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Gli ultimi uomini
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E-book279 pagine4 ore

Gli ultimi uomini

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Info su questo ebook

Al sesto piano del palazzo della Boston Bank a Buenos Aires, in una piccola stanza dell'Ufficio Informazioni degli Stati Uniti d'America, il segretario Richard Braddy e il maggiore Harry Hogarth stanno ragionando su come ottenere una bottiglia di "Cavallino Bianco" autentico quando la loro vita viene stravolta dall'arrivo della giovane Madga Ziska, bellissima quanto misteriosa. È l'inizio di una storia dalle tinte noir sullo sfondo dell'Argentina di inizio Novecento, dove l'ambientazione esotica fa da cornice ad una storia intensa di complessi intrighi politici. -
LinguaItaliano
Data di uscita11 ago 2022
ISBN9788728309810
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    Anteprima del libro

    Gli ultimi uomini - Mario Mariani

    Gli ultimi uomini

    Immagine di copertina: Shutterstock

    Copyright © 1948, 2022 SAGA Egmont

    All rights reserved

    ISBN: 9788728309810

    1st ebook edition

    Format: EPUB 3.0

    No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    This work is republished as a historical document. It contains contemporary use of language.

    www.sagaegmont.com

    Saga is a subsidiary of Egmont. Egmont is Denmark’s largest media company and fully owned by the Egmont Foundation, which donates almost 13,4 million euros annually to children in difficult circumstances.

    CAPITOLO I

    Al sesto piano del palazzo della Boston Bank in Buenos Aires, soli in una piccola stanza dell’Ufficio Informazioni degli Stati Uniti, seduti vicino a una finestra aperta sulla Diagonal Norte, il segretario Richard Braddy e il maggiore Harry Hogarth chiacchieravano pacatamente ingegnandosi di venir a capo d’una bottiglia di « Cavallino Bianco » autentico.

    Mister Braddy, dopo aver riempito di nuovo il bicchiere al suo interlocutore, e servito ghiaccio e seltz, seguitò il discorso interrotto:

    — Sì, caro; si chiama o si fa chiamare Magda Ziska. Non dimenticate: Magda Ziska. I suoi documenti sono in perfetta regola. E, secondo i documenti, sarebbe nata a Praga nel 1920. E’ bellissima, d’una bellezza orientale, strana, impressionante; una di quelle donne che danno agli scapoli la febbre del matrimonio e ai mariti la febbre del divorzio. Così, di primo acchito, fa l’effetto di una « professional beauty », mantenuta d’un principe o d’un banchiere; che viaggi per snobismo o per isterismo. Ma non ha la falsa gaiezza delle presarie d’amore; è molto seria, un po’ malinconica e nient’affatto civetta. Si direbbe stanca della vita oppure oppressa da un dolore indigeribile. Non ride mai; sorride appena appena e sempre, nel suo sorriso, c’è una punta o d’ironia o di tristezza. Richiamò l’attenzione dell’« Intelligence » a Teheran, dove, senza che le si conoscesse un impiego qualunque, faceva la spola tra ufficiali russi e inglesi. Incominciammo a investigare e ci è riuscito abbastanza difficile saper qualcosa di preciso sul suo conto. A ogni modo quanto sappiamo ci basta. Suo padre è un buon ingegnere — Giovanni Ziska, ceco —; fu alto impiegato della Skoda fino al 1938; scappò in Russia una settimana prima dell’invasione tedesca portando con sè la sua unica figliola che aveva allora diciassette o diciotto anni. Ivi trovò immediatamente impiego in una fabbrica d’armi sovietica. Aveva già idee molto avanzate nel suo paese e sembra che in Russia sia diventato un fanatico del bolscevismo. Forse lo trattaron bene perchè ne avevan bisogno. Alla firma della resa incondizionata tedesca tornò a Praga fermandosi poche settimane da Bohr in Isvezia. Soprattutto odia gli inglesi e gli anglosassoni in genere; ci accusa di aver tradito, per codardia, la repubblica di Benes, nel ’38. Sostiene che se Inghilterra, Francia e Belgio avesser accettato la sfida prima di lasciar perire la Cecoslovacchia, Hitler sarebbe stato battuto in tre mesi e si sarebbe risparmiata al mondo una guerra di sei anni con tutte le sue carneficine e i suoi orrori; e con la miseria conseguente. Forse ha ragione, ma l’avrebbe di più se, queste cose, invece di gridarle nei caffè di Praga, le andasse a recitare a Londra sulla tomba di Neville Chamberlain o a cantare a Parigi sotto le finestre di Daladier.

