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Milionario al lavoro: L'Assistente del Capo, #14
Milionario al lavoro: L'Assistente del Capo, #14
Milionario al lavoro: L'Assistente del Capo, #14
E-book212 pagine2 ore

Milionario al lavoro: L'Assistente del Capo, #14

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Info su questo ebook

"Tu eri tutto quello che volevo..."

Dopo aver ritrovato e riabbracciato Markie, Jamie ed Alex credevano che i problemi fossero finiti. L'incubo in cui erano precipitati quando il bambino era sparito sembrava essersi concluso con il ritorno a casa del piccolo sano e salvo, ma si ripresenta in tutto il suo orrore con la scoperta dell'identità del rapitore. La madre di Jamie.

La sconvolgente scoperta porta con sé delle domande e molto dolore. Un dolore alimentato anche dall'atteggiamento scostante di Alex che mette Jamie a dura prova con i suoi continui 'Te l'avevo detto'.

Come se non bastasse, Alex non ha alcuna intenzione di scusarsi con Christine per averla accusata del rapimento di Markie davanti a Paul, il marito. Di conseguenza, quest'ultimo, uno dei collaboratori più fidati di Alex, decide di dimettersi dalla Reid Enterprises.

Jamie vorrebbe soltanto che Alex ammettesse i suoi errori. Lo sconvolgimento per la sparizione del bambino potrebbe avergli fatto dire cose che non pensava davvero.

Alex, però, non ha alcuna intenzione di scusarsi e la sua ostinazione ha delle ripercussioni sul matrimonio. Christine, inoltre, non parla con Jamie e fatica ad accettare che la madre sia finita dietro le sbarre.

Jamie ed Alex riusciranno a superare la crisi peggiore che la loro relazione abbia mai avuto o il peso degli ultimi eventi finirà per schiacciarli?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita30 apr 2021
ISBN9781071598696
Milionario al lavoro: L'Assistente del Capo, #14
Autore

Lexy Timms

"Love should be something that lasts forever, not is lost forever."  Visit USA TODAY BESTSELLING AUTHOR, LEXY TIMMS https://www.facebook.com/SavingForever *Please feel free to connect with me and share your comments. I love connecting with my readers.* Sign up for news and updates and freebies - I like spoiling my readers! http://eepurl.com/9i0vD website: www.lexytimms.com Dealing in Antique Jewelry and hanging out with her awesome hubby and three kids, Lexy Timms loves writing in her free time.  MANAGING THE BOSSES is a bestselling 10-part series dipping into the lives of Alex Reid and Jamie Connors. Can a secretary really fall for her billionaire boss?

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    Anteprima del libro

    Milionario al lavoro - Lexy Timms

    Capitolo 1

    La situazione era ancora caotica ed Alex faticava a riprendersi. Gli ultimi giorni erano stati particolarmente difficili, con la scomparsa di Markie, e lui aveva fatto di tutto per mostrarsi forte, per non perdere la testa e restare accanto a Jamie.

    Che altro avrebbe potuto fare? La moglie aveva bisogno di lui. In più, non era avvezzo ad esternare i propri sentimenti. Si era detto che doveva fare l’uomo e non mostrare alcuna debolezza. Stupidaggini. Si schernì mentalmente per quel pensiero sciocco.

    Se entrambi fossero crollati, però, la situazione sarebbe precipitata definitivamente.  Alex avrebbe potuto affrontare il trauma in un secondo momento, dopo il ritorno a casa di Markie, quando Jamie fosse stata meglio.

    La verità era che si sentiva sull’orlo di una crisi di nervi. Non aveva idea di quanto avrebbe potuto fingere ancora, mantenendo un atteggiamento equilibrato. Il rapimento di Markie l’aveva segnato più profondamente di qualsiasi altra cosa in tutta la sua vita.

    In passato, c’erano stati problemi con la compagnia, in famiglia. I problemi c’erano sempre stati, ma niente si era avvicinato anche solo lontanamente alla sensazione che aveva provato quando il figlio era stato rapito.

    Era stato terribile, un dolore indescrivibile.

    Alex non si sentiva disposto al perdono. Sapeva di prendersela con le persone sbagliate, ma aveva finito da un bel po’ l’empatia e la comprensione e, se non fosse stato per il suo grande autocontrollo, avrebbe perso la testa da tempo. Era incredibile che riuscisse ad essere così civile.

    Per quanto si mostrasse forte, però, anche Alex aveva i suoi punti deboli.

