Edgar Allan Poe e il “femminicidio” di Marie Rogêt
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Giallo - saggio (66 pagine) - Qual è il collegamento tra Edgar Allan Poe e il femminicidio?
In questo lavoro si cerca di spiegare come la morte di Mary Rogers, avvenuta vicino a New York nell’estate del 1841, abbia non solo ispirato Edgar Allan Poe per il suo racconto The mistery of Marie Rogêt, ma anche come questa stessa morte possa essere considerata un vero e proprio femminicidio, nonostante il termine in sé sia apparso sui vocabolari della lingua italiana solo un secolo e mezzo più tardi.
Francesca Tontini è laureata in Lingue straniere e studi interculturali all’Università Carlo Bo di Urbino nel 2019. Amante della fotografia, delle gite fuori porta e delle passeggiate al mare. Perennemente con la testa o tra le nuvole o tra un libro.
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Anteprima del libro
Edgar Allan Poe e il “femminicidio” di Marie Rogêt - Francesca Tontini
Introduzione
Nonostante il termine femminicidio sia nato soltanto nei primi anni duemila, i casi di violenza sulle donne e di donne assassinate da uomini sono sempre esistiti. Quello che è cambiato è la volontà di riconoscere questo tipo di delitto nella sua specificità di genere. Come sancisce l’Accademia della Crusca, con questo termine si intende non solo l’uccisione di una donna o di una ragazza
, ma anche qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte
.¹ Secondo le statistiche, nel 2016 i casi di femminicidio in Italia sono cresciuti rispetto all’anno precedente con un trend di un caso ogni 3 giorni. Il rapporto Eures sul femminicidio in Italia ci informa che 115 casi su 150 sono avvenuti all’interno del contesto familiare/affettivo e 9 volte su 10 l’assassino è un uomo; dal duemila a oggi, infatti, il 91,9% degli autori di femminicidio sono uomini, contro l’8,1% di donne.
Il problema ovviamente non è solo circoscritto al nostro paese, ma è una realtà che ogni cultura si trova ad affrontare. Small Arms Survey, un progetto di ricerca indipendente svizzero con base a Ginevra, ha riscontrato che ogni anno vengono uccise violentemente circa 66,000 donne. Negli Stati Uniti ad esempio² si contano 4 casi al giorno e un ruolo importante in questo caso è assunto dalle armi: K. Stout, in un suo studio, afferma che la percentuale di morti collegate all’uso delle armi è del 67.9% (Russell 2001: 41). Per questo motivo e per l’attualità del problema, sia in Italia sia nel resto del mondo, e avendo scelto di redigere la mia tesi di laurea nel campo della letteratura angloamericana, ho deciso di analizzare come questo tipo di tematica veniva affrontata nei secoli precedenti, e in particolare ho deciso di prendere come testo da analizzare The Mystery of Marie Rogêt di Edgar Allan Poe.
Il testo in questione è basato su un fatto realmente accaduto nel 1841 negli Stati Uniti che all’epoca attirò l’attenzione della nazione. Al centro del mistero c’è la scomparsa di una giovane venditrice di sigari, Mary Cecilia Rogers (poi francesizzata
da Poe in Marie Rogêt), che scomparve e venne ritrovata morta nel fiume Hudson. A differenza degli altri racconti di Poe, in questo caso e come nella realtà, non si avrà mai un colpevole e il caso rimarrà irrisolto. Nel mio lavoro analizzerò per prima cosa i fatti realmente accaduti collegati alla scomparsa di Mary Cecilia Rogers ed esaminerò la questione del femminicidio: successivamente mi concentrerò sull’analisi dell’opera, cercando punti in comune e/o differenze e punti di forza rispetto alla vicenda originale; infine farò un’analisi sul film del 1942 di Phil Rosen dedicato appunto al mistero del racconto di Poe. Cercherò quindi di analizzare un caso del 1842, contestualizzandolo ai giorni nostri e provando a dimostrare che le modalità e le caratteristiche che descrivono al meglio il fenomeno del femminicidio non sono affatto neonate, come può essere il termine stesso, ma che il fenomeno al contrario ha radici ben più lontane e che lo stesso caso di Mary Rogers potrebbe benissimo rappresentare un tipico caso di femminicidio moderno.
¹. accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/femminicidio-perch-parola (17/10/2018)
². Che comunque sono 50 contro lo stato italiano che è 1.
1. The Mystery of Mary Rogers
1.1 Chi era Mary Rogers?
Di tutti i racconti di Edgar Allan Poe The Mystery of Marie Rogêt è forse uno dei più particolari, ispirato interamente da fatti realmente accaduti. Per la prima volta, Poe metterà alla prova Dupin, l’eroe del suo racconto precedente, The Murders in the Rue Morgue, con un caso reale, quello di Mary Cecilia Rogers, sul quale indagherà solamente con l’ausilio di articoli di giornali riguardanti l’episodio. (Walsh 1968: 3) A livello letterario questo racconto di Poe, all’epoca, non attirò più di tanto l’attenzione degli studiosi, mentre colpiva quella del suo pubblico, i lettori delle riviste. Solo più tardi anche il mondo accademico e quello degli esperti criminologici avrebbero trovato il racconto interessante per i lori studi (Kurtz 1941: 230). La protagonista del racconto di Poe è Marie Rogêt, una giovane che lavora in una profumeria a Parigi e che un giorno improvvisamente scompare. Dopo qualche giorno, il suo corpo viene trovato senza vita nelle acque della Senna. È proprio a questo punto che Dupin cercherà di risolvere il caso, che, nella realtà, non trovò mai soluzione.
Il primo elemento da tenere presente è che i fatti realmente accaduti, ai quali si ispira Poe, hanno luogo al di là dell’oceano e precisamente al confine tra New Jersey e New York. Della vera Mary Cecilia Roges non si hanno molte notizie: ciò che è noto è che lavorava in un negozio di tabacco a New York e che al momento della morte aveva circa vent’anni. Il caso di Mary Rogers attirò molta attenzione nonostante la giovane non fosse una figura pubblica, ma il fatto che lavorasse in un negozio a contatto con molte persone e fosse una ragazza carina e cortese, fece sì che tra i frequentatori del negozio la giovane fosse piuttosto conosciuta (Walsh 1968: 7-8). A questo poi va aggiunto l’elemento che riguarda la violenza della morte, che attirò molta attenzione e trasformò il caso di Mary Rogers in un affare nazionale. Infatti, nei giorni che seguirono la sua scomparsa, molti giornali come il New York Daily Express, Weekly Herald o New York Atlas le dedicarono articoli per cercare di fare luce sul mistero della sua morte (Ibidem).
Riguardo alla vera Mary Cecilia Rogers non si hanno molte notizie: presumibilmente la ragazza nacque intorno al 1820 a New York da Daniel e Phoebe Rogers. Nel 1837 una crisi finanziaria colpì la nazione americana e forse fu per questa ragione che Mary Rogers iniziò a lavorare all’età di soli diciassette anni