    La piccola Magda, di cui ci occupiamo, frequentò l’università di Mosca e la scuola dei rivoluzionari professionali. Possiede due lauree: ingegneria e filosofia e lettere. Fu impiegata dell’Intourist e interprete del Polit Buro quando arrivavano le nostre missioni a Mosca.

    Di ritorno in patria si trattenne pochi giorni a Praga e proseguì per Parigi, traverso l’Austria e l’Italia, dove sostò tre mesi aggirandosi per le gallerie riaperte, le chiese e i monumenti. Parla di economia con la stessa disinvoltura e profondità di Keynes, ma naturalmente la sua filosofia ed economia seguon la falsariga del marxismo cucinato alla Stalin, che assomiglia al socialismo anche meno di quello che il cattolicesimo assomigli al cristianesimo. Dudley Smith di Harward sta scrivendo un saggio storico documentato sulla degenerazione degli ideali; e la parte più interessante è senza dubbio quella che studia come mai dalla « libertà integrale per tutti gli uomini » di Marx si sia arrivati in Russia a una tirannia terrorista, centralizzata e schiavista.

    Ma torniamo ai Ziska. II padre riorganizza fabbriche di tessuti a Praga e crediamo sia anche agente dei soviets; però agente volontario, per passione politica; quanto alla figlia ci sembra che sia stata sempre agente del Komintern, anche quando èra allo stato di crisalide prima di trasformarsi in Kominform. Parla il francese e l’inglese con tal correttezza, grammaticale e d’accento, che a Parigi e a Londra nessuno la giudica straniera. Il suo Quartier Generale è adesso Parigi, dove occupa uno studio in Montparnasse e recita la parte di pittrice; disegna del resto molto bene e ha illustrato libri di emigrati russi. La Sureté, Scotland Yard e noi la vigiliamo da vicino, ma siamo d’accordo di lasciare che lavori, fingendo d’ignorare la sua missione. Con questo identifichiamo altri agenti. In Brasile e nell’Argentina ci è stata utilissima perchè ci ha dato la chiave delle vie traverse che seguono le istruzioni di Mosca per raggiungere Prestes e Codovila. A Rio de Janeiro, per esempio, Goldwin è riuscito a scoprire che Magda portava documenti a un avvocato, uno dei più quotati penalisti della capitale brasiliana, che nessuno considera comunista. Qui, appena sbarcata, ha proseguito per il Rio Negro con la scusa di cercare alcuni lontani parenti, ma nello stesso treno, partiva per il Rio Negro un giornalista di Buenos Aires che è considerato anticomunista e peronista, ma che ha avuto varii colloqui con lei. Infine, quella ragazza, la incominciamo a considerar temibile come un’arma segreta.

    Mister Braddy fece una pausa per riprender fiato e fortificarsi con un sorso di whisky, poi continuò:

    Per tutto questo è inutile che io richiami la vostra attenzione su l’importanza, per noi, delle vostre relazioni future — se ci saranno — con Magda. Tenete presente che siamo ancora in guerra, sebbene fortunatamente si tratti di guerra di nervi o di guerra fredda; senza sangue. La guerra co-lo minciata nel Luglio del 1914 non è ancor terminata. Le guerre napoleoniche cominciarono a Valmy e terminarono solo a Waterloo; le paci e i trattati furon solo tregue, armistizi, sospensioni del fuoco. Allora si trattava della conquista dell’Europa; adesso si tratta di una fisima con più vasto orizzonte: la conquista del mondo. Prima lo volevano conquistare i tedeschi e, appena eravamo riusciti con due lunghe guerre, a stroncarli, son stati sostituiti dai russi; e, quando ricomincerà il fuoco, il nostro compito sarà infinitamente più duro perchè i tedeschi eran soltanto settanta milioni e i russi son duecento e, con le nazioni balcaniche che Roosevelt e Churchill gli han regalato e che manderanno all’avanguardia, saran più del doppio di quel che fu la Germania del 14 sommata a l’Austria, e la Germania del 40 sommata a l’Italia. Per di più la Russia, con la panzana del comunismo, è riuscita a organizzare, nelle nazioni occidentali, formidabili quinte colonne che ne minano l’unità e la resistenza. Essi seguono metodi brutali e sfacciati; gli stessi di Mussolini e Hitler. Se noi mandassimo una nostra Żiska nei Balcani ce la fucilerebbero contro il muro de la stazione d’arrivo, senza processo. Voi invece, caro Hogarth, farete alla bellissima Magda la corte allegra e discreta dell’ufficiale yankee. Tali le istruzioni che ricevo da Washington e che debbo trasmettervi. Io fucilerei, ma da noi comanda il Congresso ed è tradizionale la politica dello struzzo e del guanto di velluto.