    Odiava le stazioni di polizia, li considerava luoghi oscuri e disperati. Nessuno, mai, si recava in commissariato per qualcosa di positivo e, nonostante fossero lì per Markie, anche se avevano trovato il suo bambino, si sentiva come se le mura di quel posto gli si chiudessero addosso, come se i poliziotti potessero dargli soltanto cattive notizie, come se qualcos’altro potesse andare storto da un momento all’altro.

    Il semplice fatto di trovarsi in quel posto lo rendeva incredibilmente ansioso. I telefoni che squillavano di continuo, i poliziotti che non smettevano di parlare, le lamentele dei criminali in attesa di essere registrati, tutto lo infastidiva terribilmente. Sentiva caldo, sudava, avrebbe soltanto voluto uscire subito da lì ed andarsene a casa.

    Prima, però, doveva scoprire cosa fosse successo ed assicurarsi che non si ripetesse mai più.

    Era l’unico motivo per cui non se n’era andato. Voleva delle risposte. Christine non aveva ancora proferito verbo, ma assalirla con le domande non era stata una priorità. Jamie ed Alex si erano concentrati su Markie. Avevano voluto accertarsi che stesse bene e che fosse davvero tornato da loro.

    Avevano dovuto verificare che l’incubo fosse finito.

    Alex teneva Markie in braccio, non aveva alcuna intenzione di lasciarlo. Jamie gli aveva proposto già due volte di prenderlo, ma lui non aveva accettato. Non era riuscito a tenerlo al sicuro quando era stato rapito, non avrebbe permesso mai più che succedesse una cosa simile. Non sapere dove fosse, con chi, l’aveva fatto sentire un fallimento.

    Tenere la famiglia al sicuro era suo compito e sentiva di aver fallito miseramente. Soprattuto quando Jamie aveva suggerito di uscire a cercarlo o di assumere un investigatore privato. Era stato proprio lui a dirle di lasciar fare alla polizia il proprio lavoro, quando avrebbe voluto soltanto correre come un pazzo per tutta la città, urlando il nome del figlio.

    Rifiutarsi di uscire a cercarlo gli era costato molto più di quanto avrebbe mai potuto immaginare.

    Ora non riusciva a smettere di pensarci. Continuava a chiedersi se non fosse stato un errore anche quello. Forse aveva preso la decisione sbagliata. Se avesse assunto un investigatore, quest’ultimo avrebbe indagato sulla famiglia di Jamie e, così, avrebbe trovato prima il bambino. Ormai, però non si poteva tornare indietro. Accusare la madre e la sorella di Jamie aveva già causato abbastanza problemi.

    Alex sapeva di non potersi incolpare per la scomparsa del figlio tanto quanto non poteva incolpare Christine che l’aveva riportato sano e salvo, ma questo non cambiava il modo in cui si sentiva.

    Dimmi che cosa è successo, Christine, le domandò, sforzandosi di mantenere un contegno.

    Alex restava sospettoso nonostante lei avesse riportato il bambino, passando, così, da eroina. Non sapeva se potesse fidarsi di lei perché ultimamente era stata fuori controllo,  era diventata una donna che non conosceva affatto.

    Christine gli sembrò confusa e stupita contemporaneamente. Aprì la bocca per parlare, ma non ne ebbe occasione perché fu interrotta dall’arrivo di Paul che si precipitò da lei. Era sicuramente sollevato di scoprire che stesse bene, non la vedeva e sentiva da un po’.

    Era sparita anche lei, motivo per cui Alex era ancora più sospettoso.

    Alex guardò Paul correre da Christine. Lei si voltò verso il marito con un’espressione indecifrabile, ma lui non sembrò curarsene. Non le chiese spiegazioni. L’abbracciò soltanto, nascondendo la testa tra i capelli di lei e sospirando per il sollievo.

    Sono felice che tu stia bene, le disse.

    Come se si trattasse della sicurezza di lei, in quella situazione.

    Per quanto volesse delle risposte, Alex concesse un momento alla coppia. Sapeva che Paul era stato molto preoccupato, lei l’aveva lasciato all’oscuro di tutto per troppo tempo. Inoltre, Alex si sentiva molto in colpa per essersi allontanato da Paul. Il minimo che potesse fare, era concedergli un momento con la moglie prima di iniziare a tartassarla di domande.

    Non avrebbe lasciato correre, questo era sicuro. Aveva delle domande, doveva sapere cosa fosse successo.

    Jamie lo guardò emozionata. La tensione che li circondava era palpabile nonostante il sollievo e la gioia per aver ritrovato il bambino. Erano state dette molte cose. C’erano troppe questioni irrisolte, ma le avrebbero affrontate in un altro momento. Alex ne era certo.

