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La Nuova Vita Di Alexandra Small
La Nuova Vita Di Alexandra Small
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E-book360 pagine4 ore

La Nuova Vita Di Alexandra Small

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Info su questo ebook

Alexandra Small ha smesso di bere da più di sei anni. Ha tutto dalla
vita. Ma poi, un giorno, qualcuno decide, per vendicarsi di qualcosa che
lei non ricorda, di rendere pubblici eventi del suo passato dimenticati.
E di distruggere il suo presente. Dall'autore bestseller della riuscita
commedia romantica The Armchair Bride, arriva ”La nuova vita di
Alexandra Small”. Una storia su una vita che cade a pezzi e sulla
determinazione a ripartire da zero.

Allie sta vivendo il periodo più felice della sua vita. Ma,
improvvisamente, il suo mondo perfetto comincia a sgretolarsi. E dal
passato ricompaiono vecchie storie dimenticate. C’è qualcuno che sembra
determinato a vendicarsi di qualcosa che lei non riesce a ricordare.
Riuscirà Alexandra a ricostruire la sua vita prima che qualcuno gliela
distrugga per sempre? E se per farlo dovesse accettare di trascorrere
tre settimane con la regina della TV pomeridiana del sabato Megan
Macmillan nel caldo di un vecchio capannone, partecipando a un insulso
reality e, financo, sopportando fastidiose irrigazioni del colon? In
questo romanzo, a tratti divertente e a tratti amaro, Mo Fanning
affronta le difficoltà e le disavventure del lavoro e dell'amore,
situazioni che metteranno alla prova Alexandra Small e a nudo la nostra
vera natura.
LinguaItaliano
EditoreTektime
Data di uscita17 ott 2022
ISBN9788835445067
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    Anteprima del libro

    La Nuova Vita Di Alexandra Small - Mo Fanning

    1

    Megan Macmillan è la regina indiscussa del pomeriggio televisivo. L’amica di tutti. E stamattina, fra consigli su come fare un pranzo spendendo pochi soldi e la presentazione di un uomo con dodici dita dei piedi, tutta la sua attenzione sarà concentrata su di me. Uno spiraglio di luce nella più buia delle mattine. Oggi, però, la tre volte vincitrice del TV Guide Award è in preda a una rabbia furibonda.

    Qualche idiota ha lasciato la porta aperta? urla mentre riserva occhiate di fuoco a ogni membro della troupe.

    Sprofondato in un divano di pelle color beige c’è suo marito Clive, con la sua abbronzatura permanente, che ridacchia e sogghigna, proprio come fa sullo schermo ogni volta che Megan si abbandona a una delle sue sfuriate. Con l’aiuto dei riflettori, e grazie agli sforzi congiunti di tre truccatori, dimostra la metà dei suoi anni. I suoi abiti sono scelti personalmente dal loro stilista gay - che Megan pensa abbia una cotta per Clive, visto che insiste tanto a vestirla di giallo, il colore che lei odia di più.

    Allora?, dice battendo i piedi. La star di questo spettacolo deve morire di polmonite prima che qualcuno la prenda sul serio? Qui dentro fa un freddo del cazzo.

    Clive tira fuori il suo tipico atteggiamento da pacificatore, si avvicina e mi sussurra all’orecchio: Perdona mia moglie, non so proprio da dove prenda queste espressioni così colorite.

    Le sue mani grassocce e piene di macchie accarezzano il mio ginocchio.

    Dove diavolo è Simon? dice Megan cercando nei dintorni il suo produttore. Chi è che comanda qui?

    Mettetevi al riparo, mormora Clive. Da un momento all’altro il povero Simon dovrà informarla che ha fatto l’ultima fascia con un pezzo di insalata incastrata tra gli incisivi. Non sarà una bella cosa.

    Mi sposto velocemente lungo il divano prima che lui punti di nuovo dritto al mio ginocchio.