    Hogarth, che aveva ascoltato religiosamente centellinando i suoi innumerevoli whiskies, appena s’accorse che Braddy si concedeva un attimo di respiro, interloquì:

    — Così che il Polit Buro intriga anche quaggiù, in Sudamerica, Rio Negro, Patagonia?…

    — Oh! — assentì Braddy con un sospiro; qui più che altrove; e si dan molto da fare. Peron ha ereditato la politica nazionalista di Rosas e i progetti fantastici del feroce capo della « mazhorca ». Dalla lotta per l’indipendenza, l’Argentina nazionalista non si è mai rassegnata a considerare smembrato il vicereame del Rio de la Plata. Qui si combattè contro la monarchia spagnola con il convincimento di sostituire Buenos Aires a Madrid. Per tremila nazionalisti argentini — non son più che tanti, ma son essi che fanno e disfanno — l’Uruguay e il Paraguay dovrebbero appartenere a l’Argentina per sacro diritto; e il Cile accodarsi, e il Brasile accettare la tutela della « superiore cultura argentina », un’equivalente in Sudamerica della Deutsche Kultur in Europa. E, in fine, tutto il Sud, sotto la direzione argentina, dovrebbe ribellarsi a ogni influenza nordamericana, iniziare una guerra di tariffe, raggiungere l’indipendenza economica e l’autarchia, e arrivare persino a l'ostilità attiva, bellica. Sogni. L’Argentina conta solo quattordici milioni di abitanti dei quali quattro sono stranieri e due aborigeni semibarbari, analfabeti, ripugnanti dal servizio militare come i gatti dall’acqua. Se ih governo di Peron dichiarasse una guerra potrebbe armare tutt’al più quattro divisioni!; e, del resto, gli argentini odian la guerra più di noi. Sarebbe ridicolo preoccuparci di tutto questo se anche le zanzare non pungessero e se non soffiasse sul fuoco Mosca che — dividi et impera — vuol scagliare le due Americhe una contro l’altra. La Russia spende qui somme favolose; in Brasile dove, fino a cinque anni fa, lo stesso popolino considerava un comunista come una specie di lebbroso, dopo la caduta di Vargas, il partito comunista ha raggiunto di sorpresa i seicentomila iscritti — quasi tutti pagati. Carlos Prestes « o Caballero da esperanza » andava in tutte le piazze a raccontare ai negri che in Russia ogni operaio ha la sua villa, il suo aeroplano e il suo yacht a mare. Noi che sappiamo in che atroce miseria vive l’operaio russo, possiamo farci una idea della buona fede del Cavaliere della speranza.

    Il partito comunista qui, e credo anche e a maggior ragione in Europa, ha smesso di far politica sociale e di classe; fa esclusivamente politica antiyankee e cerca di acquistarsi sorprendentemente le simpatie dei conservatori, dei preti, dei nazionalisti, dei militari purchè si trovino sulla linea di coincidenza: indebolimento degli Stati Uniti. E la lotta è difficile perchè noi siamo prudenti, ma sempre un po’ bambini e abbiamo di fronte la furberia orientale, con tutte le sue tortuosità e le sue perfidie, frutto di una educazione millenaria.

    Magda Ziska ha tentato di farsi ricevere da Peron e non c’è riuscita solo per la gelosia di Evita Duarte che, naturalmente, ne teme la bellezza, l’intelligenza, la cultura, la scaltrezza. Quando è giunto qui il primo ambasciatore russo, dopo la ripresa delle relazioni, ha portato a Evita una pelliccia di ermellino di un valore inestimabile; regalo di Stalin. E i comunisti di qui han ricevuto ordine di lasciarsi pazientemente insultare e arrestare da Peron senza, proteste. Stiamo giocando, caro Hogarth, un gioco sottile e machiavellico; una guerriglia d’intrighi, di menzogne, d’ipocrisie per la quale non siamo nati; anche questa volta perderemo posizioni e abbandoneremo alleati per amor di pace e per sentirci rimproverare, di qui a dieci o venti anni, quando la guerra nostro malgrado scoppierà, quel che ci rimprovera l’ingegner Ziska a proposito della Cecoslovacchia del 1938. E ci batteremo solo quando avremo le spalle al muro e un pugnale alla gola; unica speranza la nostra superiorità industriale e tecnica.