    Quando Paul e Christine si separarono, Alex inspirò a fondo e ritentò.

    Christine, le disse con tono di voce molto più misurato rispetto a poco prima, che cosa è successo? Perché sei qui? Perché Markie era con te?

    Voleva che lei gli dicesse cosa fosse successo e come avesse trovato il bambino. Aveva bisogno di saperlo.

    Sembrò che lei volesse dire qualcosa, di nuovo, ma Paul la strinse a sé, proteggendola con il corpo e fissando Alex.

    Non ti basta sapere che non ha niente a che fare con il rapimento di Mark? Gli chiese. Devi incolparla per forza?

    Vorrei soltanto sapere cos’è successo, gli spiegò.

    Strinse i denti, sforzandosi di mantenere la calma. Paul aveva i suoi motivi per essere arrabbiato, ma Alex, dal canto suo, stava cercando di proteggere la sua famiglia. Forse aveva usato il tono sbagliato, ma aveva il diritto di sapere.

    Ti dico io cos’è successo, ribatté Paul. Christine non è in manette. Non devi sapere altro. Lascia stare mia moglie.

    Christine sembrava davvero stupita e si girò a guardare il marito, mettendogli una mano sul petto.

    Amore, Alex e Jamie hanno appena avuto un’esperienza traumatica. Usò un tono di voce pacato per provare a calmare le acque, ma non ottenne l’effetto sperato.

    Sai che Alex ha pensato che avessi rapito tu Markie? Le chiese il marito.

    Lei annuì. Jamie me l’ha detto, ma lo capisco. Erano sotto shock per la scomparsa del figlio. Ognuno reagisce in maniera differente in situazioni così complicate.

    Paul fece una risata sarcastica. Non è possibile, non riesco a credere che tu lo stia difendendo. Alex non si merita la tua comprensione, non dopo quello che ha fatto.

    Guardò Alex, di nuovo, che spostò il bambino da un fianco all’altro. Come se avvertisse la tensione, Markie iniziò a lamentarsi. Jamie si offrì di prenderlo ed Alex, finalmente, la lasciò fare. La mamma lo tranquillizzò, parlandogli dolcemente, ed Alex poté concentrarsi nuovamente su Christine e Paul.

    Capiva benissimo la rabbia di Paul. Se si fossero trovati a parti invertite, anche lui sarebbe stato furioso. Forse prendersela con Christine non era stata la mossa giusta, soprattutto perché era stata proprio lei a riportare loro il bambino, ma le azioni della cognata, nelle ultime due settimane, erano state quantomeno discutibili. Sembrava essere ripiombata nelle vecchie, cattive, abitudini, con le offese, i segreti e l’intrattabilità.

    Se si considerava anche il rapporto passato tra lei e Jamie, e le follie della loro famiglia, le accuse che le aveva rivolto non erano del tutto infondate.

    Alex non voleva ammetterlo, ma anche l’orgoglio aveva giocato una parte, seppur piccola, nella questione. Quando Paul l’aveva affrontato nel soggiorno di casa, accusandolo di aver sparso la voce che Christine avesse rapito Markie, Alex non l’aveva presa molto bene. Non aveva idea di chi avesse diffuso quel pettegolezzo, ma di certo non era stato lui. Era stato troppo occupato a ritrovare il figlio per pensare ad altro.

    Probabilmente era pentito per qualcosa che aveva detto, ma in quel momento non avrebbe ammesso di aver sbagliato. Forse stava sbagliando ancora e scusarsi sarebbe stato più opportuno, ma non era pronto a farlo.

    Ammetteva la possibilità di aver sbagliato completamente su Christine. Lei stessa stava provando a calmare il marito, visibilmente in collera. Nonostante avesse attraversato un periodo difficile, probabilmente dovuto a dei problemi di fertilità, era chiaro che Christine non fosse più quella di una volta.

    Si era allontanata dalla persona che era stata, era cambiata.

    Non era sconvolta come Alex si aspettava che fosse, anche se era stata accusata ingiustamente. Quella consapevolezza lo fece sentire ancora più in colpa. Per un attimo, pensò di scusarsi e ritrattare tutto ciò che aveva detto, ma Paul intervenne prima che riuscisse a farlo.

    Ha detto che sei pazza, Paul disse alla moglie. Aveva una fierezza inedita, sul volto, ed era molto più energico del solito. Ha detto che saresti stata capace di rapire Markie soltanto per fare del male a Jamie.

    Christine si accigliò con il marito, poi si voltò lentamente verso Alex. È vero? L’hai detto? Era visibilmente ferita ed Alex si sentì ancora peggio.