    La giornata è già iniziata da un pezzo. Una macchina era venuta a prendermi alle cinque di mattina. Il conducente aveva trascorso tutto il percorso da Brighton a Londra facendomi il terzo grado su Jed, mio marito calciatore. Si era rivelato essere un tifoso del Brighton and Hove Albion. Lo sono quasi tutti da queste parti.

    Saturday with Megan e Clive è lungi dall’essere un ambiente lavorativo felice. Sposati da tanto tempo, i due hanno spadroneggiato per anni in televisione mescolando, in maniera un po’ pacchiana, ricette, consigli su come truccarsi, esercizi su come perdere di peso e storie strappalacrime. Appena lasciata la sedia del trucco, ebbi subito un’idea dell’atmosfera.

    Durante una prima interruzione per le notizie era scoppiata una discussione, con Clive che accusava sua moglie di flirtare con un tizio di una boy band ospite. Quando il batterista, infatti, si era sollevato la camicia per mostrare i suoi addominali, lei aveva accarezzato i bicipiti scolpiti e si era sventolata con la scaletta del programma in segno di apprezzamento.

    Lo scontro verbale era terminato con Megan che chiamava Clive cazzettino. E con lui che rispondeva che lei era una triste, disperata puttanella. Poi mi videro, e i sorrisi professionali ritornarono al loro posto, come le extension bionde alla moda di Megan. Clive si chinò per un bacio di benvenuto.

    Che grande piacere, disse, come se fossimo amici di lunga data. Da tempo volevamo che tornassi.

    Dubito. Il produttore Simon mi aveva chiamata nel tardo pomeriggio del giorno prima con la speranza che io fossi libera. Infatti, la celebrità di Hollywood che avevano ingaggiato era collassata nel bagno di un aeroporto, e un’ambulanza l’aveva portata d’urgenza in un centro di riabilitazione. Siccome una volta Simon aveva rimediato per me dei biglietti per Hamilton, non avrei potuto rifiutare la sua proposta. Mi aveva chiesto, quindi, se ero interessata a partecipare allo show, dal momento che giravano notizie su una convocazione di Jed nella nazionale inglese.

    Il direttore di studio ci richiama sul set mentre sta partendo la sigla musicale.

    Mi fa male alla pancia mangiare tutti questi dolci, mi confessa Megan sfoggiando tutti i soldi ben spesi con il dentista. Non posso proprio resistere alla cioccolata, è la mia bête noir.

    Bugia. Il fatto era che lei si rifiutava di prendere i rimasugli dai vassoi provenienti dalle cucine. Un cameriere le aveva agitato sotto il naso una fetta di torta Sacher e lei lo aveva gelato con lo sguardo come se avesse vomitato nel piatto.

    Alla nostra prossima ospite non manca proprio nulla, dice, e sta per essere catapultata ai vertici della WAG League … se il suo meraviglioso marito dovesse ottenere quel posto di cui tutti parlano. (N.d.T.: WAG è l’acronimo con cui vengono identificate le mogli e le fidanzate di sportivi famosi)

    La camera inquadra il mio viso e io faccio del mio meglio per sorridere.

    Alexandra Small, mi presenta Megan, "è passato troppo tempo dall’ultima volta che ti abbiamo avuta sul nostro divano."

    Prima che io cominci a parlare, subentra Clive. Come sta il vecchietto? Sta ancora dicendo all’arbitro che ha bisogno degli occhiali?

    Si sta allenando, dico. In preparazione per le partite del weekend.

    Quindi, vediamo. Sei giovane, indipendente e single. Wow… Magari posso invitarti a pranzo.

    Ma, ci sta provando? In diretta televisiva? Davanti a sua moglie?

    Megan interrompe. Dicci Allie, le voci su Jed sono vere? Il nostro pubblico sta morendo per saperlo.

    Primo, non sopporto quando la gente che non conosco bene mi chiama Allie. È un nome riservato ai miei amici più cari. Secondo, dubito che a coloro che guardano lo show di Megan e Clive importi qualcosa di Jed in nazionale.