    A ogni modo, come vedete, il terreno su cui ci moviamo è labile, sdrucciolevole, e ogni particolare, ben analizzato, può aver un peso e rivelarci una intenzione; a forza di mattoni si costruirscono castelli. Una sola frase della Ziska, se ve la ricordate bene, potrebbe illuminare, messa in rapporto con altre d’altri agenti sovietici, una zona oscura; di lì la necessità per voi di non prendere alla leggera la vostra missione.

    Hogarth annuì con un cenno del capo; poi chiese sorridendo:

    — Se Magda tenesse, nei miei riguardi, il contegno di una donna di ventisette anni cresciuta nel paese dell’amor libero posso lasciarmi andare o debbo fingere di non capire e conservarmi astemio?

    Braddy perse la sua serietà e rispose con una risata franca che lo ringiovaniva:

    Bè… fate voi… In proposito non ho istruzioni. A Washington son tutti vecchi e i vecchi non pensan mai a tali eventualità. Io vi consiglierei di fare onore alla nostra bandiera, ma suppongo che non ve se ne offrirà l’occasione. Tutti i nostri che l’hanno avvicinata riferiscono nei loro rapporti che la Ziska non ama nemmeno il flirt innocente; non è una delle solite « allumeuses ». Sembra nauseata degli uomini, e di tutto, e ha il contegno d’una donna d’affari. Harrold, che l’accosta per noi a Parigi, sostiene che, appena si tocca il tasto amore o galanteria, sgattaiola abilmente, ma con molta fermezza. Sembra che tutto quel che riguarda il sesso la irriti. Per questo oserei suggerirvi di essere molto riservato, indifferente, non insistere. Dovete credere che Magda è cecoslovacca, pittrice, che vive del suo lavoro il quale le rende brillanti, dovete credere che non s’è mai occupata di politica, credere insomma tutto quello che la signorina vi vorrà far credere, facendole solo quella corte d’obbligo che sembra un dovere vicino a una bella compagna di bordo. E non esser petulante poichè la petulanza potrebbe tradire uno scopo occulto, destare i suoi sospetti. Però ascoltate con attenzione e prendete nota; può darsi che le sfugga qualcosa; accade agli agenti più esperimentati e scaltriti; vanno per scoprire e rivelano. Un particolare che può giovarvi: Magda ha conosciuto la vodka come latte dell’adolescenza; come tutti i russi beve volentieri; siccome voi sopportate più gin di uno scaricatore di Brooklyn potrebbe darsi che riusciste a farle perdere il « self control ». Riassumo le mie raccomandazioni: siate circospetto e prudente; fate in modo insomma che la Ziska non si accorga di esser pedinata da noi e da voi, altrimenti perdiamo molte opportunità. Ah!… dimenticavo… voi siete tra i pochi ufficiali americani che biascicano qualche parola di russo. Affermate di non saperne nemmeno l’alfabeto.

    La bottiglia di « Cavallino Bianco » era finita. E Braddy s’alzò per congedare Hogarth che, imitandolo, assicurò: Ricorderò le vostre istruzioni. E Braddy, accompagnandolo a l’uscio, concluse: Non sono mie; sono dello State Departement. Io, Magda Ziska l’àvrei già fatta arrestare e; invece di far la spola fra Europa e America, adesso la farebbe in una cella d’ùn penitenziario de l’Alaska… Su l’uscio gli strinse la mano con il tradizionale « good look» — buona fortuna.

    Rientrando nell’ufficio si lasciò cadere pesantemente su una poltrona e toccando un bottone chiamò l’usciere: Un’altra bottiglia di whisky e ghiaccio e seltz; e, se c’è in anticamera un signor Braulio Gomes, fate entrare…

    Hogarth seguiva il corridoio verso l’uscita quando, da una porticina laterale, sbucò parandogli dinnanzi Jimmy Cunnigham, il capitano della sua squadriglia col quale aveva passato i giorni più neri dello sbarco di Salerno.

