Reparti corazzati Jugoslavi 1940-1945
Di Paolo Crippa
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Questo volume racconta la storia quasi sconosciuta dei carristi Jugoslavi dalla formazione al secondo conflitto mondiale. La formazione delle prime unità corazzate dell'Esercito del Regno di Jugoslavia risale alla fine degli anni '20, quando le autorità militari sentirono la necessità di dotare i repart
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Anteprima del libro
Reparti corazzati Jugoslavi 1940-1945 - Paolo Crippa
I corazzati dell’Esercito Reale Jugoslavo
Nascita ed evoluzione dei reparti corazzati
La formazione delle prime unità corazzate dell’Esercito del Regno di Jugoslavia risale alla fine degli anni ’20, quando le autorità militari sentirono la necessità di dotare i reparti di una componente blindata, sulla scorta delle esperienze vissute durante la Grande Guerra dagli eserciti impegnati nella guerra di trincea. Contrariamente a quello che succedeva presso molti altri eserciti europei a quell’epoca, queste unità corazzate non si svilupparono come un'estensione delle divisioni di cavalleria ma si formarono invece come reparti indipendenti, ufficialmente denominati Unità Combattenti
. I carri armati furono identificati con la dizione veicoli da combattimento
¹. I primi mezzi corazzati impiegati furono 11 carri armati Renault FT-17 e 10 carri armati Renault-Kegresse M-28² (11 secondo altre fonti), ricevuti dalla Francia nel corso del 1929.
Nella prima metà degli anni '30, l'esercito reale jugoslavo iniziò un processo di riforma delle sue due Divisioni di Cavalleria, con l’obiettivo di aumentarne le potenziali capacità offensive. Queste due Divisioni consistevano in 2 o 3 Brigate di Cavalleria su 2 Reggimenti ciascuno, uno Squadrone di Artiglieria ippotrainata, un Battaglione Ciclisti ed altre unità di supporto. Fu pertanto previsto di inserire in organico ad entrambe le Divisioni un Reggimento Motorizzato, rinforzato da veicoli blindati come carri armati leggeri o tankette. Fin dall'inizio si pose però il problema relativo all’approvvigionamento di questi blindati, dal momento che l’industria locale non era in grado di produrre carri armati. Tra Francia e Jugoslavia esisteva però un buon grado di cooperazione militare e fu giocoforza sottoporre proprio ai francesi delle richieste di acquisto di corazzati. La Francia però non era disposta a vendere i suoi carri armati più moderni e, allo stesso tempo, aveva l’esigenza di eliminare i vecchi modelli. Per rinforzare la propria dotazione di mezzi, nel 1932 la Jugoslavia importò altri 14 Renault FT-17, probabilmente dalla Polonia. Infine, tra il 1935 ed il 1936, una ventina di FT-17 (in cattive condizioni) fu finalmente ricevuta dalla Francia, sotto forma di aiuti militari. Con questi carri armati fu costituito il Battaglione Veicoli da Combattimento nel 1936, su 3 Compagnie di 3 Plotoni ciascuna, unità spesso erroneamente chiamata Primo Battaglione. Ogni Plotone aveva una dotazione di 3 carri armati e altri 21 carri armati formavano la Riserva di Battaglione, per un totale di 48 tra FT-17 e M-28.
La Seconda Guerra Mondiale
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, divenne quasi impossibile per l'Esercito Reale Jugoslavo acquisire nuovi mezzi corazzati per integrare le proprie scarse dotazioni. Le autorità militari però non si scoraggiarono e portarono avanti incessanti trattative con la Francia, che, all’inizio del 1940, accettò di vendere alla Jugoslavia 54 carri armati leggeri R-35, relativamente più moderni rispetto ai vecchi FT-17. I mezzi, consegnati in aprile, furono gli ultimi corazzati arrivati in Jugoslavia prima che l’invasione tedesca della Francia bloccasse ogni speranza di futuri nuovi acquisti. Pertanto, all’inizio del conflitto, l’Esercito jugoslavo poteva contare su una componente blindata veramente esigua, in grado di allineare poco più di un centinaio di mezzi corazzati³:
Carri armati Renault FT-17 = circa 45
Carri armati Renault-Kegresse M-28 = 10 / 11
Carri armati Renault R-35 = 54
Semoventi T-32 (Š-I-D) = 8
Automitrailleuse White M1918 = 2
Autoblindo SPA⁴= 2
Il 3 maggio 1940, il Battaglione Veicoli da Combattimento fu scisso in due unità, 1° e 2° Battaglione Veicoli da Combattimento. Il 1°Battaglione era equipaggiato con i più vecchi FT-17 e M-28, mentre al 2° erano stati assegnati tutti i carri armati R-35 da poco acquistati⁵. Ciascun Battaglione era composto da 3 Compagnie, ognuna su 3 Plotoni e, oltre ai carri armati, i due Battaglioni disponevano di veicoli motorizzati per il trasporto di munizioni e dei pezzi di ricambio, mentre non erano previsti elementi di supporto di Fanteria, Artiglieria o Anticarro. Il Comando Veicoli da Combattimento e il 1° Battaglione agli ordini del maggiore Stanimir Misić erano di stanza a Belgrado, le sue 3 Compagnie, equipaggiate con carri armati FT-17