    Anteprima del libro

    Vino, donne e leadership - Barbara Sgarzi

    Capitolo 1

    VIGNA

    Capitolo 1

    Vigna

    1.1 Terroir: i valori fondanti dell’azienda

    Ogni lingua ha nel suo lessico parole intraducibili, che evocano mondi complessi. Terroir, come ben sa ogni appassionato di vino, è una di queste. Quell’intreccio inscindibile fra suolo, ambiente, clima, vitigno e intervento umano, principio primo di ogni altra attività vinicola. Nella metafora che sta alla base della struttura di questo libro, l’ho messo per primo a simboleggiare i valori di sostenibilità e inclusione. A tutti i livelli: non solo quelli, fondamentali e ormai imprescindibili, di sostenibilità ambientale, volti al risparmio energetico, alla riduzione dell’impronta carbonica e all’inclusione senza discriminazioni nei gruppi di lavoro. Ma quelli, ancora precedenti e senza i quali una vera sostenibilità non potrebbe esistere, che riguardano i pilastri fondanti di un’azienda; le policy, i codici di comportamento, scritti e no, e il tipo di leadership esercitata da chi sta alla guida. Questo primo pilastro informa tutti gli altri, fornisce, come il terroir, l’humus fertile nel quale un’azienda può prosperare.

    Marina Cvetic¹ in merito ha le idee molto chiare. Croata adottata dall’Abruzzo per amore, signora dei vini della regione, oggi anche ambasciatrice instancabile dell’enoturismo con la residenza di charme del Castello di Semivicoli, in una regione più difficile di altre per logistica e collegamenti. Dal 2008 porta avanti da sola il sogno che ha diviso con il marito Gianni Masciarelli, scomparso improvvisamente e troppo presto, di fare dei vini e dei paesaggi del luogo un biglietto da visita dell’Italia. Il tutto crescendo da sola tre ragazzi, la prima, Miriam Lee, in azienda come brand manager e al lavoro su una linea di etichette tutta sua. Per me il concetto di inclusione parte dal trasferimento della cultura aziendale. Nella pratica, quando ad esempio si presenta un problema, cerchiamo soluzioni tutti insieme, con una sorta di ‘gara delle idee’, rispondendo alla domanda: cosa faresti tu? I dipendenti non devono assumersi il rischio d’impresa, ovviamente; ma possono essere più coinvolti nell’intero processo aziendale condividendo le loro idee. Nessuno si deve sentire a disagio provando a offrire soluzioni, anzi; ci deve essere anche una ricompensa per le proposte migliori². E ovviamente si parla anche di sostenibilità in senso tradizionale: Siamo un’azienda certificata, abbiamo terreni e vigneti biologici. La responsabilità di un leader è anche quella di pensare al futuro. Ma vorrei ampliare qui il concetto di sostenibilità, per come la vedo io. L’azienda deve essere un ecosistema sostenibile a livello ambientale, ma anche finanziario e patrimoniale. Deve essere sana sotto tutti gli aspetti. Compito di un leader è gestire al meglio gli asset ed evitare il più possibile gli sprechi, in tutti i sensi.

    La gara delle idee che Marina Cvetic organizza in azienda rientra tra le modalità per motivare i team di lavoro. Meglio: per far emergere dalle persone la loro forza interna. Perché, chiariscono gli ultimi studi su leadership e motivazione, quest’ultima non va data, va semplicemente fatta uscire allo scoperto: La domanda ’come fa un manager a motivare i dipendenti’ è mal posta. Implica che la motivazione è qualcosa che diamo a un’altra persona. È falso. La motivazione è una cosa che le persone hanno già. I dipendenti hanno insiti energia, idee, doni e talenti che meritano di essere condivisi con il mondo. Noi, come leader, dobbiamo semplicemente toglierci di mezzo e creare uno spazio affinché energia, idee, doni e talenti prosperino. La domanda che ci dobbiamo fare non è ’Come motivo il mio team’ ma è: ’Come posso creare un ambiente affinché il mio team si motivi da solo?’³. Riecheggia Tim O’Reilly, fondatore e Ceo di Reilly Media: "In un certo senso, nella leadership, quello che dovresti cercare di fare è creare un contesto in cui gli altri possano

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