    — Hallo Harry; dove vai?

    — Vado… vado… me ne vado. Domani col « Colon ». Sbarco a Genova e proseguo per Trieste dove devo presentarmi al colonnello Wood che sembra sappia quel che farà di me.

    — Nessuna speranza di rivedere Broadway?

    —Per ora nessuna; m’avevan mandato qui perchè assumessi l’inearico d’addetto per l’aviazione, poi, mentre viaggiavo, a Washington han cambiato parere. Che diavolo vado a fare a Trieste non lo so, Credo che l’Intelligence pensi di approfittare della mia conoscenza del russo. Ne l’alta Italia ci sono almeno ventimila spie russe; laggiù siamo letteralmente assediati.

    — Scendo con te; andiamo a prendere un whisky?…

    — Andiamo; Braddy mi ha già fatto vuotare una bottiglia di « Cavallino Bianco », ma io debbo allenarmi, perchè i cosacchi sono otri di vodka e, per battersi con loro, è necessario non lasciarsi metter knock out dall’alcole. Ivan il Terribile e Pietro il Grande giudicavano della capacità degli alti impiegati secondo la loro sopportazione ai liquori; un uomo che sapesse bere una bottiglia di vodka senza staccarsi otteneva il governo di una » provincia. E i bolscevichi han conservato gelosamente tutte le tradizioni czariste. In questo noi anglosassoni siamo gli unici che possano rivaleggiare con loro ed è consolante constatare che la egemonia del mondo si sta disputando tra due razze d’ubbriaehi che daran fuoco alla miccia una, notte di sbornia solenne…

    Continuarono a chiacchierare nell’ascensore e poi sbucarono nel sole accecante, argentino. Traversaron la strada saltando come grilli fra le automobili in corsa ed entrarono in un piccolo bar a ricordare le glorie della loro squadriglia di Salerno, a comunicarsi l’un l’altro il destino dei compagni dispersi per il mondo. Freddy a Berlino, Gordon a Tokio con Mac Arthur, Willy a Dakar, Max, il più fortunato, già in congedo, a casa sua, a Frisco, con sua moglie a fabbricar bambini… E i morti? Laggiù a Salerno in quadrato sul declivio di una collina, davanti al mare azzurro… tante crocette bianche… what a pity! — che peccato! — Bei ragazzi dai venti ai venticinque anni, che avevan tanta voglia di vivere, di ridere…

    Hogarth scosse il capo con un po’ di tristezza:

    — Quando penso che tra vent’anni anche i bambini che Max sta fabbricando a San Francisco si ridurranno a crocette bianche, sul declivio di un monte, in un paese lontano, non lo invidio.

    Disse Cunnigham:

    — Tu che torni in Italia, se passi da Salerno e vai a rivedere le crocette, porta un fiore anche per me; ricordati.

    Poi, per scacciare la malinconia, chiese:

    — A che ora parte domani il « Colon »? Verrò a issarti a bordo.

    — Non so, rispose Hogarth; han detto alle quattro del pomeriggio, ma vedrai che fino alle sette non leverà l’àncora…