    Top secret, dico. E mimo il segno delle labbra cucite.

    Megan sghignazza come se avessi appena detto la migliore battuta di tutti i tempi. Però non lo stai smentendo?

    La mano sudata di Clive prova a ritornare sul mio ginocchio. Andiamo Allie. Sarà il nostro piccolo segreto.

    Ammicca alla telecamera, e io faccio finta di niente.

    Come funziona tra le WAG? chiede Megan con la faccia seria. C’è una classifica con Coleen Rooney in cima?

    Veramente non la conosco, replico. Ci siamo incontrate, ma…

    Megan non ci sta. Coleen sarà preoccupata che tu le porti via la corona.

    La corona?

    Si rivolge alla telecamera invece che a me con un sorrisetto accondiscendente.

    Allie, lo so che non esiste una vera corona, dice scambiando un sorriso compiaciuto con Clive, "ma questa notizia deve metterti in lizza per diventare la nuova Regina delle WAG."

    Voglio morire. Odio che la mia vita sia definita come quella della moglie di un calciatore.

    Megan pretende una risposta. Vedo che ci sta pensando, e tocca il marito con un gomito.

    Non è così, la voce che mi esce dalla bocca non sembra neanche la mia. O almeno non credo. Tendo a non mischiarmi con le altre mogli.

    Il modo in cui scuote la testa mi suggerisce che non mi crede.

    Scommetto che tutte voi vi incontrate e confrontate gli articoli.

    Articoli su cosa?

    I suoi occhi si restringono e diventano di ghiaccio.

    Clive deve percepire quella freddezza, perché prende il controllo della situazione. Se Jed dovesse entrare in nazionale, come pensi di ricompensarlo?

    La sua mano fa un altro tentativo verso il mio ginocchio. Se mi sposto ancora un po’ lungo il divano per evitarlo rischio di ritrovarmi in braccio a Megan.

    Faremo una cenetta deliziosa da qualche parte, replico.

    Con champagne?

    Non bevo.

    Megan scatta. Tu hai avuto un serio problema, vero Allie? Sei una ex alcolista.

    Mi definisco ancora un’alcolista, rispondo, che sia pulita oppure no. Si tratta di una patologia. Non si dice riabilitato a una persona sulla sedia a rotelle.

    Il labbro superiore di Megan si increspa. Ti stai comparando a una persona disabile?

    Non potrei mai…

    "Perché tu puoi bere o non bere. Loro non possono decidere di camminare o non camminare."

    Non è quello che ho detto.

    Il direttore di studio gesticola per chiudere la questione e Clive sorride alla telecamera. Dopo l’interruzione, parleremo di arredare o distruggere. Ascolteremo da una donna chi sono coloro che sostengono che il suo sventurato maritino sia il peggior uomo tuttofare del mondo.

    Entra la sigla musicale e Megan balza in piedi e si dirige dall’altra parte dello studio, dileguandosi nella sala trucco.

    Grazie per essere venuta all’ultimo minuto, dice Clive.

    Fuori onda appare più composto e meno viscido. Con le luci a livello naturale, la sua faccia appare scura come il catrame, i suoi jeans troppo stretti, e la sua camicia bianca indossata alla moda french-tuck fatica per rimanere abbottonata.

    Arriva qualcuno per staccare il microfono.

    Penso che Megan stia avendo una giornataccia. Clive si sposta più vicino. Non prende niente a cuore.

    Mi sposto lungo il divano e alzo le mani. Non c’è problema. Capisco.

    Dovremmo pranzare insieme prima o poi. Solo noi due.

    Mi blocco.

    Clive, tesoro, dice Simon il produttore. Abbiamo bisogno di te nell’angolo cucina per il prossimo servizio.

    Il mio telefono squilla. È Jed per ricordarmi che dobbiamo incontrarci all’una per un caffè.

    Oggi è come se fosse un anniversario.

