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Il Centro sportivo nazionale della gioventù Tenero CST
Il Centro sportivo nazionale della gioventù Tenero CST
Il Centro sportivo nazionale della gioventù Tenero CST
E-book100 pagine45 minuti

Il Centro sportivo nazionale della gioventù Tenero CST

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Il Centro sportivo nazionale della gioventù Tenero (CST) fa parte dell’Ufficio federale dello sport ed è un parco dello sport, un intervento urbanistico-architettonico che, a partire dagli anni Ottanta, si sviluppa in fasi successive, l’ultima delle quali è oggi in cantiere. Il principio guida del progetto è quello di compattare e razionalizzare la costruzione, in modo da lasciare spazio libero per il verde e le attività all’aperto. Dalla seconda fase di ampliamento alla quarta il progetto è affidato su concorso all’architetto Mario Botta, che conferisce al complesso iconicità realizzando i due edifici Sasso Rosso e Gottardo e il nuovo volume antistante (edificio polifunzionale Brere), che rappresentano una quinta scenografica in grado di dialogare con le montagne e il lago. La materia e il disegno dell’architettura, coerenti nelle diverse fasi dall’impianto generale al dettaglio, sono intrisi di riferimenti storici, contemporanei e vernacolari che annullano la dimensione temporale dell’edificio, rendendolo un’icona alla scala del paesaggio.
LinguaItaliano
Data di uscita17 apr 2023
ISBN9783037978405
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    Anteprima del libro

    Il Centro sportivo nazionale della gioventù Tenero CST - Silvia Berselli

    Silvia Berselli

    Il Centro sportivo nazionale della gioventù Tenero CST

    Un’icona senza tempo

    L’area Brere prima del CST

    Da palude ad azienda agricola a centro di riabilitazione

    Il Dono nazionale svizzero e lo stabilimento la Cura

    Da luogo di cura a centro nazionale per giovani sportivi

    CST 1. Al servizio dei giovani sportivi

    CST 2. Alla scala del paesaggio

    Un parco dello sport

    L’architettura

    CST 3. Definire i contorni

    CST 4. Istituto per sportivi di eccellenza

    L’architettura

    CST 5. Un centro natatorio di rilevanza internazionale

    Interventi artistici

    Conclusioni e prospettive. Una storia inclusiva

    Annessi

    Un’icona senza tempo

    Dall’uscita dell’autostrada bastano pochi minuti per raggiungere il parcheggio del Centro sportivo nazionale della gioventù Tenero (CST): sin dagli inizi della sua attività, la facilità di accesso è un valore aggiunto sia per gli utenti sia per i gestori del CST. Il ritmo veloce della strada e della città si stempera mentre ci si avvicina al complesso, che presenta a chi arriva dal parcheggio il suo prospetto forte, con gli edifici Sasso Rosso e Gottardo da una parte e il nuovo volume polifunzionale Brere dall’altra. Davanti agli edifici il silenzio enfatico di un grande prato verde fa risaltare il colore complementare, il rosso dei mattoni, e crea una cesura, come una pausa tra il mondo esterno, in cui corrono frenetiche le automobili, e il complesso, scandito dai ritmi naturali del corpo umano. Nel suo Wilhelm Meisters Wanderjahre, Goethe fa dire al geologo Jarno: «I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi»; qui è l’architettura a diventare allieva della montagna e ad apprendere da essa l’arte di disporre i volumi nella luce, nel silenzio e nel tempo.

    L’area Brere prima del CST

    Da palude ad azienda agricola a centro di riabilitazione

    L’area su cui sorge il CST è caratterizzata da un paesaggio naturale di rara bellezza (FIG. 1), in cui l’azzurro del cielo si stempera nel blu delle acque del lago e la vegetazione tocca al mutare delle stagioni tutte le sfumature della tavolozza di un grande pittore. Eppure è stata la mano operosa dell’uomo a plasmare questo territorio inizialmente inospitale fino a trasformarlo nell’immagine stessa dell’accoglienza, in una zona nevralgica di passaggio, vicino al confine alpino. L’area in cui il fiume Ticino sfocia nel Lago Maggiore, denominata Brere, si presentava in origine come una vasta palude che si estendeva per 3.500 ettari fino a Bellinzona, in parte preservata ancora oggi nella zona delle Bolle di Magadino, un ecosistema protetto dal 1982 dalla convenzione di Ramsar dell’Unesco come zona umida di nidificazione e migrazione per molte specie di uccelli.

    FIG. 1 Tenero-Contra. Sullo sfondo si riconosce la diga della Verzasca, a destra la foce del Ticino e il campeggio Campofelice. Nel mezzo il terreno del Centro sportivo con gli edifici della prima fase. Fotografia aerea del 1987.

    FIG. 2 La Cartiera del Verbano nel 1954.

    La presenza dell’acqua e di agevoli vie di comunicazione favorisce l’insediamento a Tenero di una moderna fabbrica fondata nel 1853 da Tomaso Franzoni, un avveduto commerciante locarnese: la Cartiera del Verbano (FIG. 2). Per oltre un secolo e mezzo lo stabilimento, dotato fin dall’inizio di macchinari all’avanguardia in continuo aggiornamento, rappresenta la principale attività produttiva del territorio, assorbendo manodopera femminile in molte fasi della lavorazione e assolvendo all’approvvigionamento cantonale, con un surplus che viene esportato in Italia utilizzando le vie d’acqua. Dopo la chiusura nel 2006, gli edifici che ospitavano i grandi macchinari vengono demoliti nel 2012 per far posto a un centro commerciale e oggi ne restano soltanto la ciminiera e il canale artificiale, ultimi testimoni muti di un lungo ed operoso passato industriale.

    A partire dal 1888 un’importante campagna di lavori durata vent’anni porta alla realizzazione dei nuovi argini del fiume Ticino, il cui corso viene rettificato per liberare parte del territorio della foce (FIG. 3). Le operazioni di bonifica del

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