    Jamie, consapevole della tensione crescente tra Alex, Paul e Christine, si avvicinò. Fino ad allora si era dedicata a Markie, tranquillizzandolo e stando un po’ insieme a lui dopo due giorni di lontananza. Adesso, però, era pronta ad intervenire per allentare la tensione e calmare gli animi.

    Forse dovremmo parlarne con calma. Penso che ci sia stato un fraintendimento, disse.

    Paul fece un verso derisorio. Io non penso. Alex è il grande uomo d’affari che riuscirebbe a vendere ghiaccio agli eschimesi. Sa perfettamente cosa dice, sempre. Non credo che proprio in questo caso, all’improvviso, non abbia dato peso alle sue parole.

    Alex guardò Jamie e Paul, capendo che, qualsiasi cosa avesse detto la moglie, non avrebbe fatto la differenza. Paul era furioso. Quando guardò Christine, si rese conto che anche lei era molto arrabbiata. Lo shock e la sorpresa erano stati sostituiti dalla rabbia. Era ferita, anche. Il dolore, spesso, alimentava la rabbia più di qualsiasi altra cosa.

    Prima che qualcuno aggiungesse altro, Alex capì che la situazione non si sarebbe risolta tanto facilmente.

    Capitolo 2

    Alex non aveva alcuna intenzione di rimangiarsi ciò che aveva detto. Avrebbe dovuto scusarsi ed invece si rifiutava di fare la cosa giusta.

    Jamie si sentiva frustrata. Perché lui non riusciva ad ammettere di aver commesso un errore, di essersi lasciato sopraffare ed aver detto qualcosa che non pensava davvero? Succedeva a tutti, di tanto in tanto. Delle scuse sarebbero bastate.

    Jamie sapeva che, nel profondo, lui si sentiva in colpa. Era sicura che gli dispiacesse per ciò che aveva detto. Se non fosse stato così, allora lui non sarebbe stato l’uomo che Jamie pensava che fosse. Lei lo conosceva troppo bene.

    Era un uomo incredibile.

    Alex, però, sembrava irremovibile. In parte dipendeva sicuramente dall’orgoglio e, per quanto si sforzasse di ricordare a se stessa il grande stress a cui lui era stato sottoposto quando aveva detto quelle parole, Jamie non riusciva a capire perché adesso non stesse provando a migliorare la situazione.

    Scusarsi non avrebbe dovuto essere tanto difficile, giusto? Forse lei era più brava a scusarsi di lui?

    Di sicuro, Alex aveva visto quanto Christine fosse rimasta male per le insinuazioni che aveva fatto su di lei a Paul.

    Non sarebbe stato neanche necessario. Paul si era arrabbiato molto ed aveva difeso la sua donna. Lui stesso non aveva idea di dove fosse stata la moglie o di cosa fosse successo, era all’oscuro tanto quanto Jamie ed Alex.

    Nonostante questo, l’aveva difesa.

    Christine, dal canto suo, si era fidata di lui, delle parole che le aveva detto. Era il marito.

    Era triste che Paul stesse dicendo esattamente la verità. Alex l’aveva fatto, aveva insinuato che Christine potesse fare del male alla sorella volontariamente.

    È incredibile che tu possa pensare una cosa del genere! Urlò Christine, furiosa. So di essere stata crudele in passato, Alex, ma non avrei fatto una cosa come questa neanche nei miei momenti peggiori.

    Era una furia, aveva il viso pallido, lo sguardo rabbioso, e Jamie riusciva a vedere con quale sforzo stesse trattenendo tutto ciò che avrebbe voluto dire ad Alex. Aveva le mani chiuse a pugno, sembrava quasi pronta a colpirlo. Esattamente come Paul poco prima.

    Christine, iniziò Alex, ma lei non lo lasciò continuare.

    "No, Alex. Jamie è mia sorella. Sorella. Non le porterei mai via uno dei figli. Perché dovrei? Per non parlare di quanto sarebbe crudele."

    Alex sospirò e non continuò.

    Jamie guardò Paul. Era in silenzio anche lui. Non che ci fosse bisogno di parole. Il modo in cui guardava Alex era più che eloquente, la diceva lunga sulla rabbia che provava. Jamie poteva soltanto immaginare cosa sarebbe stato capace di dire, se avesse parlato. Paul non era un tipo aggressivo, di solito parlava a voce bassa e, in generale, si comportava da gentiluomo. Jamie, però, pensava che, in quel momento, si stesse trattenendo per paura di dire qualcosa di definitivo ed irreparabile.

    Forse Alex avrebbe dovuto fare lo stesso, poco prima. Se avesse pensato alle conseguenze

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