    Da un anno esatto stiamo vedendo una ginecologa specialista in fertilità in una elegante clinica di Londra.

    2

    La dottoressa Olivia accarezza la massa di capelli biondi con le sue unghie rosa chiaro ben curate, mentre io sto stringendo ansiosamente la mano di mio marito in attesa di un responso.

    Non sarà per questo mese, Alexandra, dice con un velo di tristezza.

    Le spalle di Jed si piegano in avanti. I dubbi cominciano ad aleggiare tra di noi.

    Sei sicura? rispondo. Perché ho un ritardo. Di almeno due settimane. E la app Period Tracker dice…

    Lei alza una mano per segnalarmi di smettere di parlare. Pensavo fossimo d’accordo che è uno strumento inaffidabile.

    Non eravamo d’accordo. Olivia aveva detto che erano inattendibili e io avevo solo annuito.

    Ne abbiamo discusso, Allie. Lei mi parla sempre come fanno gli adulti con i bambini lenti a capire. Il ciclo di una donna cambia da mese a mese in base allo stress e agli sbalzi ormonali.

    Io non sono stressata, dico con una voce che indica invece il contrario.

    Olivia rivolge uno sguardo a Jed e scrive qualcosa nella nostra cartella. Forse una ricetta per un sedativo leggero.

    Hai scaricato il mio podcast? domanda. "Molte delle mie interlocutrici lo definiscono rivoluzionario." La dottoressa Olivia si rifiuta di chiamarci pazienti o addirittura clienti. Per lei noi siamo delle interlocutrici. Su di me questo fa lo stesso effetto di una sentenza pronunciata da un giudice della corte suprema scontroso in una giornata in cui è particolarmente nervoso.

    Ho scaricato la serie completa. Faccio il gesto del pollice verso l’alto per esprimere approvazione. Non ha bisogno di sapere che, invece, l’ho cancellata perché il mio telefono stava esaurendo lo spazio di archiviazione.

    Olivia annuisce. E che mi dici della dieta?

    Troppa verza.

    Nell’ultima settimana in cui ero da sola, ho preparato una zuppa di verza, frittelle di verza e un frullato allo yogurt di verza. E ne ho anche buttata un po’, di verza.

    Si rivolge a Jed.

    Almeno il problema non è col tuo sperma. Molto di rado si vede una quantità così impressionante. Lo dice in maniera quasi compiaciuta.

    Ho iniziato a fare meditazione, dico, determinata a segnare almeno un punto a mio favore.

    Lei sospira e arriccia il naso. E per quanto tempo?

    Un’ora. Istantaneamente convengo che non sembra molto, per cui aggiungo velocemente che lo faccio ogni mattina. Non è così.

    Olivia inclina la testa da un lato e scambia con mio marito un breve sorriso.

    "Mi sembra un buon inizio, Alexandra, ma per ottenere un reale beneficio hai bisogno di fare meditazione per due ore, tre volte al giorno."

    Olivia ritiene che le sue clienti abbiano così tanto spazio nella loro vita per poter meditare, fare yoga, creare insalate superfood e girare per negozi di alimenti organici, dopo una lavanda vaginale con un mazzo di margherite umide. Sei ore di meditazione? Ha voglia di scherzare?

    Digita sulla tastiera.

    Hai un lavoro, giusto? La domanda sembra quasi un rimprovero. Ricordami di che si tratta.

    Detesto quando mi viene chiesto del mio lavoro. Nessuno capisce davvero quello che faccio. A volte taglio corto dicendo che manipolo i fatti. Altre volte, sostengo di essere specializzata in gestione della reputazione. Per farla breve, ciò che faccio realmente è spalare merda. Se una persona famosa - ed è quasi sempre un uomo - viene beccata a letto con qualcuno che non sia la propria moglie/fidanzata/compagna, io mi attivo e ridimensiono quegli avvenimenti da sordidi in qualcosa di più brillante e moralmente sano. Proprio il mese scorso, ho convinto il Daily Star che Tanisha di Love Island era stata vista sgattaiolare fuori dall’appartamento di Knightsbridge della rivale Patti alle sei di mattina, senza trucco e con i capelli arruffati, non perché erano amanti clandestine che avevano trascorso insieme la notte dopo essersi sbronzate, ma perché quella coppia premurosa aveva trascorso la notte a parlare con un amico drogato disperato.