    Harry risaliva solo per Florida in traccia del Plaza Hôtel. Ammirava il modo strano di camminare dei gauchi e delie gauche; un incesso che non si riscontra in nessun paese del mondo. Camminano con il passo elastico, ma il tronco e il collo rigido e la punta del naso perpendicolare al cielo. Sembra miracoloso che non inciampino mai e non cozzino mai gli uni con gli altri. Forse l’orgoglio, l’alterezza che ostentano maschera soltanto una intima timidezza, però sembra strana e urta. Tutti i non argentini pensano che non c’è di che. Anche le ragazze procedono con l’aria da imperatrici romane, sdegnose, naso ed occhi al cielo; Se uno le guarda con insistenza, se ne accorgono — forse hanno occhi anche nell’ombelico — e allora rispondono con sguardi fulminanti e lascivi, ma se l’ammiratore si volta e le segue, sfreccian via con grandi gesti di paura e scompaiono; come se fosser seguite da un assassino. Bisogna iniziare una gara di podismo. Mito di Atalanta. Son quasi tutte belline, col nasino per l’in su e i grandi occhioni neri da vitelline appena smammate… E l’orgoglio e le fughe contrastan col fatto che, alle tre di notte, le trovate in un angolo oscuro a conversare con il portiere e il colloquio ha cominciato due ore prima e non si sa nè quando finisca, nè dove. E contrasta anche con la loro attitudine nei salotti, dove appena presentate si pongono a civettare con pose di baiadere e famigliarità di una audacia che può illudere chi non le conosca. Eredità spagnola, dicono; l’« allumeuse » non nacque a Parigi, nacque in Castiglia la Vecchia. Continuando a meditare, Harry entrò nella Franco-Inglese, la più grande farmacia del mondo, a comperare una bottiglietta d’Acqua di Colonia, un tubetto di dentifricio, un pacchetto di lame. Gillette. Dovette far coda; c’eran trecento o quattrocento persone stipate davanti ai banchi. Pensò: Noi americani siam popoli giovani, ma ci teniam su a forza di droghe. Buenos Aires ha superato da poco i due milioni di abitanti, ma ha già dodici ospedali che son dodici città e un centinaio di cliniche private e, in ogni caseggiato, tre farmacie, sei medici e sei dentisti. E lavoran tutti. Nella vecchia Europa una città di un milione di abitanti ha quattro farmacie, sessanta medici e sei dentisti. E le farmacie son sempre vuote, e i medici e i dentisti senza clienti. Forse anche la nostra gioventù è un mito.

    Risbucando al sole, ricordò a un tratto le istruzioni di Braddy. Disse a se stesso: Attento, Harry! E’ la prima volta che ti tocca far a l’amore per ragioni di servizio e tua madre buon’anima te lo diceva sempre: Povero Harry anche tu diventerai vittima di una donna; una donna sarà il tuo der śtino. Possibile che il mio destinò diventi una spia russa? «Bellissima, impressionante ». Credo e spero che Braddy abbia esagerato. Di donne belle in Russia non ce n’è più. Le granduchesse e le ballerine d’una volta dicono che fosser le più belle donne del mondo, ma debbono averle fucilate tutte; quella della bellezza muliebre è l’unica tradizione zarista che i bolscevichi han rinnegato; le loro donne le trattan come bestie da soma; le han già maschiliżzate tutte, con muscoli e peli; andare a letto con una di loro deve far l’effetto d’andarci con un caporale d’artiglieria, un catch as catch can, con mugghi e ruggiti. Eppure fanno un figlio l’anno. In generale a Mosca son le donne che spazzan la neve l’inverno, scalze; facce quadrate, angolose, zigomi sporgenti, occhietti mongoli, piccoli, maligni, sinistri. Le granduchesse le han fucilate perchè amavano i brillanti, la seta, il lino, i profumi. E anche in questo noi siam l’opposto dei russi; noi abbiam lavorato un secolo solo per arricchire le nostre donne e consegnar loro tutti i poteri. Ci avviamo al matriarcato. Le nostre donne han invaso tutti gli uffici, preso d’assalto tutte le professioni, comprato le azioni di tutte le imprese, si sono impadronite degli Stati Uniti. Oggi possiedono la bellezza, la ricchezza, il talento. Camminano per Fifty Avenue e Broadway col passo sicuro ed elastico, sportivo e prepotente delle conquistatrici, guardandoci da l’alto in basso e pigliandoci allegramente in giro. Non ci han lasciato più nulla; nessun diritto, nessun mestiere, se non i più umili; nessuna iniziativa… nemmeno in amore. Se non le andiamo a genio ci frustan via spietatamente a risate, se, invece ci vogliono ce lo dicono senza complimenti, ci comprano, ci tirano a letto pel collo con passo di Boogie Woogie trattandoci come prostituti e, quando han finito, ci tiran giù dalla finestra come bucce di limoni spremuti.

    Era ormai arrivato al Plaza. Si fermò ad ammirare alcune stampe inglesi — i soliti tre cavallini stornelli, di legno, montati da tre fracks rossi — nelle vetrine di Nordinska e, per suggestione di assonanza, ripensò alla Ziska. Poi insorse contro se stesso: Maledizione! Ci penso sempre; mi ossessiona anche prima di averla vista. Tutta colpa di quella bestia di Braddy. Se m’avesse detto che era brutta m’avrebbe risparmiato venti ore di ansietà. Attento Harry; ricordati della profezia di tua madre buon

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