    Sono una PR manager per un’agenzia di Brighton.

    Mi guadagno un gentile cenno del capo da parte sua. Ah certo, credo che Jed me l’abbia detto.

    Dentro di me conto fino a dieci. E poi fino a venti. Come mai Olivia ha delle chiacchierate private con mio marito? E poi, quando trovano il tempo? Le giornate di Jed sono strapiene. Addirittura, per fare l’amore dobbiamo programmarlo confrontando le nostre agende. Bella maniera di mettere su famiglia.

    Allie passa troppo tempo in ufficio, sentenzia Jed. Noi non abbiamo bisogno di soldi. Per cui, abbiamo convenuto che quando arriverà il bambino lei si prenderà un anno di pausa.

    L’argomento, in effetti, era saltato fuori in una occasione. Ma aveva parlato solo Jed, mentre io sedevo in silenzio sperando che fosse una delle sue solite cose passeggere. Come la volta che volle diventare DJ, e adesso i suoi costosi giradischi accumulano polvere nella nostra stanza degli ospiti. Si rivelarono utili solo quando, per riparare il mio arricciacapelli, ne avevo prelevato un fusibile. Comunque, non è che io non voglia un bambino. Non solo lo voglio, ma sono quasi sicura di poter essere la miglior mamma possibile. Sicuramente, posso farlo meglio di mia madre. Ma anche dei lupi rabbiosi farebbero un lavoro migliore di lei. Il fatto è che non è il momento giusto. Sono la prima candidata per una grande promozione. E chiedere un congedo per maternità non gioverebbe alla mia carriera.

    Ricordami, abbiamo già parlato degli integratori? dice Olivia riordinando le carte sulla scrivania.

    Potrei scrivere un libro di ricette sull’acido folico, replico, mentre lei scambia un altro sguardo intimo con Jed.

    L’acido folico viene dopo, Alexandra. L’inositolo fa meraviglie per la sindrome ovarica policistica.

    Ma io non ce l’ho.

    Olivia corruga la fronte e sfoglia tra i nostri appunti.

    Non importa, dice sbrigativamente. L’inositolo è un elemento fondamentale per avere una gravidanza che vada a buon fine. Te lo segno. Puoi comprare le compresse direttamente sul sito web.

    Non dirglielo, ridacchia Jed. Allie è una fanatica degli acquisti online. Ci farà andare in bancarotta.

    Il mio telefono squilla. Mi aspetto sia la giornalista che è venuta mercoledì nel nostro appartamento.

    Diciamo che ci siamo subito detestate. Freya Hopkins ci ha messo un attimo a farmelo capire, e il sentimento è diventato subito reciproco. Si era subito comportata come se stesse a casa sua, stravaccandosi su una poltrona e scrutandomi da dietro dei piccoli occhiali rotondi. Emetteva versi di disapprovazione ogni volta che imbastivo risposte alle sue domande aggressive.

    Tipo se avessi sposato Jed per la carriera.

    La notorietà per associazione con lui non mi creava alcun pregiudizio. Perché qualcuno avrebbe dovuto prendermi sul serio?

    Una volta che se n’era andata a bordo di un Uber, non senza essersi era fatta fuori un’intera confezione di costosi biscotti al limone, andai a cercare notizie su di lei sul web. L’unico vero momento di gloria di Freya era stato un libro ruffiano su Boris Johnson.

    Non mi è mai venuto in mente di chiedere il mio assenso prima della pubblicazione di una foto. Nel mio lavoro ricevo continuamente richieste del genere, generalmente da nullità. Ma se anche dovessero hackerarmi il telefono, a chi vuoi che interessino le fotografie di un preoccupante neo sulla coscia inviate al mio dermatologo? Non ho una reputazione da difendere.

    Ma a lei sì, lo chiesi.

    Assenso? si era lamentata Freya, nonostante la linea telefonica crepitante. Il mio editore è a Barcellona.

    Allora non se ne fa niente, avevo risposto seccata.

    Mi fece attendere al telefono per un sacco di tempo, prima di dirmi che l’editore era d’accordo. Ma solo per questa volta.

    Il mio cellulare squilla di nuovo. Mi obbligo a vedere chi mi sta chiamando. È Sam, il mio capo.

    Olivia scuote la testa. Allie, conosci le regole. I cellulari disturbano le apparecchiature mediche costose.

    Spegnilo tesoro, non essere scortese, dice Jed.

    Sapere che Sam vuole parlarmi fa passare automaticamente il mio cervello in modalità lavoro. Sam si aspetta che chiunque speri in una promozione sia reperibile 24 ore al giorno. Non esiste il concetto di fuori orario. E, di sicuro, nemmeno quello del fine settimana.

    Ho bisogno di usare il bagno, dico, tirando indietro la mia sedia.

    "Adesso? Jed sembra incazzato. Ci sei già andata."

    Ti ho detto che devo pisciare di nuovo.

    Stringe gli occhi. Promettimi che non chiamerai quel coglione.

    Quale coglione?

    Sam Bell. Digli di andare a farsi fottere, è sabato.

    Tre anni fa, alla festa aziendale di Natale, Sam era ubriaco fradicio di Prosecco e gettò un braccio sulla mia spalla chiamandomi la sua moglie sul lavoro. Jed ci rise sopra, ma le sue dita stringevano forte le mie. Nel taxi di ritorno a casa, la storia prese una brutta piega in quanto lui cominciò a inveire e a delirare che il tizio era un porco e che avrei dovuto trovarmi un altro lavoro.

    * * *

    Appena la porta del bagno si chiude dolcemente, mi appoggio alla fila di lavandini. La clinica di Olivia sembra un hotel a cinque stelle, con i pavimenti di marmo nero e arredi eleganti. Asciugamani bianchi giacciono ripiegati vicino a una cesta di saponette Diptyque.

    Non c’è segnale telefonico.

    Sam deve parlarmi. Non tollererà mai che io sparisca dalla circolazione. Di sabato.

    Valuto la possibilità di sgattaiolare fuori, ma poi l’unico modo per rientrare è attraverso un citofono collegato con la scrivania di Olivia.

    Mi esce un urlo di gioia quando vedo una singola tacca di ricezione sul telefono, che diventano due quando mi arrampico sulla tavoletta del water.

    Sam risponde al primo squillo.

    Alexandra, dice prima che io cominci a parlare. Sto impazzendo, Bob Carter vuole un faccia a faccia lunedì.

    Lo stomaco mi si chiude. Bob è stato il primo grande cliente che ho portato alla Bells & Whistles. Un sottosegretario del governo in rapidissima ascesa e destinato a cariche più alte. Porta tanti soldi, ma anche rischi. L’armadio di Bob contiene più scheletri del museo di storia naturale, e lui non è un campione di discrezione.

    Ha fatto qualche cenno sul perché? domando.

    Ho fatto una ricerca online. Per una volta non c’è nessun amante ripudiato che comincia a cantare per ricavarci qualcosa. A meno che lui non sia quel parlamentare misterioso che ha messo incinta una spogliarellista.

    Malgrado tutto, mi scappa una risata. "A meno che Bob non abbia cambiato i suoi orientamenti sessuali, lei non è un nostro problema."

    "Noi facciamo affidamento sui soldi di Carter, dice. Percepisco nella sua voce un senso di allarme. Dopo il coronavirus, stiamo vivendo alla giornata. Il tizio ha cancellato la sua partita a golf. Non l’avrebbe fatto senza una buona ragione."

    Un milione di domande si materializzano nella mia testa, ma una interferenza chiude la chiamata.

    * * *

    Ritornata nello studio, vedo la dottoressa Olivia che sta mostrando qualcosa a Jed sul suo computer. Lui sta dietro la sedia di lei, con una mano poggiata sulla sua spalla.

    Cosa guardate? domando, e loro si separano.

    Niente. Jed arrossisce. Un gatto… che sta suonando il pianoforte.

    Olivia fa cenno di sedermi. Splendide notizie, Allie. Ho organizzato un incontro con il miglior psicologo specializzato in tecniche di rilassamento del paese.

    Un esperto in tecniche di rilassamento? dico e guardo Jed. Questa non l’avevo mai sentita.

    Ridono come le mamme quando i figli chiedono perché il papà dorme nello sgabuzzino.

    Lo incontrerete lunedì, ci comunica.

    Mi si attorcigliano le budella. Lunedì non è possibile, ho una riunione importante.

    Non potrebbe l’entusiasmante mondo dei PR fare a meno di te per un’ora?

    Abbasso gli occhi. Ci proverò.

    Tesoro. Le dita di Jed cercano le mie.

    Olivia si alza e si dirige verso la porta. Lascio che il tuo meraviglioso marito faccia due più due.

    Una volta soli, lui si sistema meglio sulla sedia.

    Non dire di no senza avermi ascoltato, mi dice. "Sinceramente, non sono nemmeno convinto al cento per cento dell’idea, però non si sa mai… e se questo esperto di rilassamento si rivelasse un fiasco, e tu non dovessi comunque rimanere incinta? Voglio dire, Livvy ha detto che non sono io il problema."

    Annuisco. Già, non col tuo sperma supersonico.

    Ricordi Ryan? Giocava a centrocampo.

    Per me i compagni di squadra di Jed del presente e del passato sono tutti uguali. Dovrei?

    Ha appena avuto due gemelli. Un maschio e una femminuccia. Ci stavano provando da anni.

    Non riesco ad ascoltare il resto della storia perché nel frattempo è tornata Olivia.

    Siete fortunati. Il signor Dawson può inserirvi oggi.

    Chi è il signor Dawson?

    Jed non ha avuto ancora occasione di dirtelo? Simon Dawson è a capo della nostra unità di maternità surrogata.

    Un flebile grido si materializza fra le mie orecchie Volete che io permetta che un’altra donna porti il mio bambino?

    C’è più di questo, Allie. Non sarà una donna qualsiasi. Puoi decidere chi sarà la donatrice dell’utero.

    Sono sicura che lei pronunci quelle parole con lo scopo di addolcire la situazione, ma un fremito di rabbia mi assale.

    Ma non siamo mica su Amazon. La mia voce risuona gonfia e cruda. Che facciamo, scegliamo con un clic e poi aspettiamo nove mesi per la consegna Prime?

    Olivia inarca le sopracciglia. "La surrogazione non funziona così."

    Mi mordo un labbro. Se non ce ne andiamo presto, potrei dire cose di cui pentirmi. La cosa migliore sarebbe mantenersi composta, stare a testa alta, accettare comunque gli opuscoli che lei vuole che io legga e promettere di prendere seriamente in considerazione quella sua ridicola idea.

    Oppure… insomma… l’esatto opposto di tutto ciò.

    Abbiamo una prenotazione per pranzo, dico, decisa a mostrarmi superiore. Grazie per essere stata così gentile nel concederci il tuo tempo.

    Jed mormora delle scuse e propone un altro appuntamento.

    Io giro sui miei tacchi.

    Dimenticatevelo, replico. Non ci sarà un altro appuntamento. Ho chiuso con le vostre stronzate. Potete ficcarvi la vostra surrogazione dritta su per il culo.

    Tanto perché volevo essere superiore.

    Una volta fuori, mi siedo su un muretto e

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